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Autore: germangirl    04/06/2013    9 recensioni
Un viaggio in un paese lontano.
Un invito in un luogo del cuore.
Un evento che scuote la loro vita.
Insomma, un'estate speciale.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un'estate speciale'
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CAPITOLO 1 – TEMPO DI BILANCI

Anche la quinta stagione è finita. Non posso credere che siamo arrivati al termine di un altro ciclo di riprese. Abbiamo finito di girare l’ultima scena poche ore fa, in esterna, e adesso mi sono rifugiato nel mio camerino agli Studios, per mettere ordine nelle mie cose e, più che altro, nel mio cervello. In teoria, dovrei cominciare a raccogliere i miei effetti personali e a svuotare questa stanza che è stata una seconda casa per me negli ultimi mesi. Invece mi ritrovo qui seduto a rimuginare: quando si arriva in fondo a un progetto è sempre tempo di bilanci. Come al solito, Marlowe ha deciso di puntare su un cliffhanger che, di sicuro, lascerà i fans con il fiato sospeso, a chiedersi cosa risponderà Kate alla proposta di Rick, cosa avrà deciso di fare in merito a quel  lavoro a Washington, perché Rick aveva quell’espressione funerea mentre chiedeva alla sua donna di sposarlo… Eh sì, non si può certo dire che lo zio Andy non sia diabolico! Ce li vedo, tutti i nostri fans, a intasare twitter e gli altri social network con i loro commenti, le loro previsioni, i loro film mentali su ciò che potrebbe accadere all’inizio della sesta serie. So che molti di loro si divertono a scrivere fanfiction: quest’estate voglio proprio leggermene qualcuna.

Scuoto la testa e mi ritrovo a sorridere al pensiero di quante persone seguono le vicende di Rick, Kate, Ryan, Esposito, degli altri personaggi e dei casi che vengono affrontati in ogni episodio. Quando abbiamo cominciato a girare questa serie, nel 2009, ero convinto che si trattasse di un bel progetto, ma non mi sarei mai immaginato che avrebbe avuto un tale seguito. Non finirò mai di essere riconoscente a Marlowe e agli altri per avermi scelto come protagonista maschile di “Castle”. Non solo questo show ha decisamente lanciato la mia carriera e mi ha permesso di vincere diversi premi, ma mi ha regalato l’opportunità di conoscere e lavorare con un gruppo di attori fantastici, oltre che con lei, la mia coprotagonista. Stana è … speciale. Anzi, rubando la dedica che il mio personaggio fa a Beckett sul frontespizio di Heat Wave, lei è straordinaria. Ci siamo subito trovati in sintonia, sin dal primo incontro è scattato qualcosa fra noi che ci ha permesso di dare maggiore spessore ai nostri personaggi. E’ assolutamente inspiegabile, ma è una specie di reazione chimica di cui tutti si sono accorti, fans compresi, tanto che hanno coniato un nomignolo, Stanathan, per indicare noi due. Insomma, tutti ci vedono o ci vorrebbero come una coppia. In realtà, non stiamo insieme. In questi anni, io ho avuto qualche storia, niente di serio. Mio fratello dice che dovrei mettere la testa a posto, ma forse non ho ancora trovato la donna giusta. Forse

Lei, invece, è la persona più riservata che io abbia mai conosciuto: non lascia trapelare indizi sulla sua vita sentimentale nemmeno sotto tortura. Gossip su di lei non esistono: fosse per lei, giornali e siti scandalistici andrebbero in rovina. Nel periodo delle riprese ci capita spesso di passare del tempo insieme, anche al di fuori del lavoro. Oltre ad essere decisamente una gran bella donna, è una persona piacevole con cui parlare perché ha tantissimi interessi: le piace leggere, ha la sua casa di produzione, Sine Timore, con un sacco di progetti, e più che altro adora viaggiare. Lo fa appena può. E non va mica in uno di quei resort a cinque stelle, magari su un’isola tropicale a fare vita di spiaggia, come farei io. Nossignore, lei va all’avventura. Parte per qualche paese lontano, tipo il deserto del Sahara, la Cina, l’Argentina, l’India. Ha ereditato questo amore per i viaggi dai suoi genitori, infatti spesso parte con sua madre. Dice che viaggiare, conoscere nuove culture, popoli e tradizioni le apre la mente. Credo sia vero, però quando mi ha fatto vedere le foto di cosa ha mangiato durante uno dei suoi tanti viaggi, una roba che sembrava tanto una cavalletta e nemmeno del tutto morta, sono giunto alla conclusione che la mente si aprirà anche, ma di sicuro lo stomaco si chiude.

Qualcuno bussa alla porta e mi distrae dai miei pensieri. Vado ad aprire e mi trovo davanti Huertas con due bottiglie di birra. “Bro, ti va di bere qualcosa per salutarci prima della pausa?”

In realtà stasera abbiamo in programma una cena tutti insieme per festeggiare il termine delle riprese, ma mi fa piacere trascorrere un po’ di tempo da solo con lui.

“Ehy, volentieri! Però usciamo, qui dentro c’è un casino tale che non troveresti nemmeno il posto per sederti!” Ero venuto nel camerino per fare ordine nelle mie cose e nel mio cervello e mi sa di aver fallito su entrambi i fronti. Huertas scoppia a ridere e mi dice che, nella peggiore delle ipotesi, ci mettiamo seduti sulla sua auto a goderci gli ultimi raggi di sole. Si riferisce alla foto che ho postato su twitter stamani, in cui lui era appoggiato sulla sua auto a prendere il sole. 40 anni e non sentirli… Siamo proprio come un gruppo di adolescenti!

Usciamo e ci sediamo su un tavolo, davanti al set del loft di Castle, con le gambe penzolanti. Brindiamo alla quinta stagione che davvero ci ha dato un sacco di soddisfazioni e rimaniamo in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Non ho mai visto due donne riuscire a stare insieme senza chiacchierare. Noi uomini, invece, amiamo anche starcene seduti a bere una birra, scambiando poche parole.

“Hai deciso dove andare in vacanza, Jon?”

“Me ne starò qualche giorno a Venice e poi penso di andare in Messico. E tu? Ieri sera siete usciti, no? Le hai parlato?” Eccolo, il guerriero. “Be a warrior at whatever you do”, dice il suo profilo twitter, e lui evidentemente lo mette in pratica in ogni situazione. Dritto al punto, senza tanti giri di parole. Qualche giorno fa gli avevo confidato che mi sarebbe piaciuto invitare Stana a passare qualche giorno con me nella casa che i miei possiedono vicino a Edmonton. In questo periodo dell’anno si sta benissimo e la natura  è uno spettacolo. Nei dintorni della città ci sono dei parchi splendidi e i laghi assumono un colore che, davvero, ti toglie il respiro.

“No. O meglio, avrei voluto, ma lei ha cominciato a parlarmi del suo viaggio in Mongolia, e, Jon, tu la vedessi, sembrava una bambina che aspetta Babbo Natale. Era elettrizzata. Mi ha guardato con quei suoi occhioni spalancati dai quali traspariva la sua gioia e il suo entusiasmo per l’immediata partenza e io… beh, io non le ho detto nulla.”

Jon scuote il capo, rassegnato. “Fillion, sei un disastro. Le devi parlare prima che parta. Si vede lontano un miglio che, quando girate le scene romantiche fra Castle e Beckett, c’è una tensione pazzesca fra voi. Solo il cielo sa come riusciate a controllarvi. Forse è proprio per lo sforzo di controllarvi che quelle effusioni sembrano fin troppo trattenute. Probabilmente, se vi lasciaste andare, incendiereste il set!”

“Jon, è… complicato”

“Andiamo, bro, che diamine, tira fuori gli attributi e parlale, prima che lo faccia qualcun altro e te la porti via…” Lascia la frase in sospeso, sicuramente di proposito, tanto che mi giro di scatto verso di lui.

“Huertas, tu sai qualcosa che anche io dovrei sapere? Sputa il rospo immediatamente. Forza. Non costringermi a menarti. Sono più grosso di te!”

Lui mi lancia un’occhiata sdegnata e ribatte: “Fillion, sei più alto e più  grasso di me, ma io sono molto più in forma, credimi, quindi non ti conviene minacciarmi. Ne usciresti perdente, te lo assicuro. Comunque, diciamo che non so niente, se non che mentre stavamo chiacchierando qualche giorno fa, lei ha ricevuto una telefonata da un tipo e mi ha piantato lì, dicendo che si trattava di una cosa privata.”

Ha ragione. Sono decisamente più grasso di lui… quest’estate mi devo mettere a dieta. Forse fare uno di quei viaggi in cui si mangiano cavallette potrebbe essere una soluzione! Comunque, la notizia della telefonata del tipo misterioso mi impensierisce. “Non dirmi che si tratta di quel Polish! Ho visto che si sono scambiati qualche messaggio su twitter… Accidenti, deve essere tornato alla carica.”

“Amico, non so chi fosse, però al posto tuo mi darei una mossa. Senti, adesso devo andare. Ci vediamo stasera al ristorante?”

“Sì, Jon, grazie per la birra. A dopo!”

Ritorno nel mio camerino e per non pensare a Polish che ci riprova spudoratamente con Stana mi dedico a sistemare la stanza, riempiendo il borsone che mi sono portato. Questo posto è pieno di ricordi e di un sacco di cianfrusaglie: è il momento di fare ordine. E non solo qui. Lavoro di buona lena e non mi rendo conto del tempo che passa, fin quando non getto un’occhiata distratta all’orologio e scopro che sono già le sette. Panico! Fra un’ora abbiamo appuntamento al ristorante e io sono ancora in alto mare. Schizzo come un fulmine verso casa, mi faccio una doccia rapidissima, indosso una camicia azzurra e un paio di jeans, afferro una giacca al volo e mi precipito al ristorante.

Quando finalmente arrivo mi rendo conto che, neanche a dirlo, sono già tutti lì seduti al tavolo: Andrew e Terri, Rob, Tamala, Penny e Susan accompagnate dai rispettivi mariti, Molly, Seamus e Juliana, Jon e Stana.

“Fillion, alla buon’ora! Sei peggio delle donne!” mi apostrofa Marlowe. Non obietto perché, accidenti, ha ragione. Sono un ritardatario cronico. Saluto tutti sorridendo e realizzo che lassù qualcuno mi ama. C’è un unico posto libero e, indovinate un po’? E’ proprio quello accanto a lei. A lei che indossa un vestitino chiaro che le lascia scoperte le spalle, ha i capelli raccolti e, più che altro, sorride. E quel sorriso illumina tutta la stanza.

“Forza, Nate, siediti, abbiamo fame!” mi ordina perentoria Stana, con un tono che è un misto di detective-Beckett-versione-interrogatorio-a-criminale-incallito e dottoressa-Parish-versione-Castle-non-sparare-sciocchezze. Però poi mi fa, di nuovo, uno dei suoi sorrisi, quelli per i quali vale la pena di alzarsi ogni mattina e io mi sciolgo.

La serata trascorre tranquilla, fra buon cibo, ottimo vino, aneddoti di ciò che è successo durante le riprese, programmi per le vacanze e grandi risate. Sono un uomo decisamente fortunato: faccio il lavoro che amo e sono circondato da persone meravigliose. Una di queste, poi, mi è stata seduta vicino per tutto il tempo, attirando la mia attenzione quando ero impegnato a chiacchierare con gli altri colleghi semplicemente posando una mano sul mio avambraccio scoperto, e ricordando con me le papere che entrambi abbiamo preso e le volte che abbiamo dovuto ripetere la stessa scena perché scoppiavamo a ridere senza alcun motivo apparente, beccandoci le urla agitate di Marlowe e Bowman. Abbiamo sempre cercato, entrambi, un contatto fisico con l’altro durante tutta la cena: quando parlavo con Jon, seduto all’altro fianco di Stana, dovevo per forza avvicinarmi a lei, e quando Stana chiacchierava con Molly, seduta accanto a me, più volte mi sono ritrovato una sua mano appoggiata sulla mia gamba. Sono euforico solo per questo!

Al termine della serata ci salutiamo tutti con grandi abbracci, con la promessa di tenerci in contatto durante la pausa e con la serenità data dalla certezza che, fra qualche mese, saremo di nuovo tutti qui. In un lavoro instabile come il nostro, avere un ingaggio sicuro è una benedizione. Intendiamoci, siamo molto più fortunati di tante persone che faticano ad arrivare a fine mese, quindi non ci dobbiamo proprio lamentare. Però sapere che per un’altra stagione sarai certamente occupato fa un bell’effetto.

Torno a casa e mi accascio sul divano con la dolorosa consapevolezza che nemmeno questa volta sono riuscito a chiederle di venire con me a Edmonton e che per un lungo periodo non potrò vederla. E’ stata una bella serata, ci siamo sfiorati per tutto il tempo, eppure adesso sono qui, da solo. Una sensazione dolceamara si fa spazio nel mio cuore. Ha ragione Huertas, sono un disastro. Ma come facevo a parlarle stasera, in mezzo alla folla? Parte domani, va a casa dei suoi genitori per qualche giorno e poi lei e sua madre si dirigono in Mongolia. Caspita, è dall’altra parte del mondo. E staranno in giro per cinque settimane. C-I-N-Q-U-E settimane. Un’eternità. E chissà se quel Polish, nel frattempo, non l’abbia già invitata da qualche parte per quando rientra. Forza Fillion, non c’è tempo da perdere. Ho deciso. Vado a casa sua. Tento il tutto per tutto. Afferro le chiavi della macchina, apro la porta e….

 

Nota dell’autrice:

Mi cimento in una long che mi frulla in testa da un po’ e che mi sono decisa a pubblicare perché il mio angelo custode l’ha approvata e mi ha sostenuto con un affetto e un supporto impagabili.

Spero che piaccia anche a voi! Grazie per avermi dedicato il vostro tempo. Baci,

Germangirl

  
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