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Autore: ducky    30/06/2013    5 recensioni
Sono Damon ed Elena. Si trovano, si rincorrono, si perdono per poi ritrovarsi e rincorrersi ancora.
AU tutti umani.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11. WHITE LIGHTS


I fari bianchi illuminano la strada buia verso casa.

In macchina, il silenzio è quasi più assordante della musica che mi ha stravolto i sensi all’interno del locale, prima che si consumasse la tragedia di cui, mio malgrado, sono stata protagonista.

Trascinata fuori da una furia che mi ha trasportato sulle spalle come niente fosse, attirando lo sguardo di centinaia di persone, sono stata scaraventata in macchina senza nessuna spiegazione, urlando cose di cui mi vergogno e che sono state sensibilmente ignorate dall’uomo alla guida di quest’auto che, adesso, fissa i suoi occhi gelidi sulla strada, muto e assente come è mai stato prima.

Mia sorella gli è seduta accanto, occupa il lato del passeggero e guarda fisso oltre il finestrino, immobile.

La paura che il battito ormai feroce e senza tregua del mio cuore sia udibile ai due, abbastanza da rompere questo silenzio imbarazzante e carico di parole non dette, mi annienta, confinandomi sui sedili posteriori a torturarmi le mani preda di una ansia che si impossessa dei miei nervi e della mia facoltà di pensare lucidamente.

Perché lo ha fatto?

Perché ha agito in questo modo davanti a Katherine?

Magari avrei impiegato un po’ di fatica in più ma alla fine avrei saputo gestire quell’ammasso di muscoli che mi si spalmava addosso, non avevo bisogno del suo aiuto, non avevo certo bisogno che mi portasse via da lì in quel modo, precipitando una situazione già abbastanza precaria ed assurda che lui stesso ha creato.
Il momento in cui mi trascinata nell’assurda illusione che avrei potuto significare qualcosa per lui è in realtà lo stesso istante in cui ha spezzato il mio cuore presentandosi come il fidanzato di mia sorella.
Ha permesso che entrassi, che abbassassi le difese, che cominciassi a fidarmi di lui, a pensarlo come quel qualcuno di cui non sono mai andata alla ricerca ma che ho sempre aspettato.

Prima di scoprire quanto in realtà mi sbagliassi.

La vibrazione del mio cellulare fa sussultare Katherine che non si gira comunque a guardarmi, quasi un rumore esterno che si infrange con le pareti dell’auto causando un suono sordo e continuo.
Damon rimane di sasso, sembra evitare lo specchietto retrovisore di proposito per sfuggire ai miei occhi e ringrazio il cielo di questo.

‘Update: La gente la descrive come una scenata di gelosia in piena regola. Io la chiamo follia.
Stai bene? Sono così preoccupata da aver passato l’ultima mezz’ora in preda al panico, in attesa del taxi. Risultato: unghie consumate e una nuova litigata con quel tizio biondo amico del folle che ti sta portando a casa. Evita le tragedie. Ti chiamo domani, Care.’

L’sms della mia amica mi regala un sorriso appena accennato, sorriso che muore sulle mie labbra quando alzando lo sguardo dallo schermo mi scontro due occhi blu resi quasi neri dal buio della notte e che mi fissano gelidi attraverso lo specchietto.
Deglutisco sentendo la rabbia ribollire in me pochi istanti prima che l’auto accosti sul vialetto di casa dopo un tragitto sembrato infinito.

Apro la portiera schizzando fuori così veloce da rischiare una caduta distesa sull’asfalto, fortunatamente l’adrenalina che ho in corpo rende le mie gambe ben salde mentre avanzo speditamente verso casa.

“Perché lo hai fatto, Damon?”

La voce apparentemente calma ma sicura di mia sorella, mi blocca a ridosso del posteriore dell’auto, impedendomi qualsiasi altro passo, il cuore pronto a saltare fuori dal mio petto.

“Fatto cosa?”

Le si rivolge altrettanto calmo con una fermezza nella sua voce tanto affascinante quanto inquietante.

“Lo sai cosa. Perché hai picchiato quel tizio trascinando mia sorella fuori dal locale, mettendola in ridicolo davanti a tutti?”
“Ci stava già pensando lei a mettersi in ridicolo” - grida quasi, feroce e in qualche modo ferito- “non ha fatto altro che muoversi in quel modo strano tutta la sera attirando le attenzioni di idioti come quel tipo. Ho solo evitato l’inevitabile”
“Non ne avevi alcun diritto! Elena è grande abbastanza da saper gestire situazioni del genere senza il tuo aiuto o quello di chiunque altro. Conosco mia sorella da molto più tempo di te, è la persona che più stimo insieme a mio padre. Non ballava per attirare l’attenzione di un qualche imbecille, ballava perché ha bisogno dei suoi spazi per qualcosa che la tormenta dentro e che non è ancora pronta a dirmi! Quindi ti prego, da ora in avanti, di evitare certi scatti impulsivi specie se coinvolgono la persona che amo di più al mondo. Buonanotte!-

Katherine si precipita fuori dall’auto scontrandosi con i miei occhi, ho la bocca aperta e il mio corpo trema in modo incontrollabile ma, pur avendo il viso quasi rigato dalle lacrime, mi sorride mestamente prendendomi per mano.

“Sei gelida. Dai, entriamo in casa.”

 ***

-'Sei uno spreco di tempo e di energia, figliolo. Tu distruggi, annulli ciò che di buono ti circonda.
Chi mai potrebbe amarti'-

 
Le parole di mio padre pronunciate in una fredda stanza di ospedale, la notte in cui ho detto addio a mia madre, spesso risuonano nella mia testa e, in momenti come questo, mi convinco che abbia sempre avuto ragione.

Esco dal vialetto di casa Gilbert ingranando la prima ad una velocità inaudita, lasciandomi alle spalle la figura delle due donne che sto ferendo di più, comportandomi da coglione con entrambe.

Il giorno in cui conobbi Katherine, mi fu promessa da quegli occhi verdi e luminosi, una speranza perduta nell’istante in cui il cuore di mia madre smise di battere a causa mia.
Il nuovo rifiuto della società, il corpo vuoto, ormai privo di emozioni e di sogni che si trascinava per strada annullando ogni secondo della propria giornata, pronto a farla finita per combattere quel rimorso troppo grande da accettare, con cui condividere il resto dei miei giorni.
In una notte fredda ed umida fui trovato, raccolto e rassicurato da chi in seguito mi mostrò che potevo ancora farcela, che la colpa di quell’incidente non era da attribuire a me, non quanto il fatto che fu mia l’idea di portare fuori mia madre, quando avrebbe solo voluto rimanere in casa per recuperare un po’ di sonno perso a causa del lavoro e dei tre uomini della sua vita a cui badava a tempo pieno.

Ci volle un intero anno prima che lei mi trovasse, prima che mi mostrasse la prospettiva di una vita nuova e diversa che ho davvero assaporato solo nell’istante in cui ho incontrato Elena.

Quell’incredibile giornata afosa e calda di Giugno in cui mi sono imbattuto nella ragazzina prepotente ed ostinata che ha sconvolto il mio mondo, voltandolo di nuovo nel verso giusto, nel verso in cui ero abituato a viverci quando il sorriso di mia madre non era ancora qualcosa a cui pensare solo ogni tanto, quando faceva troppo male, con rimorso e vergogna.

Katherine mi ha indicato una possibile via di fuga.

La sua dolcezza ha sciolto il mio cuore e la sua timidezza mista ad una fierezza e una ammirevole lealtà, ha piano piano nascosto le mie ferite, convincendomi che forse con lei, avrei potuto farcela.
Avrei potuto lasciare tutto alle mie spalle, avrei potuto amarla perché era riuscita a vedere in me qualcosa di buono.

Elena è la mia via di fuga.

Sin dal momento in cui i suoi occhi hanno incontrato i miei, ho capito che c’era ancora un'unica cosa per cui valeva lottare e rimanere in questo mondo ingrato che mi aveva già tolto l’affetto di una famiglia.

Lei.

Con i suoi sbuffi, le sue battutine taglienti, i rossori delle sue guance, l’orgoglio contrapposto al sorriso ingenuo dei suoi vent’anni che scavano un solco nel mio cuore ogni volta.
Ogni volta in cui, adesso, mi rivolge gli sguardi carichi di odio e di rancore che mi rendono impossibile persino respirare, perché ho sopportato di essere odiato persino dal mio stesso sangue ma non sopporto quello sguardo nei suoi occhi.

Non negli occhi della donna che mi ha regalato la speranza di potermi rendere migliore.

Ho incontrato Katherine e quando ho capito che voleva provarci, ho pensato che avrei potuto prenderla seriamente.

Avrei potuto rinunciare alle avventure di una notte, conseguenza di qualche bevuta di troppo.
Abitudini collaudate sull’orlo del baratro che ti spingono a sperimentare l’estremo, perché la tua vita non ha più un senso ed un corpo diverso ogni notte, in cui spingere tutto te stesso per affogare i dispiaceri dello schifo di vita che stai vivendo, è la migliore distrazione cui si può aspirare.

Una donna con cui avere una storia seria, rispettandola, provando ad amarla un giorno nello stesso modo in cui lei ti ama già.

E’ per questo che devo dire addio alla parte veramente speciale di questa equazione scombinata che rischia di rovinare la vita di due persone unite ancor prima che apparissi io ad incasinarle.
Devo lasciare andare Elena perché è questo che lei vuole, perché so di non essere importante quanto sua sorella e perché so che non potrebbe mai lasciare che soffrisse a causa sua.

La gelosia cieca che ha annebbiato tutto di me questa sera è il sentore di allarme che devo allontanarmi da lei e da ciò che significa per me, devo farlo per il suo bene e per quello di Katherine, la donna dolce a cui devo la vita e a cui sarò riconoscente per  il resto dei miei giorni.
E’ la preghiera silenziosa che le leggo negli occhi ogni qualvolta mi ritrovo a casa sua a stringere la mano di sua sorella, stretti l’uno all’altra sul divano.

Ha il diritto di essere felice e nonostante il pensiero mi distrugga devo farmi da parte perché ho promesso molto tempo fa che non avrei più mandato all’aria la vita delle persone a cui tengo.

Parcheggio distrattamente davanti casa e provo a convincermene completamente.

Stanco, distrutto, disilluso.

Una lotta già persa con qualcosa che per la prima volta in vita mia, pulsa troppo forte dentro di me.

***

“Elena. Dormi?”

 
Katherine spegne la luce del bagno e in punta di piedi, con indosso la corta camicia da notte si avvicina al mio letto sussurrando.

“No, sono sveglia”
“Bene” –si siede sul materasso e mi volto per guardarla negli occhi ancora un po’ lucidi- “è la nostra prima litigata, sai?”
“Non avreste dovuto…”
“No” –mi interrompe sorridendo pregandomi di lasciarla finire- “non è stata colpa tua, sei mia sorella e mi batterò sempre perché tu venga rispettata. Sempre. Nessun ragazzo potrà mai cambiare il fatto che sono legata a te più che a chiunque altro. Vorrei solo che…”
“Cosa?”
“Vorrei solo che le cose funzionassero tra te e Damon. Magari hai tutte le ragioni per non sopportarlo e lui non è certo un tipo facile ma…è uno dei buoni, Elena. Lo è sempre stato con me. Faresti questo per la tua sorellona? Gli daresti una possibilità?”.

Le lacrime pungono i miei occhi e la forza disumana che cerco dentro di me per ricacciarle indietro mi sfinisce strappandomi una promessa che devo a mia sorella per tutto quello che ha fatto per me e che di certo non mi merito.

 “Te lo prometto”

L’abbraccio in cui affondo è carico di segreti non detti e parole lasciate in aria.

E’ carico di bugie verso mia sorella, bugie che galleggiano nel profondo di me e che nascondono una verità che mi è ormai difficile negare persino a me stessa.








SPAZIO AUTRICE:

La settimana non è ancora finita e, anche se ad un orario poco decente, sono riuscita finalmente a postare questo capitolo che, come avrete potuto notare, dice qualcosa in più del nostro Damon e del suo passato.
Non è poi così st***zo, no?
In realtà scopriamo che Katherine non è arrivata per caso nella sua vita come invece ha fatto Elena.
Lei lo ha materialmente salvato dal momento più buio della sua esistenza e spesso, la riconoscenza enorme che si ha verso qualcuno che fa per te qualcosa del genere non può essere ignorata. Ti spinge a legarti a quella persona e...poi le cose diventano complicate.
Volevo solo che anche lui avesse il suo 'spazio' nella storia perchè le cose da ora in avanti si faranno ancora più complicate e sarà divertente leggere i pensieri di entrambi, o almeno spero!

Grazie come sempre a chi commenta sempre e comunque.
Mi scuso se non ho ancora risposto a qualche recensione, prometto di farlo domani.

Bacio.

ele
  
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