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Autore: BellatrixWolf    26/04/2013    5 recensioni
Il rapporto tra Emma Swan e Regina Mills non era dei più chiari. La maggior parte della gente credeva, anzi, era certa, che le due si odiassero a morte. Anche loro ne erano certe.
Solo da poco, Regina si era accorta di qualcosa di strano. Conosceva l'odio, lo conosceva fin troppo bene, ed iniziava a dubitare che ciò che provava per lo sceriffo Swan fosse effettivamente odio.
SwanQueen. potrebbe diventare Fluff, o smut. O entrambi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avviso subito, il capitolo è abbastanza breve. Ho in programma un capitolo più lungo che contenga la cena, quindi questo l'ho tagliato abbastanza presto a dire il vero. Non è una meraviglia, e forse non compensa l'attesa, ma... here we are. Non so ancora quanto ci metterò per il prossimo capitolo, spero comunque di poter andare avanti a breve. Intanto, enjoy!

"Salve." Emma accennò un sorriso impacciato, sentendosi come un anno prima, di fronte a quella porta, incantata davanti a Regina, un timido sorriso sulle labbra e la voce che non ne voleva sapere di funzionare.
"Miss Swan." Regina le lanciò un breve sorriso, studiandola brevemente, soffermandosi per un attimo sui vestiti che le coprivano il corpo risaltandone le forme, i pantaloni neri che accentuavano le gambe, la maglia che lasciava intravedere la scollatura, ed un tipico tocco alla Emma: gli stivali. "I miei complimenti, allora le è possibile arrivare in orario." Nei suoi occhi scuri si leggeva la sfida. Emma fece per controbattere, ma appena schiuse la bocca, Henry si infiò tra la porta ed il braccio della madre, sorridendo solare. "Ciao Emma! Wow stai benissimo!"
"Hey ragazzino! Grazie." Rispose, rilassandosi, la bionda. Non aveva considerato la presenza di Henry: per qualche motivo aveva pensato che sarebbe rimasta sola con il sindaco, e l'idea la rendeva nervosa, ma fortunatamente la presenza del ragazzino avrebbe mitigato la situazione.
La mora posò la mano sulla testa del figlio, carezzandogli per un attimo i capelli prima di fare un passo indietro ed aprire ulteriormente la porta invitando Emma ad entrare. Quando la bionda notò il suo outfit, rimase per qualche istante in contemplazione; conosceva quella camicia blu, fin troppo bene, e quei pantaloni neri -aderenti ed... in pelle?- erano oltremodo affascinanti sul corpo di Regina. Sforzandosi di non restare a bocca spalancata sull'uscio, Emma entrò, mentre Henry correva a sedersi a capotavola.
"Maaaamma, posso prendere la coca cola?" Chiese tutto d'un fiato; solitamente non gli era permesso berne a cena, ma forse con un ospite avrebbe avuto qualche possibilità. Specialmente se l'ospite in questione era Emma Swan.
"Henry, no. Sai che la caffeina fa male, specialmente la sera."
"Ma tu bevi sempre caffè!"
"Io sono un'adulta." Regina era inflessibile.
"Suvvia, Regina... un bicchiere di Coca non ha mai ucciso nessuno." Emma s'intromise, stringensodi nelle spalle, realizzando di averlo fatto solo quando Regina le lanciò uno sguardo assassino per l'insolenza.
"Ecco, dai, siamo in due contro una, dai, dai! Daaai!" Henry ormai saltellava sulla sedia. La donna prese un profondo respiro, spostando lo sguardo da Henry, che le sorrideva speranzoso, ad Emma, che si stringeva ancora nelle spalle, e vedendosi con la schiena al muro roteò gli occhi.
"Un bicchiere. Non di più."
Henry balzò in piedi e corse in cucina "Grazie mamme!" gridò dall'altra stanza, cercando il bicchiere più grande della casa.
Emma, intanto, pareva un cervo che fissa i fari del tir. "Mamma", l'aveva chiamata così. Senza riflettere, istintivamente, l'aveva chiamata "mamma". Lanciò un'occhiata a Regina, l'ombra di quello che poteva benissimo essere definito un sorriso ebete sul volto. Anche lei era allibita. Certo, non lo dava a vedere, ma lo era. Henry le aveva chiamate "mamme", come fosse stata la cosa più naturale del mondo. Le dispiaceva anche, a dirla tutta: essere messa sullo stesso piano di quella donna, che l'aveva abbandonato... lei, che per dieci anni lo aveva accudito ed amato... Si sentiva quasi ferita.
Le due rimasero a guardarsi per qualche istante, poi Regina si riscosse, ed il suo sguardo si indurì. "La prego, Miss Swan, di non contraddirmi di fronte a mio figlio."
"Sei troppo rigida, Regina." Rispose Emma semplicemente. Normalmente Regina non gliel'avrebbe fatta passare liscia, ma c'era Henry e nessuna delle due voleva iniziare un litigio. La mora non riuscì comunque ad evitare di roteare gli occhi infastidita. Invitò Emma a sedersi, prima di dirigersi verso il proprio posto. Lo sceriffo, con totale naturalezza, la seguì e le scansò la sedia per farla sedere. La mora la guardò confusa, ma accettò la gentilezza. Solo allora Emma di mise nel posto di fronte a lei.
Henry tornò pochi secondi dopo con un enorme bicchiere di Coca-Cola tra le mani, pieno fino all'orlo; il ragazzino lo teneva con reverenziale attenzione, cercando di non far cadere nemmeno una goccia del prezioso liquido ambrato. Posò il bicchiere sul tavolo e si sedette soddisfatto.
"Henry..." Iniziò minacciosa Regina. "Avevo detto un bicchiere!"
"*E'* un bicchiere." rispose lui, il tono terribilmente simile a quello della madre naturale.
"Un bicchiere normale!"
"Non hai specificato." Il ragazzino sorrise allegro e bevve un sorso.
Emma non poté trattenere una risata, guadagnandosi un'altra occhiata assassina. Subito tentò di darsi un contegno, schiarendosi la gola.
Sarebbe stata una lunga serata, Regina pensò tra sé. Perché l'avesse invitata a cena, le rimaneva un mistero.
  
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