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Autore: Samarskite    22/04/2013    5 recensioni
Ad un certo punto Zayn, sorseggiando la sua Coca Cola, mi piantò addosso i suoi occhi scuri. "Jordan... Se noi ti pagassimo per farci fare un tour di New York, accetteresti?"
"Per quanto, un pomeriggio?", chiesi.
"Cinque giorni.", intervenne Niall togliendosi le briciole dalla maglietta grigia.
Massì, dai. Cinque giorni fuori dalla mia solita vita.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5 giorni fuori
Epilogue

Louis


Sei mesi dopo,
perchè non voglio parlare del 5° giorno


Apro gli occhi di scatto, nel mio appartamento a Londra, e d'un tratto, per un secondo, mi sento in pace con me stesso. Poi gli eventi della sera prima mi rovinano addosso e mi torna tutto in mente.

Il Muppett Show.
Il campanello.
La pizza.
Ancora il campanello.
Jordan.
Lei.
Le sue labbra.
Il divano.
La televisione che va mentre ci baciamo.

Sorrido di nuovo, di riflesso, e mi volto verso la parte destra del letto.
Jordan è lì che sta dormendo con un vago sorriso stampato sulle labbra. Una mano è appoggiata sul cuscino, col palmo rivolto verso l'alto, l'altra è abbandonata tra le lenzuola ed è poco lontana dalla mia.
Abbiamo dormito tenendoci per mano.
Il corpo è mollemente adagiato in una posizione che però sembra quasi plastica, tipica di una modella in posa per un artista che debba ritrarre Venere sdraiata su un divanetto. Le labbra sono leggermente schiuse, i capelli color miele sparsi su tutto il cuscino. Le lenzuola arrivano a coprire il petto, ma la coscia destra è scoperta dall'anca in giù.
Se la vita fosse un film, e questo momento una scena da girare, il regista direbbe certamente ai truccatori di lasciarla così com'è.
Ripenso a quando, sei mesi fa, lei abbia accettato di farci da guida per New York e a come, cinque giorni dopo, Harry sia intervenuto in quella situazione già precaria dicendomindi lasciare perdere Jordan. Mi aveva detto che non aveva senso pensare di avere una relazione a distanze esagerate, già con Eleanor avevo fatto fatica, in più conoscevo Jordan da soli cinque giorni.
E io, coglione, gli avevo dato retta, e avevo detto a Jordan che forse era meglio smettere di vederci. Lei era rimasta così basita che non aveva detto nulla.
Due giorni dopo la nostra riappacificazione io ed i ragazzi eravamo dovuti ripartire.
Non l'avevo più sentita per un paio di settimane, poi le avevo telefonato nell'appartamento che condivideva con JD e lui mi aveva detto che si era decisa a trovarsene uno da sè.
Da allora l'ho sentita quasi ogni giorno, anche via webcam, finchè ieri sera non mi è comparsa alla porta.
Mi sporgo d'istinto verso di lei per baciare quelle labbra schiuse che hanno un che di innocente. Jordan non è innocente, ma quando dorme lo sembra. Poso le mie labbra sulle sue, e le do' un bacio senza lingua ma più profondo di uno a stampo, come farebbero due attori di un film. Appena sento che si sta svegliando, gliene do' un altro, e ancora. Finalmente, al terzo reagisce e sento la sua piccola lingua che si muove per cercare la mia.
Dopo qualche secondo io la guardo negli occhi ancora assonnati. "Ma buongiorno.", sorrido. Lei schiocca la lingua e si tira leggermente su. "Ciao.", dice con voce impastata.
Si stiracchia. "Che ore sono?"
"Le dieci.", rispondo voltandomi verso la sveglia. Si gira su un lato tirandosi su anche il lenzuolo e rompendo la posizione venerea, ma assumendone un'altra che somiglia tanto a quella di Rose in Titanic.
Sorride. Sorrido. Scoppiamo a ridere.
"Perchè stiamo ridendo?", chiede tendendosi verso di me ed appoggiandosi al mio petto.
"Non lo so, io rido perchè ridi tu."
Jordan non gradisce la spiegazione e inizia a farmi il solletico. Io scalcio e rido, sarò anche un ragazzo grande e grosso ma faccio davvero fatica ad individuare le sue piccole mani che vanno su e giù per fermarle.
Ci ritroviamo aggrovigliati nelle coperte, lei sta sopra di me reggendosi sulle braccia e ride, io sotto che rido a mia volta.
In quel momento squilla il telefono. Mentre mi sporgo per prenderlo, Jordan si lascia cadere su di me a peso morto ed io butto fuori l'aria in un "OUFF!". Lei ride, io rispondo.
"Pronto?"
"Sono Harry. Sono qui accanto al nostro menager, so che è il tuo giorno libero ma mi serve sapere se preferisci una scenografia per lo spettacolo con le cabine telefoniche fatte normalmente oppure di lego."
Io cerco di ascoltarlo seriamente, ma c'è Jordan che mi bacia il collo e sa che quando lo fa mi viene da borbottare e mi eccita.
"Non... Non saprei... Perchè di lego?", riesco infine a sillabare.
"Sai che hanno previsto che ci intervisti Ed Sheeran, e magari se mettavamo le cabine telefoniche di lego facevamo un po' di pubblicità anche a lui. Senza guardare alla questione economica in termini di pubblicità e guadagno, inoltre, potrebbe fargli piacere... Louis? Tutto bene?"
Jordan è passata ad accarezzarmi il petto, e sceglie quel momento per biascicare ridendo un: "Eri sexy in televisione, l'altra sera... L'intervistatrice non sapeva se guardare i tuoi occhi o la patta dei jeans bella in vista, in quella posizione a farfallina che avevi preso...". Le metto una mano in faccia per allontanarla mentre sghignazzo e cerco di parlare ad Harry. "Si, tranquillo, tutto a posto. Non saprei, non rischiamo di fare una specie di pubblicità occulta?"
Jordan, allontanata contro la sua volontà dalla mia zona bocca-collo-orecchio, si ritira sotto le lenzuola e mi da' dei baci leggeri sul petto.
La mia voglia di sbattere il telefono in faccia ad Harry aumenta, ma mi controllo.
"Non ci ho pensato. Immagino dovremmo contattare Edwa... Aspetta. Dimmi, Niall. Ma cosa c'entra! Non lo so. Aspetta. Glielo chiedo. Louis, Niall chiede se hai mai giocato coi lego da piccolo.", mi dice la voce metallica di Harry.
Se Jo non mi stesse abbracciando la vita guardandomi da sotto le coperte con aria da cucciolo, riderei di più di quanto in realtà faccio.
"Ovvio che si, Niall. Costruivo soprattutto castelli. Ma cosa c'entra?", chiedo sotto lo sguardo perplesso di Jordan.
"Niente, infatti Niall si sta spanciando.", si secca Harry. "Adesso provo a chiamare Ed per vedere cosa dice, poi ti richiamo."
Sto per esultare un SI!, quando Harry cambia idea e decide di fare una chiamata a tre. Faccio un segno di impotenza a Jo, non posso farci niente. Poi le faccio gesto con la mano di avvicinarsi di più al mio viso, perchè ho paura di quello che potrebbe iniziare a fare là sotto mentre sono in diretta con il menager di Ed Sheeran.
Lei acconsente tutta contenta, mentre sento i tuuuutuuutuuuu dall'altra parte della cornetta ed Harry che sospira esasperato.
Jordan mi sillaba un: "stai aspettando?", ed io annuisco. Così inizia allegramente a baciarmi, e dato che non sto facendo niente non mi tiro certo indietro. Mi premuro solo di allontanare un po' la cornetta da noi due.
Sento un rumore di ricevitore che si solleva proprio quando le cose tra me e lei iniziano a farsi interessanti; non ho proprio voglia di staccarmi da lei, così avvicino semplicemente la cornetta rischiando di fare sentire ai due interlocutori il rumore dei nostri baci.
Sento vagamente Harry che espone la situazione ad Ed e al suo menager, e questi che acconsentono senza problemi alle cabine di lego. Approfitto di Jo che si è spostata dalle mie labbra al mio collo per biascicare precipitosamente un "Perfetto, io vado per le cabine di lego. Devo andare, adesso.", poi chiudo la comunicazione e butto il cordless senza alcun rispetto sul tappeto, per dedicarmi completamente a Jordan.
"Nemmeno quando sono al telefono con Harry, stai ferma!", esclamo.
"Eh no, se no il divertimento dove sta?", ribatte lei ridendo.

*


Non so se capita anche agli altri, o solo a me. Sapete, quell'attimo eterno in cui guardi negli occhi una persona, e capisci che ti cambierà la vita, ma capisci anche che in fondo nulla è reale e sono tutte illusioni.
È difficile da spiegare. Puoi dire "cambierai la mia vita in modo radicale", "farò fortuna", "ti amerò per sempre", ma in fondo cos'è la vita? E il successo?
Nel momento in cui questo sfiorisce, scompare, significa che non è mai stato solido, e quindi aumenta la percentuale di probabilità che non sia mai esistito. Che non sia mai stato vero.
Scruto le folle di ogni concerto, cercando la persona da guardare negli occhi. La persona che quando ti parla ti viene sia da ridere che da piangere, per quanto bene ti spiega la sua opinione.
La persona con cui non sentirmi imbarazzato di parlare ed esternare i miei sentimenti.
Ma è come cercare un pesce pagliaccio tra mille e mille anemoni di mare. È come pretendere di trovare un artista in mezzo a tanti sedicenti tali. A volte, penso che sia come cercare la goccia dolce nel mare salato.
Ogni concerto che faccio, ogni viso che illumino, ogni autografo che firmo, è un passo più vicino al palco e più lontano dalla realtà. Perchè la realtà la trovo profondamente diversa da come la dipinge il mondo dell'intrattenimento, da come la si dipinge agli occhi dei bambini. Non ho mai voluto ammetterlo, ma sinceramente mi ha sempre atterrito l'idea che il mondo sia più cattivo di come si dipinge ai bambini: non più cattivo nel senso di meno colorato; più cattivo nel senso di più disilluso e cinico.
Non ho idea se capiti anche agli altri di fissare negli occhi una persona e capire che sarà quella che ti cambierà la vita. Non lo so.
A me è successo. Proprio ora. Appena seduto su questa panchina, appena incrociato lo sguardo di questa newyorkese raffreddata e timorosa del futuro. La guardo e penso che mi ribalterà il mondo.
A distanza di anni, credo proprio che ripenserò a questo momento e mi benedirò di non essere stato così codardo da lasciarla andare, e chiudermi nel guscio, di non avere preferito la logica realtà al mondo caldo e pastelloso ( si dice?) del palcoscenico.
Di avere avuto il coraggio di rischiare.
Di avere fatto cinque giorni fuori dalla mia solita vita.





Hey there Delilah
What's it like in New York City?
I'm a thousand miles away
But girl, tonight you look so pretty
Yes you do
Times Square can't shine as bright as you
I swear it's true

Hey there Delilah
Don't you worry about the distance
I'm right there if you get lonely
Give this song another listen
Close your eyes
Listen to my voice, it's my disguise
I'm by your side

Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
What you do to me

Hey there Delilah
I know times are getting hard
But just believe me, girl
Someday I'll pay the bills with this guitar
We'll have it good
We'll have the life we knew we would
My word is good

Hey there Delilah
I've got so much left to say
If every simple song I wrote to you
Would take your breath away
I'd write it all
Even more in love with me you'd fall
We'd have it all

Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me

A thousand miles seems pretty far
But they've got planes and trains and cars
I'd walk to you if I had no other way
Our friends would all make fun of us
and we'll just laugh along because we know
That none of them have felt this way
Delilah I can promise you
That by the time we get through
The world will never ever be the same
And you're to blame

Hey there Delilah
You be good and don't you miss me
Two more years and you'll be done with school
And I'll be making history like I do
You'll know it's all because of you
We can do whatever we want to
Hey there Delilah here's to you
This ones for you

Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
Oh it's what you do to me
What you do to me























E anche questa è finita. Anche se non la segue più nessuno, io l'ho conclusa per completezza.

Grazie ad Emma (@EmWatsonITALY) per avere dato un volto a Jordan.
Grazie a Chiara per avere aspettato.
Grazie a Martina per avermi mandato affareinculo ogni capitolo.
Grazie a Mary per avermi seguita.

Sul serio, grazie.

Sam (@drunkloujs)

  
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