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Autore: lilyblack90    01/01/2008    6 recensioni
dal libro e film I passi dell'amore. Draco Malfoy, un ragazzino bello e arrogante, figlio di Mangiamorte...insomma, il Draco che conosciamo tutti. e poi Hermione, ragazza dolce, gentile,studiosa, amica di Harry Potter, Ron Weasley tutti coloro che amano il suo sorriso. due mondi troppo diversi, che non possono incontrarsi...ma se questo dovesse succedere, prepariamoci allora ad assistere a un miracolo. ---appena Daphne annunciò il loro ingresso io feci una smorfia e mi dileguai nei sotterranei, riuscendo comunque a notare l’occhiata di disgusto che mi lanciarono i due damerini, e quella dubbiosa di Hermione. Lei mi guardava sempre in quel modo. Come se si aspettasse qualcosa. Cominciavo sul serio a pensare che fosse matta.----
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Siamo ancora a capitoli d’introduzione

Siamo ancora a capitoli d’introduzione. Verso il prossimo la storia comincerà a girare. Sto cercando d’impegnarmi con questa fic, perché è piuttosto complicata, più delle altre che ho scritto. La prima persona a volta mi confonde un po’! comunque, l’aggiornamento non so quando ci sarà, penso presto.

E, naturalmente, Buon 2008 a tutti!

 

 

 

It was late in September
And I'd seen you before …
You were always the cold one
But I was never that sure

 

 

Ricordo bene quell’anno. Il mio ultimo anno a Hogwarts. Ma, esclusa questa “novità”, il primo Settembre per me rappresentava la solita tortura. Sveglia alle sei. Sì, perché naturalmente non avrei mai pensato di preparare il baule il giorno prima. So cosa vi starete chiedendo: e tutta la miriade di Elfi Domestici schiavi dei Malfoy? Bè, caduta di Voldemort = cancellazione di ogni ingiustizia. E così mia madre si era accontentata di una cameriera alla pari. Ma, considerata l’ energia e la diplomazia di Rosalie, non c’era nulla da ridire.

Quindi, oltre ad essere un’ora assurda per svegliarsi, le sei di mattina rappresentavano anche il futuro di ogni singolo giorno per nove lunghissimi mesi. Primo settembre significava anche dire addio alle feste estive, e a tutte quelle bellissime ragazze babbane e non che in quel periodo esibivano il loro corpo in tutto il suo splendore. Già, ora invece vi chiederete come mai Draco Malfoy è attratto dalle babbane. Io ve l’ho detto che in fondo su di me esistevano solo pregiudizi infondati: le babbane, una gran parte di quelle che ho conosciuto, hanno tutte bellissime gambe, fondoschiena e decoltè. E tutto ciò mi bastava per dimenticare chi fossero.

Ma tornando a noi, quel primo settembre dell’ultimo anno di Hogwarts mi appariva ancor più tragico: come mia madre mi aveva ricordato tutto l’anno, gli esami si avvicinavano. Anche mio padre me l’aveva fatto presente nella breve settimana in cui mi aveva fatto visita a luglio. In realtà non c’era più bisogno di restare nascosto. Ma ormai la sua vita era lontano da me e mia madre. Meglio così.

Erano queste previsioni deprimenti che mi accompagnarono al binario nove e tre quarti il primo settembre del 1998.

Mia madre mi accompagno fino alla barriera magica. Lì mi guardò a lungo. –Draco, figlio mio…fa per bene quest’anno..- -madre…- - Niente scappatelle, o feste illegali. - -ma quando mai…?- -Non farti scoprire a baciare una dodicenne in una classe vuota.- -è successo solo una volta!...-

-         E, soprattutto, studia.- mi arresi e sorrise –finito?- lei rimase a fissarmi a lungo, prima di lasciarsi coinvolgere dal mio sorriso affettuoso che rivolgevo a pochissimi e mi abbracciò –ci sentiamo presto.- -contaci Draco.- le strinsi una mano poi, con naturalezza, andai incontro alla barriera.

Le voci di studenti e il rumore del treno mi confusero un po’. Ero a disagio a lasciare mia madre sola in casa. Come ogni anno. Ma era forte. Era come me. Vabbè, io ero come lei.

-malfoy! Ce l’hai fatta!- sorrisi al suono di quella voce e andai incontro con passo lento al mio migliore amico: Blaise Zabini. Alzammo i pugni e le nostre nocche batterono contro. Scoppiamo subito a ridere. Che stupidi. Io e Blaise eravamo amici fin da…bè, da sempre. Nei periodi bui mio padre e il suo comprarono una casa in montagna dove le nostre madri ci portavano mentre loro erano a combattere. O uccidere. Ci siamo sempre trovati bene. Siamo diversi e questo ci porta a completarci. Suo padre è sempre stato più presente del mio. E, al momento giusto, ha saputo scegliere tra la sua famiglia e Voldemort. In molti lo giudicarono un codardo. Io no. Non penso ci sia niente di male a rinunciare a morire per vivere con chi vuoi bene.

-allora amico, ultimo anno! Faremo saltare la scuola…e il cuore di mille ragazze!- Blaise era su di giri. Sempre così allegro, con un sorriso spontaneo e bellissimo. (parere di tutte le ragazze di Hogwarts). Lo dicevo, che siamo diversi. Quando camminavamo nei corridoi era quasi comico: lui, capelli neri, occhi blu, profondi. Un sorriso sempre presente a illuminare quel viso perfetto, con la battuta pronta. Io, biondo, occhi grigi. Il mio sorriso difficilmente si estendeva agli occhi, per cui aveva ben poco di rassicurante. Pallido, i tratti del viso decisi, ma pur sempre perfetti. In comune avevamo il fisico da modello e un’eleganza tutt’altro che programmata. E con questa parentesi di modestia posso continuare.

Blaise mi trascinò nel treno, al binario dove già erano riuniti Tiger, Goyle, Pansy e Daphne. Appena entrati mi salutarono entusiasti, nonostante solo due sere fa eravamo a dormire tutti insieme a casa di Pansy. Blaise si sedette vicino a lei baciandole brevemente le labbra. Non mi sarei mai abituato a loro due, nonostante fossero ormai cinque mesi che si dichiaravano fidanzati ufficialmente. Mi sedetti nell’unico posto vuoto, accanto a Daphne. L’imbarazzo era palese. –ciao, Draco.- sussurrò la sua voce vellutata. –Daphne.- mormorai, gentile, ma senza troppo calore. Io e Daphne eravamo un punto interrogativo nel gruppo. Lei diceva di amarmi. Probabilmente era vero. Io amavo il suo corpo snello, i suoi capelli biondi, gli occhi azzurri e le labbra carnose. Per un periodo le era bastato. Avevamo iniziato una relazione libera: si andava a letto insieme quasi ogni sera. Ma altrettanto spesso andavo a letto con altre. La ripagava il fatto che lei poteva stringermi la mano di tanto intanto, le altre no. Quell’estate capii che non potevo più sopportare il suo dolore quando mi vedeva con atre. È vero, noi Serpeverde siamo bastardi. Ma tra di noi, siamo uniti. E per me non c’era niente di più importante di mia madre e dei miei pochi amici. Per questo una sera avevo cercato di chiudere definitivamente. Ma a parole non sono buono e lo dimostrava il fatto che Daphne invece di un bacio sulla guancia, aveva accarezzato le mie labbra.

Tiger, accortosi dell’aria che tirava, cominciò a raccontare di come voleva organizzare la festa quella sera. Gliene fui grato: feste clandestine erano un argomento caro a tutti noi, e fu il modo migliore di trascorrere il tempo. Arrivammo a Hogwarts che la testa mi scoppiava. Blaise mi diede una pacca sulla spalla. –Dra’, che hai? Il tuo faccino sembra più pallido del solito…non resisti più al ritmo della nostra vita?- -fottiti, Blaise.- ribattei, acido. Pansy rise –cominciano i complimenti!- annunciò, allegra, mentre io e Blaise cominciavamo a battibeccare. Ma il dolore alla testa era abbastanza forte da farmi smettere prima del previsto. Finalmente questo tolse a Blaise quell’aria strafottente –ma stai davvero male?- -Blaise, ieri sono andato a letto alle tre e stamani mi sono svegliato alle sei. Sono solo stanco.- -ripeto, tu non hai il fisico…MA NON IMPORTA, TI VGOLIAMO BENE LO STESSO!- aggiunse appena mi vide prendere la bacchetta. Arrivati al portone di Hogwarts Daphne e Pansy si fermarono -il nostro ultimo anno…- alzai gli occhi al cielo –donne…voi e i vostri stupidi sentimentalismi.- -certo, perché a te non frega nulla,vero?- mi rimbeccò Daphne. Sorrisi, il solito sorriso freddo che faceva strage di cuori –infatti.- entrai –e ti dirò di più. Mi salto pure la solita cena e vado a dormire un palio d’ora, prima della festa.- Blaise sospirò –e vorresti perdere lo smistamento? Dobbiamo verificare il grado di bellezza delle primine…- un attacco di tosse fermò Blaise, Pansy lo guardava minacciosa. Blaise arrossì, ma si riprese in fretta –ovviamente unicamente per te, Draco.- sorrise –le bambine non m’interessano Blaise. Trovo più eccitante un buon letto, in questo momento.- Blaise chiuse gli occhi inorridito –se arrivi a dire questo vuol dire che sei proprio stanco. Vai vai.- feci un mezzo inchino con la testa, come a ringraziare. –e ti pareva, ecco il formidabile trio!- la voce di Daphne si fece improvvisamente gelida nel pronunciare quelle parole. E come biasimarla: fecero il loro ingresso nella Sala d’Ingresso i nostri nemici giurati. Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger. Sinceramente i primi due riscuotevano un certo successo. Negli ultimi anni, poi, erano diventati quasi degni avversari miei e di Blaise. Naturalmente la loro arma era, oltre che la bellezza, il cuore, il coraggio. Grifondoro, bleah!

Ma Hermione Granger era rimasta nell’ombra. Nell’ombra in senso relativo. Lei era…era la ragazza più strana della scuola. Passati i primi tre anni a offenderla, ormai avevo perso tutto il gusto. Non aveva mai riscosso gran commenti di apprezzamento fisico. Non perché no fosse bella. Anzi. Una volta tolti i pregiudizi per il suo sangue sporco, potevo ammettere che le gambe che spuntavano dalla gonna erano proprio ben modellate. Chiare, abbastanza lunghe. Era magra e dal maglioncino grigio della divisa scolastica s’intravedeva chiaramente che qualcosa era cresciuto in quegli ultimi anni. I suoi occhi erano color nocciola. Un colore veramente bello. Profondo, pieno di calore. Il viso dolce, incorniciato dai ciuffi di capelli castani che ricadevano dalla crocchia che portava ogni giorno. E qui si passa al perché non veniva apprezzata come avrebbe potuto. La Granger era straordinariamente anonima: solito maglioncino grigio. Camicia che puntava totalmente abbottonata. Cravatta al suo posto. Gonna grigia lunga fino alle ginocchia. Che copriva le ginocchia. Scarpe nere chiuse. Mai un filo di trucco, mai i capelli sciolti, mai un maglioncino più originale, mai una gonna un po’ corta. E non era solo questo. Lei era anche…buona. Sicuramente il tono acido utilizzato da Daphne due minuti prima era rivolto a Potter e Weasley. Infatti nessuno avrebbe potuto prendersela spontaneamente con Hermione Granger. Perché i suoi occhi pieni di gioia provocavano un gran disagio a noi comuni mortali che del mondo apprezzavamo solo i beni materiali. Nessuno guardava il mondo con gli occhi della Granger. Era impossibile. Lei voleva aiutare tutti. S’incaricava di sua spontanea volontà di ogni attività scolastica: ripulita alla biblioteca, ordinando tutti i libri, allestimento della Sala Grande per le varie feste ufficiali. Aiuto ai ragazzi del primo anno ad ambientarsi. Ripetizioni a chi aveva difficoltà. In più seguiva tutti i corsi. Tranne Divinazione e Babbanologia. sorrideva a chiunque incontrasse lungo i corridoi, chiedeva scusa persino se erano gli altri ad andarle contro. La sua bontà era ben visto da tutti i professori e dagli studenti Grifondoro, più qualche altro studente qua e là. Io, invece, la detestavo. Non per cattiveria: era finito il periodo in cui desideravo sfotterla perché era una Mezzosangue. Ma sapevo che quando dalla sua bocca uscivano frasi tipo –la guerra non deve esistere. – oppure –siamo tutti uguali agli occhi di Dio- (chi fosse poi Dio non l’avevo ancora capito) c’erano riferimenti evidenti a mio padre. O, per lo meno, c’erano da parte di Potter e Weasley i suoi pilastri. Per questo, appena Daphne annunciò il loro ingresso io feci una smorfia e mi dilegua nei sotterranei, riuscendo comunque a notare l’occhiata di disgusto che mi lanciarono i due damerini, e quella dubbiosa di Hermione. Lei mi guardava sempre in quel modo. Come se si aspettasse qualcosa. Cominciavo sul serio a pensare che fosse matta.

Arrivato alla statua della mia Sala Comune, ricordai di non avere la parola d’ordine. Scrollai le spalle irritato e mi incamminai alla porta opposta. Dalla tasca dei jeans tirai fuori una chiave argentata. Da principe delle serpi avevo il diritto di possedere la chiave della stanza delle feste. L’aprii e m’intrufolai. Sorrisi compiaciuto. Tutto era pronto anche se da sistemare: scatole di alcool, cibo, impianto di musica. Ma la festa iniziava a mezzanotte e la cena solitamente terminava per le dieci. Ci sarebbe stato tempo. Misurai in uno dei numerosi divanetti verdi che riempivano la stanza introno alla pista da ballo e mi addormentai.

 

“Era fine settembre e ti avevo visto prima …tu eri sempre quello freddo  ma non ne fui mai così sicura”

 

 

Un Grazie a Christina Malfoy, tarabe, Shavanna, Claudia. Vi ringrazio che, almeno per ora, avete deciso di seguire la mia fic! I vostri commenti mi hanno fatto piacere e mi auguro di meritarli…poi bo’, giudicate voi!

 

Ancora Buon Anno

 

Lily Black

 

 

 

  
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