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Autore: Nicolessa    18/04/2013    2 recensioni
In questa storia si svilupperà finalmente quello che è il vero sentimento tra i personaggi che più adoro in Supernatural: Dean e Jo.
Benchè questo si sviluppi proprio nel periodo "pre-morte-imminente" di Dean (e sto parlando di giorni), la loro complicata relazione riuscirà a mettere in chiaro i loro pensieri, all'inizio confusi e discordanti.
Il capitolo inizia con la presentazione di un nuovo personaggio che spingerà Dean a dire addio alla biondina.
Credo che inizierò a piangere fin da ora.
Ma ehi, infondo sono pur sempre un testardo Winchester e una ribelle Harvelle! Mi faranno sempre piangere!
Quindi godetevi il momento e... fazzoletti alla mano!
Questa fanfiction è la quinta parte della saga (?) che potrete trovare sempre sul mio profilo.
~ Dangerous Hunt
~ Dangerous Feelings
~ Dangerous Secrets
~ Dangerous Couples
• Dangerous Goodbyes
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Jo, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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Vecchi sogni (1)
Capitolo 1 - Vecchi sogni (1).








L'inferno: che posto poco organizzato. Urla, sangue e ancora urla, non c'era un angolo per potersene stare in pace... certo, lo scopo del'inferno era proprio quello di non concedere pace a nessuno ma, per un povero e stanco demone, un posticino dove riorganizzare le idee avrebbe fatto certamente comodo.

Per cercare quindi un po' di chiarezza nella mente, uno dei demoni più innocui della gerarchia, scese -o meglio salì- sulla Terra.
Rowena era uno dei demoni succubi, uno di quelli che avevano il semplice compito di assillare e torturare gli uomini in uno dei pochi momenti della giornata in cui ci si aspettava un minimo di tranquillità: nel sonno.
Bella, affascinante e sinuosa, Rowena aveva il dovere di sedurre gli uomini e condurli nel sentiero del peccato per poi ripopolare l'inferno a regola d'arte. E con i suoi ritmi non ci avrebbe impiegato molto.
A quei tempi però non aveva molta voglia di trasportare le anime in quella gabbia di pazzi e le voci correvano veloci tra gli occhi neri.

«Sul serio, Dean? Ti rimane meno di una settimana?» domandò per sicurezza lei, insinuatasi ormai nei suoi sogni. 
Tzè, sogni. La parola giusta sarebbe stata "incubi" ma, in qualche modo, riuscì a scacciare l'immagine di occhi gialli dalla mente di Dean, rimpiazzandola con la sua figura avvolta da un corto vestito bianco.
«Ehilà tesoro!» Disse lui forse sollevato dall'improvviso cambio di scenario del suo sogno «È davvero un piacere vederti.» 
Vecchie conoscenze.
Era consapevole del fatto che stesse sognando, esattamente come era consapevole di chi fosse realmente 
Rowena: sapeva che era un demone succube, che i suoi non erano semplicemente sogni "poco puri" e che lo stesse conducendo lentamente -attraverso la lussuria- verso l'inferno... anche se quello stava già accadendo anche senza la partecipazione della giovane bionda. Quindi perchè vietarsi quel piccolo piacere se la sua fine era già scritta?
In realtà Dean era più che sollevato di avere un po' di "divertimento" in uno di quei momenti che da settimane era destinato a profondi sensi di colpa e flashback sulla morte del fratello.
«Non sono qui per quello che pensi.» Lo avvertì lei con una smorfia di rimprovero mista ad una velata malizia. Infondo lo sapevano bene tutti e due cosa succedeva subito dopo i saluti.
«Ah no?»
«Non esattamente. Niente sesso, tanto per cominciare. Allora, è vero?» Disse una seconda volta accentuando qual suo sguardo eloquente per ricevere una risposta che potesse confermare le dicerie che correvano all'inferno con tanta impazienza.


  • Nulla di nuovo.
    Sognare dei cani affamati che lo rincorrevano costantemente ormai era all'ordine del giorno... o della notte. Fatto stava che l'idea di dover morire, adesso, non gli stava più tanto a genio.
    Forse all'inizio, sparire dalla circolazione 
    sembrava qualcosa di poetico e affascinante: non doversi più preoccupare di nulla, sapere che Sam avrebbe potuto realizzare i suoi sogni, ecc... .
    Aveva solo dimenticato un piccolo dettaglio: la destinazione.
    L'Inferno non era mica un parco giochi o una versione tarata del Paradiso. No, assolutamente.
    Se doveva finire lì un motivo c'era, e anche se il suo corpo sarebbe morto, la sua anima avrebbe continuato a vivere in eterno.
    Ergo, avrebbe continuato a soffrire e non per un paio di giorni, ma per sempre. Tuttavia era comunque rassegnato all'idea di doverci andare e rimanerci anche. Non c'era più alcuna possibilità per lui. La Colt era perduta, Lilith era praticamente imbattibile. Nel migliore dei casi, Sam l'avrebbe fatta franca, avrebbe trovato un modo per ucciderla dopo la morte di Dean e poi avrebbe messo un punto decisivo a tutta quella ridicola storia. 

    «Temo di sì.» Confessò mentre ogni cosa, ogni piccola goccia della sua paura interiore scompariva. 
    Diventò tutto buio.
    Dean era in piedi sul vuoto nerastro e di fronte a lui una bella ragazza bionda gli sorrideva come premurosa. 

    La domanda che si poneva in quel momento era: che cosa voleva da lui una demone succube? Dean era praticamente un morto che camminava oramai, che cosa ne avrebbe ricavato da un moribondo?
    Sì, sapeva perfettamente cos'era lei in realtà.
    Nessuna visione, per quanto potesse essere credibile, aggiustava di punto in bianco gli incubi di una persona. 

    «Un motivo in più per darci dentro, mh?» Ammiccò ridacchiando. 
    Un punto a suo favore era il fatto di non darsi mai per vinto anche quando sapeva perfettamente di esserlo.

  • Era la prima volta che gli parlava seriamente. O la prima volta in generale che facevano una chiacchierata da amici... il suo "lavoro" non includeva nel prezzo una simpatica chiacchieratina casta e priva di doppisensi. Ecco perchè le venne istintivamente da ridere a quella sua battuta che, in fondo, tanto battuta non era. 
    Le avevano parlato del suo carattere ribelle e molto (se non troppo) "coglionatorio" ma non aveva mai avuto modo di apprezzarlo per intero.
    «Non credo che ora come ora, nella condizione in cui sei, daresti il meglio di te.» Gli resse il gioco lei impegnandosi per creare uno sfondo neutro a quel loro volteggiare nel nulla.
    Una stanza bianca e ben arredata non rischiava quindi di stonare con il suo incarnato altrettanto pallido. Stonava forse con l'aria nera che Dean si portava appresso ma, poco le importava di quanto lui facesse "pant-dan" con la tappezzeria di quel suo sogno.

    «Non ci scommetterei tanto, fossi in te.» Assicurò lui facendo spallucce.
    «Avanti Dean, dovremmo conoscerci ormai... siamo amici! O almeno, a me piace pensarla così. Infondo sei l'unico con cui posso divertirmi senza sentirmi realmente in colpa. Non sei diventato il mio preferito per caso.» Gli rivelò assottigliando lo sguardo ed invitandolo con un lento movimento della mano a sedersi sulla poltrona apparsa alle sue spalle.
    «Anche se, ad essere sincera... mi stai un tantino deludendo ultimamente.» Confessò teatralmente dispiaciuta mentre arricciava le labbra, quelle che ormai, seppur in sogno, non avevano più segreti per Dean. «Voglio dire, io mi faccio in quattro per te, quando posso scaccio i tuoi incubi, ti faccio passare una bella serata e tu cosa fai? Mi tradisci?» Apostrofò con una punta di ironica gelosia mentre si accomodava accanto a lui sul divano. 
    «Non farmi quella smorfia confusa Dean. Sappiamo entrambi che non sono l'unica donna che occupa, quando può, i tuoi sogni. Non mentiamoci a vicenda.» 
    A quelle parole parve spegnersi qualcosa nello sguardo furbo del ragazzo: segno che 
    Rowena avesse colto nel segno.
    «Dean, ora sei in una squallida stanza di motel, addormentato su una pidocchiosa poltrona di seconda categoria, con ai piedi bottiglie vuote della più scadente birra, a tre giorni dalla tua morte e vuoi davvero convincermi che... non vorresti fare nient'altro? E non sto parlando di certo dei nostri "incontri ravvicinati".»
  • Ci mancava soltanto questa.
    Pensava che i demoni succubi fossero in grado di soggiogare la mente delle persone, non di saperla leggere. Soltanto Sam era in grado di vedere ciò che gli passava per la testa, ora 
    Rowena aveva assorbito questo suo straordinario potere? 
    «Cos'è? Ti sei messa a fare la brava ragazza proprio adesso? Beh, è un po' tardi, dolcezza.» Gli rivelò falsamente rammaricato, abbozzando un leggero sorriso ironico. 
    «Oh, andiamo. Non c'è nulla che tu possa nascondermi, Dean. Ricorda che stai giocando in casa, siamo nella tua testa e... al momento ti sarebbe molto difficile nascondermi ciò che pensi.» Rispose lei accennando un sorriso in segno di vittoria. 
    Dean aggrottò la testa e annuì, come in segno di ammirazione. 
    «Touchè.» 
    Il sorriso della demone bionda si allargò di qualche altro centimetro. 
    «Allora, non c'è qualcosa che ti piacerebbe fare prima di andartene?» 
    «In realtà sì. Ho sempre desiderato che Megan Fox mi facesse una lap dance privata.» Ribatté ancora più ironico di prima, ma senza mentire infondo. 
    «Oh, certo. Non posso biasimarti.» 
    Dean sorrise appena e si guardò attorno in cerca di qualcosa di colorato e vivo. Sospirò e cominciò a camminare senza una meta con le mani affondate nelle tasche dei jeans.
    Per quanto lui avesse già fatto molti passi per allontanarsi da quella figura apparentemente angelica, non si era allontanato nemmeno di mezzo centimetro dalla postazione precedente. 

    «Dimmi, cosa ti porta qui se non il tuo lavoro, mh?» 
    «Una visita di cortesia?» Azzardò lei inarcando le sopracciglia in un'espressione fintamente ingenua. 
    Dean annuì e si portò una mano sul petto, come a volerle far credere di essersi emozionato. 
    «Sono davvero colpito.»
  • «Diciamo allora che non mi piace avere conti in sospeso.» Disse alzandosi anche lei per avvicinarsi a Dean come una delle peggiori tentazioni.
    «Tu sai come uccidermi. Ma non l'hai fatto... non ancora. Per compassione, per convenienza, questi non sono a
    ffari miei. Fatto sta che sono viva. Prima che te ne vada voglio sdebitarmi.» Gli confessò facendo mutare il color bianco del suo vestito in un rosso scuro, come se fosse stato sangue... o passione, per lei erano più o meno la stessa cosa.
    «Te l'ho detto, è troppo tardi per fare la brava ragazza.» Ripetè lui guardandola come si guardava un fuoco ardente.
    «Mi sottovaluti, tesoro. Benchè io agisca nei sogni, il conforto e la felicità che si ha al risveglio sono molto reali. E, modestamente, tutto questo è merito mio. Cosa ti fa credere che non ti possa mostrare pietà come tu l'hai mostrata per me?»
    Tutti discorsi molto complessi e che tracciavano un sentiero che ondeggiava tra il passato ed un ipotetico futuro, nonostante quest'ultimo non si mostrasse così luminoso.
    «Non voglio la tua pietà.» Disse riluttante lui.
    «Neanch'io volevo la tua... eppure...» Non concluse la frase lei, lasciando un "eccomi qua" a morirle in gola.
    «Se è la mia pietà a preoccuparti, non c'è proble-»
    «Dubito che tu voglia passare le tue ultime, preziose ore di vita a cacciare un demone che sotto sotto ritieni... utile.» Lo interruppe sfoggiando un sorriso vittorioso. «Lascia che ti aiuti, Dean. Permettimi di renderti l'attesa meno dolorosa. E ascolta il mio consiglio.» Gli si avvicinò all'orecchio prima di mormorargli delle familiari parole sotto voce «Prima di dormire dovresti fare qualcosa che ti rende felice.»
    Era fin troppo chiaro come la parola "dormire" in quel caso si riferisse ad una cosa molto più duratura rispetto ad un innocuo sonnellino.
    Lei sapeva, 
    Rowena sapeva tutto quello che entrava nella testa del cacciatore... e questo era un gran vantaggio.
    «Sta zitta.» Ruggì quasi lui a denti stretti, regalandole uno dei suoi sguardi più duri.
    «Vuoi davvero sapere cosa succederebbe se tu non andassi... come dire... a salutarla, prima di morire?» Lo tentò inclinando la testa da un lato e facendo ricadere i suoi morbidi riccioli biondi sulle spalle. Una mossa che, come un déjà vu, colpì la mente di Dean, confondendo i Suoi riccioli con quelli dell'attraente demone.
    «Ecco, appunto.» Ridacchiò lei percependo l'immagine di Jo sovrapposta alla sua per volontà del sognatore. «Ho molto in comune con i Dijinn, so come fare. E ti assicuro che non sembrerà un sogno. Dopotutto, niente di quello che facciamo insieme lo sembra mai.» Concluse perennemente maliziosa aggiustandosi il vestito.




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Olèèèèèèèèèèèè! Ben trovati, Hunters!
Sono tornata incolume dopo compiti in classe, diciottesimi a manetta e vacanze piene di cibo! :3
Scusate l'assenza ma la vita reale purtroppo non si mette in standby per me T__T
In ogni caso, al diavolo, è iniziato il nuovo capitolo! \o/ Siamo tutti molto contenti! (io per prima xD)
Niente Jo per ora, eh? Don't worry, è solo un fatto temporaneo.
Una piccola tregua prima della catastrofe ahahahahah xD Meglio riderci su!
Intanto che ne dite di darmi il vostro parere su questo nuovo personaggio (ovviamente inventato e
preso sotto osservazione da me, momentaneamente al posto di Jo), Rowena?
Sono proprio curiosa di saperlo! xD
  
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