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Autore: Dave1994    04/12/2012    1 recensioni
L'acchiappademoni Dante ha dovuto affrontare di tutto: dal diavolo in persona,sino a tutti i suoi infiniti servitori. Per anni ha combattuto,e oggi ha deciso di ritirarsi a una vita di tranquillità assieme a chi di più caro gli è rimasto.. Vergil,suo fratello,ha raggiunto sua moglie Miranda oltre il Velo dell'Oblio e Nero non l'ha mai perdonato per questo. A capo quindi di una famiglia oramai divisa,sceglie di dimenticare il suo passato di guerriero e difensore dell'umanità.
Ma,mentre sulla Terra imperversano ancora le legioni di Lucifero,una nuova minaccia si appresta,qualcosa che Dante mai avrebbe immaginato di dover affrontare.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dante, Trish, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kyrie galleggiava in mezzo al nulla etereo della sua mente: attorno a lei fuoco e luce ruggivano con forza inaudita, in una tempesta incessante. Un vento solare che minacciava di strapparle la carne di dosso, se solo si fosse sporta un poco di più verso quel vortice incandescente; la ragazza si guardò attorno, vacillando come in un sogno.

E in effetti era proprio così: Kyrie stava sognando, sebbene la sua visione fosse talmente vivida da darle l'impressione che tutto quello che vedeva ora stesse accadendo realmente.

E fu in quella tempesta di fuoco che un'entità, che alla ragazza parve grande quasi quanto il cosmo intero, le si avvicinò all'improvviso. Lingue fiammeggianti la avvolsero, costringendola a chiudere gli occhi per la luce abbagliante che pareva aver investito il mondo intero.

Era come stare al centro del Sole.

Era come rinascere in un mondo del tutto nuovo, respirando per la prima volta in vita propria.

 

 

 

Uno schiaffo.

Risuonò secco e sgraziato in tutta la stanza, culmine di uno scatto improvviso della donna: l'acchiappademoni non lo scansò, anche se evitare il colpo improvviso non gli sarebbe costato più fatica del flettere le dita della mano destra. La rabbia di Lady lo colpì in pieno volto, facendogli voltare la testa da un lato: una scarica di bruciore gli trafisse lo zigomo, facendo formicolare la pelle soprastante.

Una profonda vampata di umiliazione e vergogna lo attraversarono.

Sapeva che prima o poi Lady l'avrebbe saputo. A lei non sfuggiva mai nulla: il fatto che Lucia avesse vuotato il sacco aveva anticipato solo di poco le cose.

Prima che Dante potesse riprendersi, un eco di passi accompagnò il suono di una porta sbattuta con forza. Dopo che Lady ebbe abbandonato la stanza, Lucia scivolò furtivamente fino a piazzarsi esattamente di fronte all'acchiappademoni e gli accarezzò il volto con leggerezza.

- Sei...sicuro di tutto questo? Di voler lasciarla andare via? -

- Un po' tardi per chiedermelo, no? - rispose Dante. Poi la baciò, tenendole una mano sotto il mento.

Poco distante, nello stesso momento in cui le labbra dei due venivano a contatto le une con le altre regalandosi attimi di profonda intimità, una donna dai capelli corvini uscì dal castello dell'isola di Haven in lacrime. Tanta era la voglia di accasciarsi contro tutto ciò che le si parava davanti agli occhi: il pensiero degli ultimi minuti le toglieva la forza di reggersi sulle gambe.

Perché?

Lei e Dante erano stati così felici...perché tutto doveva esserle strappato dalle mani, ancora una volta?

I pensieri di Lady corsero immediatamente alla sua famiglia e il dolore sgorgò incontrollato nel suo cuore, prorompendo come l'acqua di una diga oramai incrinata. La donna vacillò, costeggiando la scogliera alla sua sinistra: sarebbe stato così facile lasciarsi cadere nell'acqua gelida dell'oceano...

E il naufragar m'è dolce in questo mare.

 

 

Nero, per la prima volta nella sua vita, si ritrovò a pregare. Uno spontaneo atto di fede, la quale tuttavia egli non possedeva: aveva visto di tutto nella sua vita, tra angeli e demoni, ma mai questo l'aveva spinto a credere in un disegno superiore.

In un essere dalla sconfinata bontà.

Chino sul letto della sua ragazza, si chiese invece perché la sua vita fosse un tale inferno. Per un istante desiderò quello che già prima di lui aveva desiderato suo padre: essere una persona normale.

Questa sua diversità, quella maledetta sequenza di DNA non avrebbe mai smesso di tormentarlo.

- Kyrie... -

- Torna da noi. -

- Torna da me. -

Posò con leggerezza il suo braccio destro sulla fronte della ragazza e lo lasciò là, gioendo del calore emanato dal corpo di Kyrie. Mai l'avrebbe abbandonata: glielo aveva promesso, tanto tempo prima.

Mai.

 

 

Se avesse avuto una bocca, Cerbero avrebbe imprecato, tanto era terrificante e sinistro il freddo brivido che avvertiva lungo i suoi pistoni metallici.

Qualcosa di maledettamente sbagliato era accaduto a Fortuna.

Come se l'asse di tutti i mondi possibili si fosse appena spezzato e al suo posto vi fosse ora una voragine.

 

 

 

O fangosa grandezza! O sublime ignominio!”

(C. Baudelaire,”I fiori del male”)

 

 

Samael si librò nel cielo notturno, nero angelo portatore di sventura e calamità. Sollevò le braccia al cielo, tese verso l'elemento che un tempo era sinonimo del suo luogo di nascita: le nuvole.

E le nuvole risposero.

Qualcosa tremò, nell'aria resa elettrica dalla battaglia delle schiere angeliche: migliaia di esseri celestiali si voltarono verso di lui e istantaneamente videro la verità.

Il loro Occhio rivelò l'ombra crudele, celata con abilità sotto l'inganno di un angelo splendente e ribelle. Ma prima che potessero levare le spade infuocate al cielo, Samael disse:

- Ebbene, il velo è caduto. E con questo? Volete forse distruggere l'unica speranza che avete di spodestare il genere umano dal suo trono usurpato? Io posso farvi avere tutto questo. Abbandoniamo ogni divisione senza senso, dettata unicamente dall'arroganza del Padre di tutti, e unitevi a me. -

- Cosa avete da perdere? Non siete forse già condannati, agli occhi dei vostri fratelli? - continuò l'angelo, con uno baluginio scarlatto negli occhi. Dischiuse le ali e diede ancora voce al suo venefico sermone.

- Unitevi a me. Un tempo eravamo fratelli: possiamo esserlo ancora. Nel nuovo ordine che siamo destinati a creare, non esisteranno divisioni di genere e ingiustizie. Regneremo su questa terra, che ci è sempre spettata di diritto: scacceremo questi vermi, che tanto si affannano nel corromperla – disse, indicando con sprezzo le innumerevoli abitazioni in fiamme sotto di lui – e solo allora inizierà una nuova Storia, libera dalla depravazione degli esseri umani. -

- Unitevi a me. Oppure tornate da dove siete venuti, e perite. -

I figli primogeniti del cielo rimasero sospesi a mezz'aria, fluttuanti nell'aere reso tenebroso dalle polveri e dalla cenere – e qualcuno avrebbe giurato persino dall'aura di Samael - senza dir nulla.

Furono attimi di profondo silenzio, rotti solo dallo schioccare di edifici in fiamme e crollati su sé stessi.

Poi, come un sol uomo, gli innumerevoli angeli rinfoderarono le loro spade di fuoco. Fu un gesto come tanti, ma che li avrebbe trasformati per sempre: le piume delle loro ali divennero all'istante nere come la notte intorno a loro e Samael ne rise.

La sua fu una risata roca e gutturale, indice della profonda soddisfazione che ora sentiva scorrere in tutto il corpo.

Vendetta! Quale deliziosa parola alle sue orecchie. Poteva quasi sentirne il profumo, come se fosse davvero un piatto appena servitogli: tuttavia, non era assolutamente freddo.

Avrebbe fatto in modo che fosse rovente, come le stesse fiamme dell'Inferno.

  
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