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Autore: Sognatrice85    13/01/2013    5 recensioni
Storia ambientata ad Hogwarts subito dopo la Guerra Magica svoltasi nei mesi estivi. Silente e Fred sono morti.
A settembre il trio magico rientra a Scuola, con essi molti altri studenti. Tutti col solo ed unico intento di ridare alla propria esistenza una parvenza di normalità.
Ma un episodio grave come la guerra ha costretto molti a cambiare, a rivedere le proprie priorità, i propri valori. Due studenti, due protagonisti di quel sanguinoso scontro, saranno costretti a viverne uno nuovo. Forse quello più difficile: contro sé stessi.
Un quaderno, un misterioso proprietario, straordinari disegni e magiche poesie, dipingeranno la vita di Hermione ad Hogwarts...dove la condurrà tutto questo? Leggete per scoprirlo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Scoperte

Capitolo 29 “Scoperte"

 

 

Erano trascorsi diversi giorni da quella gita ad Hogsmeade e tutta la scuola parlava del bacio che Draco ed Hermione si erano scambiati.
Il biondo Serpeverde fingeva di non sentire, mentre la Grifondoro era continuamente sottoposta a interrogatori da tutti e le reazione era diverse: stupore da parte dei maschi, invidia da parte delle ragazze.
La stessa Pansy Parkinson che dopo lo scontro avuto da Malfoy, se ne stava sempre sulle sue, in disparte, ora la fissava con un’espressione d’odio e di gelosia.
Un giorno mentre Hermione era nella Sala Comune seduta dinanzi al camino a leggere, le si avvicinarono due ragazze che frequentavano il secondo anno. La Grifondoro sollevò la testa e si ritrovò a fissare le due streghe: erano di piccola statura e si guardavano la punta dei piedi, le gote arrossate.
Hermione si trovò a sorridere dinanzi a quell’immagine.
“Avete bisogno di qualcosa?” domandò loro in tono gentile.
Le due ragazze sobbalzarono e, spaventate, sollevarono la testa, fissando sconvolte la giovane Grifondoro. Quest’ultima studiò attentamente la loro reazione e attese che parlassero.
La mora, la più piccolina fisicamente tra le due, lanciò un’occhiata alla sua amica, poi tornò a guardare Hermione.
“Noi volevamo chiederti se potevi rispondere ad una nostra domanda?” il suo tono di voce era molto infantile, ma era dolce.

La Grifondoro sorrise.
“Dipende dalla domanda…” rispose, inclinando la testa di lato, alcune ciocche di capelli le caddero sul viso.
Dal loro imbarazzo, Hermione capì che probabilmente volevano sapere qualcosa su lei e Draco. All’inizio tutta quella attenzione l’aveva infastidita, poi però aveva lasciato correre. Inutile arrabbiarsi per quello, preferiva vivere la sua storia con il Serpeverde alla luce del sole.
Le due amiche si lanciarono un’ennesima occhiata.
“Ecco…perché stai con Malfoy? Lui…lui è un Mangiamorte” questa volta era stata l’altra ragazzina a parlare e il modo col quale fissava la Grifondoro, la fece rabbrividire. Sembrava così decisa, nonostante il balbettio iniziale.
“Tu sei un’eroina di guerra. Hai forse dimenticato cosa facevano i Mangiamorte a quelli come te?” incalzò, facendo un passo avanti, stringendo entrambe le mani, a pugno.
Hermione non si meravigliò di quella domanda, anzi era sufficientemente tranquilla, tanto che sorrise ancora facendo corrugare la fronte alla ragazza che aveva parlato.
“Sapete perché ho partecipato alla guerra?” questa volta fu lei a porre loro una domanda. Le due studentesse fecero segno di no col capo.
Hermione si sistemò meglio sulla poltrona, chiudendo il libro che stava leggendo e poggiandolo sul tavolino di fianco a lei.
Portò le mani sul grembo e fissò per un attimo e intensamente il fuoco nel camino. I ricordi di quei giorni che si susseguivano alla velocità della luce.
“Non potevo abbandonare Harry, lui aveva bisogno di me e Ron, così come noi avevamo bisogno di lui. È stata…dura, ma non ho mai smesso di credere in quello che facevamo. Volevo un mondo migliore. Volevo lottare e dimostrare che anche se in quelli  come me non scorreva sangue puro nelle vene, noi meritavamo quanto i cosiddetti << purosangue >> di essere parte di questo mondo. Volevo che le persone smettessero di giudicare gli altri, volevo che ogni pregiudizio sparisse, perché non è giusto giudicare una persona dagli abiti che porta o dalla famiglia in cui nasce.
Draco…” e si fermò quando ella stessa si sorprese di udire il nome del ragazzo fuoriuscire in tono così melodioso dalle sue labbra.
“…Malfoy è caduto in quest’errore. È cresciuto con gli ideali che io considero errati, ma che lui in quel momento riteneva giusti, perché erano i suoi genitori ad insegnarglieli. E quando si è piccoli, come si fa a distinguere se ciò che la nostra famiglia ci insegna, sia giusto o meno? Malfoy non è stato l’unico però a cadere nel pregiudizio. Lo state facendo anche voi ora, nonostante la guerra sia finita e il Signore Oscuro sia stato definitivamente sconfitto. Malfoy porta il marchio, ma tecnicamente non ha mai ucciso nessuno.
Era un ragazzino che ha cercato di difendere la sua famiglia da un pazzo che minacciava di farli fuori. Voi al suo posto come vi sareste comportate? Non avreste difeso i vostri genitori, con le unghie e con i denti?” Hermione non aspettò la risposta, anzi continuò imperterrita.
“Tutti meritano una seconda possibilità. Non starò qui a spiegarvi i motivi per cui io mi sono…”.
Mi sono…cosa Hermione? Si chiese lei mentalmente.
Innamorata?
Già. Innamorata.
E la scoperta fu così sconvolgente da farla tremare, nonostante le fiamme provenienti dal camino.
“…avvicinata a Malfoy, sono strettamente personali e non riguardano nessuno, però posso dirvi che niente è ciò che sembra” sorrise loro con fare materno quasi.
“Non lasciate mai che siano gli altri a dirvi cosa fare della vostra vita. Nessuno può e deve decidere per voi. Siete voi le artefici del vostro destino, usate il vostro cervello per capire le situazioni, le persone senza che nessuno vi condizioni. Non lasciate che subdoli pregiudizi vi annebbino la mente, solo così sarete realmente libere e felici” detto questo si alzò in piedi, prese il suo libro e si diresse verso le scale che conducevano ai dormitori femminili, ma fu bloccata di nuovo dalla voce di una delle ragazze.
“Ti invidio, sai?” disse la bionda.
Hermione dinanzi a quelle parole corrugò la fronte.
“Invidi me?” chiese incredula, indicandosi.
“Sì. Perché sei coraggiosa e non ti importa del giudizio della gente. Sei…forte” disse sorridendo.
“Intendo come persona. Mi piaci! Pensavo fossi una saccente secchiona…”

La Grifondoro avrebbe dovuto offendersi, invece scoppiò a ridere.
“Un altro stupido pregiudizio! Io sono solo ciò che mostro a voi tutti, ma al di là c’è molto di più” asserì sicura.
“Ora lo so. Ah a proposito io sono Wendy William  e lei è Lucinda Reinors” la mora fece un cenno col capo, si vedeva che era molto timida.
“Sono lieta di fare la vostra conoscenza”
“Bene…noi ora andiamo a lezione. Grazie per averci risposte” detto questo sparirono dietro il riquadro della Signora Grassa.
Hermione osservò il punto in cui erano sparite, scrollò le spalle e con tutta calma si avviò nella sua stanza.
Fu lì che la trovò Ginny. Era appena rientrata da un allenamento di Quidditch.
“Ciao Herm!” esclamò entrando nella camera, sorridendo in direzione dell’amica.
“Ginny!” esclamò la riccia, andandole incontro e abbracciandola.
Questo gesto parve strano alla rossa, non si vedevano dalla mattina e Hermione non era tipo da grandi gesti affettuosi come quello.
Quando si scostò dall’amica, la fissò intensamente dritto negli occhi, era uno sguardo talmente profondo che Hermione arrossì, sentendosi scandagliare l’anima.
“Ancora interrogatori?” domandò Ginny, accomodandosi sul letto dell’amica, la quale annuì, sedendosi accanto a lei.
“Ma non è questo quello che ti turba, vero?” continuò la fidanzata del Bambino Sopravvissuto. La Grifondoro fu costretta ad annuire nuovamente.
Ginny la prese per le spalle e la scrollò.
“Non sono abituata a non sentire la tua voce che strepita, o mi dici cos’è successo o ti schianto!” esclamò esasperata, facendo ridere Hermione, la quale poi si alzò in piedi e cominciò a girare in tondo per la camera, le braccia incrociate sotto il seno, i capelli che fluttuavano ad ogni passo.
“E’ una tragedia. Non credevo sarebbe successo. Pensavo che sarei riuscita a controllarmi e invece niente. Che stupida! E ormai è troppo tardi!” blaterava forse più a sé stessa, mentre Ginny la osservava con un’espressione scioccata.
“Hermione!” tuonò la rossa, raddrizzandosi e portando le mani sui fianchi in stile mamma Molly. Hermione fu costretta a smetterla di blaterare, sospirò.
“Ginny…mi sono innamorata di Malfoy” confessò con voce spenta.
“E sarebbe questa la tragedia?”
“Perché non lo è? Forse tu non ti rendi conto…”
“Mi rendo conto benissimo, invece e non mi sembra un grosso problema. State insieme ed era inevitabile. Poi scusa se te lo dico, ma te ne sei accorta solo ora? Credo di avertelo già detto qualche mese fa che eri cotta a puntino, caro il mio Prefetto!”
Hermione si era fermata. Gli occhi fissi in quelli dell’amica, mentre poche lacrime le rigavano il viso.
“Ho paura…” deglutì.
“Ho paura perché per innamoramento non intendo solo una cotta o qualcosa di...passeggero, ma...è amore. Amore proprio. Ti rendi conto?" Hermione strinse le mani al petto, afferrando la maglia con le dita, trattenendo le lacrime.
"Ho paura per il futuro, Ginny. Cosa accadrà quando andremo via da questa scuola? Lui vorrà ancora avere a che fare con me? E cosa diranno i suoi genitori di noi?” la riccia non si era mai sentita così confusa e desolata.
Chiuse gli occhi per fermare le lacrime, si portò entrambe le mani nei capelli e li strinse, quasi volesse trovare in essi un appiglio.
Quando il calore di un abbraccio sincero, l’avvolse, Hermione riaprì gli occhi e si ritrovò a fissare la massa liscia e ordinata dei capelli rossi di Ginny.
“Avere paura è normale, Herm. Ma tu sei forte e saprai affrontare a testa alta i tuoi reali sentimenti e l’incognito futuro. Per prima cosa dovresti discuterne con lui. E se lui si inalbera, saprai come zittirlo. È tuo diritto sapere e ricordati che io, Harry e Ron saremo sempre dalla tua parte, qualsiasi cosa accada”.
Hermione si crogiolò ancora un po’ in quell’abbraccio, desiderosa come una bambina, di qualcuno che la consolasse e le dicesse che tutto sarebbe andato bene.

 

Draco se ne stava seduto tranquillamente in biblioteca.
A quell’ora non c’era nessuno, così dopo aver lanciato un’altra occhiata intorno, si alzò e si avvicinò di soppiatto al reparto proibito. Non aveva l’autorizzazione di un Professore, anche se avrebbe potuto ottenerla con molta facilità, ma siccome Piton era sempre in contatto con sua Madre, non voleva che lei si insospettisse.
Le sue ricerche dovevano rimanere segrete. Così, approfittando dell’assenza di Madame Pince, si intrufolò nel reparto proibito e cominciò a guardare attentamente i tomi negli scaffali. Ne scorse qualcuno interessante, ma che non gli serviva al momento, fino a quando non giunse nella sezione “Magie Oscure proibite” e lì, dopo aver cercato per quasi mezz’ora, trovò quello che cercava. Si allungò verso lo scaffale, issandosi di poco sulla punta dei piedi, e tirò fuori un enorme volume. Tremila pagine di storia sugli incantesimi proibiti negli ultimi cinque secoli.
Draco sospirò. Lo attendeva un lungo lavoro, Hermione gli sarebbe stata d’aiuto in quella ricerca, ma lui non era intenzionato a coinvolgerla. Si sedette per terra e aprì il pesante volume, cominciando a sfogliarlo.
Fu solo dopo diverso tempo che trovò ciò che cercava. C’era un’intera pagina dedicata all’argomento che lo assillava e Draco aveva tutta l’intenzione di analizzare parola per parola.

La Nexus Immortalis è un potente incantesimo creato dallo stregone scozzese Marcus Tenebris circa 300 anni fa. Non si conoscono precisamente le cause che spinsero lo stregone a crearlo, ciò che si sa è che può essere utilizzato solo da chi nutre un odio profondo e ben radicato nei confronti della persona sulla quale viene scagliato…”

Draco strinse le dita attorno alla pagine ingiallita e le labbra si distesero in una linea dura. Era proprio ciò suo Nonno provava nei confronti di sua sorella.

“…inizialmente la vittima non avverte alcun tipo di sintomo. È il mago a decretare la morte della vittima. Spesso in passato, un’antica tribù nomade di maghi, la usava a scopo educativo per insegnare ai propri discendenti l’obbedienza alle leggi sacre.
Tale incantesimo è stato bandito circa cento anni fa per uso improprio e decretata come magia nera e pericolosa. Chiunque la eserciti verrà condotto ad Azkaban e sottoposto al bacio del dissennatore”.

Il giovane Serpeverde digrignò i denti, infastidito: suo nonno l’aveva scapata solo perché aveva corrotto i giudici.
A quel punto, Draco scorse col dito le righe seguenti, arrivando al trafiletto che più gli interessava:

“Rimedi: non esistono. Molto medimaghi nel corso dei secoli, hanno cercato una cura, un contro incantesimo, ma fino ad oggi non si è ottenuto alcun risultato. Negli ultimi anni, le ricerche sono diminuite, in quanto tutte le vittime di tale maledizione sono tragicamente morte.”

Draco richiuse con forza il libro e, disperato, si portò le mani tra i capelli.
No. Non poteva permettere che accadesse qualcosa a sua sorella proprio ora che l’aveva ritrovata. Ci doveva essere un modo e lui l’avrebbe trovato, a qualsiasi costo…


 

Dopo diverse ore di ricerca, Draco abbandonò il reparto proibito della biblioteca.
Tutti i libri che aveva consultato ribadivano l'assenza di un contro incantesimo.
Ormai abbattuto, il ragazzo mise a posto i tomi e proprio mentre lo faceva scorse, tra due grossi volumi enciclopedici, un libro sottile che senza alcun apparente motivo, attirò la sua attenzione. Lo tirò fuori e lesse il titolo.
" Giornale di Magia Oscura di Barnaba Skeeter" inarcò un sopracciglio.
"Skeeter? Sarà una parente di quella stupida giornalista" sputò con cattiveria, aprendolo.
Un titolo attirò in modo impellente la sua attenzione:

 

"I Malfoy e l'amore maledetto"

 

Draco arricciò il naso e cominciò a leggere l'articolo.
Mano a mano che procedeva nella lettura i suoi occhi si dilatarono, dapprima per lo stupore poi per la paura, fino a che le sue emozioni non si trasformarono in collera.
 

"La storia che sto per raccontarvi è testimone della profonda intolleranza e ignoranza che regna nel Mondo Magico, dove il potere è detenuto da coloro che si fanno chiamare Purosangue, perché figli di maghi e streghe.
La vicenda si svolge in un periodo in cui l'equilibrio del nostro mondo è in apparenza stabile, ma in realtà diverse sono le crepe che il Ministero non è stato ancora in grado di sanare. È infatti ancora vivo in ognuno di noi, la presenza del Signore Oscuro e, come ben sappiamo, molti dei suoi seguaci si nascondo in mezzo a noi.
Probabilmente questa vicenda è frutto degli insegnamenti sbagliati insinuatisi in alcuni Purosangue fedeli alla causa del Signore Oscuro.
Sto parlando della famiglia Malfoy.
Fonti attendibili difatti, confermano che il mago capostitpite Abraxas Malfoy abbia maledetto i suoi nipoti. Ma entriamo meglio nella vicenda...
La giovane Lavinia Malfoy, primogenita di Lucius Malfoy e Narcissa Black, è stata vittima dell'incantesimo proibito Nexus Immortalis.
La sua colpa?
Essersi innamorata di un Mezzosangue francese, Sebastian
Il nonno non ha accettato tale relazione e in un impeto di rabbia ed odio nei confronti di una razza che egli ritiene inferiore, ha lanciato la maledizione.
E non solo.
Sembrerebbe che Abraxas, non contento e per evitare episodi simili, abbia esteso la maledizione al nipote maschio, Draco Malfoy.
Non abbiamo ulteriori dettagli su tale punto, ma ci auguriamo che non sia vero.
Dannare un bambino prima ancora che comprenda cosa sia giusto o meno, ci sembra una vera crudeltà (anche se non nutro alcun dubbio su quale direzione andrà il suo pensiero in futuro).
Cambierà mai questo mondo?
Quando finiranno i pregiudizi?
Ai posteri l'ardua sentenza".

 

Le mani del giovane Serpeverde tremavano. La vena gli pulsava sulla fronte e il desiderio di scagliare tutto per l'aria, divenne forte in Draco. Ma il ragazzo si trattenne dal commettere tale sciocchezza, col timore di venire scoperto.
Con rabbia e impazienza, rimise in ordine ciò che aveva usato e si affrettò a lasciare la biblioteca.
Che cosa significava che anche lui era stato maledetto?
Perché non ne sapeva nulla?
Sua Madre e sua sorella non avevano accennato a niente di tutto ciò.
D'un tratto nel bel mezzo del corridoio, Draco si fermò.
Gli occhi spalancati, le labbra semiaperte e la consapevolezza che ancora una volta la sua famiglia gli aveva mentito.

 

Lavinia lasciò cadere a terra, i ferri e il rotolo di lana azzurra.
Narcissa posò il libro che stava leggendo con attenzione e si girò verso la figlia, fissandola con preoccupazione.
"Cos'è successo?" domandò con fare concitato.
Lavinia aveva lo sguardo vacuo e per un attimo le labbra le tremarono.
"Draco sa..." sollevò lo sguardo e fissò la Madre.
"Ha scoperto la verità". Il suo legame con Draco, a causa anche della Maledizione, si era rafforzato, seppur solo univocamente.
Quelle parole parvero a Narcissa, l'ennesima condanna.
Si lasciò andare con la schiena sulla poltrona, chiudendo gli occhi.
Quand'è che la sua famiglia avrebbe trovato pace?

***

Mi prosto ai vostri piedi e vi chiedo perdono.
So che molti di voi vedranno come una mancanza di rispetto i miei ritardi nel postare, ma vi assicuro che le cause sono ben altre e la mia rabbia è tanta, perchè ci tengo moltissimo a terminare questa fan fiction. Molte volte mi ritrovo a scrivere e a non essere assolutamente soddisfatta e questo capitolo non fa eccezione.
Hermione scopre quanto siano realmente profondi i suoi sentimenti e comincia ad avvertire la paura del futuro.
Mentre Draco si ritorva a scoprire una verità sulla sua famiglia che fino a quel momento, gli esa stata taciuta.
Cosa farà? L'affronterà o scapperaà?
Lo vedremo.

A presto (spero)

 Marghe

Ps: non scrivo la fan fiction a scopo di lucro, ma per puro diletto. I personaggi sono di proprietà della Rowling, tranne Lavinia che è frutto della mia fantasia.

   
 
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