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Autore: Hummingbird    22/10/2012    2 recensioni
Questa storia era inizialmente nata come One-Shot, ma poi un amico mi ha incoraggiato, diciamo così.
La solita fic sulle abitudini di Roy e Riza; cercherò di non sfondare troppo in dolcezze e, per una volta, contenere gli OOC...
"Le giornate lavorative, è noto, non sono una mano santa per lo spirito di chi è costretto a rimanere ore nello stesso ufficio o, in questo caso, a restare dietro una scrivania a controllare che il tuo capo firmi ogni singola scartoffia..."
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Finally, next morning...

 

 

Sarebbe stato facile presentarsi a lavoro insieme, come se nulla fosse, ma come si potevano ignorare gli avvenimenti dei giorni precedenti?

“Finalmente è lunedì”

Sospirò Mustang, pensando ad un modo per rimediare a quel casino che aveva combinato; sì, casino: come lo chiamate voi l'imbucarsi a casa del vostro angelo, trattarla come una sguattera e poi, la mattina seguente, liquidarla con un placido “Grazie”? Io lo chiamo casino, e pure grosso!

Si passò veloce una mano tra i capelli, mentre attraversava l'ultimo incrocio che lo separava dal suo quartier generale.

Un paio di occhi da cerbiatta, occhi di un'assassina, lo stavano ad osservare nel più calmo dei silenzi: non si muovevano, quegli occhi d'ambra, fissi e vitrei sull'obbiettivo; aveva quasi bloccato il respiro, seguendolo a non meno di trenta passi di distanza.

Vedendolo attraversare, s'accasciò senza proferir parola con la schiena appoggiata contro un tronco d'albero. Con quale faccia tosta avrebbe potuto presentarsi di fronte a lui ?

Dopo le cose che aveva detto il giorno prima, dopo averlo accusato di essere un bambino, un incosciente! “-Non ha null'altro da fare?! E' stato qui anche per troppo, magari ci sarà qualcuno al locale che ancora la cerca. Vada a divertirsi con quelle simpatiche ochette, meritano la sua attenzione più di quanto non la meriti io!-

Tutto le tornò in mente, vivido. Aveva esagerato stavolta, troppe ne aveva dette! Avrebbe dovuto chiuderla la bocca, invece di aprirla per farle prender fiato!

Decise di alzarsi e di avviarsi verso l'ufficio: non poteva scappare; in fondo, non rischiava la morte, ma una buona figuraccia. Niente di più.

Accortasi che il cielo sopra di lei era colmato di nuvole e che stava ormai cominciando a piovere, constatò che quella non doveva seriamente essere la sua giornata. In pochi attimi scese il diluvio e Riza, già fradicia, dovette affrettare il passo. Neanche a volerlo, perché mai avrebbe potuto voler generare confusione, si schiantò contro un “qualcuno” che camminava lento nonostante le gocce insistenti d'acqua.

Appena il tempo di scostarsi per chiedere scusa e poi un lampo illuminò il cielo: e come qual lampo sorprese i passanti che erano per le vie, così il mostrare dei loro volti li portò a restare sbigottiti.

“C...Colonnello.”

“Tenente...”

Si alzarono e, per quanto fosse loro possibile, cercarono di recuperare un po' di decoro, invano; spettò a Riza interrompere quel silenzio più che imbarazzante che si stava creando lì attorno.

“Stavo andando in ufficio...”

“Uhm? Ah, sì. Anche io.”

“Andiamo... Insieme?”

Per un momento, la ragazza si scoprì quasi pavida nel porre quella domanda.

“Ma certo.”

Alzò di poco la testa, giusto in tempo per vedere un sorriso che la rassicurò alquanto.

Sembravano due colleghi, due militari, che si avviavano insieme verso il loro posto di lavoro: niente impicci, nessuna situazione “ingarbugliata”; tutto liscio.

Fino a che, prima di svoltare un angolo che li avrebbe condotti dritti dritti all'entrata, assicuratosi di non essere visto, Mustang si chinò piano sulla bionda fino a sfiorarle le labbra.

Fu come essere sfiorata da una raffica di gelo, ma allo stesso tempo sentire su di sé un poco di sabbia di deserto. Nessuno si accorse del rossore che aveva preso possesso delle guance di Riza, nessuno in ufficio notò nulla: niente di strano, un lunedì tranquillo.

Fortuna loro, questo è uno di quei segreti che si porteranno dietro finché il “mondo” non sarà pronto per venirne a conoscienza. Ma per ora, solo per ora, una piccola parte di questa storia noi l'abbiamo sentita, narrata dalle mie poco abili dita.

 

 

 

Piccolo angolo dedicato a me:

Finalmente.

E'.

Finita.

...Mi dispiace parecchio, perché ci tenevo davvero.

Sono veramente FIERA d'averla scritta, mi fa sentire soddisfatta.

Adesso vi lascio: Buonanotte a tutti (dato che sono le undici passate e domani c'aspetta la scuola) e buona lettura ai lettori sia silenziosi che non.

Baci,

Hummingbird.

 

 

 

 

  
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