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Autore: Heart to heart    22/10/2012    5 recensioni
Dal prologo
Merda.Che fai, piangi adesso, piccola sciocca di una Lopez?
Cerco di darmi un po’ di contegno ma è inutile; le lacrime continuano a fluire.
Come ho fatto a ridurmi così?
*Dal terzo capitolo*
Quando riesco a sentire il suo respiro contro la mia pelle mi blocco.
“Baciami.” Sembra un ordine, chi sono io per non ubbidirgli?
Ci voglio provare. Voglio sfidare la sorte, prendermi gioco di lei come lei ha già fatto troppe volte con me.
Lo bacio.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Mike Chang, Noah Puckerman/Puck, Santana Lopez, Sebastian Smythe, Tina Cohen-Chang | Coppie: Blaine/Kurt, Santana/Sebastian
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Abbiamo appena lasciato l’auditorium quando Sabastian molla la mia presa.
Perfetto, momento di felicità finito.
Sarei pronta a scommettere che sta per darmi qualche spiegazione ironica sul perché del gesto quando lo vedo avvicinarsi pericolosamente al mio volto.
Accade così, un minuto prima non siamo niente, l’altro diventiamo qualcosa.
Mi ritrovo appoggiata al muro, le sue braccia perfette a intrappolarmi.
Le nostre labbra si incontrano di nuovo.
Questa volta però non c’è nulla che mi permetta di perdere anche un solo istante di quella magia.
Il contatto della sua pelle contro la mia mi provoca un formicolio che si estende in tutto il corpo accendendo il mio desiderio. La sua mano si muove sicura tra i miei capelli attirandomi ancor di più a lui.
I suoi occhi verdi puntano i miei e mi tengono imprigionata facendomi perdere il senso dell'orientamento e del tempo, entrando in una realtà dove esistiamo solo noi due.
Stordita dalla sua impetuosità, appoggio le miei mani sul suo petto, per poi farle salire sulle spalle e accarezzargli il collo con i pollici, al mio tocco lo sento gemere.
Mi separo dalle sue labbra per riprendere fiato.
Mi stringe contro il suo petto, dove sento battere il suo cuore, alla stessa velocità del mio.

 
Restiamo abbracciati per un tempo indefinito, le sue dita tra i miei capelli e le mie labbra adagiate sul suo collo. Sembra il più perfetto tra i sogni, vorrei poter non svegliarmi mai.
Apro gli occhi lentamente, come mi stessi liberando da un incantesimo scagliato dal mago più attraente del mondo, un mago di nome Sebastian Smythe.
Sobbalzo nel notare che il corridoio si è svuotato, le luci dell’auditorium sono state spente e sembriamo esserci solo noi nell’intero piano.
Sebastian si accorge dei miei lievi movimenti e scioglie l’abbraccio.
Stringe la mia mano e si allontana molto lentamente, ci ritroviamo vicinissimi, riesco ad avvertire i soffi del suo respiro sulla mia bocca.
“Dobbiamo andare, si è fatto tardi e avevo appuntamento con Jeff..- guarda l’orologio che ha al polso- esattamente un’ora e mezza fa.” Ridiamo insieme e ci baciamo ancora.
Le nostre dita ancora incrociate, ci dirigiamo verso i dormitori, dove l’usignolo doveva vedersi con l’amico.
Camminando senza fissarlo riprendo un po’ di lucidità e riesco a focalizzare lo sguardo su tutte quelle ragazze che, vedendoci camminare mano nella mano davanti alla sala grande, mi squadrano dalla testa ai piedi, per poi decidere che non sono niente di che. Che si fottano, io sono qui, mi sta accadendo davvero.
Devo raccontare tutto a Quinn e a Mike… se vorrà ancora ascoltarmi.
Decido che preparerò un discorso di scusa ufficiale e allora sarà praticamente costretto a perdonarmi.. si,  funzionerà.

Arriviamo al dormitorio femminile e Sebastian si guarda intorno confuso,non riesce a identificare la mia camera. Rido e gli faccio cenno di seguirmi: “Non ti puoi sbagliare, è l’ultima in fondo.”
Ho appena inserito la chiave nella serratura quando sento le sue mani calde e sicure cingermi i fianchi da dietro. Il mio cuore sussulta al suo tocco. Mi giro verso di lui e assaporo ancora le sue labbra, sto sviluppando una sorta di dipendenza, ne sono sicura. Ne disegno il contorno con la lingua e avverto il suo sapore. Non ho alcuna intenzione di disintossicarmi.

Mi spinge contro il muro, senza che le nostre lingue smettano di cercarsi e torturarsi neanche un istante.  Nell’impeto del gesto il suo bacino sbatte contro il mio e solo allora mi rendo conto della sua, della nostra, eccitazione.
Sento la mia coscienza razionale urlare da un angolo remoto del mio cervello, cercando di farmi capire che per oggi può bastare, che devo smetterla.
Ma i suoi occhi, ridotti a due piccole fessure che lasciano intravedere solo alcune sfumature di verde smeraldo, mi ipnotizzano, riuscendo ad annullare qualunque mia volontà.
Ha il più totale controllo su di me.
Sto giusto iniziando a dedicarmi al suo labbro inferiore, così roseo e invitante quando avverto una vibrazione proveniente dalla tasca del suo blazer.
Mentre Sebastian si allontana per rispondere alla chiamata, io cerco di ricompormi.
Aggiusto la camicetta bianca, stropicciata e noto anche alcuni bottoni slacciati, deve essere successo involontariamente, senza che me ne accorgessi.
Sistemo le pieghe della mia gonna, imprecando contro le stupide divise che la Dalton impone.
Sebastian gesticola e urla a tal punto che riesco a capire esattamente cosa dice.
“Si cazzo, ti ho detto che sto arrivando!” fa una breve pausa, lo vedo alzare gli occhi al cielo
“ Resta dove sei e arrivo, va bene?” , non attende neanche la risposta, chiude la chiamata e si riavvicina a me. Man mano che la distanza tra noi diminuisce, avverto i battiti del mio cuore accelerare.
“Scusami davvero, devo andare. Jeff sta sclerando per non so quale motivo.” Sbatte ripetutamente la testa contro la parete, facendomi capire il suo grado di disperazione.
“Non preoccuparti, tanto devo ancora studiare, domani ricominciano le lezioni…” Rabbrividisco, non ho ancora finito quel fottutissimo saggio.
Mi bacia velocemente sulle labbra e si allontana correndo. Resto sul ciglio della porta immobile per qualche istante, cercando di ricordare ogni dettaglio di questa giornata.
Mi arriva un messaggio, è suo.
- Ci vediamo a mezzanotte in punto nelle scale d’emergenza accanto al laboratorio di grafica. Non dirlo a nessuno e soprattutto non farmi aspettare, non so quanto posso resistere lontano da te. S.-

Sorrido spontaneamente, possibile che il mio sogno sia divenuto realtà?
 
Entro in camera e mi ritrovo davanti Quinn in pigiama, stesa sul letto, intenta a ripassare qualche materia. La fisso aspettando che si accorga della mia presenza.
Lei si limita a parlare senza distogliere l’attenzione dal libro.
“Non ti ho visto oggi a cena dopo le audizioni.” Dice, con tono distratto e lontano.
“No, ero impegnata in attività di diverso tipo e non avevo fame.” Mi siedo sul letto e prendo il pigiama: mancano ancora più di due ore alla mezzanotte e io voglio stare comoda.
Sentendo le mie parole, Quinn si raddrizza e posa finalmente il libro sul cuscino.
“La cosa si fa interessante…” Mi fa l’occhiolino e batte la mano sul suo letto, invitandomi a sedere vicino a lei.
Mi sposto mentre inizio a raccontare
“Si tratta di Sebastian.” La fisso dritto negli occhi e li vedo illuminarsi di felicità e stupore.
“Sebastian sonounfigononmiavraimai Smythe?” chiede tutto d’un fiato
“Proprio lui.” Mi fissa con gli occhi sgranati, che mi implorano di andare avanti.
Le racconto tutto, dal post serata di ieri ai malintesi con Mike, dall’esibizione alla chiamata di Jeff. Sorvolo solo sull’appuntamento di sta sera, almeno per ora, resterà un nostro segreto.
Bevo un po’ d’acqua per riprendermi da quel lungo racconto e aspetto con ansia la sua reazione.
Mi sono alzata per riporre la bottiglietta nel frigo bar sotto la scrivania quando Quinn mi si getta letteralmente addosso, facendomi perdere l’equilibrio e cadere sul pavimento. Inizia a farmi il solletico e io non resisto, inizio a ridere in maniera convulsa, mi fa male la pancia. Riesco a capire solo alcune delle cose che mi dice come “E brava Sanny” o “il ragazzo più figo dell’accademia.”.
Quando ho quasi totalmente perso le facoltà respiratorie, Quinn mi lascia andare, decidendo che può essere abbastanza. La abbraccio fino a stritolarla, un po’ per vendetta un po’ perché ho imparato a volerle bene.
Lei scioglie l’abbraccio e afferra con aria minacciosa il suo cuscino, mi chiudo in bagno prima che possa colpirmi. Avverto il cuscino sbattere contro la porta del bagno, mentre Quinn urla “Questo è per avermi distolto dal ripasso di storia. Se domani mi interrogherà, ti distruggerò.”.
“Ti voglio bene.” le grido aprendo l’acqua della doccia. Mi resta un’ora e trenta prima dell’appuntamento e il mio saggio è ancora in condizioni pietose.

 
Aspetto che Quinn si addormenti per cambiarmi: indosso dei jeans blu scuro molto attillati e una camicetta rossa, se Kurt è riuscito ad insegnarmi qualcosa in questi due anni è che il rosso è decisamente il mio colore.
Infilo il cellulare e le chiavi della camera in tasca, prendo il cappotto e mi dirigo verso il luogo dell’appuntamento.

Trovo Sebastian appoggiato alla ringhiera della scale. Indossa dei pantaloni neri e una polo bianca, sulle spalle tiene legato un golf di lana grigio. È incredibilmente sexy.
Cerco di darmi un contegno, concentrandomi su qualcos’altro.
“Per quanto questo posto sia incredibilmente romantico- dico alludendo alle squallide scale d’emergenza- spero la nostra meta finale sia un’altra.”
Sul suo volto si disegna il solito ghigno, cerco di seguire ciò che mi dice ma riesco a sentire solo sexysexysexysexysexysexysexysexysexy .
Lui deve essersi accorto del mio stato semi-comatoso, così mi prende per mano e mi trascina su per le scale, fino all’ultimo piano.
Tira fuori una chiave dalla tasca dei suo pantaloni e apre la porta che conduce al tetto.
“Credo che sia proibito venire qui…” Lui mi blocca poggiando l’indice sulle mie labbra e, dopo avermi fatto indossare il cappotto, mi invita con la mano a uscire.
Ci ritroviamo sul balcone della Dalton, dove sono conservati tutti i vecchi banchi inutilizzati. Sono già stata qui. Non so cosa dire, mi guardo intorno sperando di trovare una possibile motivazione che abbia spinto Sebastian a portarmi qui.
Lui ride “Credi davvero che io ti porterei qui per il nostro primo appuntamento? Seguimi!”
Faccio come mi dice: ci arrampichiamo su una vecchia scala che prima non avevo notato e poi su un muretto troppo alto per i miei jeans così stretti. Dannazione. Cerco di superare l’ostacolo senza sembrare Finn mentre balla, ma è tutto inutile, non riesco a scavalcare.
Dopo alcuni miei pessimi tentativi, Sebastian decide che è ora di intervenire: mi porge le sue mani e mi aiuta a issarmi. Salto il muro e gli cado praticamente addosso. Lui mi blocca per i polsi e si avvicina. Riconosco nel suo sguardo quella convinzione, quel desiderio, quella voglia di me.
Non mi faccio pregare, lo bacio e lo ribacio, studiando minuziosamente ogni dettaglio della sua bocca e delle sue labbra.
Mi stacco da lui solo per ammirare il luogo dove mi ha condotto, cerco di memorizzare quanti più dettagli possibile. Rimango scioccata: il tetto è al quanto squallido, ma la vista è da mozzare il fiato.
Riesco a vedere quasi tutta Lima. Le migliaia di luci danno vita a uno spettacolo straordinario.
Mi perdo nella contemplazione di quella meraviglia tanto da sobbalzare sentendo la voce di Sebastian che dice “Io vengo spesso qui. Ogni qualvolta voglia pensare o semplicemente stare in pace, da solo. Non ti mentirò dicendoti che sei la prima che ci porto, perché così non è. Però sei la prima che porto qui al primo appuntamento.” Si siede sull’unico punto della terrazza privo di ringhiera.
Prendo posto accanto a lui. Avverto il vuoto sotto i miei piedi, ma a destabilizzarmi è sempre il suo sguardo. Mi mette i brividi.
“Perché allora hai deciso di portarmi qui al primo appuntamento?” chiedo, anche se ho paura della risposta.
Lui risponde con calma, dopo essersi acceso una sigaretta. Fa un tiro e me la porge, io rifiuto e gli chiedo di rispondere alla domanda.
“Ieri sera, dopo che ci siamo salutati, sono venuto qui. Da solo. Era stato così bello e divertente parlare con te che desideravo averti ancora accanto, qui.” Fa un altro tiro e poi riprende a parlare “questo posto… Questo posto è speciale, mi fa sentire bene, in pace col mondo. Tu.. tu meritavi di conoscerlo.”
Non resisto più. Afferro la sua mano libera e lo bacio con delicatezza, avverto il sapore del fumo, ma non mi importa. Sussurro contro le sue labbra un “grazie” e torno alla mia posizione iniziale.
“Allora, che fai qui a parte fumare e pensare?” Gli faccio l’occhiolino, alludendo agli auricolare che vedo penzolare fuori dalla sua tasca. Li esce e li collega al suo telefono, quindi se ne infila uno e mi porge l’altro. Scorro con il pollice l’elenco dei brani, indecisa su quale scegliere, mentre lui continua a fumare, con lo sguardo diretto alle luci della città.
Si volta di scatto, sorridendo “che dj scarso”. Faccio una smorfia e lui mi strappa il telefono di mano. Si gratta il mento, riflettendo ad alta voce “Vorrei qualcosa che tu possa ricordare, qualcosa di speciale… dovevo averla… ecco si!’ fa partire una canzone che riconosco già dalla strofa iniziale. “Glad you came.”
Ascoltiamo l’inizio in silenzio, senza nemmeno guardarci.

The sun goes down
The stars come out
And all that counts
Is here and now
My universe will never be the same
I’m glad you came

Mi prende la mano e l’adagia sulla sua.

You cast a spell on me, spell on me
You hit me like the sky fell on me, fell on me
And I decided you look well on me, well on me
So let’s go somewhere no-one else can see, you and me


Con la mano libera mi accarezza il viso per poi costringermi a voltarmi verso di lui.
Inizia a cantare a voce bassa, con dolcezza, senza mai distogliere i suoi occhi dai miei.
 
Turn the lights out now
Now I’ll take you by the hand
Hand you another drink
Drink it if you can

 
Ora canta con più convinzione e stringe la mia mano quasi fino a farmi male.
Ascolto con attenzione ogni singola parola che pronuncia, la incido sul mio cuore. So che difficilmente riuscirò a dimenticarne anche solo una.

Can you spend a little time,
Time is slipping away from us so stay,
Stay with me I can make,
Make you glad you came

 
Quasi sussurra l’ultima frase. Accende un’altra sigaretta e lascia la mia presa.
Riprendiamo ad ascoltare la canzone in silenzio, ma io appoggio la mia testa alla sua spalla.
 
You cast a spell on me, spell on me
You hit me like the sky fell on me, fell on me

And I decided you look well on me, well on me
So let’s go somewhere no-one else can see, you and me

 
Mi viene naturale cantare la parte successiva così lo faccio.
Prendo il suo volto tra le mani e apro il mio cuore, dedicandogli quelle parole perfette.
 
The sun goes down
The stars come out
And all that counts
Is here and now
My universe will never be the same
I’m glad you came

 
La ultime parole risuonano nelle nostre orecchie mentre ci stiamo scambiando l’ennesimo bacio.
 
Restiamo così, incastrati in modo perfetto, ad ascoltare le canzoni che la riproduzione casuale sceglie per noi. Chiudo gli occhi per un momento… Quando li riapro Sebastian mi tende la mano, pronto a riaccompagnarmi in camera. Controllo l’orario nel display del telefono.
Le 3: 30.
Complimenti Santana, hai dormito per circa metà del tuo primo appuntamento, bel colpo.
Percorriamo la strada del ritorno ancora in silenzio, ma sempre mano nella mano.
Sta volta non sbaglia e mi conduce esattamente davanti alla porta della mia camera.
Vorrei dirgli qualcosa, davvero, ma il mio cervello non connette più molto bene, così mi limito a fare ciò che ultimamente mi riesce meglio, lo bacio.
Credo sia felice che io abbia preso l’iniziativa, perché avverto che, staccandosi da me, sorride.
“Buonanotte.” Mi stampa un bacio sulla fronte e si allontana, ancora una volta.

Entro in camera con passo felino, attenta a non svegliare Quinn, e mi dirigo in bagno.
L’ultimo bacio mi ha decisamente svegliata e ora fremo dal desiderio di raccontare la serata a qualcuno. Riesco a immaginare la reazione di Quinn se la svegliassi, tremo di paura al solo pensiero.
Pensa. Chi è sveglio alle 3:40 della notte e disposto ad ascoltarti?
Illuminazione. Il re della notte. Noah Puckerman.
Prendo di nuovo chiave e cellulare ed esco in corridoio per chiamargli.
Il telefono squilla solo una volta prima che Noah risponda
“Ehilà bellezza!” riesco quasi a sentirlo sorridere.
 
“Ciao Puck! Sapevo di trovarti sveglio, come stai?”

“Come sempre, ovviamente. Mi divido tra Milf e adolescenti. E tu? Cosa ti porta a chiamare allo zio Puck nel bel mezzo della notte?”
 
Prendo un bel respiro e racconto tutto anche a lui, mantenendomi vaga sul luogo dell’appuntamento di sta sera, ma riempiendolo di particolari riguardo quanto fosse stato dolce Sebastian nel dedicarmi quelle parole. Sento Puck sospirare e gli chiedo se qualcosa non va.

“No, tutto apposto San. Solo.. ho abbandonato questa telefonata circa dieci minuti fa. In primo luogo perché una cameriera ci sta spudoratamente provando con me, poi perché so già cosa vuoi sapere.”

“Non capisco”

“Tu vuoi sapere cosa penso di tutta questa storia. Ecco cosa penso, ascolta attentamente perché non posso ripetere una seconda volta: non appena avrò finito di parlare chiuderò la telefonata e andrò a parlare con la mia nuova fiamma.”
 
Lo sento bere un sorso di qualcosa, probabilmente un alcolico.
 
“Allora, chica,  ci conosciamo da cinque anni e tu non mi hai mai chiamato per parlarmi di nessun ragazzo, mai. E dubito seriamente che questo usignolo sia la tua prima conquista. Il che vuol dire che hai già preso la tua decisione.. quindi per quanto io non appoggi le relazioni più lunghe di una notte, hai la mia benedizione. Riferisci soltanto al bell’uccellino che se ti torcerà anche un solo capello dovrà vedersela con il peggiore tra i cacciatori, mr. Noah Puckerman. Ci siamo capiti?
Pensa solo alla tua felicità, mettila al primo posto. Ora Puck ti saluta, sta per lasciare alla bella cameriera una mancia che difficilmente dimenticherà.”
 
Lo sento ghignare dal telefono, provo a rispondergli, ma è stato fedele alla sua promessa e ha già interrotto la chiamata.  
Alla fine è sempre Puck.
Rientro in camera, mi metto il pigiama e mi infilo a letto. La sveglia segna le 4:30.
Si, posso finalmente andare a dormire. 





Buon giornooooo gente :) come state? :D io mi sento incredibilmente soddisfatta, probabilmente per la prima volta nella mia brevissima carriera da scrittrice :)
Aspettavo di scrivere questo capitolo da quando ho dato vita al progetto originale della fanfiction *.* Spero di aver reso bene tutte le scene romantiche, mi sono impegnata molto per scriverle.
Purtroppo soffro di dipendenza da Noah Puckerman quindi lo vedrete spuntare spesso all'improvviso e senza alcun motivo, abituatevici. :P 
[Per quanto riguarda la versione di 'Glad you came', ho sempre pensato che una versione acustica sarebbe stata bellissima ma Ryan Murphy si ostina a ignorare i miei suggerimenti, quindi sono costretta a sfogarmi quì]
Per la prima volta non ho moltissimo da dire, aspetto i vostri pareri e ancora una volta mi scuso per l'immenso ritardo accumulato, se può in qualche modo consolarvi ho già chiaro come sviluppare il capitolo successivo, quindi dovrebbe arrivare prima degli altri, ma non assicuro niente :P
Approfitto ancora per ringraziare le 18 persone che seguono/preferiscono/ricordano questa fanfiction, vi amo con tutto il mio cuore <3
Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate :)
Aurora 
  
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