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Autore: mydarling    10/09/2012    4 recensioni
Sono Faith.
Ho fiducia nei miei sogni e farò di tutto per realizzarli.
Ma quale dei due sogni io amo di più?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO QUATTRO. da finire. capitolo quattro.


Ormai le mie speranze si sono esaurite. Inutile cercare di dormire.
Sono quasi le due di notte e Ariel ed io ci siamo messe a dormire da un ora. O meglio, lei si è messa a dormire da un ora.
Josh ha pochi permessi per ritornare a casa ed è un mese che non lo vedo. Quindi immaginatevi l'emozione di averlo a pochi metri di distanza.
Mi rigiro sotto il peso del piumone e le lenzuola mi si attorcigliano fra le gambe. Non riesco a trovare una fottuta posizione per dormire comoda.
Mi tiro su a sedere e fisso la parete davanti a me.
Scosto il piumone e fisso il pigiama che mi ha prestato Ariel. Lei ha un fisico perfetto, i seni alzati, la pancia piatta e la curva della schiena che le valorizza il fondoschiena, ma io sono più magra per via della mia dieta e dei miei allenamenti, e il suo pigiama mi sta abbastanza largo.
Forse se vado a bere un bicchiere d'acqua riesco a calmarmi e dormire in pace.
Mi alzo e scavalco agilmente Ariel. Attraverso la stanza scalza per non fare rumore, apro la porta (la quale ovviamente non cigola, essendo una casa perfetta).
Attraverso il corridoio. Mi fermo a metà, davanti la camera di Josh.
Allungo la mano e con la punta delle dita sfioro la porta.
Sospiro silenziosamente, soffro silenziosamente.
Lui è perfetto, è il ragazzo più bello di tutta la città, quello che vogliono tutte.
Non mi noterà mai, non noterà mai l'altra sua sorellina. Un dolore dentro me si fa forza per distruggermi, come un crampo.
Ecco cosa vuol dire soffrire per amore. Mi metto a sedere con la schiena poggiata al muro, perché non riesco a sopportare il dolore.
Aspetto che mi passa tutto e mi alzo. Di nuovo me stessa.
Do un'ultima occhiata alla camera di Josh e mi avvio in cucina.
Attraverso le finestre entra molta luce dei lampioni perciò non c'è bisogno di accendere la luce.
Prendo un bicchiere di plastica e la bottiglia d'acqua. Mi siedo su una sedia e bevo a piccoli sorsi.
Ho ancora il fiato corto per ciò che è successo prima e le lacrime lottano per uscire.
Presa da un attacco nervoso di fronte a questa mia debolezza, stringo il bicchiere fra le mani rompendolo e facendo cadere tutta l'acqua a terra.
«Merda...» dico sottovoce.
Mi alzo di fretta in piedi cercando qualcosa per asciugare il lago che ho provocato.
Prendo la prima cosa che vedo, un pezzo di carta, e inizio a strofinarlo per terra, iniziando da sotto il tavolo, senza nessun risultato dato che si inzuppa subito.
Mi alzo in piedi velocemente ma sbatto la testa sul cigolo del tavolo.
«Porca puttana che male... aah» dico più piano che posso.
Lascio stare l'acqua per terra e mi metto a sedere. Mi esce qualche lacrima di dolore. Cazzo che male...
«Eih che è successo broncio?» appena sento la sua voce mi si paralizza il corpo. Il dolore passa ma non riesco ad alzare la testa per guardarlo.
Degluitisco e con un enorme sforzo alzo la testa per guardarlo in viso. Sorride e mi fissa con espressione interrogativa. Un angelo.
E' vestito solo di un paio di pantaloncini corti e una canottiera. Le mie guance vanno in fiamme e per fortuna la luce della cucina è spenta.
«V-volevo bere un goccio d'acqua ma l'ho rovesciata»
«Tranquilla, ci penso io» si avvicina per prendere uno strofinaccio da dentro uno sportello sotto il lavandino.
Fa per pulire per terra ma alza lo sguardo e vede che sto tamponando il pezzo di carta sulla fronte.
Fa cadere tutto a terra e si alza per vedere cosa mi è successo.
Mi scanzo, non perché non voglio farmi toccare, ma per non far notare il colore delle mie guance.
«Dove ti sei fatta male?»
«Quando stavo asciugando per terra mi sono alzata ed ho sbattuto sul tavolo»
Si riavvicina per guardare meglio, ma non mi permette di scanzarmi di nuovo.
La sua mano prende la mia per levarla dalla fronte. Il contatto con la sua pelle provoca in me una scarica di emozioni contrastanti che mi inizia a tremare la mano. La nascondo tra le gambe.
«Hai preso una bella botta» e accena una risatina per sdrammatizzare.
«Non è niente»
«Verrà un bernoccolo se non ci mettiamo subito del ghiaccio.»
«Non c'è bisogno di preoccuparsi per me, più che altro puliamo il pavimento.»
Lo scanso da me e faccio per alzarmi in piedi per prendere lo strofinaccio.
Lui con un movimento veloce mi mette le mani sulle spalle e mi spinge di nuovo a sedere.
Con voce autoritaria, forse quella che usa mentre è tra i Marines, dice
«Prima TU, poi il pavimento.»
Mi fissa intensamente negli occhi per farmi capire chi comanda. Io, incapace di dire una parola, annuisco.
Va verso il congelatore, lo apre e tira fuori un po' di ghiaccio.
Poi apre un altro sportello e prende una borsa del ghiacchio e ce lo versa dentro.
Viene verso il tavolo, avvicina una sedia di fronte a me e ci si siede.
Alzo la mano per prendere la borsa, ma lui con la sua mano la abbassa delicatamente.
Con l'altra poggia la borsa sulla mia fronte.
Senza volerlo incrocio i suoi occhi, di un marrone/verde brillante all'esterno, ma verso l'interno i suoi occhi diventano grigi. Quegli occhi che non smetteresti mai di guardare, quelli che ti infondono sicurezza e protezione.
Quando è inverno sono quasi completamente grigi, ora hanno il colore del mare.
Mi perdo per qualche secondo immaginandomi io e lui abbracciati in riva al mare, parlando di tutto e di niente, parlando di noi.
Poi la sua vicinanza mi fa risvegliare e abbasso gli occhi per l'imbarazzo di aver avuto questo pensiero DI FRONTE A LUI.
Lui, ignaro dell'effetto che mi fa, mi scosta una ciocca di capelli dal viso.
«Allora? Non riuscivi a dormire?»
«Ehm...mmh sì.» riesco a dire.
«Anche io.»
Senza neanche pensarci dico «Ti manca l'oceano?»
«Gia. Ma mi mancava più la mia famiglia quando ero là.» mi sorride e due fossete spuntano sulle sue guance.
Il mio cuore si scioglie e per la prima volta sorrido a Josh.
Il ghiaccio è quasi sciolto e Josh pensa che ormai può bastare.
«Dormi, domani non puoi andare dal fidanzato con le occhiaie.» l'ha detto senza malizia, senza doppi sensi. Lui è così: buono, dolce e altruista.
«Non ho il fidanzato» sbotto a mezza voce.
Prendo lo strofinaccio e inizio a pulire per terra. La stessa cosa fa lui.
Involontariamente mi esce uno sbadiglio. Josh se ne è accorto.
Mi prende lo straccio dalle mani e mi aiuta ad alzarmi.
Mentre parla mi guarda negli occhi
«Vai a letto Faith, ci penso io qua.» e sorride, come è solito fare. Questa volta mi ha chiamato Faith, non broncio o con qualche altro soprannome.
Non potendo non obbedire a quegli occhi e a quel sorriso dico soltando 
«Va bene, grazie.»
Mentre esco dalla cucina sento Josh
«Buonanotte.»
«Notte.» e mi giro per guardarlo l'ultima volta.
Le sue braccia muscolose, la sua mascella squadrata, gli occhi, le labbra da prendere a morsi...
Mi rigiro ed esco.
Entro in camera, scavalco Ariel e mi metto sotto le coperte, quasi incosciente.
Mentre cerco di addormentarmi le lacrime mi rigano il volto.
Mi addormento subito, tranquilla e protetta dal sorriso di Josh.



buonsssalve ragazze!
è passato un po' da quando ho caricato l'ultimo capitolo, ma proprio non avevo tempo di scrivere questo, scusate çç
allora? come vi sembra? non è dolcissimo il nostro ciosua? non sono sjhfdshdf insieme quei due? ok, basta sclerare.
sì, lo so, vi aspettavate un bacio o una dichiarazione, ma no. bisogna aspettare per questo, lol
spero che vi piaccia comunque c:
vi voglio beneee! alla prossima bellezze! c':




  
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