Fanfic su artisti musicali > Green Day
Ricorda la storia  |       
Autore: _Any    09/12/2012    11 recensioni
Avete presente quelle storie dove una ragazza ribelle e contro la società incontra uno dei Green Day e se ne innamora?
Ecco.
SCORDATEVELE.
Alice è tutt'altro che perfetta. Non è una ribelle, è timida, impacciata, maldestra e si lascia manipolare troppo facilmente.
Ha una sorella gemella e nessun amico, eppure le va bene così.
Ma una telefonata anonima metterà seriamente in crisi il suo piccolo mondo.
E se ci fosse qualcosa di buono anche nell'oscurità che circonda la sua gabbietta dorata?
Varrà davvero la pena di uscire?
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

11 settembre 1982


«Papà, papà! Dove stiamo andando?»

«A trovare una persona.»

«Chi è?»

«Non l'avete mai conosciuto. Basta domande.»

«Ma mamma... se non l'abbiamo mai conosciuto perché lo andiamo a trovare?»

«...»


30 agosto 1988


«Mamma, cos'è quella faccia preoccupata?» chiesi entrando in camera di mia madre insieme a mia sorella.

«Piccole, abbiamo un problema.» iniziò al quanto preoccupata. «Vedete, per motivi di lavoro domani dovrò partire.» concluse lasciando cadere sul suo letto un foglio di carta stampato.

«Cosa?» chiese mia sorella incredula.

«E dove vai?»

«Devo andare nella sede aziendale di Cupertino. Non vi preoccupate, non uscirò nemmeno dalla California. È solo che rischio il trasferimento e per almeno un mese dovrò vedermela lì. Se non lo facessi potrei anche essere licenziata.»

«E allora perché questa preoccupazione? Dopotutto è un posto abbastanza vicino...» mi rassicurai.

«Beh, ecco... sembra che debba stare via da casa per molto tempo.»

«Molto... quanto?»

Un attimo di silenzio.

«Un mese.» disse infine.

«Un mese?!» io e mia sorella ci guardammo perplesse. «Un mese... perché tanto?» chiesi.

Nostra madre sospirò.

«Perché se non lo faccio rischio di essere licenziata, ma al contrario, se eseguo tutti gli ordini del direttore Jobs allora potrò addirittura essere promossa.» sorrise lei soddisfatta.

«È così importante? Intendo dire... hai già una buona posizione nell'azienda, guadagni molto. C'è davvero bisogno di andartene così a lungo? Potresti anche stare via solo un paio di giorni e rinunciare alla promozione...» mormorò mia sorella.

«Lo so che avete paura a rimanere da sole, ma sono sicura che ve la caverete. Vi ho anche comprato dei cellulari in modo che potremo telefonarci sempre.» disse rassicurante nostra madre porgendoci due scatole.

«Devono essere costati moltissimo...»

«Sì, ma ce lo possiamo permettere piccole. Forza! Ce la faremo!» sorrise raggiante la mamma.


Quella sera stessa aveva già tutte le valigie pronte. Sembrava così strano pensare che la mattina dopo io e mia sorella Evelyn saremmo state sole in casa...

Nostro padre era morto cinque anni prima, quindi eravamo abituate a vivere in questa “comunità femminile” dove nostra madre faceva sempre di tutto per passare molto tempo con noi.

Pensavo che non avrebbe mai accettato di andare a lavorare fuori, ma se aveva deciso di farlo voleva dire che era davvero un'opportunità grossa.

Evelyn sembrava terrorizzata alla prospettiva di rimanere da sola con me.

«Ehi, Evelyn! Cos'è quella faccia?»

«La stessa tua.»

«Non in quel senso. Intendo dire, perché sei triste? La mamma potrebbe avere una grande opportunità, noi invece potremo passare un sacco di tempo insieme!»

«Passiamo già un sacco di tempo insieme!» rise lei.

«Beh, potremo passarne insieme ancora di più. E potremo divertirci un po'. Per esempio potremmo guardare la TV fino a molto tardi, no? E fare rumore senza preoccuparci.»

Evelyn rise di nuovo.

«Hai una strana idea del rimanere da sole. Secondo me non cambierà proprio niente. Faremo sempre le stesse cose.»

«A maggior ragione non c'è motivo di avere paura, no?» risi abbracciandola.

Evelyn era la cosa più preziosa che avessi.

Era la mia sorella maggiore.

Anzi, la mia sorella gemella maggiore.

Amavo il nostro rapporto: al contrario di molti fratelli che sembra non si sopportino, io e Evelyn ci amavamo alla follia. Lei mi dava un senso di protezione che con altri non provavo, mi faceva sentire al sicuro.

Eravamo fatte per completarci, dopotutto era così che eravamo nate.

All'inizio eravamo una cosa sola, ma poi ci separammo, chissà perché.

E così siamo nate in due da una sola cellula.

«Ah, comunque non è che potremo fare molto tardi, Alice.» mi disse improvvisamente.

«Perché?»

«Tra due giorni inizia la scuola.»


31 agosto 1988


«Mi mancherete. Fate attenzione e non fate stupidaggini.» raccomandò nostra madre. «E guardatevi a vicenda. È per questo che siete in due, no?» sorrise.

«Andrà tutto bene, mamma. Non faremo niente di stupido.» la rassicurò Evelyn.

E dopo pochi minuti mamma uscì ed eravamo sole in casa.

Non so perché ma un senso di solitudine mi invase quasi all'istante al suono della chiusura della porta.

Forse perché nostra madre era sempre stata la nostra guida. Anche senza papà era sempre stata grandiosa per non farci mancare nulla.

«Già ti manca?» chiese Evelyn.

«Un po'.»

«Dai, allora vai a prepararti che usciamo a fare la spesa. A meno che tu non voglia morire di fame.»

«Eh già, tocca a noi farla. Almeno possiamo scegliere cosa mangiare.» sorrisi un po' malinconica.


Il supermercato era uno dei posti più belli ad agosto.

C'era una frescura che mi faceva sentire come se mi fossi appena svegliata dopo un lungo sogno confusionario.

Evelyn prese una foglietto e lo strappò a metà, poi me lo passò.

Era una lista della spesa.

«Ci dividiamo, così faremo prima, ok?»

Annuii.

Così presi un carrello e mi diressi verso una qualsiasi delle file di scaffali.

Dopo poco avevo già preso metà delle cose della lista, quando improvvisamente avvertii una vibrazione proveniente dalla mia borsa.

La aprii e scoprii che era il telefono che mi aveva dato mia madre il giorno prima. Il numero che lampeggiava sul display non lo conoscevo e la cosa mi mise a disagio.

Solo mamma poteva conoscere il mio numero e quello di Evelyn, quindi doveva essere lei che magari stava usando un telefono diverso dal suo, no?

Lo avvicinai all'orecchio.

«Pronto?»

«...»

Non rispondeva nessuno, sentivo solo suoni di sottofondo. Stavo per chiudere quando sentii una voce.

«... Alice...»

Non era la mamma. Era una voce maschile.

«C-chi è?» chiesi spaventata.

Qualcuno aveva rubato l'agenda di mamma?

«Sono tuo cugino.» la voce era affannata. Sembrava che avesse appena smesso di correre.

«Come? Come hai avuto il mio numero?»

Lui sbuffò innervosito.

«Ho un amico che lavora dove fanno 'sta roba, dove fanno i numeri, ma non è importante. Ho visto tua madre lì e ho chiesto a lui tutto, ok? Senti, ho bisogno che tu venga al 7-11.» spiegò frettolosamente.

«Cos'è il 7-11?»

«Come cos'è? È un capannone che si trova vicino al centro commerciale 7-11, vicino al parcheggio.» disse come se stesse spiegando la cosa più ovvia del mondo.

«E come ci arrivo?»

«Chiedi informazioni. Io ti posso aspettare fino alle 3:00 e non oltre. Ah, e vieni da sola.» disse chiudendo senza aspettare risposta quella strana telefonata.

Ma chi diamine era? Non mi aveva neanche detto il suo nome.

Mi guardai intorno spaesata e poi corsi immediatamente a cercare Evelyn spingendo il grande carrello.

«Evelyn!» gridai appena la vidi.

«Alice! Perché corri così?»

«Ti devo parlare...»


«Ha detto proprio... “tuo cugino”?»

Annuii.

«E tu cosa avresti intenzione di fare?»

«Non saprei... da un lato questa cosa mi spaventa, però se è davvero nostro cugino...» iniziai senza sapere neanche io dove volevo arrivare.

«Se è davvero nostro cugino è meglio evitare. Non so se ti ricordi cosa ci disse la mamma il giorno del funerale di papà.» mi interruppe freddamente lei.

Subito dopo il funerale di nostro padre, nostra madre era entrata in camera mia e di Evelyn. Io e mia sorella eravamo sconvolte e piangevamo tutte le nostre lacrime mentre ci sembrava di sprofondare nel nero più totale.

«Vi ricordate quei ragazzi che c'erano con noi?» chiese lei.

«I nostri cugini?» chiese Evelyn di rimando.

«Esatto. Dovete evitarli. Quella è una famiglia disastrata, non dovrete più avere nulla a che fare con nessuno di loro.» ordinò categoricamente.

Non mi era chiaro il perché di quell'ammonimento, ma al momento ero troppo sconvolta per poter avere la forza di chiedere spiegazioni e sicuramente anche Evelyn si sentiva così.

Il giorno dopo già me ne ero dimenticata.

«Si tratterebbe solo di andare a vedere però. Intendo dire, è un nostro parente e dalla voce sembrava in difficoltà. Se fosse in pericolo...»

«Sempre se è davvero quello che dice di essere. Non ha detto neanche il suo nome.»

«Allora vieni con me, Evelyn! Insomma, non ci può fare niente se siamo in due.» esclamai all'improvviso facendola sobbalzare.

«Non ti aveva chiesto di andare da sola?»

«Non importa... è la minima precauzione che devo prendere.»

Evelyn sospirò.

«Non posso lasciarti andare via così. Ovvio che ti accompagno.» mi prese per mano mia sorella.


Era da circa mezz'ora che fissavo il numero di chi mi aveva chiamato sul display luminoso del cellulare.

Era un telefono fisso sicuramente e dalle prime cifre si capiva che forse si trattava di qualcuno del quartiere di Rodeo.

«Alice, se dobbiamo essere lì massimo alle 3:00 ci conviene andare...» mi esortò Evelyn.

«Arrivo.» dissi alzandomi dal divano di casa e raggiungendola.


«Dov'era l'appuntamento?» chiese mia sorella.

«Al 7-11.» risposi senza esserne troppo sicura.

«E che cosa sarebbe?»

«Mi ha parlato di un capannone vicino al parcheggio di un centro commerciale... non saprei.»

I nostri passi mostravano timore sempre maggiore.

Passo dopo passo, ritmicamente, la sicurezza vacillava rischiando di svanire definitivamente.

Ci stavamo dirigendo verso il quartiere di Rodeo con la massima cautela. Rodeo era famoso per essere un covo di gente pericolosa e la sola idea era terrificante.

Anche se era pieno pomeriggio.

«Credo ci convenga chiedere informazioni.» dissi, anche se non si vedeva un essere umano per metri.

«Ma non c'è nessuno a quest'ora! A chi vuoi chiedere?»

«Beh, posso sempre...» iniziai quando inciampai e istintivamente mi afferrai a qualcosa che dopo pochi secondi capii essere la giacca di un tipo spuntato da chissà dove. «Ah... mi scusi...» dissi imbarazzatissima.

«Scusi, lei sa dov'è il 7-11?» accorse mia sorella prontissima.

Mi aveva salvata.

«Il 7-11? Certo. Sto andando in quella direzione, se volete vi accompagno.» sorrise confidenziale il tipo.

«Grazie mille.» dicemmo io e mia sorella in coro.

Il ragazzo si incamminò.

«Siete gemelle?» chiese.

«Sì.» rispose Evelyn.

«Siete proprio due gocce d'acqua. Dev'essere divertente avere una persona identica a te, puoi sostituirti e farti sostituire in continuazione.» continuò a parlare socievolmente.

Non sembrava pericoloso per fortuna, forse era solo un po'... logorroico.

Dopo pochi minuti arrivammo al centro commerciale.

Lui aveva continuato a cercare di chiacchierare, ma io e mia sorella rispondevamo a monosillabi. Eravamo troppo tese per poterci preoccupare di fare amicizia.

Ma avevamo mai fatto amicizia con qualcuno?

Il pensiero mi fulminò all'improvviso.

No. Non c'era nessuno che potessimo definire davvero amico, al massimo conoscente.

«Eccoci qui.» sorrise davanti al centro commerciale.

«Grazie mille.» ringraziai salutandolo.

Ci avviammo al parcheggio del centro commerciale e dopo poco vedemmo un capannone abbandonato poco distante.

Su una delle pareti c'era un graffito con la scritta “Il centro della Terra” e sotto uno più piccolo “Casa è dov'è il tuo cuore”.

«Sei pronta?» chiesi ad Evelyn.

«Sì. Nel caso sia un malintenzionato dobbiamo essere preparate a correre.» mormorò spingendo la porta. Aveva paura.

Il capannone era buio e soprattutto... vuoto.

Lasciai la porta aperta per far trapelare un po' di luce solare.

Non c'era nessuno all'interno.

«... Nessuno? Ci hanno fatto uno scherzo?» chiese Evelyn.

«... Sembrerebbe...» dissi muovendo qualche passo in avanti. «Ma avrebbe fatto tutta quella fatica per trovare il mio numero solo per uno scherzo?» pensai a bassa voce.

Improvvisamente si sentì molto chiaramente un tonfo secco.

«Alice io ho paura!» disse Evelyn muovendo qualche passo incerto.

«Non ti avevo chiesto di venire da sola?» sbucò dal nulla un ragazzino.

Mi trattenni a stento dall'urlare per la sorpresa.

«Quindi saresti tu?» chiese mia sorella.

«Certo che sono io. Chi altro doveva essere? Ve lo avevo detto che sono vostro cugino.» continuò senza dire il suo nome.

Io non riuscivo a riconoscerlo né a ricordare il suo volto.

Aveva capelli neri e occhi di un verde smeraldo. Era una di quelle persone che quando si incontrano anche se per poco si ricordano. Mi sembrava troppo assurdo.

«Ehm... e perché mi hai chiesto di venire in questo posto?» chiesi incerta.

Lui si fermò e pensò bene alle parole da dire.

«Beh... mettiamola così.» sorrise allargando le braccia come per circondare tutto quel posto. «Vi chiedo asilo politico.»

__________________________________________Authoress' words

Ehm... Ciao!

So che come primo capitolo non è il massimo, che uno quando legge un primo capitolo dovrebbe dire: "Wow! Che figa 'sta storia!" e soprattutto che sembra una storia uguale a tutte quelle lì con le ragazze superfighe che si fidanzano con uno dei Green Day... ma non lo è!

Ok, vi dico le cose come stanno. Questa è in assoluto la prima volta che tento di scrivere una storia romantica e ho deciso di pubblicarla perché se non so almeno il parere di qualcuno non capirò mai cosa c'è di buono e cosa c'è di male in quello che ho scritto.

Comunque parlando d'altro senza che mi venga l'ansia... l'hai notato? L'azienda di Cupertino di cui parla la madre all'inizio del capitolo altro non è che la Apple che ha sede a Cupertino in California nella Silicon Valley. ;)

Ultima cosa. Alice si pronuncia "Elis" mentre Evelyn si pronuncia esattamente così come si scrive. :)

Scusatemi, devo riversare qui tutta la mia ansia repressa. xD

Bye!

   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Green Day / Vai alla pagina dell'autore: _Any