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Autore: Jessica Fletcher    02/06/2013    2 recensioni
Nick è in crisi, in crisi col suo lavoro e in crisi con se stesso. Per ritrovarsi intraprenderà un viaggio che lo porterà a ripensare a buona parte della sua vita.
Nuovo capitolo della serie fra Nick e Anna
Attenzione: spoiler sul finale di stagione 12 e l'inizio di stagione 13, non molto rivelatore, però.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nick Stokes
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Una ragazza per Nick'
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per fare un uomo

Via da Las Vegas?

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I giorno passati nel Parco Nazionale delle Montagne Rocciose, furono un vero sogno. Finalmente, lontani da quella città caotica e problematica che era Las Vegas, Nick, Anna e Tommy, si godettero al meglio le sospirate vacanze.

(Potesse essere sempre così) si ritrovò a pensare Anna, un pomeriggio mentre se ne stava distesa a prendere il sole: sdraiata su di un plaid steso sul in mezzo a una radura, tutto intorno totale silenzio ad eccezione dei rumori delle bestiole del bosco e dello scorrere dell'acqua del ruscello lì vicino, teneva gli occhi chiusi e si sentiva rilassata ed in pace col mondo come non mai.
A un certo punto sentì una vocina provenire da poco lontano seguita da una voce di uomo "Guarda, Tommy: la mamma sta dormendo. Ora la andiamo a svegliare".
Si sentì un rumore di piccoli passi e ......
...."Mama? ca fai?" ritornò di nuovo la vocina;
Anna sospirò e si alzò sui gomiti, il suo bimbo la stava guardando: gli occhietti castani, furbi, la scrutavano attentamente mentre le manine le accarezzavano il viso;
"Niente, topolino mio. La mamma stava cercando di riposare";
"Ah" fu la risposta; nel frattempo lei si era alzata a sedere e aveva preso il piccolo in braccio, il bimbo le si era stretto addosso, gli piaceva tanto prendere le coccole della sua mamma.....
Anna, ridendo, aveva cominciato a "spupazzarselo": gli massaggiava il pancino, gli accarezzava le belle gambotte cicciottelle e le braccia, altrettanto cicciottelle. Tommy se la stava godendo un mondo, ma solo quando lei cominciò letteralmente a divorarlo di baci,  lo spasso del piccolo raggiunse veramente le stelle.
"Oh, ma che bel quadretto!" Nick si era inginocchiato davanti a loro e li stava guardando come ammaliato;
"Ciao, bellissimo" lo saluto la sua compagna e lo guardò bene: era veramente il più bell'uomo che ella avesse mai conosciuto. In quel momento mentre lo osservava così abbronzato, rilassato, sorridente gli sembrò di rivedere il ragazzo di cui si era innamorata qualche anno prima.  Lontano da Las Vegas, dal lavoro, dalle sue delusioni, Nick stava , seppur lentamente, ritrovando il suo vero carattere, quell'indole buona, generosa, fondamentalmente ottimista che, nonostante le dure prove cui la vita lo aveva sottoposto negli anni, non l'aveva mai veramente abbandonato.
Lui le sorrise, le mise una mano a cingerle la nuca, la attirò a se "Ciao, dolcezza" le disse  e le posò un piccolo bacio sulla fronte, poi spostò appena il capo per baciarla sul serio, sulla bocca, con tutti i carismi di un vero bacio d'amore.
"Papà, ca fai ala mama?" chiese Tommy, curioso.
"Questo, piccolo Tommy, si chiama bacio e se lo danno le persone che si amano veramente, come me e la tua mamma. Ora sei troppo piccolo ma, fra qualche anno, baciare le ragazze ti piacerà moltissimo!" rispose ridendo suo padre "ricorda però che un bacio, un vero bacio deve essere dato solo per amore...e non permettere mai a nessuno di baciarti se tu non lo vuoi, d'accordo?"
Nick, forse non se ne era accorto, ma due paia di occhi lo stavano fissando intensamente: Tommy lo stava guardando incuriosito e forse un po' perplesso, era troppo piccolo per capire, ma Anna lo guardava con aria preoccupata. Lui le aveva detto, una volta, di essere stato molestato sessualmente da piccolo dalla baby sitter, ma lo aveva solo accennato, senza soffermarsi nei particolari. Lei gli aveva lasciato la sua privacy e da allora non ne avevano più parlato apertamente, solo che ogni tanto se ne usciva con queste frasi che la lasciavano spiazzata e le facevano capire quanto quell'episodio della sua vita continuasse a turbarlo.

Facendo finta di niente la ragazza indicò il sole al tramonto dicendo "Guardate che bello!": il cielo si stava tingendo di arancione e le poche nuvole prendevano una colorazione rosa acceso:
"Bello, sì" rispose Nick;
"Beo" fece eco Tommy con l'espressione estasiata di chi vede per la prima volta i veri spettacoli della natura;
"Questo posto è un vero paradiso" riprese lei "vorrei che questi giorni durassero per sempre......ma non si può stare per sempre in vacanza....." sospirò; poi proseguì "domani, Tommy, andiamo dai nonni: da nonno Bill e  nonna Gillian; sei contento?!
"" rispose il piccolo per il quale la parola nonni non voleva dire altro che una dose supplementare di coccole e vizi. Nick, invece, diventò improvvisamente serio e pensieroso.

Il giorno dopo, verso sera, arrivarono a Dallas. Non appena ebbero parcheggiato la  Ford Focus di Nick davanti al ranch in cui abitavano i suoi genitori, questi uscirono fuori a dare loro il benvenuto.
"Ah, Poncho" disse il babbo di Nick dando una pacca sulla schiena al figlio "che gioia vederti. Ti trovo bene!"
Iniziarono così una serie di saluti e convenevoli nei quali i coniugi Stokes si raccomandarono ad Anna affinché li chiamasse per nome e non signore e signora ("Siamo semplicemente Bill e Gill e puoi, anzi devi, darci del tu"). Tutto sembrava andare per il meglio ma, al momento di parlare della sistemazione della giovane coppia,  iniziarono i primi problemi.
"Voi due, dormite insieme?" chiese la madre di Nick, un po' ingenuamente;
"Certo mamma. Conviviamo da tre anni, abbiamo un figlio.....è ovvio che dormiamo insieme."
"No facevo solo per dire....pensavo che.....no vabbè, ok. Allora vi sistemo nella stanza degli ospiti....la tua vecchia stanza, Nick, è troppo piccola"
Nick sbuffò, suo padre alzò gli occhi al cielo, poi gli disse "Non mancare di rispetto a tua madre, figliolo";
"Ma io non le ho mancato di rispetto....è solo che mi sembra così chiaro!"
"Qui nel Texas siamo un po' all'antica......"

La discussione finì lì, ma a cena, davanti a tutta la famiglia, fratelli e sorelle di Nick con i rispettivi consorti e figlioli compresi, riunita saltò fuori la fatidica domanda:
"E voi due, quand'è che vi sposate?"
"Mai" rispose laconico Nick, già pronto ad infuriarsi;
"Aspetta, Nicky" intervenne Anna "lasciami spiegare. Vedete, io amo Nick sopra ogni altra cosa e so che per lui è lo stesso. Noi ci siamo giurati amore eterno in una stanza di ospedale il giorno in cui è nato Tommy, per i nostri cuori è come se fossimo sposati. Niente potrà cambiare questo e non ci serve la benedizione di nessun prete o reverendo e nemmeno la ratifica di un giudice di pace. Viviamo in una città dove il matrimonio è diventato un marketing, se non una burla; noi abbiamo deciso di essere diversi da quelli che vediamo tutti i giorni arrivare a Las Vegas, perché noi ci amiamo sul serio.  E sarà per sempre. Il nostro bambino non è un incidente di percorso, ma il frutto del nostro amore. Anche se non lo abbiamo pianificato lo abbiamo aspettato come un dono fin dal giorno in cui abbiamo saputo che sarebbe arrivato, e non era stato un giorno facile per nessuno di noi due. Nicky non è mio marito, è molto di più: è il mio compagno per la vita e, spero, anche oltre; è parte di me stessa: senza di lui sarei incompleta; è la luce di miei giorni, il mio conforto quando sto male o sono triste, e, infine ma non meno importante, è il padre di mio figlio. Lui è il mio tutto e va bene così. Questo è quanto, non credo di dovere aggiungere altro"
Alle parole di Anna seguì un silenzio assoluto, Nick le prese la mano e le baciò il palmo, lei si voltò a guardarlo: i suoi occhi erano lucidi:  lo aveva commosso.
"Lo sai, Nicky, lo sai che è vero" gli sussurrò
"Sì però sentirselo dire così, stasera davanti a tutti......non lo so, mi ha spiazzato" le baciò nuovamente il palmo della mano per poi tenerla fra la sua per alcuni minuti.

Più tardi, mentre gli altri stavano chiacchierando e bevendo caffè e bourbon, la giovane coppia uscì sul patio:
"Grazie Annie, per quello che hai detto prima a cena; hai saputo trovare le parole giuste";
"Spero che adesso ci lascino stare";
"Vedi qui nel Texas sono tutti estremamente conservatori, tutti per Dio e la Patria. Quelli come noi sono considerati peccatori"
"Peccatori eh....sapessi quanto mi piace fare peccato con te!"
Nick scoppiò a ridere "Piace anche a me, da impazzire!" poi si fece serio, la prese fra le braccia e la baciò molto romanticamente al chiar di luna.

Dopo quella sera nessuno osò dire nulla sullo stato sociale della giovane coppia (speriamo che abbiano capito)  pensava Anna ancora dubbiosa e il giorno dopo fu come se niente fosse accaduto: i nonni coccolarono e viziarono il piccolo Tommy, il quale in quelle occasioni era ancora più adorabile del solito, Nick e Anna  si dedicarono a esplorare i dintorni a cavallo.

Il pomeriggio del terzo giorno mentre tutti erano in piscina a prendere il sole e sguazzare nell'acqua, Nick si trovò solo in casa a passare davanti alla porta della sua cameretta da ragazzo. Quasi meccanicamente aprì la porta ed entrò.

Inizialmente fu sorpreso e deliziato al tempo stesso per avere trovato ancora ogni cosa così come l'aveva lasciata anni prima: il poster di Springsteen alla parete,  il pallone da rugby nell'angolo della libreria, tutti i suoi  dischi, i suoi libri, i suoi fumetti...entrò, cominciò con lo sfiorare ogni cosa e, all'improvviso, fu come un flash.  Vide se stesso steso su quello stesso letto mentre quella stronza bastarda gli rubava l'innocenza, poi si rivide umiliato, sconfitto, sporco dentro, seduto in quell'angolo ad attendere il ritorno della propria madre con  le lacrime agli occhi e sperando ardentemente che "quella" non lo cercasse un'altra volta .
Ricordò come avesse giurato, quella sera stessa, che, da grande, avrebbe fatto tutto il possibile per cercare di proteggere i più deboli e gli innocenti affinché non succedesse ad altri di doversi sentire come si era sentito lui: completamente alla mercé di persone malvagie e senza scrupoli. Per questo aveva studiato criminologia, per potere diventare poliziotto. Gli venne alla mente la faccia stupita di suo padre quando lui gli aveva comunicato quali studi aveva scelto. Il Giudice Stokes aveva tanto sperato che il minore dei suoi figli studiasse giurisprudenza e seguisse le sue orme professionali ed invece.....valli a capire questi figlioli! Aveva comunque fatto buon viso a cattivo gioco e si era fatto promettere da Nick, che, una volta laureato, si sarebbe impiegato come esperto criminologo presso il  Procuratore Distrettuale.....invece mi sono arruolato in Polizia e sono andato a Las Vegas....povero Cisco, che delusione deve essere stata per lui.

Già, Las Vegas......come in un sogno, Nick rivisse i primi giorni del suo arrivo in Las Vegas, l'incontro con quella città così grande e così "strana", i primi giorni al lavoro presso la Scientifica, l'incontro con Warrick che lo aveva preso subito in simpatia e voluto come amico, l'affiatamento con Catherine che era la prima donna, oltre a sua madre,  della quale si era fidato ciecamente sicuro che non l'avrebbe mai tradito. E poi, i suoi giorni difficili: lo stalker, il rapimento, la morte di Warrick....e ogni volta aveva trovato qualcuno, alla scientifica, disposto ad aiutarlo, a cercare di capirlo ....e non poteva lasciarli ora che avevano più bisogno di lui. Non poteva abbandonare tutto quello in cui aveva creduto e per cui aveva lottato. Perché se lui avesse mollato, in quel momento, allora le forze del male l'avrebbero avuta vinta: sarebbe stato come se Warrick fosse vissuto invano, come se fosse morto invano e questo lui non lo poteva permettere.

Mentre era così assorto nei suoi pensieri, non si era accorto che qualcuno era entrato nella stanza e ora stava  proprio davanti a lui.
"Problemi, Nicky?" chiese Anna scrutandolo con fare indagatore;
"No, stavo solo pensando. Perché me lo chiedi?";
"Non so.....hai una faccia strana";
"Non erano pensieri del tutto piacevoli....ma sono passati. Vieni qui" la prese fra le braccia per baciarla, dolcemente, sulle labbra. Fu un attimo e si ritrovarono totalmente presi uno dell'altra e il bacio divenne sempre più appassionato, tanto che non si accorsero nemmeno che la porta si era aperta;
"Poncho!" il babbo di Nick stava fermo sulla soglia, la mano sulla maniglia, l'aria imbarazzatissima "oh, scusate.....volevo dire a Poncho....ehm a Nick che ho parlato col Procuratore Distrettuale e che lo vorrebbe vedere domani mattina alle 10 in punto";
Nick si volse verso suo padre, le mani sempre posate intorno alla vita di Anna e gli disse, sicuro, "Non importa, Cisco, non serve.....mi dispiace che ti sei stato tanto a disturbare ma.....domani mattina noi ce ne torniamo a Las Vegas; non lascerò mai la Scientifica, non finché l'età, le forze e la salute mi daranno la possibilità di andare avanti. La mia vita è a  Las Vegas e io sono profondamente e totalmente un poliziotto; aiuto chi ne ha bisogno e sono felice così."
(Evvai!) pensò Anna ma non disse niente: la sua espressione, però valeva mille parole.
"Beh" proseguì Bill "capisco....strano mi sembrava che ti avrebbe fatto piacere rimanere qui a Dallas. Okay, adesso vi lascio soli" indietreggiò fino a fuori dalla stanza e chiuse  la porta dietro di se.
"Lo sapevo, lo sapevo che non avresti mai lasciato Las Vegas e la Scientifica!";
"Non potrei mai lasciarli....sono come una seconda famiglia per me: fermo restando che la mia vera famiglia, adesso, è quella che ho creato con te e Tommy. Amo i miei genitori, come è giusto che sia, ma non posso tornare a vivere a Dallas, non posso e non voglio tornare indietro. Non posso rinnegare me stesso.....";
Nick tacque per alcuni secondi poi continuò "Grazie Annie";
"E di che cosa, questa volta?" la ragazza era stupita, questa volta non aveva detto o fatto niente;
"Di tutto: di essere sempre al mio fianco; di sapermi capire più di quanto, certe volte, non ci riesca io stesso; di essere entrata nella mia vita al momento giusto; di amarmi per quello che sono realmente senza volermi diverso; di sapere quando è giusto parlare e quando è giusto tacere; di starmi ad ascoltare sempre senza per questo forzarmi a parlare di cose che preferirei dimenticare" e qui Nick ebbe un brivido "di tutte questa piccole importantissime cose ti sarò eternamente grato .....e ora.....ricordi per caso cosa stavamo facendo prima di venire interrotti da mio padre?"
"Ricordo sì" Anna si mise a ridere davanti all'espressione maliziosa di Nick " tu mi tenevi per la vita, poi avevi questa cosa qui" e con un dito gli sfiorò le labbra "sulla mia bocca e poi....."
E poi non riuscì a finire la frase perché lui la stava baciando appassionatamente.
"Ho voglia di fare l'amore con te" disse poi;
"Ora, qui?";
"Perché no? Ti desidero immensamente";
"Ti desidero tanto anch'io......ma prima....chiudi la porta a chiave!".



Non sia mai che entri qualcuno!!!!!

Ok, la fan fiction finisce qui, prima di lasciarci però penso di dovere un paio di spiegazioni. Nella 12 stagione (che va in onda a partire da domani 3 giugno su Italia1) effettivamente a un certo punto Nick pensa di lasciare la Scientifica....da questo episodio ho preso lo spunto per tutto il racconto.  Ho inserito la famiglia di origine, soprattutto i genitori, pensandola come una famiglia un po' all'antica,  in considerazione soprattutto che nel Texas sono molto conservatori . Il fatto che il padre di Nick non veda di buon occhio il lavoro del figlio e che lo avrebbe preferito impiegato presso il procuratore distrettuale, invece, emerge anche nella vera trama di CSI, se ci si presta una certa attenzione (io me ne sono accorta alla seconda replica).

Il pensiero di Anna sul matrimonio è un po' il mio, o meglio quello che avrei io se vivessi a Las Vegas, mentre per il linguaggio e il modo di fare di Tommy ho preso spunto dal mio bimbo quando aveva due anni.
Per sapere cosa è accaduto il giorno in cui i due hanno saputo di diventare genitori vi rimando alla precedente fan-fiction "Nessun uomo è un'isola", rileggendola mi sono resa conto che non è così violenta come temevo, solo si fa riferimento ad uno stupro ma senza essere troppo espliciti.
Saluto tutti, in particolare Mick e Rosalie che adorano le mie Annick (così ribattezzate da Mick)
aspetto, come sempre recensioni

A presto
Love
Jessie

PS: non ci avevo pensato prima ma sarebbe il caso che vi faccia vedere l'attrice che "presta" il volto ad Anna. Eccola http://stanzedicinema.files.wordpress.com/2010/11/anne-hathaway.jpg?w=753

  
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