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Autore: Be A Weasley    07/05/2013    3 recensioni
Una ragazza a cui il suo nome va stretto, il viaggio che aveva da sempre aspettato, l'incontro con un ragazzo dai capelli rossi.
Buona lettura,
Delilah :)
Recensite? Mi farebbe taaaaaanto piacere :3
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fuck off.*


Quella mattinata mi svegliai stranamente di buon ora, a giudicare dai numeri che indicava l'enorme orologio alla parete dovevano essere le sei e venti del mattino. Mi stiracchiai e decisi di mandare un messaggio a mia zia e a mio cugino, prima che potessi fare qualcosa quest'ultimo mi precedette. Zittii il prima possibile il cellulare e risposi alla chiamata. «Complimenti per l'orario, sei a dir poco geniale. ..Quando? Va bene, va bene, come vuoi tu, a patto che sia un volo economico, non ho migliaia di sterline dietro. Ok, vada per quello. Quindi, alle 18 davanti alla Victoria station. Un posto meno enorme non potevi prenderlo? Ci vorranno ore per trovarci. Sì, certo. Ciao, razza di idiota insonne.» Attaccai e mandai un sms a Chloe, diceva: "Buongiorno! Visto? Oggi mi sono svegliata prestissimo! Prendiamo il volo delle sette di sera, se Daniele ha fatto bene i calcoli. Rassicura tutti, soprattutto mamma e zia, conoscendole. Non abbiamo dormito sotto un ponte e non abbiamo affatto digiunato. Un bacio, Sonia <3" Fatto questo, posai il telefono dov'era prima e, solo in quel momento, mi accorsi di avere indosso ancora il vestito della sera prima con qualche sgualcitura in più. Feci una smorfia con le labbra e mi voltai verso il rosso, sembrava più sereno e tranquillo mentre dormiva, avrebbe dovuto farlo più spesso. Con l'indice andai a sfiorargli i capelli, la guancia -ancora livida dal colpo subito due giorni prima- e infine le labbra, disegnandone il contorno. «Sai che probabilmente non ci vedremo più dopo questa giornata? Ritornerà tutto come prima per entrambi, ritornerà la stessa noia e banalità di sempre. Mi ha chiamato Daniele, abbiamo l'aereo tra un bel po' quindi che ne dici di passare una mattinata immersi in un bel bagno caldo e tanta, tanta cioccolata?» Passò qualche secondo prima che realizzai quanto stupida poteva essere quella frase. Nella mia mente un omino vestito di bianco cliccò ripetutamente il tasto "Delete". «Ok, ci riprovo. Ho sentito mio cugino, sai? Ha detto che abbiamo il volo alle diciannove perciò abbiamo tutto il tempo per.. Ehm.. Fare qualcosa di carino, non credi? Io sì, cioè.. Sì. O magari potresti portarmi in quel negozio che vende soltanto m&m's, anche se non ci vado matta, mangio solo la cioccolata intorno. Perchè i miei discorsi vanno sempre a finire nella cioccolata?!» Feci un lungo respiro prima di rivolgermi a me stessa. «Deli, calma. Non eri così nervosa dall'ultimo compito di matematica, tra l'altro andato uno schifo, non ha senso esserlo ora per un perfetto estraneo, perchè si tratta di questo, solo un estraneo. Ok?» Annuii più volte per convincermi e mi alzai dal letto cercando di fare il meno rumore possibile. Solo quando mi trovai fuori la sua camera mi accorsi che il pericolo da evitare era un altro: sua madre. In punta di piedi feci tutto il corridoio che, per mia fortuna, era tappezzato con della moquette color avorio, materiale che oltretutto odio, e mi acquattai dietro una colonna. «What are you doing?» Il tono calmo con cui uscì fuori quella voce mi fece spaventare ancora di più. Devo esserle sembrata una perfetta idiota. Mi girai per guardare in faccia il mio interlocutore e rimasi stupita quando notai che si trattava della ragazza davvero "oh, cazzo". Avevo appena fatto una figuraccia con la sorella del mio ragazzo, meraviglioso. «Yu-uuh, dead or alive?» Deglutii e tirai fuori un "niente", risposta più banale del mondo, anche se lei parve sollevata da questa mia parola. «Il fatto che tu parli italiano mi tranquillizza, mentre che hai indosso uno dei miei vestiti, un po' meno.» Aprii le labbra per controbattere ma tutto quello che ne venne fuori fu un flebile sussurro. «Non sei una ladra di vestiti, vero? E se ti stavi nascondendo dal generale, o mamma, come vuoi, puoi stare calma, sarà sicuramente uscita mezz'ora fa per andare a lavoro. Colazione?» Dentro di me stavo innalzando un altarino a Zeus per avermi graziato anche questa volta. «S-Sì. Cioè sì per la colazione e per il genera- tua madre, volevo dire tua madre, scusami e no per il "ladra di vestiti", era solo per la festa di ieri, l'ho preso in prestito!» Lei si limitò a farmi un sorrisetto e dirigersi in cucina. Approfittai di quel momento di minor tensione per osservarla meglio, il sorriso era come quello di Logan, senza dubbio, mentre gli occhi erano più scuri, forse di un blu tendente al nero. I capelli castani li aveva disordinati ma raccolti in una lunga treccia e l'abbigliamento era tutto un programma: shorts di jeans, maglia dei "my chemical romance" -quella l'avrei rubata molto volentieri-, un centinaio di collane al collo, calze velate nere e anfidi dello stesso colore. «Pancakes?» Non feci in tempo a chiederle cosa fossero che Logan mi precedette con una risposta positiva. Subito la ragazza mise da parte i fornelli e gli saltò addosso, loro sembravano una coppia di neo fidanzatini e io la terza incomoda. Dov'erano finiti fratello e sorella che litigavano tutto il giorno e quelli che si prendevano a schiaffi? Li preferivo di gran lunga a tutte queste smancerie. Cercai di mimetizzarmi con la parete della cucina fallendo miseramente e, vedendo che loro continuavano con frasi come "Passata bene la nottata?" o "La festa? Noiosa al punto giusto?", decisi di sgranocchiare un biscotto al cacao mentre volgevo lo sguardo agli ingredienti di questi, non capendoci quasi nulla. «Perdonami, non mi sono neanche presentata: Beth.» Biascicai di mandata il mio nome e finii la frase con un sorrisetto forzato. «Ma allora lei è» si rivolse al fratello «quella Sonia? Nel senso, proprio lei?» Perchè tutti ponevano questa domanda? «Neanche un bacino del buongiorno? Piccolino piccolino? Dai Gan, ti ho visto baciare una sola ragazza ed è successo all'età di sei anni, potrei pensare che tutte le fidanzate che hai avuto siano state soltanto coperture per nascondere i tuoi veri istinti. Svelami un arcano, a letto Jamie com'è? Attivo o passivo? Spero per te che sia passivo, fratellino!» Scoppiai in una risata assieme alla ragazza mentre lui non dava neanche il minimo accenno di divertimento. «Io non bacio estranee, in particolar modo davanti a te.» e, detto questo, prese un cartone di latte dal frigo e lo versò in una tazza. Mi si raggelò il sangue nelle vene. Di tutte le frasi aveva sentito solo l'ultima? Farfugliai qualcosa di confuso gesticolando freneticamente e innervosendomi ancora di più vedendo che lui non dava segni di vita, sembrava concentrato solo sulla sua colazione. Beth rubò due biscotti, bevette veloce il latte versato da Logan e stampò un bacio sulla guancia di quest'ultimo. «Tolgo il disturbo, piccioncini. Gan, se il generale chiede, sono all'università.» 
«Non hai intenzione di andarci conciata in quel modo, vero?» Lei lanciò un bacio all'aria, nella direzione del ragazzo, e uscì di casa. 
Una volta chiusa la porta, il silenzio si impossessò dell'ambiente. Si sentiva solo il vento ululare da fuori e il fastidiosissimo "tic-tac" del pendolo della cucina. Fu lui il primo a parlare: «Ieri ti ho detto che mi stavo innamorando. E' questa la tua risposta allora?»
Scossi più volte la testa. «No, la mia risposta è tutt'altra. E' proprio perchè mi sto affezionando che cerco un distacco. Te l'ho detto, ho smesso di credere nell'amore e non credo che ci sia qualcuno in grado di farmi cambiare idea anche se tu ci stai andando vicino, fai sempre quel gesto che non mi aspetto, dici sempre quella frase che potrei trovare solo in un libro di qualche secolo fa.. Sei un ragazzo incredibile, dico davvero, e dovresti smetterla di essere sempre così perfetto con me. E' una situazione snervante, è come se tu mi dessi tutto e io non ti restituissi niente in cambio.»
«Sembri mia sorella al contrario, sai? E' stata mollata due anni fa da un imbecille, le diceva cose brutte, molto brutte ma nonostante questo lei lo amava. Mesi dopo la rottura capì che quella speciale tra i due era lei e che la sua vita non doveva dipendere da un solo individuo, ma anche da tutto il resto. Dovresti prendere leggermente esempio da lei: ti sei lasciata? Tua madre è su una crisi di nervi per motivi analoghi? Fanculo, non devi basare la tua esistenza su questo. Sei giovane, puoi benissimo trovare una persona che ti apprezzi per quella che sei e che ti ami e che ti ripeta ogni giorno quanto tu sia importante per lui, così come può fare tua madre. Ripetilo almeno una volta al giorno: fanculo. Dai, tocca a te.»
«Ahm.. Ok, bene.» Chiusi gli occhi e «Fanculo.» dissi, scandendo bene ogni singola sillaba. Continuai a dirlo una, due, tre volte di seguito. Aveva ragione Logan, aiutava. Il problema sorgeva in cui qualcuno sarebbe entrato in casa in quel momento esatto.
«Come va, meglio? Vieni, dai, ti preparo la colazione.»
 
 
Un'ora dopo eravamo sazi, vestiti e in metro. Non so quale fosse la direzione dato che Mr. Sonomezzoinglese continuava a ripetere "E' una sorpresa!". Non appena scendemmo alla fermata preannunciata mi venne un colpo, eravamo nella stazione più famosa d'Inghilterra, o per lo meno questo era quello che pensavo. Cominciai a guardarmi intorno alla ricerca di QUEL binario ma, non trovandolo, mi rivolsi al ragazzo: «Dov'è?!» Lui finse di essere stupito dalla mia domanda.
«Dov'è cosa? Ti riferisci al treno? Prosegui sempre dritto e dovrebbero esserci delle scalina-»
«Nonono, il binario! Il binario nove e tre quarti, quello di Harry Potter!» Ero in preda ad una crisi isterica, in fondo era comprensibile: stavo toccando lo stesso suolo calpestato da Ruper Grint, insomma.
«Oh, capisco.» Detto questo mi prese la mano e mi ordinò di chiudere gli occhi. «Ti vieto assolutamente ti emettere vari gridolini. Gli inglesi sono facilmente impressionabili.»
Mi feci una risatina e promisi a me stessa che non avrei urlato, non più di tanto. Il rimanere ad occhi chiusi e il fatto che fossero a malapena le 8 di mattina mi rincitrullirono più del previsto, tanto che non appena Logan mi disse che potevo riacquistare la vista, non capii subito il luogo in cui mi trovassi. Mi immaginavo una scena come quella descritta nel libro o fatta vedere nel film, con treni a lato e persone che correvano frettolose sperando di non perdere il proprio, ma quello che mi si parò di fronte non fu altro che una parete in mattoni con sopra un cartello con "Platform 9 3\4" scritto sopra, bianco su nero, e un carrello posizionato a metà tra la parete. La mia prima reazione fu, nonostante non fosse proprio come me l'ero sognata, da perfetta maniaca di Harry Potter. Corsi verso la parete facendo dei versi imbarazzanti quali urlare formule magiche in latino e spingere il carrello ancora più dentro sperando che qualche strana entità superiore mi facesse la grazia di farmi entrare nel magico mondo di Hogwarts.
«Foto, foto, foto! Voglio assolutamente una foto!» Mi tolsi la macchinetta fotografica dal collo e la diedi al rosso che, con un sospiro, mi scattò un numero spropositato di foto. Saltellai entusiasta verso di lui con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto.
«Grazie, è..è..Il binario 9 e 3\4!» 
Lui si limitò ad annuire e, una volta presa di nuovo la mia mano e condotta verso il carrello, mi baciò con una voglia mai sentita prima. Provai a obiettare ma tutto quello che ne venne fuori fu un ammassamento confuso di sillabe che stridevano tra loro. 
«Sono a King's Cross con la ragazza di cui sono innamorato, ci stiamo baciando fottendocene di tutti quelli che ci vedono e hai pure da contestare, Granger?»
«Bhe veramente solo tu te ne stai fottendo di tutti quelli che ci ve-» Come non detto. Dopo a malapena un minuto mi resi conto che in effetti potevo provare a far finta che nessuno ci stesse fissando e che magari così il rossore sulle mie guancie si sarebbe alleviato, così strinsi ancora di più gli occhi e feci attaccare maggiormente Logan al mio corpo. Non so quanto tempo passammo in quella posizione fatto sta che una voce famigliare ci fece, purtroppo, staccare.
«Uuh, la Deli che fa atti osceni in luoghi pubblici. Starai diventando mica troppo trasgressiva?» Con uno spintone allontanai più di quanto non fosse già lontano il rosso da me e balbettai qualcosa indicando prima lui, poi me e poi di nuovo lui col risultato di non far capire niente a nessuno. Con lui c'era anche la sua meravigliosa e perfetta fidanzatina, questa mattina era più coperta del solito. Non credevo neanche che possedesse un paio di jeans.
«Potresti anche evitare di sparare stronzate a tutto spiano, sai? E che ci fai qui? Tu odi HP, lo detesti e ti addormenti ogni volta all'inizio del primo film, senza neanche contare che non hai mai aperto un solo libro della saga.»
«Veramente questa era solo una fermata metro di passaggio, non avevo intenzione di fermarmi ma poi ho avvistato qualcosa di interessante, mi sono avvicinato e ta-daaan, eccomi qui!»
Di tutta risposta feci una smorfia. Lui accennò delle scuse a Logan, mi prese il polso di malomodo e mi trascinò qualche metro più in là.
«Allora, innanzitutto complimenti per la pomiciata, davvero caratteristica. E anche per il succhiotto ma quello deve avere almeno un giorno, adesso tende al violetto, carino. Comunque volevo solo dirti di essere puntuale questa sera, se non ci sei io parto, t'avverto. Sai Jan cosa mi ha detto questa mattina appena sveglia?» Visto che non davo alcun segno di voler rispondere, continuò. «Che con me si sente davvero felice e che ha finalmente trovato quello giusto! Quello giusto sarei io, caso non avessi capito. Subito dopo abbiamo fatto l'amore per ore e per ore. In realtà è durato solo venti minuti ma l'ho detto giusto per fare rima. Carina, eh?» Non sapevo se essere disgustata o contenta per la sua ingenuità. Forse una minima parte di lui sapeva che lei lo stava prendendo in giro ma magari non voleva ammetterlo chissà per quale assurdo motivo o forse credeva a tutte le balle che la ragazza gli diceva. 
«Dan stai dicendo frasi che non hanno nessun collegamento tra loro, quella ti sta bruciando il cervello.»
«Dici questo solo perchè sei invidiosa che io ho già fatto sesso e tu no. Per di più con la ragazza più bella e sexy del pianeta, cosa vuoi di più dalla vita? Questa è la perfezione. E la prima volta, wo! E' successo nella doccia, ma è stato abbastanza imbarazzante quando mi ha detto che era già stata con altri ragazzi, insomma, l'avresti mai detto?» Lo guardai per cinque secondi abbondanti con un'espressione esterrefatta.
«Mi stai prendendo in giro, vero?»
«No, sembra così.. Buona, non ti aspetteresti mai cose negative da una come- Cazzo.»
Sempre con i modi bruschi di prima mi fece ruotare di 90 ° in modo da ritrovarmi di spalle al binario. 
«Ehi.. Che sta succedendo?» A giudicare dalla sua espressione sembrava che avesse appena assistito al suicidio della regina Elisabetta in persona. Il respiro era affannato e la stretta sulla mia spalla si stava facendo sempre più pesante. «Oh, andiamo, mi fai pure preoccupare con questi versi!» Staccai in modo brusco la sua mano dalla spalla e mi voltai nella direzione vista da mio cugino. Quella scena l'avevo già vista e non tanto tempo fa ma stavolta non sarei scappata in qualche vicoletto londinese, avrei affrontato la questione, cosa che avrei dovuto fare anche la volta scorsa. Forse così non sarebbe più accaduto niente del genere. Feci un respiro profondo e mi diressi a passo svelto verso la coppietta ma, prima che potessi arrivare, Logan si staccò di getto dalla ragazza. Nessuno dei due fece in tempo ad aprir bocca che subito mollai uno schiaffo a Janette. Non so cosa mi prese in quel momento, era la prima volta in 18 anni che picchiavo una persona del mio stesso sesso, non che con i ragazzi fossi violenta, ma già la ritenevo una cosa più normale. Fatto sta che non mi sentii minimamente in colpa, tutt'altro, mi sentivo più libera. Mi aspettavo una reazione diversa, anche pericolosa a dire il vero, ma quello che fece mi lasciò senza parole: lanciò un bacio a mio cugino, che non si era mosso dalla posizione di prima, e sussurrò un "See you later" seguito da una risatina a Logan. 
Non so esattamente per quanto tempo rimasi immobile, ancora con il braccio alzato, mi risvegliai solo quando sentii un grido provenire da qualcuno alle mie spalle. Sia io che il rosso corremmo verso Daniele, non l'avevo mai visto in quello stato e mai avrei voluto vederlo a questo punto. 
«Dan? Dan comportati decentemente, cazzo!» Non ero capace a consolare le persone, cercavo più che altro di scuoterle a smettere di comportarsi come perfetti idioti. A volte -rare- funzionava. Lui alzò lo sguardo e fissò il ragazzo accanto a me, istintivamente mi misi tra i due, non volevo che lo colpisse di nuovo altrimenti quel posto si sarebbe trasformato ben presto in un'arena di Wrestling. «Ora stiamo calmi.» continuai «Io.. Te l'avevo detto. Credo sia stata creata con l'unico scopo di mettere i bastoni tra le ruote alle persone e non dovevi immischiartici, dovevi ascoltarmi. E poi, andiamo, ti sei affezionato sul serio? Io credevo fosse una cotta momentanea o qualcosa del genere. Prendi esempio da me, in questo sono brava, mai affezionarsi, mai, altrimenti ci si brucia.»
«Io non sono come te, quasi nessuno è come te. Sei un'automa, un robot, non so come tu faccia. E' inevitabile affezionarsi se una persona piace, rifiutarsi di amare qualcuno per paura di qualche delusione equivale a rinunciare a vivere per paura di morire, non ha senso.» E detto questo fece retro front e se ne andò. Mi voltai verso Logan, il quale non aveva ancora aperto bocca dall'avvenimento, e sussurrai: 
«Anch'io credo di essermi innamorata di te, Weasley.. » Senza dir niente mi abbracciò e non obiettai, nè una lamentela nè uno strattone; rimanemmo in quella posizione per almeno cinque minuti. Speravo di dirglielo in una situazione più carina, magari senza che fosse stato baciato da un'altra prima e senza che Daniele mi avesse dato dell'insensibile.
«Hai ancora intenzione di voler passare tutta la mattinata immersa in una vasca da bagno con tanta cioccolata intorno?» Annuii ancora con la testa contro il suo petto, senza prestare molta attenzione alle sue parole. Quando finalmente il mio cervello si mise in moto, lo guardai con aria interrogativa. O aveva letto nel mio pensiero o aveva ascoltato le mie parole di questa mattina. Realizzai che, per ovvi motivi, doveva trattarsi della seconda ipotesi e ritornai la Sonia di sempre: mi staccai bruscamente dall'abbraccio e gli urlai «Tu.. Tu.. Non si origliano le conversazioni altrui! Credevo stessi dormendo, traditore!» Si fece una risatina divertita e, già mezz'ora più tardi, eravamo al punto di partenza.
Sua madre ancora non era rientrata e l'abitazione era pervasa da un silenzio inquientante. Logan si schiarì la voce e mi portò verso il bagno situato accanto alle camere da letto e «Allora.. Vai prima tu?» biascicò imbarazzato. Questa volta me la feci io una risata, vederlo in quello stato era strano.
«Veramente io credevo che andassimo entrambi, insieme. Ci sarà la schiuma, nessuno vedrà niente di nessuno.» dissi ancora in presa al sorriso. Lui annuì e aprì la porta, era la prima volta che entravo là dentro e, come il resto della casa, aveva un non so che di ottocentesco. La vasca da bagno era enorme, ci sarebbero entrate bene almeno tre persone. Tutto questo la mia mente lo elaborava come "spreco", ma in fondo de gustibus non disputandum est. Ora che eravamo entrambi nella stanza l'imbarazzo si faceva notare di più, in particolar modo quando il ragazzo aprì l'acqua sentii un brivido percorrermi la schiena. L'angioletto e il diavoletto, stavolta abbigliati con solo un asciugamano attorno la vita, riapparvero senza che li avessi chiamati. "Deli non si fanno queste cose. In questo momento tu dovresti essere in giro per Londra a cercare tuo cugino dato che, disperato com'era, potrebbe anche essere in preda di un raptus omicida." feci una smorfia non appena l'esserino con le mie stesse fattezze ma munito di aluccie e aureola parlò. "Non ascoltarla, è solo invidia la sua, vorrebbe stare al tuo posto. Riflettici, sei sola in casa con il tuo ragazzo e la vasca è quasi piena. Guarda, sta addirittura mettendo saponi e shampi vari nell'acqua per fare la schiuma, se fosse stato un poco di buono non l'avrebbe fatto, no? Goditi la mattinata, te la meriti." e sparirono entrambi in una nuvoletta di vapore. Presi il cellulare dalla tasca della giacca e, una volta inserito "Dani" come mittente, gli scrissi dov'ero e che mi dispiaceva per tutto quello che era successo e che gli avevo detto. Dopo averlo riletto almeno quattro volte, lo inviai e mi misi l'anima in pace, sperando in una sua risposta. Feci un respiro profondo e iniziai a togliermi i vestiti di dosso con estrema lentezza, qualche minuto dopo ero in mutandine e reggiseno. Piegai la testa nella direzione di Logan. «Non guardarmi eh!» Subito si voltò dandomi le spalle. Contai fino a cinque e mi tolsi il più rapidamente possibile gli ultimi indumenti rimasti. Mi catapultai verso la vasca, l'acqua continuava a scendere dal rubinetto e la schiuma era in ogni centimetro della struttura, per mia fortuna. Non appena entrai mi circondai di quelle nuvole rosee, per via del colore dei bagnoschiuma e chiamai il rosso. Pochi secondi e lui era già dentro, ammetto che, nonostante gli avessi confermato il contrario, diedi un'occhiatina. I primi momenti furono di disagio puro, nessuno dei due sapeva cosa fare. Decisi di rompere il ghiaccio con una domanda che, sia lui che per me stessa, risultò un po' strana, specialmente in quel contesto. «Con Jan avevi mai fatto una cosa del genere?» La sua risposta arrivò dopo poco.
«No, mai. E non mi ero mai sentito in imbarazzo nel vedere una ragazza nuda, è la prima volta ed è parecchio strano, non credi?» Avvampai di colpo, mi sentivo tutta, completamente, rossa.
«Ehm.. Sì, credo.. Credo di sì. Strano, già. Se può farti sentire un po' più normale, diciamo, io non ho mai visto qualcuno nudo, escludendo mio cugino da piccolo e anche in quella situazione mi girai dall'altra parte per la vergogna, renditi conto.» Questo fece ridere sia me che lui anche se non so bene il motivo per cui gli raccontai quell'antefatto. Tra una risata e l'altra dovuta alle mini storielle raccontate ci avvicinammo, forse nessuno dei due si stava rendendo conto di quello che stava accadendo ma, nel giro di qualche secondo, ci ritrovammo a soli cinque centimetri scarsi di distanza. «Credo dovremmo lavarci.. No?» La voce mi venne fuori flebile e spezzata da qualche sospiro, forse non era la frase giusta da dire ma comunque lui mi fece voltare di schiena e iniziò ad insaponarmi, più di quanto la schiuma non avesse già fatto. Poco dopo aprì di nuovo l'acqua e mi risciacquò, peccato che, oltre al sapone sulla mia schiena, venne via in parte anche quello formatosi in precedenza nella vasca. «Ops.» Strabuzzai gli occhi e mi voltai verso di lui, fulminandolo con lo sguardo. «Non sto guardando nulla, giuro! Ok, ora forse un pochino sto guardando.. E anche adesso.. E adesso..» Balbettai qualcosa con un tono isterico ma, per chiudere il getto dell'acqua che continuava ad andare e a sciogliere tutte le bollicine, gli finii addosso. «Adesso è colpa tua, Granger. Praticamente mi stai istigando a guardarti, non posso farci niente.» disse con una risatina, nonostante il rosa acceso sulle sue guance tradisse il suo vero stato d'animo.
«Non è colpa mia, sai com'è l'acqua è scivolosa.»
«Bhe, potresti anche tornare nella posizione di prima adesso, no?»
«Tu vuoi che io ci torni?» Misi una mano sul suo petto e lo baciai, erano rare le occasioni in cui prendevo l'iniziativa. 
«Nah..» Biascicò tra un bacio e l'altro mentre mentre mi attirava ancora di più a sè. La sua mano aveva esplorato tutta la mia schiena, come la mia tutto il suo petto. Sussurrò qualcosa a mezza bocca che non capii per nulla, fatto sta che la sua mano fece un'inversione di percorso fino al mio addome e da lì risalì sempre più su. Inizialmente sobbalzai ma, mano mano che proseguiva, il mio corpo, e soprattutto la mia mente, si lasciavano andare. Tutto dentro di me stava andando allo sbaraglio, il corpo si era messo d'accordo con la mente affinchè entrambi desiderassero quello che stava accadendo e i sospiri che mi uscivano dalle labbra non miglioravano di certo la situazione. Il rossore sui nostri volti si stava lentamente affievolendo, ora non era rimasto che un lieve colorito roseo, magari dovuto anche al vapore caldo emanato dall'acqua. Ogni cosa stava andando al giusto posto, quello successo stamattina il mio cervello l'aveva etichettato con "Incubo da rimuovere" e il fatto che questa sera sarei tornata in Italia avrebbe senz'altro aiutato a migliorare la situazione creata tra me e mio cugino.


 
«GanGan, i'm here, my sweetheart!» Non so se fece prima lui a tirare giù un santo o io a staccarmi dal suo corpo. Urlò qualcosa in inglese a Jamie e, il fatto che capii soltanto qualche "fuck" sparso, mi aiutò a dedurre che non si trattava esattamente di una frase carina e coccolosa. Senza farsi troppi problemi sul come e sul quando Logan si alzò e uscì dalla vasca grondante; sapevo che avrei dovuto distogliere lo sguardo, il 20% di me stava dicendo questo ma l'altro 80% stava combattendo con valore per il contrario e si sa, la maggioranza vince sempre. 
«BAM, beccati!» Ne sono sicura, il mio cuore perse almeno due o tre battiti. Accadde tutto in maniera repentina: James entrò in bagno, Deli gridò un "Pervertito!" cercando nel frattempo di racimolare qualche ultimo spiraglio di schiuma sopravvissuta nella vasca, Logan chiuse la porta rischiando di mozzare almeno quattro dita al povero biondino. Sembravo un gatto dopo il bagnetto mensile, la mia espressione diceva chiaramente: "Avvicinati e sei morto". «.. Picchialo, distruggilo, neutralizzalo, smolecolalo.» Lui, prima serio quasi quanto me, scoppiò in una risata. Non capivo dove fosse il divertente della faccenda, un idiota stava per vedermi nuda e non credo sia molto spassoso. 
«Smolecolalo? Dovrebbero darti il premio per originalità.» E detto questo prese un altro asciugamano e me lo porse. Sussurrai qualche altro insulto random prima di accoccolarmi nel pulito di quel capo e sedermi goffamente sul mobile del lavandino. Passai il minuto seguente a cercare di far tenere su l'asciugamano senza che occupassi entrambe le mani ma niente, serviva un'abbondante materia prima per questo. Quando uscimmo dal bagno, tutti e due ancora con i capelli molto umidi, ci ritrovammo James di fronte con un'espressione che avrei preso volentieri a schiaffi.
«Non rivolgermi più parola. Fortunatamente tra poco dovrò partire e non ti rivedrò mai più. Mi dispiace solo per la tua ragazza, povera anima, sembrava così carina. Anche troppo accanto a un'essere come te.» Gli sghignazzamenti di sottofondo del rosso rendevano il tutto meno serio di quanto in realtà avrebbe dovuto essere. Altro idiota.
«Non ho visto nulla, la vasca è sulla destra, uno appena entra in una stanza punta lo sguardo al centro, no? E comunque, parlando della "povera anima", non mi risponde da ieri sera. Tra i due sono io la povera anima!» 
«Dov'è finito Mister iodalleragazzevogliounacosasola? Guardati, persino la camicia!» Non so chi tra i due fosse più piccolo di cervello in quel momento, fecero battute dello stesso genere per un quarto d'ora abbondante mentre io cercavo un muro su cui battere la testa. Senza che ce ne accorgessimo si erano fatte già le tre del pomeriggio, Jamie aveva deciso di andarsene a casa della sua amata e così la casa era di nuovo in nostro possesso. 
«Tra tre ore devo trovarmi alla Victoria's station, quindi dovrò partire da qui alle 17:30.. Due ore e mezza e non mi vedrai più, felice eh?» In tutta risposta ricevetti uno sbuffetto sulla nuca seguito subito da un bacio.
«Non dirlo neanche per scherzo. E poi tornerò anch'io, una settimana e sarò giù, sai com'è, la scuola non accetta scuse come "Motivo: Londra".»
«E neanche "Motivo: ho incontrato un Weasley mancato"?» Scosse la testa con il sorriso stampato sul volto. «Peccato. Ho anche il compito di fisica appena torno, per colpa tua non ho potuto esercitarmi quindi durante le vacanze di Natale dovrai darmi ripetizioni, è necessario.»
In quella materia non sono mai brillata ma, ci scommetto la testa, non ho mai letto di nessuna legge fisica che dicesse "Più la giornata è noiosa, più il tempo scorre lentamente; viceversa più si è affacentati più scorre velocemente" con le varie formulette odiose annesse. Avrei dovuto brevettarla, sarei finita su tutti i libri, la mia foto sarebbe stata stampata in bianco e nero e tutti i liceali annoiati mi avrebbero disegnato denti neri e baffi hitleriani. 
 
"Borsa: presa. Portafoglio: preso. Macchinetta fotografica: presa. Vestiti: ce li ho. Intimo: pure." «Bene, ho tutto, sono pronta!» 
Arrivammo sul luogo dell'incontro previsto da Daniele con cinque minuti d'anticipo, mi stavo già facendo film mentali su come avrei potuto vantarmi di questo durante il viaggio in aereo, ma tutte queste mie convinzioni si ruppero non appena lo vidi appoggiato con la schiena ad una colonna, intento a giochicciare o messaggiare col cellulare. 
«Su, andiamo. Per arrivare all'areoporto ho chiamato lo stesso tizio che ci ha portato in albergo quando siamo arrivati, ha un'aria affidabile e capisce la lingua. Saluta il tuo caro fidanzatino, già ci sta aspettando.» Nè un saluto, nè un sorriso, niente di niente, solo un tono freddo e distaccato e una punta di ironia a completare la situazione già deprimente. 
«Smettila di comportarti come se fossi il personaggio adulto e noioso di un libro. L'autista aspetterà qualche minuto in più e ci si può sempre arrivare coi mezzi a destinazione.» Fece un gesto con la mano e tornò ai suoi sms. Sbuffai innervosita, era possibile che una singola frase potesse peggiorarti l'umore?
«Allora ci si vede, ok?» Mi girai non appena sentii la voce di Logan. Mi limitai ad annuire. Di colpo entrambi c'eravamo fatti tristi e la presenza inquietante di mio cugino non faceva altro che peggiorare le cose.
Mi avvicinai e posai le labbra sulle sue. «Ti aspetto. E ricorda, non ho contanti quindi dovrai pensare ad un altro modo per farti pagare le ripetizioni di fisica.» Tirai fuori quella frasetta giusto per sdrammatizzare un po' e ci riuscii, dato il sorriso formatosi sul suo volto. Daniele, al contrario, parve scocciato da quella mia affermazione e dopo aver detto "Buona vita e, mi raccomando, salutami Janette con un bel bacio." si diresse a passo lento verso l'uscita principale della stazione. Mi morsi il labbro inferiore e subito guardai il rosso, che si affrettò ad aggiungere:
«Sta tranquilla, sai cosa provo per te e cosa provo per lei. Qualche giorno, solo qualche giorno e ci vedremo di nuovo, Granger. Ti manderò tante di quelle cartoline che tua madre implorerà il postino di bruciarle, in una settimana di arriveranno dozzine e dozzine di lettere e poi-» Senza neanche aspettare una conclusione lo baciai per l'ennesima volta e dopo essermi staccata gli sussurrai «Un Weasley che spedisce lettere non si è mai visto, sei unico nel tuo genere. Augurami buon viaggio e salutami Jamie!»
Ci mettemmo qualche minuto abbondante per il vero e proprio arrivederci, poi corsi senza un minimo di eleganza dove si era diretto mio cugino. Lo trovai appoggiato al cofano della macchina mentre chiacchierava con l'autista, un ragazzo italiano venuto a cercar fortuna in Inghilterra. Sembrava passata un'eternità, quel viaggio in macchina non voleva finire e il silenzio pervadeva sempre più l'ambiente siccome, nè io nè Daniele, avevamo la minima intenzione di rivolgere parola l'uno all'altra.
L'areoporto era come l'ultima volta, solo il numero delle persone era di netto aumentato. Perdemmo almeno mezz'ora di tempo confusi tra biglietti che non si trovavano, nomi scritti in modo errato e inglesi fin troppo precisi per quanto riguarda documenti e dimesioni delle valigie. Quando finalmente salimmo sull'aereo sentii una sensazione di vuoto lungo tutto il corpo e un aumento della voglia di fare come la volta prima, di scendere giù dal mezzo e correre alla ricerca di una determinata persona. L'unica cosa che mi fermava era il pensiero delle urla di mia madre mischiate a quelle di mio padre e dei miei zii e di Chloe. La durata del viaggio fece concorrenza a quello in macchina, con l'unica differenza che lì passavano ogni due minuti hostess e stuart a chiederti se volessi o meno da mangiare. 
«Avevi ragione riguardo Jan, solo non volevo ammetterlo di fronte ad altre persone.» La sua voce mi fece destare da uno dei tanti sogni che affollavano la mia mente in quel momento.
«Dovresti provare a parlarci, per telefono ovviamente, e chiederle il motivo di quel gesto. Perchè l'ha baciato? Non riesce a capire i sentimenti delle persone?»
«Tu che parli di sentimenti? Sei la stessa Delilah di un tempo?» il suo tono colpito mi causò una smorfia. Scossi la testa e tornai a osservare le nuvole fuori dall'oblò. Non so neanch'io se ero la stessa Deli partita quattro giorni prima tutta eccitata per il viaggio verso città che più amava, forse ero cambiata sul serio e non so se era un fattore positivo e negativo, ero diventata più fragile.
 
«Oh, andiamo, mamma! Sto bene! Vedi ferite da qualche parte? No, questa è la prova che è tutto ok.» Sapevo che il rientro in casa sarebbe stato problematico ma non così, poteva benissimo definirsi tragico. Mia madre che non la smetteva più con domande relative alla mia salute, mio padre e mia sorella che continuavano a rigirarsi tra le mani i souvenir presi -del cappello peloso come le guardie della regina non c'era traccia, in compenso gli presi dei modellini di auto d'epoca e, dall'espressione, sembrò gradirli-, Chloe mi stava bombardando il cervello con domande su cosa avessi e cosa non avessi fatto con Logan e mia zia si disperava in un'angolino della stanza ritenendo che fosse stata tutta colpa sua il mio ritiro dal primo volo per il ritorno.

 

Spazio autrice: 
Zalve, zalve! Ho impiegato 7340 anni per decidere il titolo di questo capitolo dato che è pieno di avvenimenti TwT Mi scuso con le ragazze caste e pure che lo leggeranno per la parte del bagnetto e basta, spero vi piaccia anche se a me non convince più di tanto .O.
Peace and love,
Delilah <3
  
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