Era il momento,erano finite le vacanze di Natale e dovevo ritornare a scuola. -Scendi,vieni a fare colazione. -Sto facendo tardi mamma,la faccio al bar della scuola. Mentì.
Scesi le scale,presi lo zaino,aprì la porta e uscì fuori.
Come al solito,come ogni mattina,controllavo i miei polsi per vedere le condizioni delle mie ferite,ferite piuttosto profonde.
Salì sul pullman,ero asociale,non parlavo con nessuno,ero sempre seduto da solo in fondo con un paio di cuffie.
-Arrivo a scuola.-
Avevo paura a scendere.
E se incontravo quei bulli?
E se mi prendevono e mi picchiavano a sorpresa?
Abbassai lo sguardo e incominciai a camminare verso il tragitto della scuola. -Frocetto,non sei morto? Sei ancora vivo? HAHAH.-
Continuo a camminare. -Ha detto mio nonno che rivuole i suoi vestiti.-
Continuo a camminare.
Uno schiaffo freddo,un pugno dolorante arrivarono sul mio volto.
Caddi sul freddo asfalto della strada.
I miei occhi socchiusi vedevano i ragazzi allontanarsi sempre di piu',e ancora,ancora e ancora allontanarsi. I miei occhi si chiusero.