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Autore: ele superstar    05/09/2012    6 recensioni
Dal secondo capitolo:
"Eravamo quasi arrivati al quinto piano, ma quando l’ascensore si stava quasi aprendo… era arrivato un violento scossone e il blocco dell’ascensore stesso.
-Oh no… no, no, no! Non può essere! Non adesso!-
-Tranquilla, chica, non è successo nulla. Sarai solo bloccata con me per qualche oretta- Gli era scappato un altro ghigno. Quanto lo detestavo quando faceva così… possibile che non fosse nemmeno un po’ impaurito o preoccupato!?
-Come fai a stare così tranquillo!? L’idea di rimanere chiusa qua dentro con te non mi fa di certo stare meglio!-
-Beh, a me sì invece e sono sicuro che è così anche per te, chica.-
-Primo: non mi chiamare “chica”. Secondo: no, a me non piace per niente questa situazione!-
No, io non ci sto qua da sola con… con questo qui!
Erano passati appena dieci minuti e già si sentiva un caldo insopportabile."
[AxH]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Capitolo 2:

 

 

"bip bip bip bip"

-Mmh…- Ero stesa sul mio letto a cercare quella dannata sveglia che ogni volta che suonava mi faceva capire che era iniziato un nuovo, noiosissimo giorno di lavoro.

Tastavo da tutte le parti del mio comodino ad occhi chiusi fino a quando finalmente l’avevo trovata e poi spenta.

Mi ero alzata con il sole in faccia e ancora mezza addormentata.

Questo era successo perché ‘sta notte non avevo fatto altro che pensare a quel ragazzo nuovo… Alejandro. Certamente non lo pensavo in modo sognante, ma per favore! Mai e poi mai avrei pensato ad un ragazzo in questo modo!

Solo con odio, disprezzo e, magari, anche con un pizzico di curiosità.

Mi ero accorta che erano già trascorsi ben cinque minuti, maledetto Alejandro! Mi faceva solo perdere tempo prezioso. Beh, prezioso non tanto…

Mi ero alzata stiracchiandomi un po’ e nel giro di mezz’oretta ero pronta per andare al lavoro dopo aver fatto colazione, essermi lavata, profumata e così via.

Ero quasi arrivata e avevo anche trovato un parcheggio al volo.

Chissà, magari questa volta sarei arrivata in orario.

Ero entrata in quell’edificio da me comunemente chiamato “prigione”.

Entrai nell’ascensore pronta a schiacciare sul tasto che indicava il piano numero cinque ma prima che potessi farlo, qualcuno era entrato di corsa dentro con me.

-Buon giorno, chica-

No, ancora lui! Era peggio dei pidocchi quel seccatore.

-Che vuoi, Alejandro?-

Mi stava già antipatico, così come tutti gli altri miei colleghi di lavoro.

-Ma che pessima accoglienza, mi amor!-

-Senti, io non sono il tuo amore. Ci conosciamo da a mala pena un giorno e già mi chiami con simili soprannomi?-

Bleah, quell’idiota era peggio di quanto potessi mai immaginare. Faceva addirittura il play-boy quando in realtà di me conosceva solo il nome!

-Certamente. Quel soprannome ti dona-

-Senti, lasciami stare Alejandro! Oggi non sono in vena-

Tentavo di uscire da quel maledetto ascensore per prendere le scale invece di stare con questo qui ma lui mi aveva bloccata per un braccio.

Poi l’ascensore aveva cominciato a salire per quei cinque piani. Non potevo uscire.

-Ora che siamo soli, raccontami qualcosa di te-

Mi aveva bloccata qui dentro con lui solo per raccontargli qualcosa di me!?

-Che vuoi sapere?- Sbuffavo seccata.

-Mmh, non lo so, se vuoi puoi partire da quanti fidanzati hai avuto nella tua vita- Si era messo a ridere. Perfetto. Mi prendeva anche in giro quel casanova da strapazzo.

-Che hai da ridere tanto!? Bene. Se vuoi sapere qualcosa di me ti basti sapere che odio perdere, odio il mio lavoro e soprattutto il mio capo. Lo sai che cosa ha fatto oggi!? Mi ha detto che se fossi andata a letto con lui mi avrebbe alzato lo stipendio mensile!-

Mi ero un po’ lasciata andare su questo piccolo ma odioso dettaglio. Dopotutto le persone con cui potevo parlare erano poche, tutti mi odiavano e solo lui sembrava essere disposto ad ascoltarmi.

Lui sembrava avere uno scatto d’ira su quell’idiota del mio capo per poi prendermi i polsi e sussurrarmi qualcosa nell’orecchio.

-La pagherà. Non si fanno certe cose ad una signora-

Poi sembrava riprendersi da quello che aveva appena fatto e mi aveva lasciato i polsi.

-Signorina- Tendevo a correggerlo di questo particolare nella sua frase.

Gli era scappato un piccolo ghigno e un sorrisetto malizioso per poi rispondere nella mia stessa maniera.

-Signorina-

Eravamo al quarto piano. Mancava poco prima di arrivare al quinto. Non vedevo proprio l’ora di andarmene da qui, di andarmene da questo casanova rozzo!

Gli ultimi minuti li avevamo passati in silenzio, senza spiccicare una singola parola e nemmeno un sospiro. La cosa non mi dispiaceva affatto. Ero contenta che lui non tentasse di filtrare con me di nuovo.

Eravamo quasi arrivati al quinto piano, ma quando l’ascensore si stava quasi aprendo… era arrivato un violento scossone e il blocco dell’ascensore stesso.

-Oh no… no, no, no! Non può essere! Non adesso!-

-Tranquilla, chica, non è successo nulla. Sarai solo bloccata con me per qualche oretta- Gli era scappato un altro ghigno. Quanto lo detestavo quando faceva così… possibile che non fosse nemmeno un po’ impaurito o preoccupato!?

Oh, certo, a lui bastava che ci fossi io a fargli un po’ di compagnia, Argh!

-Come fai a stare così tranquillo!? L’idea di rimanere chiusa qua dentro con te non mi fa di certo stare meglio!-

-Beh, a me sì invece e sono sicuro che è così anche per te, chica.-

-Primo: non mi chiamare “chica”. Secondo: no, a me non piace per niente questa situazione!-

Si sentivano gli strilli immaturi della gente lì di fuori. Che idioti.

No, io non ci sto qua da sola con… con questo qui!

Erano passati appena dieci minuti e già si sentiva un caldo insopportabile. Qua dentro quasi non si poteva respirare! Riuscivamo ad avere un po’ d’aria grazie ad un buchetto che si era formato nell’ascensore, ma nulla di più.

Ma perché questa (S)fortuna doveva capitare proprio a me, a Heather!?

Intanto Alejandro si stava togliendo la maglietta.

- … perché ti sei tolto la maglietta, scusa?- Sgranavo gli occhi.

-Perché fa caldo. E poi mi sembra che non ti dispiaccia affatto che io sia a petto nudo, o no?-

-Certo che mi dispiace! Rimettiti quella dannata maglietta!-

Lui sembrava rimanere impassibile al mio tono egoista.

-Preferisco rimanere così. E tu? Non hai caldo?-

-Te lo puoi anche scordare che mi tolga la maglietta!-

-Ma che hai capito, ti puoi togliere la felpa se vuoi-

Non riuscivo a dire altro in quel momento.

Avevo davvero frainteso.

-Bene. Visto che non possiamo fare un gran che qua dentro, che ne dici di conoscerci meglio?-

“Da quando ti interessa conoscermi meglio?” Ebbene sì, avrei voluto rispondergli esattamente così ma mi ero limitata ad annuire semplicemente.

Fu lui il primo a parlare.

-Mmh… vediamo… qual è il tuo gusto preferito?-

-Del gelato? Credo quello al cioccolato. Il tuo?-

-Pure io! La prossima domanda… che fai nel tuo tempo libero?-

-Aem… lavoro qui?- Mi veniva in automatico da sbuffare ma poi risposi con quella che doveva essere la mia risposta reale.

-Ok, ok. Io mi impegno al massimo a farla pagare a tutte le persone che detesto, ad essere scontrosa e ad essere la migliore. Tu?-

-Ma guarda che coincidenza! Anche io! Sembra proprio che abbiamo qualche cosa in comune…-

Si era avvicinato di qualche centimetro e mi aveva sfiorato la guancia per accarezzarmela ma mi ritrassi velocemente. Oltre al suo odioso gesto, questa storia delle “cose in comune” non mi andava molto a genio. Di sicuro faceva come i soliti ragazzi che per farsi notare aspettavano la risposta della ragazza in gioco e in tutta risposta anche il maschio diceva la stessa, identica cosa.

Sì, di sicuro era così. Ma avevo già in mente una domanda bella e buona per smascherarlo.

-Qual è il tuo hobby, invece? Io colleziono insetti ed il mio preferito si chiama  Quaritch.- Con questa scusa di collezionare insetti avrei sicuramente capito se stava mentendo solo per far finta di avere cose in comune con me.

Lui sembrava avere qualche attimo di incertezza su non so cosa, quando finalmente mi rispose.

-Ma chica, Quaritch non è l’antagonista di Avatar? Il colonnello?-

Cosa!? Come faceva a saperlo!? Era più astuto di quanto pensassi, dovevo ammetterlo…

-Come diavolo fai a saperlo!?-

-Dimmelo tu…- Un sorrisetto insolente compariva sulla sua faccia. Idiota…

-Argh, era solo un modo per- Nemmeno il tempo di finire la frase che ci travolse un forte scossone. Io mi tenevo aggrappata e così ero riuscita a mantenermi stabile mentre l’altro era caduto a terra.

-Dannazione, come ho fatto a cadere!?- Si lamentava Alejandro massaggiandosi la testa.

Io per scherzare gli dicevo ironicamente:

-Ah, non so, ci sono solo due possibilità: o hai un equilibrio tremendo, oppure è stata quella cosa che si chiama “forza di- PAM! Un altro violento scossone e immediatamente ero caduta sopra il corpo di Alejandro che mi sorrideva maliziosamente.

-gravità…?- Diceva finendo la frase che avevo iniziato io. –Perché non approfondiamo un po’ meglio questo argomento?- Un altro ghigno gli aveva condizionato quella sua povera faccia da sciocco. Ma per qualche strana ragione, non riuscivo a rispondergli.

Alejandro si era avvicinato lentamente al mio viso, accarezzandomi i fianchi. I centimetri, no, i millimetri che ci dividevano erano ben pochi. Riuscivo a sentire il suo respiro su di me e lui il mio… ma quando i pochi millimetri si stavano azzerando, la porta dell’ascensore si era aperta di botto e mi ero alzata frettolosa verso l’uscita per non destare troppi sospetti della gente lì di fuori. Bastava un passo falso che i colleghi spargevano la notizia a chiunque. Mi imponevo di non guardarlo… ma non ci ero riuscita. Avevo girato lo sguardo e lui era ancora steso a terra, mi stava guardando con il suo solito ghigno malizioso sussurrando parole che purtroppo, questa volta, non ero riuscita ad udire anche se sospettavo che fosse una frase del tipo “prima o poi ci baceremo, chica” o “so che lo volevi, mi amor”.

Stringevo stretti i fogli di lavoro fra le mani. Magari saremmo anche potuti andare d’accordo, o forse, anche di più.

 

 

 

 

|THE END|

­

 

 

 

 

Ciao bella gente! Come vi butta, eh?

Hahaha, lasciando da parte gli scherzi, questa era la fine della mia noiosa fiction.

Lo so che molti di voi speravano in un bel bacio AxH ma poi mi sono detta: “perché non rendere le cose più interessanti lasciando a loro il continuo?” Beh, è andata così.

Ringrazio di cuore i molti recensori che hanno lasciato un commentino alla mia storia!!

Ok… *fa un respiro profondo* sono pronta con i commenti super negativi…

Alla prossima storia! (che ho già in mente.)

Baci, Ele.

 

  
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