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Autore: EmmaStarr    05/07/2013    6 recensioni
Ci fu un tempo, un tempo molto lontano, in cui tutti i principi della Grecia vivevano in armonia.
I rapporti con l'Asia erano sempre cordiali, e la benedizione degli dei scendeva misericordiosa su ogni città.
Ma accadde, un triste giorno, che il re Endou scomparve dalla reggia che condivideva con il re Kazemaru.
Insieme ad Endou fuggì anche il principe troiano Rococo, ed ogni Acheo fu concorde sul fatto che si trattava di un rapimento.
L'onore del più potente fra tutti i re era stato macchiato: furono radunate tutte le armate disponibili, e con l'illustre re Goenji alla guida l'armata Achea partì alla volta di Troia per combattere una guerra lunga e senza esclusione di colpi, allo scopo di riportare il principe Endou a casa.
* * *
Siete pronti per un'avventura... Epica?
Allora non lasciatevi sfuggire quest'occasione! Tra principi e prigionieri, tra città nascoste e principesse ribelli, come finirà questo scontro che sarà narrato nei secoli? Saranno i Greci o i Troiani a vincere la battaglia? Chi rimarrà ucciso sotto quelle mura, e chi invece avrà salva la vita?
Per saperlo... Leggete!
* * *
HiroMido EndoKaze KidoFudo AtsuYuuka
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mark/Mamoru, Shawn/Shirou, Un po' tutti, Xavier/Hiroto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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XIII

 

Oh, Hiroto sapeva benissimo a chi apparteneva quella voce.

Perché erano passati tre mesi, ma non poteva dimenticarsi tanto facilmente di una come Reina.

Erano cresciuti insieme, amici sin da quando Hiroto avesse dei ricordi: Reina era di buona compagnia, anche se certe volte tendeva ad essere un po' troppo arrogante e sicura di sé.

Era persino di buona famiglia, e tutti avevano sempre dato per scontato che un giorno si sarebbero sposati: anche Hiroto lo supponeva, quando ci pensava a mente fredda. Oh, insomma... C'era di peggio, no?

C'era stato anche un bacio, una volta.

Erano andati al fiume, prima della guerra, e avevano riso e scherzato tutto il giorno.

Poi Reina gli si era avvicinata, dolce e splendente, e gli aveva appoggiato la testa sulla spalla.

Hiroto si era sentito un po' strano, non del tutto naturale, ma sapeva cosa doveva fare un uomo in un'occasione simile, gliel'avevano insegnato. Quando l'aveva baciata, lei non si era tirata indietro. Ma poi la guerra aveva sconvolto tutti i piani, e di quel bacio non avevano parlato più.

Buffo come, in quei mesi, Hiroto non avesse pensato una singola volta alla sua vecchia amica – che forse era anche qualcosa di più. Non le aveva rivolto un solo pensiero: le volte in cui ricordava la propria casa pensava più che altro a Nagumo, o al massimo ad Afuro.

Il pensiero di Reina che lo aspettava disperata non gli era mai venuto in mente, e subito si sentì avvampare per la vergogna.

Ma... Ora? Come avrebbe fatto adesso? Non doveva farsi riconoscere, doveva scappare e portare l'antidoto a Midorikawa! E poi non sapeva bene dire il perché, ma se doveva scegliere tra passare il suo tempo con Reina o con Midorikawa, lui...

Scosse la testa, deciso. Non erano pensieri adatti alla situazione, quelli.

“Kiyama, sei vero, stavolta? Continuo a vederti dappertutto, tutti credono che io sia pazza e che tu sia morto... Nagumo no, lui è gentile, l'unico... Oh, dimmi che sei tornato davvero! Guardami, almeno!”

La sua voce era così straziante che Hiroto non poté fare a meno di voltarsi e avvicinarsi. “Tra poco torno, promesso. Non è ancora il momento, adesso.” sussurrò, fissandola negli occhi.

Quello che la ragazza aveva appena detto lo rassicurava: nessuno ci avrebbe fatto troppo caso, se fosse andata in giro a raccontare di averlo visto.

Però, come poteva lasciarla lì in quelle condizioni?

Sembrava più sciupata, più stanca e malaticcia. Era anche più magra.

“Kiyama, aspetta... Te lo devo chiedere, ho aspettato tutto questo tempo credendoti morto, e rimpiangendo di non avertelo mai chiesto, però tu... tu mi ami? Io ti ho sempre amato, sin da quando eravamo bambini. C'è stato anche quel giorno al fiume, ma poi la guerra ci ha portato via tutto... Mi ami, Kiyama?”

Il ragazzo, deglutì, indietreggiando. Oh, quello era l'ultimo discorso che avrebbe mai voluto fare!

Come poteva anche solo pensare all'amore, in circostanze come quelle?

Lui era sempre stato tagliato fuori da quell'aspetto del mondo: se gli avessero detto di sposare qualcuno, bé, Hiroto lo avrebbe fatto. Questo aveva sempre pensato, e l'amore c'entrava ben poco. Hiroto aveva sempre commentato che Reina era un'ottima persona e quella con cui si sarebbe sposato più volentieri, ma senza sbilanciarsi troppo: che la amasse non era previsto né necessario, ma se ce ne fosse stato bisogno l'avrebbe detto senza problemi. Ad esempio ad una cerimonia o ad un banchetto, ma per pura formalità. Questo era quello che Hiroto pensava a mente lucida, di solito: comportarsi in quel modo faceva parte dei suoi doveri di principe, punto.

Ma allora perché adesso quel “sì” che sarebbe bastato a rassicurare Reina non voleva saperne di uscire dalla sua bocca?

Lei ancora aspettava, e sebbene sapesse che davanti a sé aveva la sua più-o-meno futura moglie, Hiroto non riusciva a dirle che l'amava.

Perché?
Alla fine lei sospirò, e dalla bocca sembrò uscirgli l'anima insieme al fiato.

“Lo sapevo già. Dovere, matrimonio combinato e niente più che amicizia, certo. Eppure io speravo che questa lontananza... Tu sei innamorato, te lo leggo negli occhi, si vede. E speravo che fosse per me, invece... Su, vai.”

Hiroto si sentiva letteralmente travolto dagli eventi.

Era probabile che Reina fosse davvero impazzita durante la sua assenza. Lo leggeva negli occhi? Ma di cosa stava parlando?

“Io... ti voglio bene, Reina. Ti prometto che tornerò molto presto.” sussurrò alla fine, abbracciandola velocemente e poi voltandosi, correndo via da quel palazzo, la testa piena di pensieri.

Perché non era riuscito a dire a Reina che l'amava?

Perché non l'amava, si rispose istintivamente.

Fu un pensiero un po' duro da digerire, ma alla fine se ne fece una ragione: anche se aveva spesso pensato a lei come la persona che avrebbe sposato, non l'aveva mai desiderata, non aveva mai pensato a lei in quel senso. Era una sua amica, punto.

Ma rimaneva la domanda più importante: che cosa intendeva Reina con quel “sei innamorato di qualcuno”? Che ne sapeva, lei?

A questa domanda non riuscì a trovare una risposta, e alla fine raggiunse l'accampamento Acheo.

Si presentò come lo schiavo di Midorikawa, e dopo aver mostrato la schiena le guardie lo riconobbero e lo fecero entrare.

Raggiunse la tenda del re Acheo e vi si introdusse cercando di fare piano: chissà se Midorikawa dormiva?

“Sei un idiota.” borbottò una voce. Hiroto si voltò di scatto. “Te l'avevo detto di non tornare, no?”

Il Troiano scosse la testa, sorridendo. “E da quando tu puoi darmi ordini?” ghignò, avvicinandosi al letto. “Questo dovrebbe essere un antidoto, è Endou che l'ha trovato, quindi possiamo fidarci. Credo. Spero. Su, bevi.”

Se Midorikawa era sorpreso, non lo diede a vedere. La malattia non era ancora molto avanzata, quindi riuscì a mettersi seduto e ad inghiottire tutta quanta la bevanda.

“Bleah.” fu il suo brillante commento.

“Come va?”

Hiroto non riusciva a stare calmo. E se era l'antidoto sbagliato? E se non funzionava? E se...

“Ehi, già meglio.”

Hiroto avrebbe voluto mettersi a saltellare dalla gioia.

Ce l'aveva fatta! Forse era ancora un po' presto, forse non era ancora finita del tutto. Ma c'era riuscito, la sua missione era andata a buon fine, ce l'aveva fatta!

Poi, improvvisamente, si ricordò di una cosa.

“Ehi, non dovevi dirmi una cosa, prima?”

Midorikawa arrossì. “Ah, uhm, no, niente di che, tranquillo...”

Ovviamente, non avrebbe potuto fare lavoro migliore per incuriosire Hiroto fino alla morte. “Dai, dimmelo!”

“No, dico davvero, non ce n'è...”

“Oh, su!”

Hiroto si era avvicinato a Midorikawa, che era sdraiato, abbassandosi verso di lui.

“Ho detto di no. Sono malato, stavo delirando. E ho, uhm, un vuoto di memoria. Davvero spiacente.” ribatté il re con un filo di voce, senza guardarlo negli occhi.

Hiroto si avvicinò ancora di più, per costringerlo a fissarlo bene. “Se non me lo dici resto qui fino a domattina.” minacciò, e il suo fiato andò a scontrarsi col volto incandescente di Midorikawa.

“Uhm, allora... ok...” balbettò quello, arrossendo un po'. Spostò lo sguardo dritto negli occhi di Hiroto e tutta la sua determinazione sembrò svanire.

“Oh, insomma, era che... Siccome pensavo di morire, volevo dirti... La prima volta che... Io, io ho cominciato a pensare... Oh, è complicato! È da un po' che... Tu, sai... Ma non ridere, eh...”

Sembrava diviso in due: una parte gli diceva di parlare, e l'altra lo obbligava a stare zitto.

A Hiroto venne in mente il discorso su Midorikawa uno e Midorikawa due. Al primo piaccio, il secondo vuole uccidermi.

Ehi, cosa vuol dire “al primo piaccio”? Non era sto simpatico? Perché Hiroto aveva pensato piaccio?

Si ritrovò perso negli occhi di Midorikawa. Scuri, ipnotizzanti, un po' confusi ma così profondi...

Cos'aveva detto Reina? Che era innamorato e lo vedeva dagli occhi.

Come si fa a vedere dagli occhi di qualcuno se è innamorato? Può darsi che ci sia una luce speciale, uno scintillio, un qualcosa in più.

Hiroto, guai a te se ti alzi!”

“Oh, mangia e sta' zitto.”

“No, ho detto di... Ah, ma come fai?”

Piantala!”

“Ahahahahah!”

Rivide come in un flash tutti i momenti che aveva passato con Midorikawa in quei mesi. Era lui o, piano piano, la luce negli occhi del ragazzo si era fatta più intensa?

E ora, ora traboccava, ora quella luce sembrava voler uscire da quegli occhi scuri e belli lì a pochi centimetri da lui.

Erano occhi innamorati, decise immediatamente. Innamorati di chi?

“Uhm, quello che volevo dirti è che... tu... Io ti...”

Non gli importava, perché in quel momento esisteva solo lui, così buffo e dolce e bellissimo a pochi centimetri sotto di lui.

Non rifletté, non ci pensò razionalmente, non dedicò nemmeno un pensiero a Reina e al fatto che probabilmente aveva ragione, lui era innamorato di qualcuno.

Non ci pensò, semplicemente si chinò e posò un bacio delicato quanto passionale sulle labbra calde e morbide dell'altro.

“Anch'io.” disse semplicemente, mentre un leggero rossore si spandeva veloce sul volto di Midorikawa, accompagnato da un immenso sorriso.

Non c'era bisogno di parole.

 

* * *

 

“Oggi è il grande giorno, eh?” ghignò Atsuya, infilando la spada nel fodero.

“Staremo a vedere.” sospirò Kazemaru, soppesando con lo sguardo una lunga fila di lance. “Non mi sorprenderebbe se fosse solo un altro inganno di Rococo...”

“Sei troppo negativo, dai.” cercò di consolarlo Shirou. “Se così fosse, significherebbe che anche gli altri principi ne sono a conoscenza. Non sarebbe proprio da loro, ti pare?”

Kazemaru annuì, sospirando. Certo, era vero. Ma il pensiero di avere Endou così vicino a sé era troppo bello per essere vero. Insomma, bastava uccidere quel bastardo, e poi...

“Ehi, sei pronto?” lo salutò Goenji, raggiungendoli. Fece una leggera smorfia alla vista di Atsuya, ma sembrava aver superato la cosa.

“Diciamo di sì...” fece Kazemaru, sospettoso. “E con la faccenda di Yuuka, come...”

“Tutto perfettamente a posto!” ridacchiò Atsuya. “Yuuka è riuscita a convincere persino questo qua, quindi non ci preoccupiamo. Se la guerra finisce io me la sposo, e tanti saluti al pretendente.”

Goenji sembrava sul punto di scoppiare in una crisi di nervi.

Shirou e Kazemaru, invece, trattenevano a stento le risate.

“Bé, si sa, tra cognati ci si odia...” fu il brillante commento di Kazemaru.

“Piuttosto... Qualcuno ha notizie di Kidou?” chiese Goenji, desiderando con tutte le proprie forze di cambiare discorso.

Kazemaru sventolò una pergamena. “Mi è arrivato un messaggero da... Sinceramente, non so da dove. Diceva di essere mandato da Kidou, e mi ha lasciato questo messaggio. Poi è scappato via. Dice che sta bene, che c'è stata una complicazione e tornerà il prima possibile.” esitò un istante. “Da come scriveva sembrava... Boh, felice. Io non mi preoccuperei.”

Goenji alzò le spalle, rincuorato. “Midorikawa ha detto che usciva un po' più tardi perché non sta ancora del tutto bene, quindi... Ci siamo tutti. Andiamo.”

Sui loro carri splendenti i re si avviarono verso il campo di battaglia, mentre i generali richiamavano l'ordine tra i soldati.

Erano tutti armati, ma sapevano che se tutto fosse andato bene quelle armi non le avrebbero dovute usare.

Infatti, non appena i due eserciti si trovarono uno di fronte all'altro, Rococo fu l'unico a proseguire, e così fece Kazemaru. Si trovavano soli in mezzo ad uno spiazzo immenso, faccia a faccia.

“Hai avuto fegato a proporre questa sfida, principe.” Sputò Kazemaru, squadrandolo con sommo disgusto.

“Di' le tue ultime preghiere, Acheo.” sibilò di rimando Rococo, splendido nelle sue armi scintillanti.

E la battaglia cominciò.

 

* * *

 

Endou non sapeva niente di quello che stava succedendo. Come avrebbe potuto?

Per lui quella era una normalissima giornata di battaglia, in cui si ritrovava a non fare niente per tutto il giorno.

Improvvisamente, però, nella sua stanza fece irruzione una persona...

“Ehi, Fudou! Gliel'hai data, la risposta?” chiese, sorridente.

“Ehi, Endou.” attaccò l'altro, noncurante. “Questa la devi proprio sentire. Oggi siamo... cioè, sono arrivato un po' in ritardo, e quando sono entrato già non c'era più nessuno. Allora ho chiesto a un paio di servi e loro me l'hanno raccontato...” sospirò, appoggiandosi al muro.

“Che cosa?” si incuriosì Endou.

“Senza dirmi niente, ieri sera i miei fratelli hanno deciso di... trovare un modo originale di passare la giornata. A sentir loro, per far finire la guerra, l'unico modo era... Un duello. All'ultimo sangue. Tra Rococo e il tuo Kazemaru. Per quanto ne so, è appena iniziato.”

Endou sudò freddo. All'ultimo sangue? Ma allora... No! No, no, non era così che doveva finire! Non con una morte del genere, e al diavolo l'onore e tutto il resto!

“Fudou, bisogna impedirlo!” si trovò a gridare, urgente.

“E certo! Senza nemmeno avvisarmi...” sbuffò Fudou. “E poi una guerra non si vince così.” sussurrò, stringendo i pugni.

“Ben detto! Ma cosa possiamo fare?” chiese Endou, ormai in preda al panico. Era questione di minuti, di secondi, di istanti...

“Ovvio.” sbuffò Fudou, spostandosi dal muro e aprendo la porta. “Ti va di fare un giro?”

 

* * *

 

Kazemaru era decisamente il migliore.

Forse dipendeva dal fatto che aveva combattuto ininterrottamente tutti i giorni, al contrario di Rococo che invece era tanto se prendeva le armi una volta alla settimana, e stava sempre nelle retrovie.

Fatto sta che subito Kazemaru si ritrovò in vantaggio, costringendo l'avversario ad arretrare sempre di più.

Quello che però il giovane re Acheo non sapeva era che Rococo aveva previsto un'eventualità simile, e non era così stupido da andare in un duello del genere senza prendere delle precauzioni.

Ben nascosto tra le file dei Troiani, infatti, un soldato seguiva concentrato le mosse di Kazemaru: il suo compito era di ucciderlo prima che il suo principe facesse una brutta fine.

Rococo gli aveva promesso enormi ricchezze, se fosse riuscito nel suo compito.

Kazemaru non lo sapeva, però, e andava avanti a lottare con tutto sé stesso: lui rivoleva Endou con tutte le sue forze, e non avrebbe permesso a Rococo di tenerselo. Mai e poi mai.

Con un colpo secco, fece partire la spada dalle mani di Rococo, lasciandolo disarmato, e lo sbatté a terra.

Il principe cercò di rialzarsi, ma Kazemaru glielo impedì. “Siamo alla resa dei conti.” sussurrò.

Qualcosa dentro di lui, una voce che somigliava molto a quella di Endou, gli gridava che uccidere era sbagliato, che non doveva farlo e che ci doveva essere un'altra soluzione...

No, si disse, risoluto. Non piace nemmeno a me, ma... È l'unico modo per riaverti al mio fianco!

Alzò la spada con decisione, e dietro di lui il soldato Troiano si preparò a scagliare la freccia che lo avrebbe ucciso, quando...

“Fermi!”

All'inizio, Kazemaru credette di aver sentito male. Ma allora, perché... Perché aveva già tutta quella voglia di piangere?

“Ho detto fermi! Basta!”

No, non se l'era immaginata, tutti si stavano voltando da quella parte, la stessa espressione incredula dipinta sul volto...

E dalle porte della città, luccicante al bagliore dell'alba, Endou fece la sua apparizione.

Era ancora più bello di come Kazemaru lo ricordasse: era cresciuto, era più maturo, più alto. La pelle più abbronzata, il volto meno rotondo ma non per questo meno attraente.

Se questo è un sogno, si ritrovò a pensare disperatamente, non svegliatemi.

“Basta, fermi! Ma non capite che tutto questo è una pazzia?” esclamò Endou, ormai in mezzo a loro.

Chissà di chi era il carro su cui era arrivato?

Il giovane re sembrava quasi perso, e a Kazemaru si strinse il cuore pensando che erano quasi dieci anni che Endou non usciva da quel castello. Ma quando parlò, nella sua voce non c'era ombra di esitazione.

“Questa guerra è stata lunga e difficile da entrambe le parti, e io lo so meglio di tutti.” attaccò.

Kazemaru beveva le sue parole, senza nemmeno sapere dove trovasse la forza per non saltargli incontro.

Quando il suo sguardo però incontrò quello di Endou, la forza dovette trovarla per non cadere in ginocchio in quello stesso istante.

“Questa guerra non ha portato ad altro che a dolore e distruzione, morte e disperazione, e io l'ho sentita tutta sulla mia pelle. Ma le cose possono cambiare. Siccome Suzuno voleva uccidere Shirou, Atsuya voleva uccidere Suzuno. Siccome Rococo ha rapito me, Kazemaru voleva uccidere Rococo. Siccome ci si è uccisi a vicenda per tutto questo tempo, ciascuno di voi si sente quasi obbligato a onorare i morti uccidendo più nemici possibile. Ma questo, questo cambierà qualcosa? Se ora un esercito venisse totalmente annientato, i morti dell'esercito vincente torneranno forse in vita? Uccidere è qualcosa di terribile. Uccidere lacera l'anima, e non bisognerebbe farlo mai, mai e poi mai. Ogni goccia di sangue versata adesso è una pura e semplice follia, e basta. Noi non dovremmo essere nemici. Siamo popoli diversi, è vero, ma è la diversità che c'è tra noi a rendere il mondo degno di essere visto e la vita degna di essere vissuta. La causa di questa guerra non esiste più, io sono qui in mezzo a voi e voglio andare dove mi pare. Non c'è bisogno di lottare, non capite? Non dobbiamo essere nemici! Capisco che per voi la faccenda del duello fosse sembrata la più onorevole, però... Non sarebbe mai finita, l'animo umano non funziona così. E se mollare adesso per voi significa perdere tutte le ricchezze che vi immaginavate di vincere, bé... una vita, anche solo una, non vale più di mille, ricchezze? E rendere due popoli amici, invece che rivali, non è più importante di mille tesori? Bisogna fare qualcosa di più radicale. Se credete che io abbia ragione, allora... deponete le armi. È giusto così.” concluse il ragazzo, serio e bellissimo.

Il primo a parlare fu il principe Fudou, appoggiato al carro di Endou. “E perché no?”

Lasciò cadere a terra la lancia e la spada, ghignando.

“Ha ragione!” gli fece eco una voce, e tutti gli Achei si voltarono per vedere Kidou, fasciato ma tutto sommato messo bene, gettare a terra l'arco e la spada.

“Sì, è vero!” esclamarono in coro Midorikawa e – stupore da parte di tutti i Troiani – il principe Hiroto, che tutti davano per morto.

“Parole sante!” affermò Atsuya, togliendosi anche l'elmo e lasciando cadere tutte le armi che aveva in mano.

Uno a uno, tutti i principi, re, soldati e generali lasciavano cadere le armi, gridando la loro felicità e il loro consenso.

“Ichirouta...” la voce di Endou era solo un sussurro, ma Kazemaru la sentì come se gliel'avessero sparata nelle orecchie.

Sotto di lui, tremante nella sua armatura che ormai non splendeva più, Rococo aspettava che si compisse il suo destino.

E Kazemaru poteva finalmente ucciderlo, dopo tanti anni passati ad augurargli una morte anche peggiore di quella, poteva vendicarsi per tutto il male che aveva subito...

Ma così la guerra riprenderebbe. Disse una vocina nella sua testa. Giusto, ed era quello che Endou voleva evitare.

In fondo, uccidere Rococo non sarebbe servito a niente: nessuno poteva ridargli quei dieci anni passati ad aspettare, mentre non vedeva l'ora di riabbracciare Endou.

Con un verso sprezzante, gettò la spada lontano da sé. “Sì, è giusto così.” sussurrò, le lacrime agli occhi.

Non avrebbe mai dimenticato quel giorno, mai...

Ma mentre stava per gettarsi tra le braccia di Endou, Rococo gridò. Si scagliò sulla sua spada, e dopo averla raccolta gridò: “Troiani! Non fatevi abbindolare dalle sue belle parole! Sono tutti qui, disarmati: uccidiamoli!”

Subito, Endou saltò giù dal carro e si piazzò in mezzo tra Kazemaru e Rococo. “Dovrai passare sul mio cadavere.” sibilò.

“Prova a passare anche sul mio.” fece Goenji, affiancando l'amico.

“Eh no, fratellino, così non si fa.” ghignò Fudou, avvicinandosi ai due.

“Un accordo è un accordo.” disse Hiroto, raggiungendoli.

“Non gli farai del male.” fu il commento di Midorikawa.

E, com'era appena successo, uno ad uno tutti i presenti – Achei e non – si schierarono dalla loro parte.

“Sei vagamente in svantaggio numerico, non trovi, amico?” commentò Atsuya, da qualche parte nel gruppo.

E fu così che la guerra finì.

 

* * *

 

“E così si torna a casa, eh?” fece Goenji, raggiungendo la tenda di Kazemaru – che era stata ribattezzata di Kazemaru ed Endou, per quell'unico giorno di attesa prima del rimpatrio.

Quei due erano incredibili. Svolte velocemente le loro mansioni di leader, si erano riuniti e nessuno li staccava più. Sembrava volessero recuperare immediatamente tutti gli anni perduti!

Solo guardarli faceva bene al cuore.

“Sì, oggi pomeriggio salpiamo. Gli accampamenti li disfiamo tra un'oretta, poi andiamo a salutare tutti a Troia, dopodiché molliamo gli ormeggi.” rispose Endou, raggiante.

Goenji non ricordava di aver mai visto i suoi amici più felici di così.

“Ma guarda che se a Troia vedo quel bastardo di Rococo io...” iniziò Kazemaru, livido di rabbia.

“Ah, non ti preoccupare, Terumi mi ha detto che l'hanno imprigionato. Prigioniero di guerra, ha detto. Non lo vedrai neanche di sfuggita.” promise Endou, posando un bacio sulle fresche labbra dell'altro.

“E come ti sei messo d'accordo con Yuuka?” si incuriosì Kazemaru.

Goenji sospirò. “Mi sono messo in contatto con mio padre, e alla fine sono riuscito a fargli cambiare idea sul pretendente. Può sposare quel Fubuki, in fondo ha ottime referenze eccetera eccetera... Oh, se dovesse chiedere, una volta ti ha salvato la vita, Endou. Era una referenza necessaria, quindi reggimi il gioco.” avvertì, accennando un sorriso.

Endou rise di cuore. “Lo terrò a mente! Ringrazia il mio salvatore Atsuya da parte mia, allora, per... qualunque cosa abbia fatto. Sei un bravo cognato, dai.”

Goenji arrossì, borbottando che non lo faceva certo per quel tizio ma solo per sua sorella, e uscì dalla tenda inseguito dalle risate degli altri due.

 

* * *

 

Kidou fece un bel sospiro.

Era inutile fingere ancora per molto: lui e i suoi compagni sarebbero dovuti partire in giornata, e... E non poteva farlo senza aver raccontato loro la verità. E cioè che si era innamorato del principe Fudou, e non voleva perderlo.

Quando entrò nella tenda di Kazemaru ed Endou però la sua risolutezza parve svanire, davanti all'assemblea di principi (in cui misteriosamente faceva la sua comparsa anche Atsuya) che si trovava davanti.

“Ehi, eccoti qua!” lo accolse Endou con un largo sorriso. “Siediti!”

Kidou prese posto accanto ad Atsuya e l'assemblea iniziò.

“Allora, il nostro battaglione è pronto a levare le tende subito, però ci serve la prima nave perché siamo rimasti ancora in tanti, sulla seconda non ci stiamo.” attaccò subito Goenji.

“Sì ma noi, oltre che essere tanti pure noi, abbiamo anche i soldati di Itaca! Siamo decisamente di più.” ricordò Atsuya, facendo l'occhiolino a Kidou.

Kidou credette di non aver capito bene. I suoi soldati? “Come, prego?”

“Oh, Kidou, guarda che lo sappiamo.” disse Goenji, alzando le spalle.

“Si vedeva, dai.” commentò Midorikawa, noncurante.

“E che male c'è? Si vede benissimo che vuoi restare. Sai, anche Fudou era diverso negli ultimi tempi. Se te ne vai, ti immagini come si sentirebbe? Inoltre sembri ferito, un viaggio del genere ora ti stroncherebbe di sicuro.” concluse Endou, sorridendo raggiante.

“Su, mio re. Solo, la prossima volta, nascondili meglio i tuoi diari segreti.” fece Atsuya, prima di correre via inseguito da Kidou, tutti che ridevano come pazzi.

 

* * *

 

Endou era passato per salutarli tutti, e ancora Nagumo non poteva credere che Hiroto fosse rimasto nell'accampamento Acheo fino ad allora.

Cosa diavolo doveva fare, laggiù? Non capiva che anche la povera Reina moriva dalla voglia di vederlo? Non capiva che ascoltare la sua voce in campo di battaglia e vederselo sparire da sotto il naso era stato crudele, crudele?

Ma tutti questi pensieri svanirono quando finalmente riabbracciò il suo fratellino perduto, e sentì in quell'abbraccio tutto il dispiacere e l'amore di Hiroto.

Andava bene così.

Mentre Endou salutava tutti – Terumi, Fuyuka, da lui era già passato prima – Hiroto gli espose il suo piano.

All'inizio, Nagumo fu categoricamente contrario.

Ma Hiroto insistette. E in fondo, tutto quello che Nagumo voleva era vederlo felice, e al massimo saperlo felice.

“Ma insomma, Terumi una schiava, Fudou si porta dietro un Acheo e tu... Adesso mi scappi in Messenia con quel Midorikawa? Si può sapere cosa mi aspetta per il futuro?” si lamentò, scuotendo la testa.

Hiroto non rispose, ma il suo sorriso così furbo parlava meglio di mille parole.

Fuori dalla finestra, Reina passeggiava per il giardino.

 

* * *

 

E le navi salparono.

Avevano aspettato fino all'ultimo, ma ormai il sole stava tramontando e tingeva di rosso il mare calmo e silenzioso, quindi le navi mollarono gli ormeggi e semplicemente salparono.

Dai pontili erano tanti a sventolare le mani in segno di saluto.

Endou sembrava voler cadere in mare, e probabilmente sarebbe già successo se Kazemaru non lo stesse tenendo così saldamente per mano.

Atsuya si era in qualche modo arrampicato sull'albero maestro e non faceva che gridare di gioia, sbracciandosi per salutare gli altri e facendo ridere a crepapelle la sua Yuuka, là sotto.

Shirou era più composto, ma non per questo meno commosso.

Hiroto cercava di non piangere, mentre Midorikawa lo teneva stretto sussurrandogli nell'orecchio qualcosa che nessuno sentì, ma che lo fece sentire meglio.

Persino Goenji si ritirò nella sua cabina, a suo dire per il mal di mare, ma tutti avevano visto la lacrima subito fatta sparire dal suo volto.

Sul molo, Kidou, Fudou, Nagumo, Reina e Terumi rimasero immobili finché le navi non sparirono all'orizzonte.

“Bé, sono andati.” sospirò Nagumo, voltandosi e tornando verso il castello, seguito da Reina e Terumi.

“Ce ne andiamo anche noi?” chiese Fudou, gentile.

“Ancora un minuto.” rispose sommessamente Kidou, un sussurro a malapena udibile.

Aveva appena detto addio ai suoi amici, alla sua casa, alla sua vita.

“Non è che non li rivedrai mai più...” sbuffò Fudou, ma non udì risposta.

Allora, piano, passò un braccio intorno ai fianchi di Kidou. “Sai, dicono che una fine sofferta porti... ad un inizio ancora più grande. Tu che ne dici?” soffiò, il volto a pochi centimetri da quello di Kidou, il solito ghigno che gli aleggiava sulla faccia.

Quando l'altro parlò, non c'erano incrinature nella sua voce. “Puoi scommetterci!”

Il bacio che si scambiarono sapeva di tramonto, di mare e di promesse.






Angolo dell'autrice:

E... sniff... E con questo capitolo la storia è ufficialmente conclusa!
Otto pagine di sclero, però, perché è stato quello senza dubbio più difficile da buttar giù. Non c'è storia.
Passando a noi... Ho pensato di mettere una vecchia fiamma di Hiroto (pppffffff) per convincerlo che Midorikawa è quello giusto per lui, altrimenti rischiava di metterci un'eternità (anche perché Midorikawa non è il tipo dalla dichiarazione facile, avrete notato).
Ah, questa parte sarebbe dovuta stare nesslo scorso capitolo, solo che era già troppo lungo... Questo si sarebbe dovuto concentrare solo sulla battaglia finale e gli addii, ma è andata com'è andata.
La battaglia.
Che Rococo fosse un bastardo l'avevate intuito tutti, eh? Mentre così ne avete la conferma. Oh, se lo odio.
Invece, a sorpresa, Fudou salva tutti! Eh, qualcuno doveva essere, e chi meglio di lui?
Insomma, spero che le varie conclusioni vi siano piaciute, così come la storia in generale!
Ragazzi, è stato stupendo scrivere una storia del genere, favoloso. Sono davvero felice di aver condiviso quest'esperienza con voi, quindi voglio proprio ringraziarvi: no nsarebbe stato possibile senza il vostro supporto, avrei mollato tutto molto tempo fa. Quindi vi meritate un ringraziamento speciale! ^^


GoadaJoestar: grazie di cuore per le tue recensioni, sei stata gentilissima! Spero davvero che il finale ti sia piaciuto! ^^

_Met_ : Ciao! Sei stata un angelo a recensire, spero di non averti delusa! ;) Grazie di tutto!

fubuki yuri: le tue recensioni erano sempre splendide, grazie di cuore per essere passata e aver lasciato un commento! A presto!

_Kiiko Kiah : Grazie di tutto! È merito tuo se in questa storia ho messo l'AtsuYuuka, sei stata tu ad ispirarlo! Grazie mille per le tue recensioni sempre presenti e sempre splendide!

SaraPallina: Ciao! Ehi, questa storia è nata mentre tu russavi, quindi hai una parte molto importante in tutto ciò ù.ù Grazie per i tuoi commenti e per l'ispirazione, sorellina! ^^

si99: Sissy! Non so come avrei fatto senza le tue recensioni, davvero. Grazie di cuore per tutti i consigli, le chicchierate, gli aiuti... Sei stata un vero angelo, non ti ringrazierò mai abbastanza! ^_^

Raven Cullen: Ciao! Non so proprio cosa dire: sei sempre stata qua a recensire ogni capitolo con costanza e simpatia, con allegria e -pseudo-puntualità! xD Grazie infinite per tutte le recensioni piene di consigli, allegria, battute e siparietti canori! XD

_signorinah: grazie di essere passata, spero davvero che questo finale ti sia piaciuto! ^^

micchan91: ciao! Grazie mille per essere passata, sei stata davvero gentile! Spero che la storia ti sia piaciuta!

White_Moon: grazie infinite per i commenti, speroa che la storia ti sia piaciuta! Un abbraccio ^^

Triple Baka: Ehilà! Sono felice che qusta storia ti sia piaciuta, sei stata - siete state? - gentilissima! Spero che anche il finale non ti deluda!

animedoro: ciao! Grazie di cuore per il commento, sei davvero gentile! Sono felice che la storia ti sia piaciuta, goditi il finale! ^^

Bianca_Chan: ciao! Grazie di cuore per essere passata, sono felice che la storia ti piaccia! A presto! ^^

madda_chan: ciao! Sei stata davvero gentile a recensire tutti quei capitoli, grazie infinite! Le tue parole erano sempre stupende, quanto mi hai fatta stare bene! ^^ Sei stata davvero gentile, grazie ancora!


Insomma, grazie a tutti di cuore: sono felicissima di aver condiviso questa storia con voi! ^^
Ci vediamo in giro? :3
Vostra
Emma ^^

  
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