Fumetti/Cartoni europei > Huntik
Segui la storia  |       
Autore: alicew in wonderland    27/09/2012    2 recensioni
Questa storia è il prequel di "The World's end" e si è classificata terza al contest indetto da Vampir Ninja.
Il finale fa comprendere cosa è accaduto alla madre di Dante.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO V: UNA FINE E UN NUOVO INIZIO 
Antonio Vespucci attendeva con ansia il ritorno della figlia al porto, si sorprese nel vederla arrivare a cavallo in compagnia di Henry John Vale “Figlio mio! Ben tornato!” guardò acidamente l’altro “E voi siete l’inglese!”
“Britannico se non vi dispiace Messere! Sono Henry John Vale!”
“Ah sì! Dicono che voi siete tornato da oltre oceano! Non credo a una sola parola di quello che mi hanno riferito! Per me siete solo un giovane che gioca a fare l’uomo!” disse Antonio “Figlio! Andiamo a casa!”
“A una condizione padre! Se Henry John Vale sarà nostro ospite per questa notte!”
“Bene d’accordo! Non oltre! Tu hai dei doveri Vincenzo! Presto prenderai il mio posto!” sentenziò Antonio
Arrivati alla villa Vincenzo riuscì a organizzare una fuga per quella sera “Vado a prendere mia madre!” disse a Henry John Vale “Preparala e portiamola via da questo inferno” si separarono.
Vincenzo salì le scale e corse nella stanza della madre assicurandosi di non essere vista “Chi è entrato?” chiese Claudia dal letto
“Madre! Sono io, Paola!” Claudia cominciò a piangere “Madre questa sera fuggiremo! Ve la sentite di venire con me? Lasceremo questo posto per sempre insieme a Henry John Vale!”
“Il ragazzo che la nostra cameriera mi ha riferito essere appena arrivato?” chiese quella emozionata
“Sa ogni cosa e mi ama!” disse Vincenzo
“Cosa aspettiamo dunque?” disse Claudia alzandosi dal letto e prendendo alcuni effetti personali “Dove andiamo?”
“Inghilterra! Ha una villa dove vive con sua madre, suo padre è morto da poco in una missione!” disse Vincenzo aiutando la madre a mettere qualcosa di utile nella borsa
“Andiamo via te ne prego! Compreremo qualcosa in Inghilterra! Dove abita di preciso?” chiese ancora Claudia
“Non lo so ma lo vedremo!” disse Vincenzo emozionata
Le due donne uscirono dalla stanza e senza fare il minimo rumore scesero le scale “Paola sbrigati!” disse Henry John Vale dall’atrio della villa “Siamo qui! È fatta siamo liberi!” esultò la giovane
“Dove credete di andare voi tre?” la voce inaspettata di Antonio Vespucci fece gelare il sangue nelle vene ai fuggitivi “Vincenzo! Sai bene che tua madre…”
“E’ malata? Non è vero! Smettetela di chiamarmi Vincenzo! Io sono una donna! Il mio nome è Paola Vespucci!” disse lei seria
“Sei mio figlio! Sei destinato a diventare una delle persone più importanti di Venezia!” disse estraendo il fioretto da un fodero marrone decorato in oro
“Intendete uccidermi perché non rispetto le vostre volontà?” disse lei
“No ucciderò lui!” disse fiondandosi su Henry John Vale
“Non fatelo! Padre! Ve ne prego smettetela!” supplicò Vincenzo “Fatelo se non altro per vostro nipote!” a quelle parole ad Antonio Vespucci cadde il fioretto “No!” poi si volse con uno sguardo assassino verso Henry John Vale che per sfuggire alla sua rabbia salì di corsa le scale fino ad arrivare alla soffitta. Vincenzo si precipitò dietro a loro “Padre basta! Smettetela!”
“Ti invocò Freelancer!” disse Antonio Vespucci con un sorriso malvagio “Fai a fette il marmocchio!”
“Non mi arrenderò senza combattere! Regius combatti con me!” disse Henry John Vale
“Tutto questo deve finire! Vai Friklyn!” urlò Vincenzo in aiuto dell’amato
“Paola te ne prego! Non ti intromettere!” la supplicò Henry John Vale “Ho appena saputo che aspetti da me un figlio! Proteggilo!”  in quel momento in cui abbassò la guardia Antonio Vespucci lo afferrò per le spalle, Henry John Vale si sbilanciò e cadde dalla finestra con aggrappato a sé l’avversario.
Antonio Vespucci lasciò la presa e finì per sbattere la testa sul bordo del canale vicino e vi cadde dentro in un bagno di sangue mentre Henry John Vale finì sulla cancellata dove venne trapassato da due sbarre di metallo.
“No Henry!” urlò Vincenzo scendendo le scale e recandosi sotto il cancello “Ti prego resisti!” Claudia era già andata a chiamare aiuto
“Ehi Paola! Non piangere!” la supplicò lui vedendo il volto di Paola inumidito dalle lacrime sotto alla cancellata
“Stai perdendo molto sangue! Come faccio a non piangere!” urlò lei tra i singhiozzi “Se solo non ci fossimo mai incontrati! Tutto questo non sarebbe mai accaduto!”
“Paola preferisco morire ora che vivere cento anni senza conoscerti!” disse lui con estrema dolcezza allungando una mano verso il basso arrivando a sfiorarle il viso “Questo è per nostro figlio!” disse allungandole un titano “E’ Salwing! È uno dei miei titani migliori, l’ho trovato nel nuovo mondo! Scrivi a mia madre: Rose Vale, vive a Londra! Le avevo scritto di te mentre eravamo in Francia, mi ha detto che era felice per me! Le ho detto tutto di te Paola!” il suo respiro diventava più corto a ogni parola
 “Non mi lasciare!” supplicò lei
“Non ti lascerò mai Paola! Qualunque cosa mi accada ora, io sarò al tuo fianco, per sempre!” Henry John Vale sottolineò quelle ultime due parole fissandola negli occhi.
 Degli uomini erano appena arrivati per aiutare Claudia e sua figlia, Henry John Vale sorrise debolmente per poi abbandonarsi al buio della morte “Henry!” urlò Vincenzo aggrappandosi alla cancellata con le mani, per staccarla gli uomini dovettero lottare con tutte le loro forze, Claudia ripulì le mani della figlia dal sangue di Henry John Vale “Dovevamo fuggire! Tutto era pronto e invece!” e ricominciò a piangere.
Il corpo di Henry John Vale venne tolto dalla cancellata e quello di Antonio Vespucci ripescato dal canale, con loro era morto anche Vicenzo Vespucci, restava solo Paola.
Giorni dopo Paola trovò in sé la forza per scrivere due lettere, una a Rose Vale, nella quale la informava della morte di Henry John Vale e della nascita vicina del figlio, e un’altra a Françoise e Joseph, i quali si recarono immediatamente a Venezia.
Nacque un bambino meraviglioso, identico al padre defunto e venne chiamato come lui: Henry John Vale. Rose Vale propose a Paola e a sua madre di trasferirsi da lei a Londra, le due accettarono e vennero accompagnate da Françoise e Joseph nella capitale del Regno Unito “Noi ora dobbiamo rientrare Paola!” e promisero che si sarebbero sempre tenuti in contatto tramite lettera.
Rose Vale fu parecchio accogliente con le due donne e con il piccolo “Sei proprio come ti aveva descritta lui Paola!”. Alla fine Paola aveva una famiglia e un nuovo inizio e anche se il suo amato non era fisicamente presente lei lo sentiva vicino tutte le volte che il sole d’estate brillava e tutte le volte che guardava suo figlio.
La casa di Venezia rimase vuota per parecchi anni, alcuni dei discendenti di Paola la ristrutturarono e arrivò integra fino a un bambino dai capelli rossi e occhi oro che si era appena trasferito lì con la madre “Allora Dante? Come ti sembra?”
“Perché non siamo rimasti a Londra?” chiese il piccolo di appena cinque anni che camminava per quelle stanze enormi soffiando via la polvere dai mobili
“Te l’ho già spiegato! Dicevano tutti che la mamma è cattiva!” disse la donna rossa
“Ma tu non sei cattiva! È stato cattivo papà che ti ha lasciata da sola!” disse il piccolo
“Amore mio!” disse quella chinandosi e baciandolo sulla guancia “Non abbiamo bisogno del papà!” il piccolo sorrise e la donna lo sollevò da terra “Adesso sistemiamo le ultime cose e poi andiamo a fare un giro!” lasciò il bambino sul divano e andò a svuotare uno scatolone, aprì una scatoletta e vi trovò un amuleto “Dante! Ho una cosa per te!” il piccolo si precipitò subito dalla madre “Questo è Salwing! Un giorno, quando sarai abbastanza grande, potrai evocarlo!”
“Un titano! Mamma grazie!” disse il piccolo saltandole al collo, la donna lo abbracciò sorridendo.
Erano passati tre anni da quel giorno, Dante si sentiva finalmente a casa, quella mattina d’estate era in piazza San Marco ad aspettare la mamma che era a fare la spesa in un negozio. La vide arrivare, dietro di lei vi era un uomo vestito di giacca e cravatta neri, “Mamma! Dietro di te!” urlò il piccolo percependo il pericolo.
“Dante corri non farti prendere!” urlò la donna prima di stramazzare a terra colpita da un Raipulse. Sotto di lei si formò un lago di sangue, che Dante per fortuna non vide perché si era misso a correre.
 Le lacrime già rigavano il viso del piccolo che cercò di non cadere anche se le gambe gli facevano parecchio male.  Arrivò in un vicolo cieco “Oh no! Ora cosa faccio?!” subito prese l’amuleto datogli dalla madre “Salwing! Ti prego funziona! Salwing!” ma il titano non appariva. Dante appoggiò la schiena al muro e chiuse gli occhi in attesa dell’inevitabile
“Attacca Ariel!” disse una voce vicina a lui, il piccolo non ebbe il coraggio di aprire gli occhi, sentiva introno a lui i rumori della battaglia ma aveva troppa paura per muoversi. “Ehi bambino! Cosa fai lì a terra? Smettila di avere paura! Non c’è più pericolo ora!” Dante aprì gli occhi e sollevò la testa verso l’uomo che lo aveva appena salvato, vide che era abbastanza giovane e che aveva gli occhi e i capelli scuri “Ma tu chi sei?”
“Il mio nome è Metz! Sono un cercatore della Fondazione Huntik!”
“Come la mia mamma! Aspetta! La mia mamma! Devo andare subito da lei! È stata attaccata! Ha bisogno d’aiuto!” disse il piccolo saltando in piedi in ansia
“Aspetta! Con quell’uomo non te la sei cavata! Come speri di aiutare tua madre?” chiese Metz
“Ci sei tu no?” disse con degli occhi oro enormi il piccolo
“Dove dobbiamo andare?” chiese Metz
“Piazza San Marco!” e si mise a correre
“Aspetta siamo troppo lenti così! Hyperstride!” disse Metz caricandosi sulle spalle Dante e saltarono da tetto in tetto “Non mi hai detto il tuo nome!”
“Dante, il mio nome è Dante” 
In piazza vi era una folla intorno a una persona a terra “Mamma!” urlò Dante lanciandosi in mezzo alle persone e arrivando a vedere il corpo della donna senza vita “No! Mamma!” tutti guardarono con compassione il bambino che stringeva quel corpo senza vita tra i singhiozzi.
Metz guardò la donna riconoscendo Juliet Vale, la ragazza che aveva amato e che gli aveva detto di aspettare da lui un figlio ma che aveva abbandonato perché non gli aveva creduto. Comprese allora chi in realtà era Dante e in quel momento si sentì come stretto in una morsa “Dante!” disse chinandosi verso di lui “Alzati! Lei di sicuro non vorrebbe vederti così!”
Il bambino si alzò e si asciugò le lacrime “Io ho solo lei! Cosa farò adesso? Mi metteranno in un orfanotrofio?”
“No Dante! Tu verrai con me! Mi occuperò io di te!” il piccolo fissò Metz per un attimo e poi lo abbracciò.
Fu così che cominciò una delle storie che arrivò poi a intrecciarsi con quella di altri tre personaggi fino a quando non sarebbero diventate un’unica storia: quella della squadra Huntik più potente di tutte. 


COMMENTO DI VAMPIR NINJA

[Fiction classificata terza al contest "Quello che fu prima dell'inizio"]
[Fiction partecipante al contest "Quello che fu prima dell'inizio"]
 
Correttezza grammaticale/sintattica: 9/15 Commento: devo ammettere che sotto questo aspetto la storia ha delle pecche (ed è quello che ti toglie la maggior parte dei punti). Ci sono diversi errori di distrazione, mancano virgole e punti. Inoltre, qualche nome là e qua sono sbagliati, come quelli delle magie utilizzate. E ho arrotondato, e considerato il fatto che è una long fiction, altrimenti il punteggio sarebbe stato ancora più basso.
Originalità: 8.5/10 Commento: la storia in sé mi ha molto affascinata, mi è piaciuta molto. Quello che le fa perdere un punto e mezzo è il finale, perché già a metà storia immaginavo che il padre di lei avrebbe ucciso Henry e la spiegazione di Arc sembra molto frettolosa e scialba.
IC dei personaggi: 7/10 Commento: qui, esprimo un giudizio su tutti i personaggi, visto che li hai approfonditi abbastanza. E proprio questo abbastanza il problema, visto che salti diversi punti cruciali e in certi punti i caratteri sono molto superficiali. Vincenzo/Paola si convince troppo in fretta di essere una donna (dopo diciassette anni passati da uomo) e Henry non sembra avere nessun interesse romantico verso Paola fino alla metà del quarto capitolo.
Gradimento personale: 4.4/5 Commento:  come ho detto in precedenza, la storia mi è piaciuta e se il finale fosse stato un po' più avvincente qui avrebbe avuto punteggio pieno.
Totale:  29/40 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Huntik / Vai alla pagina dell'autore: alicew in wonderland