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Autore: Feel Good Inc    28/05/2013    5 recensioni
{ Dragon Trainer x Le 5 Leggende x Rapunzel x Ribelle }
#I. La ragazza dai lunghissimi capelli biondi si voltò a guardarlo e solo in quel momento il tempo tornò a scorrere, la realtà rivestì i panni dell’assurdità che era – un viaggio senza senso, la cima di una torre solitaria, un patto raffazzonato a cercare di dare un significato a questo nuovo mondo ancora tutto sconosciuto per entrambi.
«Mi farai volare?»

~
#IV. Il mattino seguente, il ghiaccio aveva formato una pozza ai piedi del letto, ma la mamma non aveva voluto credere alla sua storia e l’aveva sgridata perché non aveva voluto fare pipì prima di dormire.
~
#V. «Andiamo a vivere insieme, tu e io, un giorno. In un posto qualsiasi, ma insieme.»
~
#X. «Come sta?» le venne di nuovo in aiuto la voce di Jack, lontana.
Rapunzel li raggiunse. «C’è Sdentato con lui» disse soltanto, come se nient’altro contasse.

~
#XI. «Si può sapere che hai, Merida? Oggi non sei in te.»
«Oh, scusa, Punzie. Ho fatto uno strano sogno...»

{ Jack/Hiccup/Merida/Rapunzel }
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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~ a thousand {years} more.

 

 

 

 

 

 

 

# stretta

 

 

 

Con arco e frecce Hiccup non sapeva proprio che farci, ma in compenso era un ottimo ascoltatore. Merida si era chiesta più volte se dipendesse dal fatto che nessuno aveva mai ascoltato lui – perché era, be’, così evidente – ma non aveva mai osato chiedere. Forse era paura... Paura di rivedere calare sul suo viso quell’ombra triste che lei aveva notato spesso, quando si erano conosciuti, e che alcune notti tornava ancora, accompagnata da quelle più fitte del buio. Era relativamente facile scalare le montagne, bere dal salto di una cascata, contrastare una madre regina e i suoi sogni di romantica gloria imperitura – era molto più difficile guardare negli occhi una persona delusa, e questo Merida lo sapeva bene. Perché in quelle occasioni, con lei, quella madre regina non faceva che distogliere lo sguardo.

Però Hiccup la guardava, e l’ascoltava; una mano sul dorso del drago, ferma in una carezza interrotta, le labbra risucchiate in un’espressione di comprensivo imbarazzo. A un tratto aveva fatto un gesto come per toccarla, ma lei continuava a gesticolare con foga, incapace di fermarsi, e non avrebbe saputo dire se quel suo improvviso stringersi le dita attorno al ginocchio avesse un significato particolare.

E continuò a parlare, a parlare da ragazza e non da principessa, senza curarsi di tenere il mento in alto e il busto diritto, scalciando forte tra erba e terra, tormentandosi ciocche di capelli, buttando fuori tutta l’oppressione che le stringeva il petto in una morsa rabbiosa – continuò a parlare perché con Hiccup era facile essere solo Merida, non accorgersi del sole che scendeva sempre più basso all’orizzonte, ed era facile persino dimenticare una cerimonia di fidanzamento anche se, ehm, la stessa cerimonia di fidanzamento era l’argomento del soliloquio. In effetti, a volte Merida si sentiva un paradosso vivente, ma davvero, andava bene così, era il mondo a essere sbagliato, no?

Il drago aveva già sbadigliato due o tre volte quando le parole finirono e rimasero il respiro affannoso di Merida e gli occhi di Hiccup di nuovo pieni di ombre. Perché, poi? La capiva davvero così tanto? Cosa c’era dietro le sue spalle, quanto più grande era stata la sua delusione? Merida non lo sapeva, non l’aveva mai saputo. Solo una cosa restava da fare.

Hiccup trattenne il fiato, quando lei lo raggiunse e lo abbracciò; Sdentato alzò la testa con aria curiosa.

«Grazie.»

«Perché?»

«Perché non mi interrompi mai... Perché t’importa

Hiccup non si mosse; solo le sue dita si districarono dal ginocchio per salire tra i suoi capelli, dandole la bizzarra sensazione di aver appena preso una decisione. Sdentato sbuffò, o almeno così sembrò a Merida. Per la prima volta da ore, si ritrovò a sorridere.

 

 

~

 

 

Hiccup non parla mai di quella cosa, ma qualche volta Merida s’intrufola lo stesso nella sua stanza dai muri affollati di poster e disegni e gli si stende accanto, limitandosi ad abbracciarlo. Ha l’impressione che Hiccup abbia tanto bisogno di tanti abbracci, più di chiunque altro in questo posto troppo vuoto e troppo pieno di lunghi silenzi ovattati.

A volte lo trova addormentato, ma altre volte le loro dita s’intrecciano e lui le mormora un grazie.

«Perché?» gli chiede allora.

«Perché t’importa.»

Merida sorride e chiude gli occhi, inspirando tranquilla: Hiccup sa di cielo e di alcune altre cose che lei ha sempre voluto toccare con mano. E poi, questa è una stretta piacevole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Secondo capitolo, cronologicamente antecedente al primo: prima o poi vi spiegherò cosa ci faceva Hiccup nel regno di Merida prima di incontrare Rapunzel – e prima o poi vi spiegherò anche il senso del modernverse alla fine di ogni episodio. XD Sigh, abbiate pazienza, lo so che questa struttura non ha senso, ma non voglio rovinarvi certe sorprese (che nel corso della genesi della storia hanno sconvolto me per prima, perché lo sappiate).

Un immenso grazie a chiunque si sia imbarcato in questa follia. Siete meravigliosi e vi sbacio tutti.

Piccolo indizio: Jack Frost is coming.

Aya ~

   
 
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