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Autore: Critti    03/02/2008    11 recensioni
Il tempo passa. I giorni galoppano come cavalli che corrono lontano, portando con sè l'oblio di una promessa che in un modo o nell'altro deve essere mantenuta. Riusciranno i Cullen a soddisfare la parola data ai Volturi? La loro decisione sarà priva di conseguenze? Lo scoprirete in questa ff, che prende avvio nel momento esatto in cui la Meyer aveva interrotto la narrazione di Eclipse.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao a tutti!^^
Ho deciso di pubblicare anche qui la mia prima ff perchè grazie ai vostri commenti e alle vostre critiche spero davvero di riuscire a migliorare. Quindi mi raccomando, siate spietati!XD
Buona lettura!

«Non avrete difficoltà a capire,Signorina Bennet, perché sono qui.»
Nel momento in cui percepii questa frase, giurai a me stessa che mai e poi mai avrei rivelato ad Edward quello che stavo sognando. Figuriamoci. Come sempre mi avrebbe fatto capire, con una gentilezza e dei modi da fare invidia persino all’impeccabile Signor Darcy, che era giunto il momento di dedicarsi ad altre letture.
La sera precedente, avevo infatti riletto per l’ennesima volta quel romanzo che mi aveva tanto fatta sognare prima che mi rendessi conto che uomini perfetti non erano una prerogativa delle eroine dei libri. Conoscevo a memoria la parte del libro che stavo vivendo in prima persona, quindi decisi di stare al gioco e di recitare la parte di Elizabeth. Chissà,forse sarei stata anche più brava dell’originale nel far infuriare Lady Catherine. Ci sarebbe stato da divertirsi.
«Siete in errore,madama,non so affatto spiegarmi questo onore.».Non ero mai stata brava a mentire e temetti che la mia interlocutrice avesse capito che non trovavo alcun piacere nel conversare con lei. Ma lei sembrò non curarsi della mia risposta e proseguì.
«Signorina Bennet, vi avverto, con me non si scherza. Mi è arrivata una voce oltremodo allarmante, che voi vorreste unirvi in matrimonio con mio nipote, il Signor Darcy». Sorrisi a questa affermazione. L’indomani, infatti, mi sarei unita in matrimonio con un “ragazzo” la cui vista avrebbe fatto impallidire anche l’affascinante Signor Darcy. Dire che volevo trascorrere la mia vita al fianco di Edward non era un’affermazione propriamente corretta. Desideravo infatti molto, molto di più. Lady Catherine,tuttavia mi distolse dai miei pensieri e proseguì,spietata.
«So che è una scandalosa menzogna, e benché non volessi fargli il torto di ritenerlo possibile sono venuta sull’istante a farvi conoscere il mio animo».
«Se non lo ritenete possibile mi chiedo perché vi siate scomodata a fare la strada» risposi io, maliziosa.
«Per una smentita, Signorina Bennet».
Solo allora fissai con attenzione la donna che avevo di fronte. Era alta e imponente, con una carnagione molto chiara e lineamenti austeri. I capelli, fili argentati resi tali dagli anni, erano raccolti in una semplice acconciatura nascosta in parte da un buffo cappellino.
“Curioso”, pensai. “Neanche Rosalie mi metterebbe così in soggezione in condizioni normali”. Sorrisi all’idea e proseguii.
«La vostra sarebbe piuttosto una conferma se una simile notizia fosse vera».
«Sì? Fingete di ignorarla forse? Non è stata maliziosamente messa in circolazione da voi?».
«Io non l’ho mai sentito dire».
«E potete affermare che sia priva di fondamento?».
«Non pretendo di possedere la stessa franchezza di Vossignoria». “Parole sante”,dissi tra me mentre ripetevo automaticamente le parole di Elizabeth. Forse Edward non aveva tutti i torti. In effetti, avevo imparato il romanzo a memoria a furia di leggerlo.
«Non è tollerabile. Mio nipote vi ha mai chiesto di sposarvi?». Be’, una proposta di matrimonio che si sarebbe concretizzata entro poche ore l’avevo ricevuta, ma certamente non da suo nipote. Avrei voluto esternarle i miei pensieri per farla finita. Cominciavo infatti ad innervosirmi, ma non pronunciai neanche una parola, desiderosa com’ero di vedere in che modo si sarebbe concluso quel colloquio.
«Vossignoria lo ha appena dichiarato impossibile».
«Cercate di capirmi. Il Signor Darcy…». E cominciò ad elencarmi quelli che lei riteneva “buoni motivi” perché questo fantomatico matrimonio non avvenisse.
Ma io pensavo ad altro. La discussione con Lady Catherine aveva risvegliato in me quel tormento che mi perseguitava da mesi. Questa volta, il mio turbamento non era causato dal timore di essere l’oggetto del desiderio di un vampiro allettato dall’idea di trasformarmi in un prelibato bocconcino. Sicuramente il mio vampiro non era desideroso di trasformarmi in nulla, e questo mi preoccupava.
Il modo sprezzante e superbo con cui la nobile signora mi guardava alimentò le mie antiche paure. Cominciai a supporre di nuovo che Edward desiderasse tenermi con sé solo finchè la mia morte non ci avrebbe separati. In fin dei conti, non avevo proprio nulla di speciale e la perfezione di Edward gli permetteva di ambire a qualcuno di livello superiore. La bellezza mozzafiato di Rosalie mi balenò davanti agli occhi e mi fece rabbrividire.
Quando sollevai gli occhi, che avevo abbassato mentre Lady Catherine sfogava tutta la sua rabbia e il suo disappunto su di me, quella situazione mi apparve così reale che pensai di non essere più la sventurata protagonista di un semplicissimo sogno. Temetti che Edward non avrebbe dovuto scomodarsi a vivere accanto a me nemmeno un altro giorno. Sbigottita,notai infatti un terribile cambiamento nel volto e nelle fattezze della donna che mi stava davanti. I ridicolo capellino che indossava era scomparso per lasciare fluire una meravigliosa chioma corvina. La pelle, antica e rugosa, aveva conservato solo la prima caratteristica, ma era diventata estremamente più chiara. Il fisico tipico di una donna di età avanzata era stato sostituito da una corporatura snella e scattante. Inoltre, la figura che avevo di fronte era molto più ridotta rispetto a quella dell’imponente signora.
Non volevo vedere gli occhi della “nuova“ creatura,ma mi costrinsi a posarvi lo sguardo. Erano rossi, ardenti dal desiderio e dalla sete. Avevo già visto quell’espressione crudele, che mi aveva terrorizzata e atterrita per la prima volta solo l’anno precedente. Quella che giaceva in piedi a pochi centimetri da me era l’unica vampira che aveva disegnato sul volto di Edward i segni di un atroce dolore fisico. Jane avanzò con grazia e avvicinò lentamente il suo volto perfetto al mio fragile collo.
  
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