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Autore: thebestefp    23/07/2013    4 recensioni
.... "Fabio… " disse Lidja, ma non fece neanche in tempo a finire la frase che Fabio la interruppe " Sono tornati… " La stanza si riempì di dubbi, domande, paura. " Quindi anche Nidhoggr, Ofnir, Nida e Ratatoskr??? " intervenne Ewan. " Credo proprio di sì " ...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MEMORIES

 
Karl si svegliò all'improvviso. Aveva sognato Aldibah che gli diceva che tutto, o quasi, sarebbe stato come un anno prima: il drago sarebbe stato di nuovo con lui, e avrebbe di nuovo riacquistato i poteri per creare ghiaccio dal nulla. Tutti i manufatti, gli oggetti magici sarebbero ritornati sulla Terra e sarebbe iniziata una nuova battaglia contro Nidhoggr. E tutto questo equivaleva a rischiare ancora di perdere le persone care, le persone che amava. L'ultima volta infatti era morta Effi per salvargli la vita. Ci sarebbe stato altro sangue da versare e sacrifici da compiere. Appena anche tutti gli altri si fossero svegliati, avrebbe dato loro la notizia. Si alzò dalla sedia sulla quale aveva dormito e si diresse in camera sua. Arrivato prese il portatile e lo portò sul letto sistemandoselo sulle gambe. Lo accese e si collegò ad internet per leggere le ultime news. "Il noce di Benevento" era il titolo di un articolo. Rimase stupito: quello di quella notte non era stato un semplice sogno della propria immaginazione ma era Aldibah che, tornato, gli aveva parlato, come non fosse passato così tanto tempo dall'ultima battaglia. Karl sapeva del noce perchè Sofia gliene aveva parlato. Era stato proprio a Benevento dove lei e Lidja avevano incontrato per la prima volta Fabio. Riprese a leggere l'articolo quando ad un tratto sentì un tonfo provenire dalla camera difronte: la camera di Chloe. Scostò il computer e si diresse dalla draconiana. La trovò a terra, svenuta, pallida. Si avvicinò a lei e le sollevò le gambe per farle fluire in testa il sangue. Pochi minuti e Chloe aveva già recuperato il suo colorito roseo, il respiro regolare, ma non riusciva ancora ad aprire del tutto gli occhi, per via della stanchezza. Karl decise di starle accanto: era rinvenuta, certo, ma era anche molto debole. La prese in braccio e la adagiò sul letto, coprendola con la coperta. << Faccio presto, giuro >> le sussurò all'orecchio. Poi andò a prenderle delle vitamine che fece somministrare a Chloe, la quale, subito dopo, si addormentò. Karl si sedette infondo al letto. Perchè era così preoccupato? Era solo svenuta. E poi, cos'era quello strano sentimento che stava crescendo in lui? No, non poteva essere amore, eppure qualcosa gli diceva il contrario. Restò lì, seduto vicino a quella ragazza bionda per la quale provava qualcosa, spiandone il sonno.
 
" Ma dove sono andati tutti? " pensó il professor Shlafen non sentendo alcun rumore. Si alzò dalla sua poltrona in biblioteca e si diresse verso il salotto. Non trovó nessuno. I suoi passi risuonavano in quella sala grande, i raggi del sole penetravano dai rami del bosco, fino ad andare a disegnare dei magnifici disegni nel lucido pavimento della villa. << Giá tornato dalla biblioteca? >> Si giró verso la porta scorrevole che dava alla cucina. La magra figura del maggiordomo era apparsa davanti alla porta con in mano i piatti della cena. << Ero venuto a vedere dove erano i ragazzi. È stranamente silenziosa la villa questo pomeriggio. Gli hai per caso visti? >> chiese Georg rivolto a Thomas. << Ha perfettamente ragione, oggi c'è qualcosa di strano nell'aria... Comunque no, non li ho visti... >>
 
Lidja si svegliò sentendo il dolce suono delle corde pizzicate. Scese dalla scrivania barcollando. Strano, di solito era sempre piena energia, fin dal risveglio. Cercando di non svegliare gli altri, dopo essersi recata in bagno per sistemarsi, si diresse verso la camera di Ewan, che stava suonando la chitarra. Arrivata, si appoggiò allo stipite della porta per ammirare il suo biondino preferito: era concentrato sulle note che doveva suonare, gli occhi che si spostavano dalla tastiera alle corde da pizzicare. Dalla bocca della draconiana uscì un piccolo sospiro appena udibile ma che Ewan aveva sentito benissimo. D'un tratto smesse di suonare appoggiando la chitarra sul letto e si girò verso l'entrata della sua camera. << Pensavo stessi ancora dormendo >> le disse << No. Mi sono svegliata sentendoti suonare >> rispose Lidja avvicinandosi << Oh, scusa. Non intendevo... >> Lidja lo zittì posandogli l'indice sulle labbra. << Mi ha fatto piacere >> disse guardandolo negli occhi e perdendosi nel suo sguardo. Ma vi scorse una sfumatura diversa, quasi di paura. Ewan cercò di baciarla ma lei si spostò impedendogli di far scontrare le loro bocche. << Cos'è successo? Quando suoni sei talmente concentrato che non mi senti mai arrivare, qusta volta sì... >> gli domandò. << Niente. >> << Ewan, puoi mentire a tutti ma non a me. Cosa è successo? >> Il ragazzo cedendo al suo sguardo sincero si lasciò andare e confidò le proprie paure. Mentre parlava, Lidja aveva un'aria pensierosa. << Meglio avvisare anche gli altri. >> concluse infine lei. << Ma... >> << Niente "ma". È importante che tutti sappiano. Se i tuoi poteri sono deboli lo saranno anche quegli degli altri. >> << Hai ragione >> ammise lui. << Certo che ho ragione >> Lidja incrociò le braccia al petto, con un'espressione di superiorità. << Modesta la ragazza >> Ewan ricevette una linguaccia da parte della draconiana così l'afferrò per la vita e l'attirò a se, collegando le proprie labbra con quelle di lei. Le sue mani erano incrociate dietro alla schiena di Lidja, mentre lei si era aggrappata al suo collo. "Mi conosce troppo bene" pensò Ewan. Non riusciva ancora capacitarsi di come Lidja avesse potuto capire che gli era accaduto qualcosa. Era eccezionale. Si staccò lentamente dalle morbide labbra di lei. << Ora andiamo >> le disse dolcemente. Si presero per mano e si diressero verso verso la camera di Sofia, dove la quale si stava baciando con Fabio: evidentemente non li avevano sentiti aprire la porta. Lidja ed Ewan si guardarono, dopo di che la ragazza eslamò << Ben svegliati piccioncini! >> I draconiani di Thuban e Eltanin si staccarono e, mentre Sofia arrossiva, Fabio cercava di difendersi. << Perchè ora saremmo noi quelli che si baciano ogni due secondi, vero Lidja? >> << Ti scaldi tanto! Non si può nemmeno scherzare? >> << Io? Scaldarmi? Ah ah. Io sono tranquillissimo. >> << Certo. Si vede infatti. >> Eccoli. Avevano riniziato a litigare. << La smettete voi due? Siamo venuti qui per parlare di quello che è successo. >> Lidja e Fabio si zittirono subito alle parole di Ewan. << D'accordo. Andiamo a chiamare anche Chloe e Karl. >> disse Sofia. Tutti quattro si avviarono verso la camera del draconiano di Aldibah: sicuramente lui era la. Bussarono. Nessuna risposta. Entrarono. Nessuna traccia di Karl. C'era solo il suo portatile ancora acceso incima al letto. "Benevento" riuscì a leggere Sofia. "Anche lui ci deve raccontare qualcosa di interessante" pensò. Fu la volta della camera di Chloe, questa volta però quando bussarono, risposero. Entrarono e videro Karl seduto infondo al letto, mentre parlava con la sorella di Ewan. << Eccovi qui, finalmente! >> Esclamò Lidja. << Ci stavate cercando? >> domandò Karl evidentemente sorpreso. << Ovvio. Dobbiamo parlare di Draconia, dei sogni, di Nidhoggr... >> Iniziò a spiegare la draconiana di Rastaban quando venne interrotta da Sofia << E credo che anche voi abbiate qualcosa da raccontarci. >> Tutti guardarono Sofia, occhi sbarrati e incuriositi dalle sue ultime parole. Karl si guardó le mani che giocherellavano con la coperta del letto. << Sì... >> disse alzando lo sguardo per guardare dritta in faccia Sofia. Annuì. Si sedettero tutti un camera di Chloe, non volevano perdere altro tempo per gli spostamenti. Karl e Chloe rimasero sul letto, Ewan si sedette per terra insieme a Lidja e Fabio si appoggiò sul bracciolo della poltrona sulla quale si era seduta Sofia. L'aria era densissima, si riusciva quasi a toccare da quanto era impregnata di domande, paure, dubbi. Tutti si guardavano, ma nessuno parlava. Era come se il loro cervello non riuscisse a dare il comando vocale; ognuno aveva visto o scoperto tante cose di cui parlare, ma nessuno riusciva a metterle in ordine o almeno a riuscirle a dire. << Prima...>> tutti guardarono Karl dritto negli occhi per percepire ogni sfumatura delle parole << ho aperto il computer per vedere se c'erano delle novità, e ho trovato questo. >> disse mostrando l'immagine presente in alcuni fogli che aveva stampato mentre Chloe dormiva. Fabio, Lidja e Sofia si guardarono. Tutti i ricordi rifiorirono all'istante guardando quella piccola foto colorata che spiccava fra le tante parole dell'articolo. La battaglia a Benevento, la vecchia, Idhunn... Fabio si guardó le mani, un po' a disagio perché si ricordó di quando aveva salvato Sofia, rivide ancora la sua immagine: distesa in mezzo a una rosa di sangue, pallida e inerte. Lidja piangeva disperata, gridando che era morta, ma invece, lui, riuscì a salvarla, spinto da una forza, da un impulso che veniva da dentro e non dall'odio o dalla vendetta. Quella notte era stata orribile, piena di sangue, dolore, ira... Aveva iniziato a tormentarsi le mani senza neanche accorgersene ma una mano lo fermó. Era quella di Sofia, lo aveva riportato alla realtà, ma soprattutto gli aveva fatto capire che anche lei aveva ricordato quei momenti, e che non era questo il momento giusto per pensarci. Karl inizió a leggere l'articolo a voce alta: << Questa mattina verso le 5 gli abitanti di Benevento hanno sentito un enorme scossa seguita da boato. "All'inizio abbiamo pensato che fosse stato un terremoto, ma poi siamo usciti di casa e abbiamo visto l'enorme albero in mezzo alla strada. Non sapevamo che fare, le sirene dei vigili del fuoco hanno riempito subito la città e noi siamo rimasti a guardare senza sapere bene coda stesse accadendo" così ci hanno spiegato una signore con la sua famiglia. Nessuno sa bene di cosa si tratti, studiosi, pompieri, polizia e ambulanza stanno ancora lavorando nel campo. Ora la strada è inagibile e bloccata a tutti i non addetti al caso. Le famiglie nel raggio di 50m sono state evacuate e sistemate in un centro di missionari...>> Karl continuó a guardare i fogli, ma senza parlare. << È tutto?>> chiese Lidja vedendo che Karl non continuava. Lui annuì. << Non riesco a capire >> disse ad un tratto Ewan dopo minuti di silenzio. << Voi >> disse guardando in direzione di Sofia e Fabio, ma sotto intendendo anche Lidja << quando ci avete raccontato la storia della battaglia a Benevento e del frutto, ci avete detto che la foresta era scomparsa..>> i tre annuirono contemporaneamente. << Quindi anche il noce... >> << Esattamente. >> rispose Fabio. Nella stanza calò il silenzio. Tutti cercavano di riflettere. << Aspettate. >> intervenne Chloe che fino a quel momento non aveva ancora parlato. Tutti si girarono verso di lei. << Ma se nel noce si trovava Idhunn la quale custodiva il frutto di Eltanin... >> fece una pausa passando lo sguardo da Sofia a Fabio a Lidja. << significa che dobbiamo andare di nuovo alla ricerca dei frutti? >> Nessuno rispose perchè erano tutti concentrati a riflettere. Fu Sofia, infine, a dare voce al pensiero di tutti << Beh, può essere... Sono tornati i buoni, i cattivi e magari anche gli oggetti magici. >>
La porta della camera si aprì all'improvviso, facendo solbazzare i draconiani. << Thomas... >> sospirò Chloe portandosi una mano al cuore per calmarlo. << Ma in questa casa non si usa più bussare? >> domandò esasperata Lidja. << Beh, veramente io ho bussato più volte ma nessuno mi ha risposto. >> << D'accordo. Perchè ci cercavi? >> chiese dolcemente Sofia. << Per dirvi che è pronta la cena, signorini. >> << Va bene Thomas, ora scendiamo. >> concluse Fabio. Appena il maggiordomo chiuse la porta dietro di sè Ewan parlò << Secondo voi ci ha sentiti? >> << Non credo, ma anche se fosse non cambierebbe nulla. >> Tutti si girarono sconcertati verso Fabio. << Insomma... Siamo già stati scambiati per pazzi... >> << Sei tu il pazzo! >> lo agredì Lidja. I due si lanciarono occhiataccie fino a quando Chloe non propose di andare a mangiare. << Continueremo dopo a parlare, ora ho fame. >> acconsentì il draconiano di Aldibah. Scesero le scale, Karl e Chloe per ultimi. << Grazie. >> disse allora lei. << E di cosa? >> << Per prima. Per essermi stato accanto quando sono svenuta. >> gli rispose con un sorriso. << Oh, mi ha fatto piacere. >> disse sinceramente. Arrivarono nella grande sala da pranzo, al centro c'era un tavolo da otto posti, con altrettante sedia. Sopra di questo si trovavano tante buone pietanze preparate da Thomas e Gilliant che emanavano un profumino delizioso.
La cena si consumò normalmente: chiaccheravano tutti allegramente tra un boccone e l'altro, come una grande famiglia. Certo, i ragazzi erano ancora un po' scossi per quello che si erano detti ma facevano del proprio meglio per non pensare troppo ai loro draghi. Finito di mangiare il professore si congedò agli altri decidendo di rifugiarsi in biblioteca. Arrivato davanti alla grande porta in legno finemente intarsiato, girò il pomello di bronzo: la serratura scattò e la porta si schiuse mostrando alcuni scaffali colmi di libri, posti ordinatamente sulle mensole. Quando fu dentro richiuse la porta alle sue spalle e si andò a sedere sulla sua poltrona preferita. Vicino ad essa c'era un piccolo tavolo, anche quello in legno, sul quale si trovava un libro circa la mitologia norrena, una cosa che gli era sempre piaciuta. Prese il volume, lo aprì e riprese a leggere da dove si era fermato.
《Quando Nidhoggr e Thuban si incontrarono dopo la presunta morte del loro maestro si affrontarono in battaglia. Lo scontro si concluse quando il drago verde della guardia trasformò con un incantesimo il proprio fratello in una viverna: una creatura mostrosa, nera, simile ad un drago senza zampe anteriori.
Successivamente Nidhoggr, che voleva vendicarsi, decise di distruggere quanto più caro aveva il fratello: Yggdrasill, l'albero del mondo. Così scese lungo il fusto dell'imponente albero celestiale fino ad arrivare alle radici, dove vivevano i serpenti. Li radunò tutti e con una magia li munì di ali e poteri, rendendoli viverne come il nuovo se stesso, in cambio della loro servitù. Fu così che Nidhoggr creò il proprio esercito, con il quale avrebbe potuto distruggere l'abero del mondo, i draghi e Thuban. 》
Sbadigliò. Il libro era davvero interessantd ma tutto ad un tratto le palpebre si erano fatte pesanti e la testa aveva preso a girare leggermente. "Stanchezza" si disse "niente di cui preoccuparsi". Riprese la lettura.
《Nidhoggr voleva fare le cose in grande. Così, dopo essersi alleato con i cervi, incaricò Ratatoskr, una giovane viverna, di avvertire l'Aquila di ciò che voleva fare, in modo che i draghi scendessero numerosi verso le radici dell'albero per impedire che Yggdrasill morisse. A quel punto lui li avrebbe colpiti a morte, massacrandone più che poteva.
Il grande giorno era arrivato, e le tre fanciulle che conoscevano già il destino dell'albero del mondo decisero di mettere in salvo gli oggetti la cui perdita significherebbe la vera scomparsa e distuzione di Yggdrasill. Decisero di raccogliere i frutti e di consegnarli ai rispettivi guardiani: loro avrebbero trovato un nascondiglio sicuro. Kuma fu l'unico drago a decidere di ingoiarlo, tutti gli altri li inviarono su Midgardr, il mondo degli uomini. Le fanciulle riuscirono anche a salvare i quattro fiori, un raggio del sole dell'Aquila e due gocce dell'acqua che costudivano i cigni, inviandoli... 》
Furono le ultime parole che riuscì a leggere prima che la testa prese a vorticare velocemente. Quando il libro gli scivolò di mano atterrando sul pavimento George Schlafen era già caduto in un sonno profondo.

Era una giornata di sole, la gente del piccolo villaggio si salutava con grandi sorrisi, la maggior parte andava a prendere il pane nella panetteria del paese oppure la frutta in un piccolo banco sotto la finestra fiorita di una delle poche case. Si trovava in una piccola piazza in periferia. Una piccola costruzione a forma di chiesa si ergeva tra due alti campanili che mostravano la loro magnificenza architettonica, uno ornato da un grande orologio. "Matera" pensó. Ad un certo punto il suo sguardo fu attratto da una persona,  vestita come un uomo dell'Ottocento, aveva i capelli un po' lunghi, la barba corta che ricopriva in parte il mento un po' pronunciato... A dirla così sembrava un po' la sua.... Ma certo ora si riconobbe! Era lui qualche tempo prima "15 anni fa", lo corresse una voce dentro di lui. Come aveva fatto ad non accorgersi prima? Sì, da quello che si ricordava era andato a Matera per incontrare un amico... Si avvicinò al lui del passato che sembrava stesse cercando qualcosa... O qualcuno... Lo vide chiedere informazioni ad una vecchia signora che si reggeva in un bastone e con quello gli indicó un giovane dall'altra parte... Il lui giovane ringrazió la signora con un largo sorriso e un piccolo cenno con la testa. Poi si avviò verso il ragazzo indicatogli. Schlafen vecchio arrivó giusto in tempo per sentire la loro conversazione. << Andrea?>> Chiese Schlafen al giovane. Il ragazzo si giró verso il prof. << Si?>> << sono Georg Schlafen>> Andrea guardó con sospetto la mano che Georg gli stava tendendo, la strinse. << Nn credo di conoscerla... Eppure lei sa il mio nome... Credo che mi deve delle spiegazioni...>> << Lo so. Ti ho cercato per tanto tempo Andrea, e ora è arrivato il momento...>> Andrea alzò un sopracciglio. Schlafen gli fece cenno di seguirlo. Lo portó in una stradina tortuosa, verso il piccolo bosco. << Intuisco che lei abbia un figlio, o una figlia...>> disse il prof con noncuranza guardando al centro della fronte di Andrea. Quest'ultimo si fermò di colpo. << Chi è lei? >> << Se vuole posso spiegarle il neo verde che aveva sulla fronte e che ora ha suo figlio.>> << ... Ma come...>> << Bè, è una lunga storia, quindi cercherò di essere breve... 
Trentamila anni fa, il mondo era abitato da uomini e draghi, padroni della terra. Questi erano i custodi dell'ordine, l'unione tra uomo e natura. L'albero del mondo, una pianta enorme e secolare trasmetteva un'energia in grado di far vivere tutto, regolava il ciclo della natura. I cinque draghi della guardia avevano il compito di proteggere l'albero da qualsiasi male, e insieme a lui, anche i frutti: l'essenza della sconfinata energia positiva che trasmetteva la pianta. Il mondo era fantastico e pacifico. Ma come in tutta la storia, la pace non continua per sempre. Thuban e Nidhoggr erano fratelli, uniti da un profondo affetto. Entrambe erano stati addestrati per la cura del l'albero del mondo. Sapevano che solo uno di loro sarebbe stato scelto come Guardia dell'albero, ma erano convinti che niente li avrebbe potuti separare. Ma non fu così. Nidhoggr era il più forte tra i due e sapeva che lo avrebbero scelto come capo dei guardiani, il più importante. Nel corso degli anni ha sempre aiutato suo fratello con le magie e con l'addestramento.  Il Guardiano Anziano e così le altre guardie decisero di scegliere i loro successori e così vennero chiamati i primi quattro: Rastaban, Eltanin, Aldibah e Kuma. Poi veniva la scelta più difficile, quella del capo. Nidhoggr sentiva che sarebbe stato scelto, era il più forte, si era sempre concentrato negli studi e aveva maggiore maestria con le magie. Ma fu deluso, venne scelto suo fratello, Thuban, il grande drago verde. Fu così che divenne geloso e fu così che si alleó con altri draghi che ritenevano ingiusta la scelta dell'Anziano. Attaccarono l'albero, ma furono respinti dalle nuove Guardie, e Thuban, con tanto dispiacere trasformò suo fratello in un animale simile alla viverna. Si rifugiò nelle tenebre e si alleó con i suoi simili. La guerra era iniziata. Nidhoggr sfruttó anche gli uomini, fece loro trovare metallo, e con essi fece dei meccanismi, così che ogni uomo che ne possedeva uno sarebbe diventato un assoggettato. Insieme attaccarono  Draconia, la capitale dei draghi. Ma anche questi si allearono con gli umani, quelli che volevano instaurare di nuovo la pace e che amavano la natura. Fu una battaglia terribile, ci fu morte da entrambe le parti e Nidhoggr era riuscito a mangiare le radici dell'albero del mondo. Thuban, con le sue ultime forze imprigionó suo fratello sottoterra, ma sapeva che non sarebbe resistito per sempre. Tutte le guardie si fusero con cinque umani attraverso l'Occhio della Mente, una gemma incastonata sulla fronte...>> Il "vecchio" Schlafen vide Andrea sbalordito, e toccarsi la fronte. 
Draghi, viverne... Era molto simile alla storia che Sofia gli aveva raccontato quando si era svegliata all'ospedale dopo essere stata investita... Ma adesso qualcosa gli diceva che il trauma cranico che aveva subito sua figlia qualche mese fa, centrava con quello che lui "giovane" aveva raccontato ad Andrea... << ... Vuoi sapere chi sono?>> Il prof si girò verso Andrea, lo contempló e poi continuó << Io sono un custode, ecco chi sono... Ho il compito di cercare tutti i draconiani...>> si fermò accorgendosi dell'espressione interrogativa di Andrea <<.. Ehm scusa, non ti ho spiegato... Noi custodi chiamiamo draconiani le persone che ospitano in sè lo spirito di un drago...>>
Poi, improvvisamente, lo avvolse una luce bianca, tanto forte ed accecante da fargli chiudere gli occhi. Quando gli aprì ci mise un po' a riprendersi ma comunque capì di non trovarsi più a Matera. Ora era in una grande piazza affollata, gremita di gente che chiacchierava con gli amici. Camminando si ritrovò davanti a delle statue e solo ora capì di essere in Piazza del Popolo. Si fermò ad osservarle: in primo piano c'erano tre persone e la lupa che allattava i due fratellini che ebbero fondato Roma. Spostò lo sguardo verso l'alto. Si vedeva molta gente che si affacciava dalla balaustra, così decise di salire anche lui sul Pincio per osservare la città dall'alto. Arrivato in cima, la sua attenzione fu catturata da una ragazzina: indossava dei jeans e una felpa verde, e i capelli rossi spettinati si muovevano al soffio del vento. “Sofia…” pensò subito. Le si avvicinò un poco ma un gruppetto di persone si dirigeva verso di lui, guardando avanti come se lui non esistesse. Arrivati a pochi passi da lui non si fermarono, continuarono a camminare, attraversando il suo corpo come se lui fosse un fantasma. Ebbe una sensazione di vuoto. Il professor Schlafen si guardò le mani, incredulo. “Sto sognando, non è tutto vero...” si disse per tranquillizarsi. Provò nuovamente ad avvicinarsi a quella ragazzina tanto simile a Sofia che teneva la mano ad un uomo vestito con pantaloni neri, giacca scura e panciotto. Lo stile ottocentesco di quell'uomo assomigliava molto al suo. La gente continuava a passare attraverso di lui ma non ci fece più tanto caso. Arrivato di fianco ai due individui si accorse che la rossa era effetivamente Sofia mentre l'uomo era lui due anni prima, quando prima di portare a casa la quattordicenne dall'orfanotrofio avevano fatto un giro turistico per Roma. I suoi pensieri furono interrotti dalle voci dei due accanto a lui. << Soffro di vertigini >> si confidò Sofia all'altro lui, il quale dopo ad una faccia stupita si mise a ridere. Dopo un po' si asciugò una lacrima all'angolo dell'occhio e si sistemò gli occhiali. << Non mi stai prendendo in giro, vero? >> La ragazzina scosse la testa. << Perdonami, è che... >> il professore di due anni prima sembrava in difficoltà, in cerca di parole, come quando uno non sa che scusa inventarsi << ecco, tuo padre era un po' diverso. Lui non... senti, ti devi affacciare. Da lì vedrai tutta Roma. E tu non l'hai mai vista, giusto? >> aveva lasciato la frase in sospeso, cambiando discorso. Quella giornata Schlafen la ricordava benissimo: era andato all’orfanotrofio a prendere Sofia, poi, assieme, erano andati a visitare Roma. Finito, era andati ad un bar e successivamente a Castel Grandolfo, dove aveva preparato per la sua figlia adottiva una bellissima stanza che dava sul lago di Albano, e l’aveva fatta tutta di bianco. “Per farla sentire più vicina alla sua vera casa” ricordo. Ed ecco di nuovo quella luce accecante. La gente, la balaustra, Roma non c’erano più, perché tutto quello che esisteva ora era il bianco che si trovava ovunque.
Dopo alcuni secondi davanti a lui apparve la facciata del Rathaus. Era come se la ricordava: alta e imponente. << Maledetta! >> quella voce l’aveva già sentita. Si girò di scatto in direzione del grido. Rabbrividì alla vista di quello che gli si presentò davanti: vicino alla Madonna c’era un uomo sulla trentina, i capelli castano ramato che scendevano sulle spalle. Sembrava provato. Una sfera blu scuro gli cadde dalle mani e rotolò. Ne seguì il percorso con lo sguardo attirato da quell’oggetto che pian piano stava diventando azzurro. Si fermò a pochi passi da due figure. Solo dopo essersi avvicinato riconobbe se stesso accanto ad una signora bionda sulla quarantina. Alzò lo sguardo d’istinto e vide Karl con delle ali azzurre sulla schiena che volava verso di loro. “Aldibah” pensò automaticamente. Lo vide raccogliere la sfera luminosa, mentre qualcuno lo attraversava per poi pararsi davanti a Karl. << Karl! Attento! >> urlò una voce distante. Poi un tonfo. << Effi, no! >> altra sensazione di vuoto, Schlafen l’aveva attraversato per correre verso il corpo esanime della donna. Si avvicinò anche lui. Tutti i suoni divennero attutiti e presto coperti dai singhiozzi del professore. Lo guardò. Aveva Effi tra le braccia e piangeva disperato. L’occhio gli cadde sul taschino della giacca dal quale si intravedeva un pezzo di foglio bianco. La vista gli si offuscò e solo allora si accorse che stavano uscendo lacrime anche dai suoi occhi.


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Bea: Hola Chicas!
Gre: Siamo tornate! Non vi abbiamo abbandonate!
Bea: Che ve ne pare di questo cap? ;)
Gre: L'abbiamo fatto più luuungo!!! :D
Bea: Siii!!!! E, i disegni, da sottolineare, sono fatti dalla nostra fantastica GREEEEE!!!!!! :P
Gre: Addirittura.... beh, è vero, gli ho fatti io, ma non sono niente di che :p
Bea: Questo cap è molto importante per il resto della nostra storia quindi memorizzatevelo MOOOLTO BEEEENE XD
Gre: Già. Intanto aspettiamo tante RECENSIONI sia posive che negative. Ci siamo accorte che negli ultimi capitoli sono calate. Perchè? *faccia da cucciolo*
Bea: E' vero... comunque sia, la nostra avventura con i draconiani continuerà fino alla fine :)
Gre: Quindi non preoccupatevi :)
Bea: Hasta la vista! XD
Gre: Ciauuuuuuuu!!!
 

 
  
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