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Autore: _Terens    25/03/2013    3 recensioni
Sarah Williams è una ragazza di 17 anni con un carattere, di certo non dei migliori.
Sua madre, Jade, per una delusione avuta in passato non riesce ad avere relazioni serie con degli uomini, e finisce sempre per trasferirsi con sua figlia.
Questa volta la destinazione è Rosewood: città che Sarah conosce bene...
E' lì che è nata la madre, che è nata lei, e dove vive il padre, che non ha mai conosciuto e non vorrebbe conoscerlo.
In questa città Sarah avrà un bel po' di soprese: alcune belle, alcune brutte.
Tra queste c'è suo padre: la persona che non vorrebbe assolutamente incontrare.
Inoltre ricordiamo che lei non si è mai innamorata prima. Cosa potrebbe succedere quando è attratta inspiegabilmente da un ragazzo che odia? Sarà solo attrazione, oppure nascerà un sentimento ben più profondo?
Tra amicizie, attrazioni, amori e colpi di scena, come andrà a finire la sua storia?
Per scoprirlo, basta leggere!
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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-Devo andare per forza in bicicletta? Non puoi accompagnarmi tu?-  stavo letteralmente pregando mia madre per scroccarle un passaggio a scuola anche quella mattina.
-Tesoro, mi dispiace ma non posso. Oggi è il mio primo giorno di lavoro e...-
La interruppi bruscamente -Lascia perdere.- presi la mia borsa e uscii di casa sbattendo la porta.
Ormai rassegnata andai nel garage e presi la mia bici. Sbuffai guardandola e mi ripromisi di passare l'esame di guida, per avere finalmente un'auto.
Montai subito e cominciai a pedalare velocemente, mentre il vento scompigliava tutti i miei capelli. Seguii attentamente tutte le indicazioni stradali, per non fare la fine di mia madre il giorno prima.
Dopo poco tempo vidi il grande cancello nero, che segnava l'ingresso all'edificio. Entrai sotto gli occhi curiosi di tutti.Possibile che non avessero niente da fare? Accostai la bici in un angolo appartato accanto ad altre due e la legai al palo vicino. Poi mi guardai intorno alla ricerca di qualcuno che conoscessi, anche se non ne erano molti fino a quel momento. 
Purtroppo non incontrai nè i grandi occhi marroni di Jess, nè quelli azzurri così amichevoli di Chris.
Però in compenso incontrai altri occhi... occhi che mi scrutavano attenti e curiosi. Si, Luke mi stava guardando, e appena notò che me ne ero accorta, distese le labbra in un sorriso divertito. Decisi di spostare il mio sguardo altrove, improvvisamente a disagio dal suo insistente sguardo.
-Non mi dire... Anche tu.- mi girai di scatto ritrovandomi davanti a Cleo in tutto il suo scarso metro e sessanta che mi sorrideva beffarda. Fui costretta ad abbassare la testa per guardarla negli occhi.
-Non capisco cosa intendi.- ed era vero, non avevo la minima idea su cosa si riferisse.
-Luke Evans. Bello, popolare. Il misterioso ragazzo dagli occhi magnetici. Il sogno proibito di tutte le ragazze. Si, finora non si è interessato a nessuna veramente, quindi fossi in te punterei lo sguardo su qualcun'altro se non vuoi rimanere scottata.-
Le sorrisi più falsa di una banconota da sette dollari -Grazie per il consiglio, ma posso cavarmela benissimo da sola.-
Il suo sorriso diventò presto una smorfia alla mia risposta.
-Ehi Sarah!- fortunatamente Jess si stava avvicinando proprio in quel momento. Solo dopo notò Cleo e squadrandola da capo a piedi mi chiese -Che ci fai con lei?- 
La mora gli rispose in tono vago -Parlavamo di tuo fratello...-
Jessica si girò interrogativa verso di me, guardandomi dritta negli occhi -Come?-
Proprio in quel preciso istante suonò la campanella, così fummo costrette a lasciar inconcluso il discorso, per entrare a scuola.
La rossa mi affiancava, mentre io camminavo a passo svelto, decisa di stare il più lontano possibile da Cleo.
-Senti, qualunque cosa ti abbia detto, non dare peso alle sue parole. E' un'idiota.-
Annuii senza dire una parola. -Io ora ho lezione in aula 37. Diritto. Te?-
Guardai il foglio che tenevo in mano -Io ho due ore consecutive di letteratura straniera.-
-Buona fortuna.- mi disse sarcastica.
-Me ne servirà tanta.- commentai con il suo stesso tono, per niente entusiasta.
Ci salutammo, e ognuna si diresse nella propria aula. Inutile dire che non avevo idea di come trovare l'aula.
Quell'edificio era un vero e proprio labirinto, contando poi il mio scarso senso dell'orientamento, stavo messa proprio bene.
Gli studenti non facevano più tanto caso a me, tanto erano impegnati a studiare all'ultimo minuto, o a salutare la loro anima gemella, in un modo non proprio casto. Scorsi in lontananza il ragazzo che piaceva a Jess. Com'è che si chiamava?
Ethan, si era proprio lui. Non so per quale motivo ma si stava avvicinando a me.
Ormai mi stava proprio davanti -Ehi!-
-Ce l'hai con me?- chiesi abbastanza scettica.
-Direi di si. Tu dovresti essere nuova, giusto?- Che perspicacia questo ragazzo. -Mi hai mai visto?-
-No.- rispose con ovvietà.
-Ti sei risposto da solo.- dissi, con un punto di acidità nella voce.
-Che bel caratterino... mi aveva avvertito Luke.-
-Non sei divertente.- 
Lui alzò le mani, da innocente -Ehi, io non c'entro niente. E' quello che ha detto Luke. Io non penso questo di te... E poi le ragazze con carattere sono le mie preferite-
Rimasi interdetta dalla sua risposta e piacevolmente stupita. Boccheggiai un paio di volte senza rispondergli, per poi girare i tacchi e tornare a cercare l'aula. Anche se ero girata potevo sentirmi il suo sguardo addosso.
E così Luke aveva parlato di me con il suo migliore amico...
Non so per quale assurdo motivo, ma il fatto che ne avesse parlato con qualcuno mi faceva sentire lusingata, anche se quello che aveva detto non era proprio il massimo.

 
*****
 
Le due ore di letteratura straniera si erano rivelate noiose e stancanti. Il professore mi fece qualche domanda su come ero messa col programma, e non sembrò molto soddisfatto della mia risposta. Che dire? A scuola non ero mai stata una cima, e i docenti se ne sarebbero presto accorti.
Uscii finalmente dall'aula e cominciai a guardarmi intorno alla ricerca del mio armadietto.
Guardando a destra e a sinistra non guardavo però di fronte a me, infatti andai a scontrarmi contro qualcuno.
Mi massaggiai la testa, dolorante per la botta, e solo dopo mi accorsi di chi avevo avanti.
Il biondo davanti a me sorrise amichevolmente -Fammi indovinare. Cerchi la presidenza?-
Involontariamente anche le mie labbra si distesero in un sorriso -Veramente no. Cerco il mio armadietto. E comunque scusa se ti sono venuta addosso.-
Lui parve sorpreso dalla mia risposta -Mi hai davvero chiesto scusa?-
-Si, che c'è di strano?-
-Niente... è che a primo impatto non sembri una che chiede scusa facilmente.-
-Davvero?- chiesi scettica.
Chris sfoderò il suo solito sorriso da bravo ragazzo -Ehi non te la prendere, ho giudicato male.-
-Non me la sono presa, però ora devo andare.-
Non poteva esserci bugia più grossa. La verità? Eccome se me l'ero presa, in un giorno ero stata accreditata come una ragazzina, isterica e scontrosa, e come se non bastasse sembravo il classico tipo che non chiede mai scusa.
Ok, diciamo pure che non avevano tutti i torti, ma mi avevano appena conosciuto. Non avevano il diritto di giudicarmi in base al mio comportamento di un giorno. Sbuffai sonoramente. Decisamente quella non era la mia giornata.
Cominciai a svoltare più corridoi in cerca del mio armadietto, decisa più che mai di liberarmi di quei maledetti libri.
Mi illuminai alla vista del numero che tanto cercavo: 116.
Subito accorsi lì davanti e provai la mia combinazione. Con mio stupore però, l'armadietto non si aprì. Così tentai più volte, con scarsi risultati. E ovviamente non poteva che essermi capitato l'armadietto rotto.
Sbuffai sonoramente, e strattonai il lucchetto che teneva chiuso l'armadietto.
-Maledetto.- imprecai a bassa voce tirando uno strattonte.
Una voce piuttosto irritante giunse dietro le mie spalle -Ehi, ehi! Stai cercando di scassinare il mio armadietto o cosa?-
Come? Mi girai all'istante trovandomi davanti Luke, che sembrava volermi incenerire con lo sguardo.
Alzò un sopracciglio e in tono duro mi disse -Allora?-
Io non capii -Allora cosa?-
Lui sospirò -Perchè vuoi aprire il mio armadietto?-
-Questo è il mio armadietto.- risposi ovvia.
-No, questo è il mio, vediamo...- si mise a contare con le dita della mano -si, è il mio armadietto da ben cinque anni.-
Rimasi un attimo interdetta dalla sua risposta, eppure mi pareva che nel foglio il numero dell'armadietto fosse il 127.
Controllai meglio e notai avevo letto male. Il mio era il 117.
Non sapevo più cosa dire, solo che avevo fatto l'ennesima figura del cavolo.
Luke mi strappò bruscamente il foglio dalle mani e lesse che c'era scritto. Poi ridusse gli occhi a due fessure -Allora?-
Cominciai a balbettare non sapendo nemmeno io cosa cercavo di dire.
Alla fine sospirai per poi mormorare afflitta -Scusa.- 
Lui sbuffò e non sembrò affanto soddisfatto delle mie scuse. Poi pensai a quello che aveva detto a Ethan e cambiai d'un tratto umore, riacquistando l'arroganza di poco prima.
-Anzi, sai che c'è? Scordati le mie scuse. In fondo ieri tu non mi hai trattato benissimo.. quindi ti chiederò scusa solo quando tu farai altrettanto-
Lui mi guardò incredulo -Io non ti dirò proprio un bel niente.-
Per un attimo non seppi come ribattere ma poi lo guardai negli occhi senza sbattere ciglio -Allora mi sa che nessuno otterrà quello che vuole...-
Luke mi si avvicinò così tanto che indietreggiai finendo praticamente attaccata agli armadietti.
Poi mi sussurrò all'orecchio con voce roca -Non farmi pentire di averti salvato la vita biondina.-
Quella frase detta con cattiveria mi fece sentire davvero male, anche se non lo diedi a vedere. Alzai lo sguardo orgogliosa, ritrovandomi a fronteggiarlo -Tu la prossima volta non salvarmi.-
-Tranquilla che la prossima volta ci penserò due volte, prima di commettere uno sbaglio del genere.-
Se quella frase mi aveva davvero ferita, quest'altra mi aveva mandato totalmente giù di morale... Sbaglio. Aveva definito sbaglio l'avermi salvato la vita.
-Bene.- dissi, anche se non andava affatto bene.
Detto questo girai i tacchi e andai verso il cortile della scuola. Avrei saltato l'ultima ora di lezione, avevo proprio bisogno d'aria.
Mi sedetti su un muretto a fissare le persone attorno a me. Completamente sconosciute. Come lo ero io in quel momento.
Una sconosciuta. E allora perchè si permettavano di giudicarmi in base al comportamento di un giorno?
Sospirai afflitta. Le persone si lasciano andare sempre all'apparenza, per loro non importa scavare in fondo.
-Ehi! Ti ho cercata per tutta la scuola. Non vieni?- alzai gli occhi incontrando la figura di Jess.
-Credo che salterò quest'ora di lezione.-
Lei si mise a sedere accanto a me -Su, racconta. Che è successo?-
Incontrai i suoi occhi marroni, così amichevoli, così simili a quelli di Emily, che mi aprii totalmente con lei -Le persone... sono qui da neanche un giorno e già si permettono di giudicarmi. Forse sotto alcuni aspetti avranno anche ragione, ma non mi conoscono. Non possono giudicarmi. Non ora almeno.-
Lei mi sorrise incoraggiante -E vediamo... una di queste persone per caso è mio fratello?-
La guardai perplessa, come era possibile che dopo neanche un giorno già riusciva a capirmi?
Per un attimo pensai ad Emily, avevano gli stessi occhi. Ma erano completamente diverse. La prima, sempre di cattivo umore e acida, Jess invece era sorprendentemente gentile con me.
-Senti, non dare peso a mio fratello. E' uno sciocco, non vorrai rovinarti la giornata per lui...-
Alzò un sopracciglio in attesa di una mia reazione, che non tardò ad arrivare.
Le sorrisi, forse il primo sorriso vero della giornata -Andiamo.-
 
*****
 
Il resto della giornata passò alla grande, forse a causa di quell'angelo con i capelli rossi.
Sul serio, adoravo quella ragazza. Era un mito. Era unica nel suo modo, sembrava che nessuno potesse toglierle la voglia di sorridere. E questo un po' glielo invidiavo. A me bastava il minimo errore, anche la cosa più sciocca per rovinarmi la giornata.
Jess mi aveva portato a fare il giro della città. Ok, che non era il massimo perchè piccolina, però era davvero carina.
-Dai, non disturbi. Mia madre sta al lavoro, tornerà stasera.- insistetti affinchè Jessica entrasse in casa.
Alla fine la rossa cedette e sorrise rassegnata così aprii la porta e le feci strada in casa.
Inaspettatamente trovai mia madre intenta a parlare al salotto con un uomo.
-Senti ho detto che...- la sua voce era piuttosto alterata. Appena mi vide lasciò in sospeso la frase.
-Sarah, non mi presenti la tua amica?- 
La guardai diffidente -Tu non mi presenti il tuo?- dissi squadrandolo da capo a piedi.
Lui sorrise mostrando dei denti bianchi e perfetti, avvicinandosi a me mi porse la mano -Sono R...-
Mia madre lo interruppe bruscamente -Lui è Robert, è un mio collega di lavoro. Era venuto qui per...-
-Ero venuto per esaminare delle schede insieme. Beh, Sarah, giusto?- quel sorriso mi metteva a disagio.
Annui mentre lui mi strinse la mano -E' stato un piacere conoscerti.-
Sorrisi imbarazzata mentre lui salutava mia madre ed usciva di casa.
-Comunque lei è Jessica.- dissi rivolta a mia madre. Questa le sorrisi dolcemente -Io sono Jade, piacere.-
-Piacere mio signora.- rispose gentilmente la rossa.
Mia madre rise sonoramente -Chiamami pure Jade, mi sento troppo vecchia altrimenti.-
Sbuffai, mia madre non cambiava mai. Presi Jess da parte e la trascinai di sopra in camera mia.
-Lasciala perdere mia madre, è così...- non sapevo davvero come finire la frase.
-Non ti preoccupare, a me è sembrata così carina.- sembrava davvero sincera.
Chissà come mai la prima impressione che davo io a tutti era che fossi una ragazzina acida e impertinente; mia madre invece sembrava sempre allegra e sorridente.
-Quell'amico di tua madre...-
-Collega.- la corressi. Non mi andava giù che già si fosse fatta degli amici. O meglio, un amico.
-Si quello lì.- disse come se al momento non fosse importante. -Non ti sei accorta che aveva i tuoi stessi occhi?-
La fissai scettica per poi scuotere la testa un paio di volte. -Che c'è di strano?-
Lei alzò le spalle con noncuranza -Niente, era solo un'osservazione.-
Cambiammo subito argomento, e alla fine finimmo di parlare delle stupidate più assurde.
E tra chiacchiere e risate anche il resto della giornata volò letteralmente.




Angolo dell'autrice:
Si, sono tornata... Lo so, lo so. Sono tremenda, sono mesi che non aggiorno e che voi aspettate questo capitolo.
Mi dispiace davvero, ma come al solito metà del capitolo era già pronta mentre per l'altra metà non sapevo che mettere e mi trovavo a cancellare sempre quello che scrivevo.
Spero solo che questo capitolo non vi abbia deluso e che continuiate a seguirmi nonostante io non sia il massimo.
Poi volevo ringraziare quei 7 meravigliosi angeli che hanno recensito lo scorso capitolo. Siete fantastiche, credetemi e le vostre recensioni sono state davvero bellissime.
Spero di riuscire ad aggiornare prima questa volta. Se non lo farò siete autorizzate ad ammazzarmi.
Un bacio a tutte <3
  
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