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Autore: Flicka_chan    14/07/2013    3 recensioni
Ognuno di noi ha visto le puntate, ma cosa pensano Deeks e Kensi nel loro profondo? Come si evolve la loro storia realmente? Cosa provano, sperano e temono in ogni vicenda? Quanto a lungo durerà la loro relazione, se ci sarà?
ATTENZIONE: ripercorro episodio dopo episodio le vicende della coppia, per cui possono esserci [spoiler]!!
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao :) sono tornata presto presto, ma anticipo che poi dovrete attendere un po' per nuovi episodi, visto che questo mi ha richiesto davvero tanto tempo :) 
Invito i lettori a recensire questo, credo sia il più importante in assoluto :) mi sono divertita davvero tanto a scriverlo, a cercare la psicologia dei personaggi, devo dire che a ogni capitolo entro sempre di più io stessa nel racconto, identificandomi con loro xD ma bando alle ciance, vi lascio alla lettura!!


Deeks
 
Guardo Monty all’ingresso della sede NCIS ‹‹solo per questa volta vieni con me, eh! Solo perché a casa non potevi starci oggi per via dei lavori! Ricordatelo!! E poi vedi di ubbidire, che sei un bravo cagnolino bravo bravo!›› pronuncio le ultime parole con tono scemo, accarezzando il cane sulle spalle, accucciato davanti a lui. ‹‹non farmi fare figuracce! Dai, vediamo quanto piaci agli altri!›› .
In sala non c’è nessuno, è strano vedere le scrivanie vuote… dove saranno i miei colleghi? Vado a vedere in palestra, dove mi sembra di sentire le voci di Sam e Callen: eccoli! Ma l’accoglienza non è propriamente quella che mi aspettavo… ‹‹non puoi portare qui cani randagi›› mi fa l’ex seal, sudato e arrabbiato perché il mio arrivo ha permesso al suo partner di fare canestro. ‹‹Non è un randagio, è un cane poliziotto!›› e via con i commenti… ma partiamo a spiegare, è meglio! ‹‹io e lui operiamo sotto copertura, vero Monty? Tutti i delinquenti si innamorano di Monty!›› ‹‹ti somiglia, sai?›› ‹‹ci somigliamo? Naturale, sono suo padre!›› rispondo alla mia partner, coccolando il mio cucciolo ‹‹questo è vero amore…›› ‹‹e l’amore è cieco…›› ‹‹sappi che un giorno potrebbe salvarti la vita!›› spiego ai colleghi, cercando quindi di fare una dimostrazione. Come cane della polizia è stato addestrato per la ricerca di esplosivi, ma si vede che la situazione lo mette in soggezione: fatto tappare gli occhi al cane, nascosto dell’esplosivo plastico in una pallina, nascosta la pallina, tornato da Monty che… non collabora. Mi guarda come un cane qualunque, addirittura mettendosi a pancia all’aria: mi sento preso in giro da tutti quanti. Monty, perché mi hai fatto una cosa del genere?! Te lo avevo chiesto, prima di entrare!
Arriva Eric avvisando di una telefonata strana da parte di Hetty, gli sportivi vanno velocemente a cambiarsi mentre io, ormai col morale a pezzi, guardo il cane recuperare la palla contenente esplosivo. “il cane è il fedele amico dell’uomo, incapace di tradirlo” si, come no… penso guardando il quattro zampe al mio fianco.
 
Siamo all’ospizio dove è stato ucciso Kohl e, con Kensi, cerco le registrazioni delle telecamere di controllo; ‹‹è così che si finisce›› ‹‹la vecchiaia rende qualsiasi persona più saggia, più gentile…›› dice la mia partner mentre camminiamo per il corridoio. Fa un cenno di saluto verso un signore che esce da una stanza, il quale però si lecca le labbra con fare da maniaco: inutile dire che la mia partner si sia terrorizzata! Scherzando con lei addirittura rischia di andare addosso alla striscia gialla della polizia! A proposito, chissà quale è il suo modello di ragazzo…
Nessun hard disc da poter controllare, quindi decidiamo di perlustrare il corridoio alla ricerca di una telecamera alternativa, o di qualche indizio che ci possa portare all’assassino o assassini dell’ex spia; ognuno perlustra per conto suo anche se restiamo a parlare ‹‹sono stati previdenti… prendere l’hard disc per eliminare le loro immagini… fossero stati dotati di super poteri non ne avrebbero avuto bisogno!›› dico per mettere nuovamente a suo agio Kensi, che scruta le pareti ‹‹continui con la storia dei super eroi? Devi smettere di leggere fumetti… toh… ecco un caro vecchio previdente…›› dice indicandomi un vasetto di fronte alla camera 27, dal quale sporge un irrigatore, o termometro… ma che ci fa in una pianta finta? Ancora non capisco, fino a che la mia partner non solleva lo strano oggetto e me lo avvicina, permettendomi di vedere il minuscolo obiettivo. ‹‹paranoico il proprietario, eh?›› ‹‹solo intelligente e saggio!›› ribadisce Kensi, dopo aver incontrato l’anziano.
 
Kensi
 
Ecco, a volte avere un agente della polizia tra noi è utile… e cose come questa mi ricordano che non è completamente un agente NCIS: grazie a Deeks siamo riusciti a dare un volto e una nazionalità agli uccisori di Kohl. ‹‹è russo. Dobbiamo muoverci›› ‹‹G.R.U.›› ‹‹servizio segreto militare russo›› ‹‹vogliono il libretto di Kohl››
 
Eric e Nell hanno scoperto una cassetta di sicurezza dove si trova il libretto nero e nostro compito è recuperarlo. Appostati davanti alla banca, Sam, Deeks e io osserviamo Callen che si prepara ad entrare in azione sotto copertura, ma ci accorgiamo che non siamo i soli qua davanti: i russi sono di vedetta per rubarci il libretto. ‹‹stanno controllando›› ‹‹controllando chi?›› ‹‹noi. Kohl avrà detto della cassetta di sicurezza prima che lo uccidessero. Senza chiave sono bloccati.›› ‹‹aspettano che usciamo col libretto per portarcelo via!›› Questo caso, con l’ingresso in campo dei russi, sta diventando più pericoloso della media… ‹‹se ci individuano…›› inizia a dire Sam, ma dall’auricolare sentiamo uno squillo al cellulare di Callen e vediamo un puntino rosso di laser comparire sul petto del nostro collega, seguito dalla sua banale spiegazione ‹‹Sam, ci hanno individuati›› . Subito ci attiviamo e cerchiamo il cecchino, che scopriamo essere appostato sulla biblioteca; noto la differenza tra noi agenti quando, con la mia impulsività, propongo di andare a eliminarlo ma il mio collega più anziano mi sconsiglia una cosa simile perché potrebbero essercene altri nascosti, dal momento che questo si sta facendo individuare dal laser: abbiamo le mani legate. Il piano dunque è cambiato, è Sam a dover andare in banca ad aprire la cassetta di sicurezza, ma, altro colpo di scena, arrivano gli agenti della CIA con Matias. Callen cerca di organizzare un piano e mi chiama da lui: il piano congegnato è semplice, devo semplicemente portare la chiave in banca, farmi vedere le cassette di sicurezza, uscire come se avessi preso il libretto e seminare i russi, mentre Sam recupera il libretto con la chiave che lascio sotto il banco. Agisco e mentre esco evito di guardare il ragazzo russo al telefono, per poi precipitarmi fuori e dritta in macchina da Deeks. Il mio collega guida alla massima velocità, la macchina sovietica che ci insegue da vicino; io sono impegnata a ragionare “come si può fare ad allontanarli? Come liberarci?” lo sguardo del mio collega è preoccupato, ma mantiene la calma e sfrutta ottimamente un camion che blocca metà corsia per far incidentare la macchina che ci insegue e che stava per prendere la mira contro il biondo. Appena liberato dell’auto, ancora guardando indietro, riprende il sorriso e scherza, ma con la coda dell’occhio noto un’auto tagliarci la strada e avviso il mio partner, che inchioda. Usciamo con le pistole in mano, puntandole all’assassino di Kohl ‹‹fuori il libretto›› ‹‹non lo abbiamo›› rispondo con determinatezza, vedendo scendere altri uomini dall’auto ‹‹la borsa›› la prendo e la lancio, non vi troveranno nulla tranne poche cianfrusaglie, ma li accontento, sperando che tutta questa storia finisca. ‹‹Visto?›› ‹‹vieni con noi›› “Cosa?!” mi aspetto il silenzio ma Deeks mi stupisce parlando con tono deciso ‹‹da qui non si muove›› ‹‹quattro moriranno, resta uno di noi›› dice un russo, e noto con la coda dell’occhio il mio collega fare mente locale: noi siamo in due, loro in tre… saremmo spacciati! Lo sguardo dell’agente della polizia mi sembra soffermarsi un momento su di me, per poi tornare ai russi ‹‹i conti tornano. Va bene, prendete me›› la mente mi diventa completamente vuota, più nessuna preoccupazione, un unico pensiero: si sta offrendo al posto mio. ‹‹Deeks!›› non posso far altro che esclamare, perché deve mettere la sua vita in pericolo al posto mio?! Chi gli ha ordinato di fare una cosa simile? Hetty? Callen? Pensano che sia più importante io di lui, come agente? O è stato lui a decidere una cosa simile? Non capisco… un simile gesto di altruismo mi lascia sconvolta. Il mio collega cerca di convincere i russi che io sia solo una poliziotta, invertendo le parti… sta cercando di proteggermi!! ‹‹in auto da noi›› ‹‹Kensi, non ti muovere!›› sento urgenza nella sua voce, ma i russi sono molto determinati e ho paura che possano far male ad entrambi: “se vado, lui mi troverà? Si, nessuno ha mai potuto dare un ordine simile a uno dei nostri agenti, in situazioni di difficoltà nessuno mai obbligherebbe qualcuno ad offrirsi al posto di qualcun altro… quindi se io vado avrò salvato lui e lui salverà me… o almeno lo spero… del resto non posso far altro… Hetty sostiene che la fiducia sia prima di tutto: lui mi ha spiegato la storia della pistola, mi ha addirittura proposto di provarla fidandosi di me, è il momento io faccia altrettanto.” Abbasso la pistola e mi rivolgo a lui ‹‹ci hai provato Deeks›› ‹‹Kensi›› il tono del mio collega è deciso, preoccupato. Chiudo la portiera dietro alla quale ero riparata e porto la mia attenzione su di lui: ho deciso di fidarmi di Marty Deeks ‹‹lo so, verrai a salvarmi››. Il suo sguardo è triste, un silente addio, la preoccupazione sua è anche la mia, gli volgo le spalle silenziosamente e mestamente, mi sento inquieta, ma forse è solo per essere in mano nemica. Vengo portata via, dopo che i miei rapitori hanno sparato alle ruote della mia auto.
 
Deeks
 
Comunico a Eric la targa dell’auto e dico quell’unica frase formulabile alla coppia di agenti che mi raggiunge ‹‹hanno preso Kensi››. La pronuncio e mi sento male, “la mia partner rapita per colpa mia: non sono riuscita a proteggerla, mentre quello è l’obiettivo dell’avere qualcuno con sé. Ho sempre lavorato da solo per paura di questa sensazione di solitudine enorme che ora mi attanaglia e che non so come placare; so solo che devo salvarla, devo ritrovarla. Non posso permettere che le donne e le persone delle quali mi fidi scompaiano così, non ora che tutto andava bene… e non Kensi, che senza di lei non avrebbe senso neanche stare nell’NCIS… non per cose strane come l’amore (che parola disgustosa, inadatta a spiriti liberi), ma perché stare con lei sul lavoro è tranquillizzante, perché siamo sempre in due sul campo… cosa ben diversa dai miei impegni con la polizia, dove sono da solo con me stesso, in atteggiamento e vesti non sempre miei.”
Torniamo alla base dopo aver chiamato il carro attrezzi per la sostituzione delle ruote, ognuno di noi ha il suo umore nero per le vicende appena vissute, ma io continuo a vedere gli occhi bicolori della ragazza guardarmi e fidarsi di me. Null’altro può essere stato se non questo il suo dire “lo so, verrai a salvarmi” e mi sento… bene. Che sensazione strana…
Mi annego nel lavoro, devo pensare solo a trovarla, devo lasciar perdere tutto e solo salvarla! La guardo attraverso il monitor: è ferma immobile, in piedi, che si guarda intorno. Il sito non è rintracciabile facilmente, dirottato più e più volte, al che faccio uscire le mie preoccupazioni ‹‹la colpa è mia›› dovevo fare di più… non dovevo permettere che si muovesse… ma Callen si prende le colpe, con il suo tono pacato che non riesce a nascondere bene la preoccupazione per quella che è più vicina a una sorella, per lui che non ha famiglia. Kensi…
 
Scendo dalla sala operativa e Hetty mi avverte che avremmo dato ai russi ciò che desideravano per avere indietro l’agente Blye: creeremo un libretto nero. Controllo la mia pistola mentre siamo tutti intorno a Nell, cercando di tenere la mente sgombra, ma Sam porta la mia attenzione sulla nostra collega assente ‹‹perché non si muove? Perché non cerca una via di fuga? Sta ferma li…›› ‹‹sa che la controllano›› ‹‹sta aspettando›› dico, poi entrarmi gli uomini mi guardano e continuo ‹‹aspetta noi››.
Bene, ho il libretto ma dovrò far attenzione perché sono pochissime le pagine dotate di micropunti, ma non mi interessa, il mio compito è recuperare Kensi, a Callen e Sam sistemare i russi. ‹‹1984›› sento dire da una voce dietro di me, quando entro nello stadio vuoto ‹‹olimpiadi di Los Angeles: grandi sfilate, ovazioni, scuole di atleti›› ‹‹ma non i russi›› finisco la frase del giovane ‹‹no, russi no. Gli ultimi anni della guerra fredda ci hanno privati del sicuro trionfo sull’America›› ‹‹vi avremmo fatti neri, e lo sai›› sposto di lato lo sguardo, pensando di trovare il volto del mio interlocutore ma sono costretto ad alzarlo, in quanto è più alto di me. Odio quando sono più basso di qualcun altro. ‹‹il libretto›› dice, chiudendo i convenevoli, ma mi guardo in giro ‹‹non la vedo›› ‹‹si trova qui››. Se c’è un momento giusto per pregare è questo, ma sono ateo e posso solo sperare dica la verità, quindi prendo dalla tasca posteriore dei pantaloni il finto libretto e lo consegno al ragazzo indicandogli i micropunti, che controlla con una lente di ingrandimento. Lo lascio fare un istante, poi glielo strappo di mano giusto chiudendolo giusto in tempo per non far vedere i micropunti non leggibili e ripeto ‹‹non vedo la ragazza››: mi indica con lo sguardo un corridoio sopra di noi, al che ridò il libretto e vado dalla mia collega.
Apro una porta, pistola in mano e la vedo: provata, stanca, e preoccupata. ‹‹Fermo lì!›› mi urla, per poi dire a voce più bassa ‹‹spegni la luce››; io non capisco, perché devo farlo? Ma obbedisco, svelando l’arcano: ‹‹allora… è per questo che restavi immobile… non sono laser da discoteca, vero?›› inizio a sudare freddo e comprendo perché Kensi sia bagnata sul volto e sul petto. Con voce di chi ormai ha poche speranze mi spiega ‹‹sono sensori. Se ne interrompi uno qua salta tutto›› guardo tutto intorno e dico la cosa più sensata, unica possibilità che abbiamo: ‹‹qua ci vogliono gli artificieri›› ma il tono di Kensi è demoralizzato ‹‹Deeks, non ce la faccio più… ti prego…›› e come posso lasciarla li ancora? Soprattutto ora che mi guarda con quei sui occhi magnifici, ora che posso aiutarla? Ora che posso conquistare la sua fiducia? O per lo meno posso combattere e contribuire a mantenere sano mentalmente me stesso, non come per la morte della mia vecchia collega della polizia che è morta senza che io ne potessi nulla… io voglio fare qualcosa per sentirmi importante… e voglio continuare a scherzare con lei…  ‹‹passiamo al piano B›› ‹‹e qual è, il piano B?›› chiede speranzosa lei, ma devo ammettere che non l’ho ancora inventato.
‹‹mi risparmi ulteriori sofferenze?›› mi chiede guardandomi armeggiare con la pistola: pensa che io le voglia sparare?! ‹‹denotatori laser: se il collettore riceve il raggio laser del mio mirino non dovrebbe captare l’interruzione›› ‹‹ok… l’avrai già visto fare, vero?›› chiede preoccupandosi, e fa bene!! Questo metodo l’ho soltanto letto, ma è l’unica cosa che si possa fare senza chiamare gli artificieri, quindi proviamo, pregando la sorte di aiutarci.
Ci sincronizziamo, io che punto il laser e lei che si muove: se fossimo in situazioni differenti sarebbe molto eccitante, soprattutto quando decide di muoversi alzando il sedere, il resto del corpo sdraiato a terra, ma ora non posso far altro che distogliere un istante lo sguardo per tranquillizzare l’inquilino del piano di sotto. All’ultima fila di laser le chiedo silenziosamente fiducia, porgendole le mie mani al di sopra della luce rossa: lei le guarda, il respiro quasi mozzato in gola, poi alza lo sguardo sul mio volto ‹‹sicuro?›› ‹‹no››, non sto pensando a nulla, voglio solo che lei sia fuori con me, o io dentro con lei. A costo della mia vita sono a questo punto, a costo della mia vita la porterò fuori con me, non voglio più perdere persone bene o male care, e soprattutto non le persone con le quali mi sto iniziando ad aprire! Mette le mani nelle mie, le stringiamo, gli occhi negli occhi ‹‹al tre›› contiamo insieme e al momento giusto facciamo un balzo verso la porta, ritrovandoci abbracciati metri più in la grazie allo spostamento d’aria causato dalle bombe. Tutto esplode, sento un intenso dolore alla schiena per via del colpo ricevuto ma non ci faccio caso, come non faccio caso inizialmente alle voci nelle mie orecchie, troppo impegnato a guardare il volto della mia partner, sana e salva, stupita di essere ancora viva.
 
Kensi
 
Sono viva. Guardo il mio salvatore come se non l’avessi mai visto e un pensiero mi passa per la mente: è un bel ragazzo. Ciò che ha fatto per me è stato imparagonabile a chiunque, ha rischiato la sua vita per me… e ha salvato me stessa. Quando è caduto ha preso una grossa botta alla schiena, ma mi teneva stretta a sé, mentre io avevo le braccia intorno al suo collo… era la prima volta che stavamo così vicini… mai prima…
La pelle abbronzata, i capelli chiari, il sorriso bianco brillante… lo sento dire ai nostri colleghi che tutto va bene, poi lo chiede pure a me, e me ne esco con una brutta verità ‹‹devo fare la pipì…!›› ‹‹l’hai già fatta!›› dice con un sorriso che non rimprovera, e resto senza parole, lasciandomi andare sul suo petto, al sicuro per un poco, io e lui soltanto, la gamba obiettivamente bagnata, ma che non considero, sentendo le braccia del mio partner intorno alla vita.
 
POV esterno
 
Il caso è concluso, tutto si è risolto, tranne che Matias si è preso gioco di Hetty. Ma l’uomo ha una brutta sorpresa: sale in macchina e si ritrova circondato dagli agenti dell’NCIS che, prove alla mano della moglie, della casa e della sua vita, lo minacciano di fargli perdere tutto rivelando la presenza dell’amante e dei conti segreti se succedesse qualsiasi cosa alla loro leader. Come un sol uomo, la squadra intera scompare, sempre più unito e determinato. 
  
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