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Autore: herion    04/04/2013    1 recensioni
Prendo in mano la matita misteriosa, si adatta perfettamente alla mia impugnatura.
La poggio sul foglio bianco e basta una lieve pressione per attivare il suo meccanismo.
Il vortice mi trascina con se, verso un luogo in cui non c'è spazio per il mio respiro, non c'è spazio per il mio pensiero.
Mi abbandono alla spirale di colori e grafite ... continuo a cadere e a perdermi.
Mi piace.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hola!
Ecco qui il terzo capitolo appena sfornato :D lo so, lo so ... sono una ritardataria nata! Scusate se ci metto così tanto T.T Sono davvero contenta di ricevere tutte le vostre recensioni e i vostri commenti e critiche :) grazie!
Un grazie speciale soprattutto a LoveForHachi, Water_Wolf, Naitmers e HerNameIsGiuls ^^
Questo capitolo è un po' più lungo degli altri e qui entra in gioco un nuovo personaggio che spero gradiate.
Troverete per la prima volta delle conversazioni! Fatemi sapere se le ho scritte bene ;)
Buona lettura <3



CAPITOLO 3

È come tornare a respirare dopo un’estenuante apnea.

Non sono mai stata una grande nuotatrice, anzi, ho smesso di andare in piscina da quanto mia cugina Fillis mi ha quasi fatto affogare all’età di sei anni … beh, forse non ho proprio rischiato la vita quel giorno, ma la paura dell’acqua è rimasta.
Ma non è proprio l’acqua a spaventarmi, è la mancanza d’aria, i polmoni bloccati in una morsa, la gola immobile e la trachea che urla il suo bisogno disperata.

Ecco, quella è la sensazione che provo un secondo prima di inspirare.

Aria, aria, aria!!!

I polmoni bruciano come fossero in fiamme, lo sterno si solleva dolorante e io sussulto ed emetto un gemito di dolore.

L’ossigeno mi riempie la vene e non c’è sollievo più dolce in questo momento; inspiro con forza quanta più aria riesco a catturare e mi sento rinascere.
Apro gli occhi di scatto, è un movimento rapido e deciso (questo mi fa dedurre che un attimo fa non ero addormentata, No, non lo ero affatto).
Tossisco più volte e cerco di calmare la mia iperventilazione. Non c’è bisogno che mi prenda il battito, sento il mio cuore martellarmi il corpo come se volesse distruggerlo e lo percepisco agitato e frenetico.

Devo calmarmi. Sono a terra, proprio sotto il bordo esterno della panchina in cui ero seduta un attimo prima.
Sto per rimettermi in piedi e vedo una figura avvicinarsi.
È un ragazzo.

<< Ehi! Tutto bene? >> dice mentre mi corre incontro.
Non rispondo. Sono ancora troppo confusa e agitata per parlare. Lui mi afferra sotto le braccia e mi aiuta a sedermi nella panchina. Sento della neve sciogliersi nella mia guancia, ho le mani e i piedi congelati.

Il tipo è intento a raccogliere dei fogli dal ciottolato … sono i miei disegni!
Li ammucchia rapidamente e me li porge. Lo guardo negli occhi e lo riconosco. Dannazione! Lavora nella libreria del centro, esattamente la stessa libreria in cui io mi reco circa due volte a settimana.
Afferro rapidamente i fogli da disegno (che sembrano essere ancora in buone condizioni) e sento il calore inondarmi le guance. Arrossisco.

<< Stai bene? Che ti è successo? >> mi tocca rapidamente la guancia sinistra con la punta delle sue dita, sono calde. Ok, ora sono paonazza.
<< Sto … bene! Si, certo! >> dico con un tono più alto di quello che dovrei usare << P-Penso di essere svenuta, tutto qui. >>
<< Ti ho visto a terra che ansimavi e sembrava che non riuscissi a respirare bene … hai pure gridato! >> mentre parla muove freneticamente le mani e gesticola in modo esagerato. Sorrido.
<< Ehi! Ma io ti conosco! >> dice con tono squillante, i suoi occhi si ingrandiscono. Ecco fatto.
 << Sei la ragazza del bibbione [1] su l’arte romanica! >> ride divertito.
<< Ehm, già! Proprio io! >> rispondo imbarazzata.

Il battito si sta regolarizzando e non fatico più a respirare. Il ragazzo mi prende la mano e preme due dita sul polso, cerca i battiti.
Mi affretto a tirare giù le maniche e spero veramente che li non li veda. Non deve vedere i segni. [2]
<< Bene, ti stai riprendendo. >> sorride mentre lo dice << Hai fatto colazione? >> mi guarda con fare accusatorio.
<< Io veramente … no. >> questa mattina mi sono proprio scordata di mangiare.
<< Allora sono obbligato a portarti in un bar! Ah, quasi dimenticavo! Io sono Dimitri. >>
Mi porge la mano, gliela stringo e dico << Elyon, piacere >>.
Mi tira a se e mi ritrovo in piedi di fronte a lui.
<< Andiamo? >>

Prendo i fogli e comincio a seguirlo.
Per un attimo penso che forse non è una buona idea. Dopotutto sto andando in un bar (almeno spero) con un ragazzo che ho appena conosciuto … anche se in realtà lo vedo sempre in libreria … ma comunque non lo conosco affatto!

Sto ancora rimuginando sul da farsi quando Dimitri si volta e mi chiede << Disegni? >> indica i fogli che stringo ancora ina mano.
Sarà meglio riporli dentro lo zaino.
<< Si, è il mio passatempo. >> arrotolo i fogli e li metto nello zaino.
<< Direi più una passione visto come disegni bene! >>
Oddio, li aveva guardati mentre li raccoglieva. Mi mordo il labbro inferiore. Ho sempre provato imbarazzo a mostrare agli altri le mie opere. In ogni disegno c’è qualcosa di mio, sono come tanti specchi che riflettono diverse angolazioni del mio corpo. Ognuno di loro è unico, ma prendono tutti dalla stessa fonte principale: me. Far vedere i miei disegni è come mettermi a nudo, mostrare le parti più deboli e strane del mio essere, quelle che neanche io so decifrare.

Perché nessuno si conosce veramente fino in fondo. Nessuno.

<< Grazie. >> sbotto seccata. Non voglio sembrare permalosa, ma non sopporterei mai che la conversazione virasse dritta vero l’argomento ‘ disegni bene … fai l’artistico?’.
Dimitri mi guarda strano ma poi scuote la testa ed apre una porta a vetri.

Siamo arrivati al bar. È quello sulla strada che va alla stazione degli autobus. Perfetto!
Ci sediamo ad un tavolino e Dimitri saluta un ragazzo al bancone con la testa piena di rasta biondi.
Siamo un di fronte all’altra.

Solo ora mi accorgo che ha dei meravigliosi occhi grigi, che mi ricordano le nuvole dopo una giornata di pioggia: non troppo scure, ma neanche troppo chiare e debolmente illuminate dal sole. I capelli sono neri come la pece e si arricciano leggermente vicino alle orecchie. Ha la pelle abbronzata (Strano. È pieno inverno! … carnagione scura!) e le labbra hanno una curiosa forma a cuore.
Si accorge che lo fisso e sorride. Forse anche lui mi sta studiando.

<< Allora Dimitri, che posso portare a te e alla tua amica? >> il rastone biondo è comparso alla mia destra con un blocchetto per scrivere gli ordini in mano.
<< Due cappucci e due brioches alla nutella >> mi fa l’occhiolino. Non riesco a fare a meno di sorridere.
<< Arrivano subito! >> il rastone se ne va salterellando.
<< Un tuo amico? >> provo con una domanda scontata per iniziare la conversazione.
<< Si, Octavian! Suo padre ha il negozio di dischi vicino alla libreria, ogni tanto mi fermo da lui ad ascoltare qualche disco reggae. >>
<< Oh ti piace il reggae! Figo! >> ecco, ora si che mi sento un idiota. ‘Figo!’

Octavian arriva subito con l’ordine. Butto un bustina di zucchero nel cappuccino. In quel bar hanno proprio un zucchero curioso; sono palline imbustate una ad una.

<< E a te che genere piace? >> torniamo alla conversazione.
<< Io ascolto Indie Rock … ma soprattutto musica indipendente, sai Underground! >> mi guarda affascinato. Forse l’ho colpito.
<< Questo si che è figo! >> ride. Ha un bel sorriso.
<< E studi, magari, tra un concerto e l’altro ? >> mi chiede ridacchaindo prima di bere una sorsata di cappuccino.
<< Si. Liceo … Scientifico. >>
<< Oh! Ci passano tutti almeno una volta nella vita >> . Ridacchia.
<< Fai lo scientifico ? >>. Mordo la brioches.
<< No! Per carità! L’ho appena finito. >> gesticola con le mani come se volesse scacciare una mosca. Rido.

Quindi ha più di diciott’anni. Strano, non sembra.

<< Quindi lavori ora? >> chiedo. Inzuppo la brioches nel poco cappuccino che mi rimane.
<< Mi vedi così poco studioso? >>. Punta di ironia.
<< No! Io pensavo .. cioè … hai detto che lo scientifico non ti piaceva, quindi ho pensato … niente! Quindi studi! Bene, bene, università! Buon per te! >>

Oddio ma che ho balbettato? Elyon prendi un pala e vai a scavarti la fossa. Sento le mie guance arrossire di nuovo.

Dimitri ride. Ha un bel suono la sua risata.

<< Fisica! Se vuoi proprio saperlo. >>. Finisce la sua brioches.
<< Interessante! >> dico seria. Mi interessa davvero.
<< Guarda! >> prende una pallina di zucchero e la estrae dall’involucro.
<< Wow! Una pallina di zucchero! Devi essere un fisico molto promettente all’università! >> dico sorridendo.
<< Spiritosa! >>. Ride sotto i baffi. << Octa! Hai un bicchiere? >>
Octavian arriva rapido, con un bicchiere di vetro e dopo averlo posato se ne va, ancora saltellando.

[3]<< Io posso far entrare questa pallina di zucchero nel bicchiere senza toccarla! >>. Fa una pausa ad effetto. << Con la fisica! >>
Prende il bicchiere e lo posiziona sopra la biglia; comincia a farlo roteare velocemente muovendo il polso; la biglia entra nel bicchiere e gira con esso. Elementare!
<< Vedi, questa è la forza ..>>
<< Centripeta! >> finisco io la frase. Lo guardo soddisfatta.
<< È la forza interna generata dal bicchiere che agisce sulla pallina zuccherata e quindi le fa percorrere una traiettoria circolare. >> concludo.

Sento Octavian ridacchiare dietro al bancone. Dimitri appoggia il bicchiere sul tavolo.

<< Vedo che non sono l’unico a cui piace la fisica in questo bar! >> mi osserva e stira le labbra in un piccolo sorrisetto che gli fa comparire una fossetta nella guancia sinistra.
<< E dimmi, perché una ragazza intelligente come te oggi non è a scuola a studiare ma gironzola per i giardini del centro pronta a svenire in ogni angolo? >> Touché.
<< Diciamo che oggi è stata una piccola trasgressione alla regola >> rispondo rapida.


Proprio in quel momento sento il cellulare vibrare in tasca. Guardo, è Zeudi. Rispondo.
“Pronto?”
“Pronto, Elyon! Dove cazzo sei?!?”
“Ehm …io… la bar. Ma perché…?” vedo l’orologio a forma di tazzina da caffè del bar “OH CAZZO!”
“Corri!”. Zeudi chiude la telefonata.

Sono in ritardissimo per la corriera! Perderò l’autobus, accidenti! Prendo il cappotto e lo zaino.
Guardo Dimitri. Sembra già aver capito tutto. Si alza dalla sedia.

<< Io devo andare o perderò l’autobus, scusa! >> dico velocemente.
<< Se vuoi … potrei portarti a casa in macchina … sempre se ti va! >> mi sorride.
<< Io … no, scusa no! Un’altra volta magari. >>. Un po’ mi dispiace rifiutare l’offerta ma non posso proprio.
<< Ok, nessun problema. Beh … allora, ciao! >> alza la mano in segno di saluto. Io sono già vicina alla porta. Devo proprio scappare.

Sospiro. << Ciao! >>

Quindi finisce così? Ma certo che finisce così! È un incontro occasionale. Però forse speravo … non so, qualcosa. Speravo che mi desse il suo numero? Un e-mail? Avanti, non è proprio il momento giusto per conoscere un ragazzo.

Esco. Ma non riesco a finire di far chiudere la porta del bar e sono di nuovo dentro.

<< Oddio scusa! Mi sono dimenticata di pagare! Scusa! >> dico imbarazzata.
Sto per frugare tra le monetine delle tasche quando Dimitri mi blocca dicendo << Ops ! Sei arrivata in ritardo credo. Ma che ci fai ancora qui? Forza vai! >> ride, tranquillo.
Lo ringrazio per la brioches e il cappuccino un’altra decina di volte prima di uscire.

Ho appena imboccato a tutta velocità la via laterale per la stazione quando sento la voce di Dimitri uscire dal bar urlando << Attenta a non scivolare, Elyon! La forza di gravità è anche peggio di quella centripeta! >>.

Rido. Se questo è un addio devo dire che è proprio riuscito bene.

Mi fiondo al di là del passaggio pedonale stando attenta al ghiaccio e alla neve che si sta sciogliendo.
Vedo subito Zeudi che agita freneticamente le braccia verso di me urlando il mio nome.
Ha un piede poggiato a terra e uno sul primo scalino dell’autobus. Ha trattenuto l’autista per me.
Salgo e la ringrazio. L’autista mi guarda male e parte. Prendiamo posto in due sedili vicini.

Zeudi è curiosa di sapere tutto quello che ho fatto e le faccio una descrizione dettagliata.
<< Cosa? Hai incontrato un ragazzo? Come hai detto che si chiama? Dimitri? Oddio! E com’è ? Carino? >> dice tutta eccitata.
<< Scusa ti ho appena detto che sono svenuta nel parco e che ho rischiato di morire soffocata in un sogno completamente assurdo e spaventoso e tu la prima cosa che mi chiedi è l’aspetto fisico del ragazzo che mi ha aiutata? >> ridacchio. È proprio da lei.
<< Per prima cosa era solo un sogno, poi ,secondo me, ha solo avuto un leggero calo di zuccheri e qualche colpetto di tosse …>>
<< Colpetto di tosse?! Zeudi non riuscivo più a respirare! Credevo di morire asfissiata!!! >>
<< TERZO! Lui non ti hai aiutata, ti ha salvata! Allora com’è? >>

Oddio, si sta già facendo un film mentale per conto suo. Sorrido. Zeudi è fatta così e non si può non volerle bene. Sempre allegra e solare, un vulcano in piena attività. Può sembrare superficiale ma non lo è affatto con le persone a cui vuole bene.

<< È un normale esemplare umano, con una fenotipo [3] nella norma. >>. Fregata.

Sbuffa. Mi sorride. Siamo arrivati alla sua fermata.

<< Non mi fido! Per me è carino!>>. Rido. Non vuole proprio arrendersi.
<< Però promettimi che la prossima volta che stai male mi chiami subito! >> mi da un piccolo bacio sulla fronte e se ne va.
<< Promesso >> sussurro. Lei è già scesa.

Mancano solo due minuti alla mia fermata.
Tiro fuori i disegni dallo zaino per assicurarmi che non si siano bagnati troppo sulla neve.

Il mio cuore perde un battito. I miei occhi si dilatano e mi porto una mano alla bocca.


Sul primo foglio c’è il bambino.
Il bambino cieco del sogno che mi guarda.
Ritratto in maniera perfetta.
Ritratto da me.
È il mio segno, il mio tratteggio e la mia tecnica di chiaroscuro e c’è pure la mia firma nell’angolo del foglio.

Le mie mani tremano. Oh mio Dio! Ho disegnato io quel bambino! Quando?
Non riesco a ricordarmi nulla. Io stavo disegnando la bambina del parco con la sua borsetta e poi ho preso la matita rossa … la matita rossa !

Lascio i fogli e cerco nello zaino.
Trovo il contenitore e lo apro.
Al suo interno c’è la matita misteriosa.
È posata nella custodia e riposa pacifica come se non fosse mai stata usata.
Eppure ho il sospetto che sia proprio sua la grafite sul disegno del bambino.


Guardo di nuovo il disegno e mi accorgo di un particolare che prima mi era sfuggito.
Si vedono delle lettere trasparire dal foglio. Guardo sul retro e trovo un numero di telefono e sopra un nome.
Dimitri.












 Angolo autore

Ben arrivati! Spero vivamente vi sia piaciuto questo capitolo ;) Allora ho due cosucce da spiegare :
[1] Bibbione ... allora qui volevo esprimere il concetto di libro incredibilemente voluminoso e noioso ma non voglio assolutamente offendere nessuno! Ho usato questa parola perchè secondo me esprime perfettamente il concetto ma non voglio dire che la Bibbia sia un librone noioso e inutile!

[2] I segni ... eheheh ... il rating giallo l'ho messo per un motivo ;(

[3] Ok, qui c'è da ridere XD Questa bellissima tecnica di seduzione mi è stata ispirata dall'episodio 1x03 della famosa seria televisiva The Big Bang Theory ^^ qui c'è il video per chi fosse interessato http://www.youtube.com/watch?v=-KSeu5jkCr4
 
Bene, ho spiegato tutto! Come avrete sicuramente notato l'aspetto fisico di Elyon non viene menzionato :) io preferisco che il lettore se la immagini come vuole ; bionda, mora, magra, paffutella ... insomma fate voi ^^ Sarebbe divertente che nelle recensioni mi raccontaste come vi immaginate l'aspetto di Elyon :D Sarei davvero curiosa e poi è un bel confronto!

Vabbè l'importante è che recensiate :D grazie! <3

baci
herion
  
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