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Autore: Eliza    21/03/2007    1 recensioni
L'arrivo della carrozza da Monterrey porta editti del Vicere e un nuovo residente per Santa Elena. Chi dovrà preoccuparsi di più, il Colonnello Montoya o la Regina? (tradotta da Fioredivetro)
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Scena 2

Scena 2

Suo malgrado, Tessa scoprì di essere un pochino eccitata per quella serata. Era stata a molte feste, molte cene, da quando era arrivata in Califoria, ma questa era la prima volta che aveva un accompagnatore. Arrivare sotto braccio a un bel giovanotto aggiungeva un certo fascino all'evento--anche se quell'uomo era Marcus Grisham.

Mentre attraversavano il cancello del cortile delle rose, Tessa lo vide gonfiarsi come un gallo, per tutta l'attenzione che stavano attirando. Fortunatamente, il Colonnello Montoya era lì vicino e questo le impedì di cedere all'impulso di pungere il capitano con uno spillone, per vedere se si fosse sgonfiato.

"Senorita Alvarado, è un onore avervi con noi stasera." Montoya le baciò la mano calorosamente, ma non troppo. Come al solito, i suoi modi erano perfetti. "Vedo che il Capitano ha la fortuna di godere della vostra compagnia." Poi girò la testa per attirare l'attenzione di Sabina. "Querida, sono arrivati degli ospiti."

La donna interruppe la conversazione con il Senor e la Senora Gervasio. Doveva aver notato lo sguardo di apprezzamento di Tessa sul suo abbigliamento, perchè si prese tutto il tempo per raggiungere il gruppo, permettendole una valutazione completa. Il taglio alla moda dell'abito donava molto a Sabina e la seta viola cupo accentuava la pelle chiara. Tessa vide che faceva uso di cosmetici, ma non era un trucco pesante ed era applicato con una certa maestria. I capelli neri erano raccolti elegantemente sul capo, tenuti insieme con un fermaglio di perle. Una perla simile tratteneva la cravatta di Montoya. Quando il colore profondo del vestito venne a contrastare il bianco, nero e grigio dell'abito del colonnello, Tessa non poté che pensare che formavano proprio una bella coppia. Poi, la gonna di Sabina si sollevò, lasciando scoperta la punta di una scarpa, ben piantata sullo stivale lucidato di Montoya.

Tessa guardò subito il colonnello, ma tutto ciò che riuscì a notare fu un lieve stringersi della sua mascella e uno scintillio feroce negli occhi. La sua voce non possedeva nessuna allusione al dolore che doveva sentire in quel momento, quando disse. "Permettimi di presentarti *formalmente* una dei nostri più importanti possidenti, Dona Maria Teresa Alvarado."

Sabina poi monopolizzò l'attenzione di Tessa con la conversazione prudente che si era soliti intrattenere durante eventi come quello. Abile come il marito nella diplomazia, sembrava davvero contenta di vedere un volto familiare, come aveva sottolineato Montoya. Si erano portati più al centro del cortile, ma l'occhio della Senora tornò subito all'entrata. "Quello è il dottore, presumo." e Tessa annuì in risposta. "Avrei voluto un numero pari di uomini e donne, ma Luis mi ha spiegato che è praticamente impossibile. Non ci sono abbastanza donne in questa colonia. Sono sorpresa che voi non siate ancora sposata, Senorita, una donna sola è una vera rarità in una terra ostile." Dopo i saluti convenzionali, si allontanò per salutare i nuovi arrivati.

Una risatina nell'orecchio ricordò a Tessa che Grisham stava ancora in piedi al suo fianco. Alzò gli occhi, con aria civettuola. "La vostra reazione implica che convenite con l'affermazione della Senora, capitano?"

Stranamente, la sua risposta evitò tutti i trabocchetti contenuti nella domanda. "Che siete una rarità, Senorita?Certo, sono assolutamente d'accordo." Le offrì il braccio, quando fu annunciato che la cena era pronta, e l'accompagnò al tavolo, che era stato apparecchiato per una ventina di persone.

 

Tessa si ritrovò sistemata non lontano da Sabina, che era a capotavola. A dividerle c'era Don Gaspar e lei ricambiò il suo sorriso affettuoso, quando sedette. Don Ricardo era dall'altro lato e la ragazza ne fu contenta perchè, dopo le accuse di omicidio rivoltegli da Don Alejandro, avevano intrapreso una fruttuosa relazione d'affari, una sorta di baratto tra lavoratori e prodotti(le orchidee del Don erano le migliori in tutta la regione). Grisham era seduto dall'altra parte del tavolo, subito a destra di Sabina, mentre Dona Juanita Gervasio era proprio davanti a Tessa. Sospirò silenziosamente. Juanita non avrebbe fatto altro che parlare del suo fidanzamento con un ricco giovanotto di Santa Monica. Suo zio si era occupato di tutto e lei soggiornava alla sua hacienda fino al giorno del matrimonio.

Tessa si guardò intorno e notò che Robert Helm aveva preso posto tra Montoya e Vera. Considerando che quasi sicuramente era stato il colonnello a scegliere la disposizione degli ospiti, si chiese cosa avesse combinato questa volta il dottore per irritare Montoya. Ma forse questo era solo il risultato del suo perverso senso dell'umorismo. Il ghigno che vide sulla faccia di Vera poco dopo, confermò i suoi sospetti che Helm avrebbe avuto bisogno di un buon digestivo a fine serata.

 

La cuoca del colonnello aveva superato se stessa. Non solo il cibo era delizioso, come sempre, ma anche la presentazione era impeccabile. Peperoni rossi arrosto, zuppa decorata con una graziosa coroncina di erbe fresche, polenta, carne avvolta di pasta come fosse stata una crostata, oltre alla miriade di piccoli dettagli che decoravano la tavola.

La conversazione era stranamente varia e vivace, Don Gaspar e Don Ricardo abbastanza educati da coinvolgere Tessa nella conversazione, che riguardava l'organizzazione delle loro haciendas. Anche se doveva essere cauta, la ragazza mostrò di essere pratica a riguardo e ben presto i due uomini, se pur sorpresi, la incoraggiarono a esprimere la sua opinione. Tessa tornò riluttante alla sua maschera di frivola ignoranza, tuttavia, quando si passò a discutere di governo e finanza, cosa che fu accettata con la tipica indulgenza degli uomini. Aveva senso che una donna fosse capace di tenere in piedi una casa, anche se molto estesa, ma le decisioni su larga scala esulavano dai suoi compiti.

L'argomento successivo fu il matrimonio di Juanita e Tessa li vide scambiarsi occhiate condiscendenti. Non capiva cosa avessero da lamentarsi, di certo non avevano sentito quella storia tante volte quanto lei. Sabina non aveva ancora avuto questo *piacere* e Juanita approfittò del suo interesse. Fu a questo punto che le speranze di Tessa in un alleato contro Montoya andarono in fumo: aveva creduto che l'influenza di una donna avrebbe mitigato il suo approccio con i criminali, soprattutto quelli minori, ma vide invece che Sabina gli somigliava molto, quando incoraggiò Juanita a non pagare la sarta.

"Se la sarta non ha completato il lavoro nel tempo previsto e in modo completamente soddisfacente, non deve ricevere un centavo, " la consigliò, "Non lasciate che gli inferiori si approfittino di voi, Senorita, è' una cattiva abitudine che rischia di compromettere la vostra famiglia. Chiedete rispetto e obbedienza, è un vostro diritto."

Il flusso della discussione cambiò ancora, ma i pensieri di Tessa rimasero concentrati sul tono adamantino del consiglio di Sabina. Le dava abbastanza fastidio. Montoya era sempre attento a mantenersi nei limiti della legge, ma lei non sembrava avere tale restrizione, come se si considerasse al di sopra della legalità.

 

Dopo il dolce, Montoya si alzò in piedi. "Signore e signori, grazie per averci concesso il piacere della vostra compagnia, stasera. Mi riscalda il cuore vedere con quanta generosità avete accolto la mia cara Sabina nel nostro angolo di paradiso..."

Tessa si sporse per guardare Grisham e fu sorpresa di vedere che, nonostante il suo viso fosse diretto verso Montoya, aveva spinto indietro la sedia per tenere d'occhio Sabina. La sua espressione strana la spinse ad osservare attentamente la Senora anche lei. Sabina sembrava serena, un sorrisetto sulle labbra, ma gli occhi, posati sul marito, erano severi e freddi.

Un cambiamento nel tono di voce di Montoya riportò l'attenzione di Tessa al suo discorso. "...spero che vi unirete a noi in un giro di danza per rendere onore alla grazia della mia amorevole moglie." Fece segno ai musicisti di iniziare, mentre lui raggiungeva Sabina. Le offrì la mano con un inchino e lei accettò con un cenno del capo, poi si mossero entrambi verso lo spazio dedicato al ballo. Tessa si chiese se gli stivali del Colonnello sarebbero sopravvissuti all'esperienza.

A questo segnale, la tavolata applaudì brevemente, sedie grattarono il pavimento, e un buon numero di coppie si unirono ai Montoya sulla pista. Tessa salutò Don Ricardo quando egli l'aiutò ad alzarsi. Sembrava proprio che l'uomo avesse intenzione di dileguarsi al più presto con la scusa di una giumenta che stava per partorire: era l'unica spiegazione che Montoya non avrebbe discusso. Gaspar si era già affrettato ad invitare sua moglie e gli Hidalgo si erano aggiunti alle coppie danzanti. Questo lasciava il Dottor Helm in piedi, da solo e in pace. Tessa sorrise tra sé e si avvicinò a lui

"E' un piacere trovarvi qui stasera, Dottore."

Tessa poté quasi vederlo contrarre il viso, ma riuscì a nasconderlo bene. "Senorita Alvarado. Vedo che avete un nuovo ammiratore."

"Si, il Capitano mi ha riservato delle attenzioni di recente." Si guardò attorno e vide che Grisham era immerso in una conversazione con Don Alonso e sua moglie, dall'altro lato del cortile. "Ed è molto affascinante in divisa..."

"Come no," borbottò Helm, a stento udibile.

Lei quasi ridacchiò, ma riuscì a rispondere in tono assolutamente innocente. "Chiedo scusa, Dottore, avete detto qualcosa?"

"Pensavo che una donna bella come voi puntasse più in alto e non che si accontentasse del primo bel viso che incontri."

//Bella?Questa è nuova...// Tessa si chiese cosa avesse causato quest'improvviso interesse nei suoi confronti da parte del dottore e decise di testare la sua reazione. "Non c'è molta scelta da queste parti. E una donna nella mia posizione deve stare molto attenta ai cacciatori di fortune. Il capitano si è dimostrato molto interessato al mio benessere." Tessa volse gli occhi a Grisham e si portò il manico del ventaglio alle labbra. Il capitano incrociò il suo sguardo e rispose con un cenno e un sorriso, ma Tessa non notò reazione al suo gesto allusivo. Helm d'altra parte trattenne il fiato e lo lasciò andare con un leggero sbuffo disgustato. La ragazza si concesse un sorrisetto, prima di girarsi nuovamente verso il dottore. "Si, *molto* interessato. Se volete scusarmi, Dottore."

E credette di sentire i suoi occhi sulla schiena, mentre raggiungeva Vera, la quale stava ora in piedi accanto alla fontana. Le prime parole dell'amica rafforzarono l'impressione. "Che avete detto al Dottor Helm?Era decisamente estasiato, guardandovi andar via."

"Sono solo stata un pochino maliziosa."

"Vi ho vista. Flirtare con il Capitano in una stanza affollata...Tsk.Tsk. Sono certa che lui apprezzerebbe la proposta di un bacio, ma non credo che conosca il linguaggio del ventaglio."

"Lui no...ma il Dottore si."

"Tessa!" Vera ridacchiò. "Stavate davvero facendo la maliziosa. Quindi, avete finalmente convinto il dottore che siete una donna e non una bambina. Non fate quella faccia, Tessa. Chiunque si renderebbe conto del vostro interesse e del fatto che lui vi aveva notata appena- fino a stasera."

"Non chiunque, Vera, solo qualcuno con le vostre eccezionali abilità di osservazione."

Vera alzò un sopracciglio e rispose con un sorriso appena accennato a questo modo elegante di evitare l'argomento. Tessa si scusò e si diresse verso la casa, in cerca dei servizi che Montoya metteva sempre a disposizione delle signore nelle sue feste. Poteva essere un avido e malvagio assassino, ma era un ospite eccellente.

 

Al ritorno,Tessa passò sotto le travi coperte di rose e si fermò per un momento, nascosta alla vista dei ballerini, la sua attenzione catturata da una voce molto familiare.

"...sottobraccio con la mia migliore amica. Almeno non devo più domandarmi cosa provi davvero per me." Vera suonava piuttosto turbata, ma c'era qualcosa nella sua voce per cui Tessa si interrogò sulla sincerità delle parole.

Grisham evidentemente non se lo chiese. "Io tengo a te più che a chiunque altro al mondo. Come puoi dubitarne?"

"Vuoi una lista?Iniziamo con 'laudano'?"

"Dovevo ucciderti," protestò lui.

"Questo mi fa sentire molto meglio, Marcus," sbottò Vera, ma poi tornò al suo tono tristemente ferito. "Perchè Tessa?Ad un'altra amica potrei rinunciare, ma ci tengo a lei."

"E' un'idea di Montoya. Vuole che io la sposi. Si preoccupa che stia da sola e crede che l'hacienda starebbe meglio nelle mani di un uomo. Io sono pure d'accordo, ma continuo a sperare che trovi qualcun altro, così che non dovrò essere io quell'uomo." Ci fu una breve pausa e, dal tono della frase seguente, Tessa potè quasi vedere il suo sguardo supplicante. "Niente potrebbe mai tenermi lontano da te, Vera, ma preferisco non dover dividere il tempo con una moglie. Portare Tessa alle feste mi serve per tenere buono il Colonnello. E' una ragazza dolce, ma sei tu quella che sogno."

"Ne parliamo dopo, Marcus." Il tono di Vera implicava che Grisham l'aveva convinta, ma avrebbe preteso un...risarcimento. Il che venne confermato dal sospiro sollevato del capitano.

Tessa credeva anche a tutto quello che aveva detto Grisham. Aveva senso che ci fosse lo zampino di Montoya in questo corteggiamento, anche se probabilmente le ragioni non erano così benevole. Eppure i baci che Grisham le aveva dato non erano quelli di un uomo sotto minaccia. Tessa sorrise. Sarebbe stato interessante continuare questo gioco ancora un po', soprattutto dopo l'interessante reazione del Dottore. Inoltre, aveva appena trovato un modo per liberarsi di lui, se fosse diventato troppo invadente. Si allisciò il vestito e assunse un'espressione neutrale, come se fosse appena tornata in cortile.

 

Note: Chiedo scusa per il ritardo nell'aggiornamento, ma sono stata molto impegnata con la scuola (e questo capitolo si è rivelato piuttosto difficile da tradurre!). Fatemi sapere che ne pensate!

Francy

  
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