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Autore: Ultraviolet_    30/07/2013    6 recensioni
La storia dei Malandrini, la storia di Lily, Alice, Marlene, Mary, Dorcas, James, Sirius, Peter, Remus e Frank durante il loro settimo ed ultimo anno ad Hogwarts.
Ma soprattutto, la storia di come James Potter e Lily Evans si sono innamorati a tal punto da non lasciarsi più.
"Perché Lily era una donna che colpiva. Non era una di quelle bellezze da perdere completamente la testa, era bella sì, molto, ma con i difetti tipici di un essere umano. Ma era la sua particolarità a colpire. Il suo modo di mettere due cucchiaini di zucchero nel caffè la mattina, i baffi di latte che le restavano sul labbro superiore al primo sorso. Il suo modo di prendere appunti, con la sua calligrafia accurata e ordinata, e il modo in cui mordicchiava la piuma quando non sapeva cosa scrivere in un tema di Trasfigurazione. La sua voce dolce, che diventava ferma quando lo rimproverava. Il suo modo unico di togliergli punti per le ragioni più svariate. La sua risata. Innocente, cristallina, contagiosa."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-Codaliscia, quanto ci metti!- sbraitò James sotto voce, tenendo aperta con una spalla la porta della Sala d’Ingresso, lo sguardo rivolto verso il grosso cane nero che scorrazzava per il prato pieno di brina.
Peter si stava allacciando una scarpa, e appena finito prese a correre verso di lui e uscì. Ramoso richiuse la porta con cautela e si avviò verso il Platano, ospitando l’amico sotto al Mantello dell’Invisibilità e maledicendo con tutto sé stesso Felpato, che sembrava provare un enorme piacere nell’inseguire le falene. Lanciò un’occhiata verso il cielo: la luna era quasi sorta del tutto. Si fermò a distanza di sicurezza dall’albero, e a quel punto Peter si trasformò e sgusciò tra i rami, fino ad arrivare alla radice giusta. Una volta bloccato, James aspettò due gli altri due entrassero e li seguì. Ripose il Mantello all’inizio del passaggio, ben ripiegato, e lo percorse in forma umana, lanciando un’ultima occhiata fuori per assicurarsi che tutto fosse tranquillo. Non appena sbucò nella Stamberga Strillante si affrettò a trasformarsi, facendo appena in tempo ad individuare Remus in un angolo, sofferente mentre la mutazione avveniva. Avrebbero aspettato che fosse completa, per poi uscire di nuovo a esplorare la Foresta, dove non c’era pericolo di incontrare studenti o professori, o comunque nessun umano contro cui Lunastorta avrebbe potuto accanirsi. Era sempre una lotta indirizzarlo dalla parte giusta, lui tendeva a voler rimanere nel parco, o verso il Lago Nero, ma non era possibile. Un Lupo Mannaro libero nel giardino di una scuola non era esattamente parte delle norme di sicurezza che il Ministero prevedeva.
Improvvisamente, Remus smise di guaire. Brutto segno. Si voltarono tutti di scatto, ma troppo tardi. Si era già scagliato contro Sirius, che non poté fare altro che combatterlo spingendolo verso l’uscita, sperando che ritenesse più desiderabile la libertà. Per qualche istante regnò il caos, la lotta era feroce e Felpato faceva del suo meglio per difendersi solamente senza ferire l’amico, ma non era facile. Di colpo come era arrivato, l’attacco di ferocia si fermò, e il Lupo ansimante osservò i tre animali per un po’, poi imboccò l’uscita senza pensaci due volte. Subito gli altri lo seguirono, ma arrivati fuori fecero soltanto in tempo a sentire un ululato ormai lontano. Di Remus nessuna traccia.
Senza nemmeno guardarsi, il cane, il cervo e il topolino si sparpagliarono in tre direzioni diverse. Era indispensabile ritrovarlo subito. Passò parecchio tempo, dopo circa due ore si ritrovarono tutti sotto al Platano e ripresero la loro forma umana.
-E’ un gran casino!- esordì Sirius passandosi una mano tra i capelli.
-Siamo degli stupidi- concordò James guardandosi attorno nervoso –Se non lo troviamo… non oso immaginare quante regole stiamo violando. Saremo nei guai come nessuno è mai stato, e lui potrebbe farsi male.
-Sentite, non credo che stare qui a piangerci addosso possa aiutare… andiamo a cercarlo nella Foresta…- azzardò Peter.
-Hai ragione, Pete… muoviamoci- sospirò Ramoso, lasciando il posto alla sua forma da cervo.
-E’ un incubo- affermò Sirius seguendolo a ruota.
Si addentrarono nella Foresta Proibita, guardandosi attorno con un’attenzione mai avuta prima. I rumori inquietanti erano ovunque, e non erano incoraggianti.
 
 
-Parola mia, che diamine stavo pensando quando ho deciso di diventare Animagus?- disse Sirius, trascinando Remus verso la scuola.
Lui e James lo reggevano, un braccio intorno al collo ciascuno, mentre Lunastorta tossiva. Peter, di retroguardia, era pronto a schiantare chiunque li avesse visti.
-Me lo chiedo anche io- rispose Lupin con un sorrisetto sarcastico –Quanto siete feriti?
Era appena tornato umano. Dopo aver passato quasi tutta la notte a cercarlo, gli amici lo avevano ritrovato alla prima luci dell’alba e avevano dovuto usare le maniere forti per fermarlo.
-Mi fa male la gamba e ho una ferita sul petto- elencò James per nulla preoccupato.
-Io credo di avere una spalla lussata- aggiunse Peter con una smorfia.
-Vista la mia innata abilità con le bestie fuori controllo, io ho solo qualche graffio oltre al taglio alla gamba che mi hai fatto nella Stamberga- completò Sirius –Come sempre quello messo peggio sei tu, quindi non iniziare con i tuoi discorsi sui rischi che corriamo.
Remus stava proprio per farlo, ma vedendo che ai suoi amici non importava proprio nulla delle ferite e volevano solo scaricarlo in un letto dell’Infermeria al più presto, rimase zitto e si lasciò scappare un sorrisetto. Se si fermava a pensare al mostro che era ogni volta che feriva uno dei tre, era perduto. Poi, era solo grazie a loro se era lì. Se non l’avessero cercato senza rassegnarsi chissà dove si sarebbe ritrovato, solo, sperduto e ferito.
Lo lasciarono fuori dall’Infermeria e se la filarono per non farsi vedere da Madama Chips, non in quello stato. Raggiunsero la Sala Comune e si lasciarono cadere sulle poltrone. Peter decise di salire a darsi una ripulita per poi presentarsi dall’infermiera dicendo di essersi fatto male alla spalla cadendo dalle scale, invece gli altri due rimasero dov’erano, senza più la forza nemmeno di parlare. James si era quasi addormentato quando un grido lo riscosse dal dormiveglia.
-Potter! Black! Come cavolo siete ridotti?- era Lily, che, in pigiama, li guardava con aria spaventata da metà scala.
-Qui a fare le domande dovrei essere io: cosa ci fai qui a quest’ora?- domandò James preoccupato.
-Ieri sera sono andata a letto presto- spiegò la ragazza abbassando lo sguardo.
Tutti e tre sapevano le verità, semplicemente non era riuscita a dormire.
-Venite, quelle ferite sono da curare- disse indicando due sedie e correndo a prendere il kit del primo soccorso. Si ripresentò seguita da Dorcas, che incenerì con lo sguardo Sirius.
-Ehi, non è colpa mia stavolta- si lamentò lui.
Dopo aver verificato che la gamba di James non avesse ferite e aver decretato che non sapeva dire se ci fosse qualcosa di rotto o meno, Lily si sedette in grembo al fidanzato armata di acqua ossigenata e cotone, per disinfettargli la ferita sul petto. Era abbastanza superficiale ma brutta da vedere, fortunatamente Remus ci era arrivato solo con gli artigli e non con i denti. Dorcas, intanto, stava fasciando il taglio di Felpato e applicando cerotti sui graffi.
-Ecco fatto- disse la rossa finendo di sistemare la garza che aveva avvolto tutto intorno alla parte superiore del busto di James.
Lui in tutta risposta la strinse a sé, posandole la testa su una spalla e inspirando il suo profumo, desideroso che tutto rimanesse fermo a quell’istante. Lily capì che in quell’abbraccio aveva messo tutto il suo amore, e che voleva dire “io sono con te, sono sempre con te”. Lo ricambiò e gli donò un bacio dolce.
Quando si staccarono, Ramoso vide che Sirius si era steso sul divano e Dorcas gli accarezzava i capelli.
-Senti, prima che ti addormenti risvegliandoti tra una settimana, mi è appena venuto in mente che c’è il Quidditch oggi- disse.
-Oddio- commentò lui senza aprire gli occhi.
Lily sussultò.
-Beh, James è il capitano, rimanderà no?- chiese Dorcas piano.
Il fidanzato la fulminò con lo sguardo.
-Non si rimanda il Quidditch.
Il fratello annuì solennemente.
-JAMES POTTER, TU NON SALIRAI SU NESSUNA MALEDETTA SCOPA VOLANTE RIDOTTO IN QUEL MODO, CHIARO?- scoppiò Lily raggiungendolo e tuffandosi tra le sue braccia.
Lui sbarrò gli occhi e le accarezzò la schiena.
-Lily… Lily, sta calma… dobbiamo allenarci… ti prometto che farò attenzione.
-Sì… sì, scusa- fece lei abbassando lo sguardo.
Ramoso la sollevò da terra.
-Non devi scusarti di niente, capito?- disse guardandola negli occhi.
Anche quell’occhiata trasmetteva vicinanza, comprensione, infinto affetto. La ragazza annuì e chiuse gli occhi. Lui la adagiò sul divano e si stese accanto a lei, desideroso di dormire almeno per qualche ora.
 
 
Sirius giaceva sdraiato su una panca dello spogliatoio maschile di Quidditch, occupandola interamente.
-Ehi spostati!- esclamò il battitore rifiutando l’idea di cambiarsi per terra.
-Bel lavoro di squadra davvero, sbattere via un compagno in questo modo non curandosi del suo dolore- commentò Felpato senza muoversi.
-Ma che fate voi di notte invece di dormire? Siete tutti e due zoppicanti e James ha un taglio sul petto che sembra stato fatto da un drago!- disse il ragazzo in tutta risposta.
Ramoso, che era convintissimo di essere riuscito a togliersi la maglia e ad infilarsi la divisa in modo da non far notare la ferita, era rimasto a bocca asciutta, ma Frank guardò talmente male il battitore che questo distolse lo sguardo, si infilò i parastinchi e si allontanò in direzione del bagno, borbottando.
-Forza- incitò James afferrando la scopa e dirigendosi verso la porta cercando di non dare a vedere che le fitte alla gamba gli impedivano quasi di muoverla.
Sirius si alzò di malavoglia e seguì Frank, e poco dopo arrivò anche l’ultimo. Le tre ragazze erano già pronte e sedevano sull’ultimo gradino degli spalti, le scope a terra davanti a loro.
-Oh eccoli. Avete finito di commentarvi i vestiti e le acconciature a vicenda?- chiese Mary sarcastica, ma lanciando un’occhiata a James e al fratello si accorse che qualcosa non andava. Mentre si dirigevano verso il centro del campo, mormorò a denti stretti, nell’orecchio di Ramoso:
-Remus?
-Sì, niente di grave, non preoccuparti.
Lei finse di assentire, ma non staccò gli occhi di dosso a nessuno dei due salendo sulla scopa e librandosi in aria.
-Allora- cominciò James deciso –Oggi voglio che ognuno di voi si alleni in modo specifico. Sirius, Mary e Frank, voi dovete alternarvi: due di voi si passano la palla e cercano di segnare nella porta di Brittany- disse indicando la ragazzina del quarto anno che giocava da portiere –E l’altro fa l’avversario, cioè cerca a tutti i costi di rubare la palla ai primi due. Poi vi scambiate. Non credete di fare i furbi lasciando Mary da sola, è forte quanto e più di voi- aggiunse con un ghigno, al quale la ragazza rispose con un sorriso radioso.
-In quanto a voi due- continuò il capitano facendo un cenno in direzione del battitore e della battitrice –Andate dall’altro lato del campo e cercate di colpire d’effetto i bolidi in modo che, una volta entrati da una porta, deviino per centrare anche la seconda. Se ci riuscite con tutti e tre gli anelli farò in modo di farvi ricevere un Premio Speciale per i Servigi Resi alla Scuola, non dubitatene- spiegò serio.
-E tu?- chiese Brittany.
-Io inseguirò il boccino e proverò qualche finta o picchiata- concluse.
Tutti quanti annuirono decisi e si diressero verso le rispettive posizioni.
Dopo pochi minuti c’era già un discreto pubblico a seguire gli allenamenti, e James si occupava personalmente di accompagnare con infinita gentilezza i componenti delle squadre avversarie verso l’uscita, lasciandolo loro un pacchetto di minacce tutto bello incartato e infiocchettato. Fortunatamente non se ne presentarono molti, soltanto i battitori di Tassorosso e il portiere di Corvonero, che aveva piuttosto maldestramente tentato di camuffarsi con degli occhiali da sole e i capelli magicamente allungati. Non era stato difficile individuarlo, considerando che stava per piovere e di sole non c’era nemmeno un timido sentore.
-Ehi, Potter!- gridò Sirius avvicinandosi, mezz’ora più tardi.
-Che vuoi Black?- rispose James reprimendo un’imprecazione. Si era distratto e aveva perso il boccino.
-Nulla, soltanto dirti che abbiamo una buona notizia!- esclamò indicando gli altri due cacciatori e la portiera.
-Ebbene?
-Brittany ha parato praticamente tutti i nostri tiri, è in gran forma!- spiegò lui tutto contento.
Ramoso lo guardò, divertito, e assunse un’espressione fintamente perplessa.
-Black, caro amico mio…- iniziò passando un braccio attorno alla spalla del fratello –Sei sicuro che sia lei ad essere brava? No perché potrebbe benissimo essere che voi tre- e indicò lui, Frank e Mary –siate dei cacciatori penosi… sai che mi dispiacerebbe dovervi sostituire, ma sarebbe per il bene della squadra…
-Sai, il potere ti da davvero alla testa!- protestò Sirius sgranando gli occhi.
-Uffa, pensavo fosse ovvio che era una scherzo!- esclamò James dandogli una fragorosa pacca sul collo.
-Lo era, e per niente credibile, ma ciò non toglie che tu sia un tiranno… sai, quando si iniziano a fare di questi discorsi significa che qualche rotella sta saltando, Jamie- spiegò lentamente, come se stesse parlando con un bambino, poi si voltò e prese a volare verso gli altri, facendo un gesto circolare con l’indice accanto alla tempia.
-Ringrazia Merlino che non ho una mazza e un bolide sottomano, Black!- gridò James ricominciando a guardarsi intorno per individuare il boccino.
 
 
-Non mi sento più le ossa- assicurò Sirius sulla strada per la Sala Grande.
-Perché, le ossa si sentono?- chiese James passandosi una mano tra i capelli.
Remus scosse la testa. Si era già ripreso e aveva insistito con tutte le sue forze perché la Chips lo facesse uscire dall’Infermeria per andare a pranzo e assicurarsi che gli altri tre stessero bene. Lui, una volta prese le sue svariate pozioni e una volta medicate le ferite, aveva avuto bisogno soltanto di qualche ora di sonno profondo per riprendersi. Non era al massimo della forma, ma preferiva essere dimesso sempre il prima possibile per non destare sospetti. Erano anni che affinava la tecnica, e a volte, anche se raramente, capitava che non dovesse assentarsi da nulla neanche per un giorno. Solitamente, quando accadeva, era complice il fine settimana.
-No, la vera domanda qui è: perché ho amici così idioti?- gridò al vento.
-Che domande Lupin, forse perché sei anche tu un idiota- la risposta era giunta inaspettata, dalla bocca di Theodore Nott, che passava per di lì andando nella direzione opposta alla loro.
-Suicidati, Nott- ribatté Remus senza scomporsi e senza neanche guardarlo, lo sguardo fisso sulla chioma bionda di Marlene poco più avanti.
-Ah sì?- disse lui divertito, sfoderando la bacchetta e puntandola verso i piedi di Remus. In quattro e quattr’otto, i lacci delle due scarpe si legarono insieme.
-Siamo tornati all’asilo, Teddy?- ringhiò Sirius, mentre James si rimboccava le maniche della camicia.
-Fermo- disse Lunastorta trattenendolo per un braccio.
Con una piccola mossa della bacchetta, rimise al loro posto i lacci, poi scattò verso il Serpeverde e lo afferrò per il bavero, senza smettere di camminare, sospingendolo così verso il muro più vicino e inchiodandovelo con forza, senza dare ascolto alle proteste degli studenti che aveva urtato.
-Vedi di tenerti alla larga da tutti noi e di non rompere i bolidi, sono stato chiaro?- disse, la bacchetta puntata verso la testa del ragazzo.
Lui lo guardò con odio intenso e annuì, così Remus lo lasciò e lui si affrettò a sistemarsi la divisa borbottando qualche minaccia che nessuno si prese la briga di ascoltare.
-Mi fai paura- disse Sirius guardando sbalordito l’amico.
Lui abbozzò un sorriso e alzò le spalle, avviandosi verso la Sala Grande e verso il pranzo.
James scambiò un’occhiata con il fratello, seguita da un impercettibile sorrisetto. Quando raggiunsero il tavolo di Grifondoro, Lily alzò lo sguardo dal piatto per posarlo sul fidanzato. Lui si avvicinò e si sedette accanto a lei, al che la ragazza posò la forchetta e gli circondò la vita con le braccia. James, sorpreso, si lasciò scappare un sorriso.
-Ehi, ti ho vista agli allenamenti- disse accarezzandole i capelli.
-Sì, ero preoccupatissima…- spiegò lei sistemandogli il colletto della camicia.
-Ragazzi, perché qui tutti parlano di Remus? Non si tratterà di…- intervenne Alice preoccupata.
-No, ha solo messo Nott con le spalle al muro, in senso letterale- ghignò Sirius a bocca piena –quello sporco, piccolo Mangiamorte.
-A proposito di Mangiamorte…- fece Marlene, lo sguardo basso.
I ragazzi più Lily e Mary le lanciarono uno sguardo interrogativo.
-Stamattina mi è arrivata la Gazzetta del Profeta e… un Mangiamorte è evaso da una cella al Ministero. Era lì in attesa di essere interrogato- spiegò, desolata di dover portare quella brutta notizia.
-Una cella al Ministero? Prova che quelli che ci dovrebbero guidare e proteggere sono solo emeriti idioti. Ma come è possibile prelevare un criminale assassino da Azkaban e farselo scappare?- fece Sirius indignatissimo.
-Hai ragione, Sir… per questo la resistenza è così importante, il Ministero non sa più a cosa appigliarsi… Voldemort sta vincendo, la sua influenza è soprattutto nella mente delle persone, le ha portate a fare un errore madornale di questo genere- disse Remus stringendo la forchetta.
-Mi viene voglia di mollare tutto e andare a combattere… non andremo avanti così ancora per molto, presto tutti i maghi e tutte le streghe dovranno essere in grado di duellare perché servirà, eccome- ringhiò Ramoso.
-Ehi, la cosa giusta da fare ora non è mollare tutto e andare a combattere, ma finire di mangiare e andare alla lezione di Difesa… così sarai ancora più bravo a duellare e potrai spezzare le gambe a chi ti da fastidio- disse Lily con tranquillità, facendo una carezza sulla guancia al ragazzo e indicando il piatto davanti a lui.
-Accidenti, sei parecchio calma rispetto all’ultima volta che ne abbiamo parlato- osservò lui.
-Ho avuto tutto il tempo per pensare- rispose lei scompigliandogli leggermente i capelli.
 
 
Il pomeriggio passò in fretta, tremendamente sprecato da tutti quanti per ripassare un po’ tutte le materie, visto che a causa degli avvenimenti avevano trascurato in maniera preoccupante lo studio. Sirius era piuttosto attirato dai grossi cumuli di foglie secche nel prato, che sembravano invitare chiunque a saltarvi dentro rendendo vano il lavoro di chi le aveva raccolte, ma Dorcas era riuscita a trattenerlo in Sala Comune con gli altri. Lily si era unita a loro per la maggior parte del tempo, ma poco prima dell’ora di cena era corsa in biblioteca, e James sapeva che sarebbe stato troppo sperare nella sua presenza in Sala Grande. Era comunque tranquillo, perché sebbene gli capitasse spesso di trovarla sul divano a piangere o di incontrarla con la maglietta bagnata di lacrime, la stava prendendo decisamente bene. Dopo aver assistito al collasso di una donna forte come sua madre alla morte del padre si era davvero spaventato al pensiero che anche Lily potesse ammalarsi. Ma lei era troppo orgogliosa per lasciarsi sconfiggere così, aveva ancora troppe persone che amava per poter permettere a Lord Voldemort di metterla fuori combattimento.
Dopo aver riposto i libri ed essersi fatto una lunga doccia calda, James, vestito del maglione più pesante che aveva per combattere il freddo pungente che li stanava anche all’interno del castello, scese a cena insieme a Peter, e trovò tutti gli altri già seduti, meno, come aveva predetto, la sua fidanzata. Non fece nemmeno in tempo a sistemarsi accanto ad Alice che la voce del professor Lumacorno li raggiunse, provocando un’espressione scoraggiata sul volto di Remus.
-Miei cari ragazzi del settimo anno! Che piacere, come vedete sono tornato. E giusto in tempo per comunicarvi la data della prossima cenetta nel mio ufficio! Avevo pensato al prossimo sabato, avete impegni?- domandò l’uomo posando una mano sulla spalla di Sirius.
-Ehm…- cominciò Dorcas, impreparata.
-A dire il vero, Horace, credo che non sia una buona idea- a salvarli all’ultimo secondo era stata nientemeno che la professoressa McGranitt –Sa, con i MAGO sempre più vicino non sarebbe certo il caso di rubare del tempo prezioso per gli studi agli alunni… però, se mi permette, ho un’idea per permetterle di… mantenere questi incontri- continuò.
-Oh che bello, mi dica, cara Minerva!- a quel punto James si voltò verso Frank e fece finta di vomitare.
-Che ne dice di un corso di recupero gestito dai ragazzi e sovrinteso da lei? Gli alunni del settimo anno possono candidarsi per tenere qualche lezione di recupero di una materia in particolare, e dopo la sua approvazione gli altri potranno iscriversi. In questo modo sarà un ripasso per tutti.
-Davvero un’ottima idea!- esultò Lumacorno entusiasta –Bene allora chi vuole dare il suo nome per le lezioni lo riferisca a me insieme alla materia che desidera, presto compariranno liste in ogni bacheca dove potrete iscrivervi- disse, correndo poi ad avvisare le altre case.
La McGranitt si allontanò con un’espressione di compatimento.
-Non ci penso nemmeno!- esclamò Sirius finendo la minestra.
-Sono tutti impazziti qui dentro!- rincarò Frank.
-A me sembra una buona idea. Potrei dare una mano per Difesa- fece Remus indifferente.
-Figuriamoci se il nostro secchione di turno non lo faceva- lo prese in giro James con una pacca sulla spalla –Credo che anche a Lily piacerà.
E difatti così fu. Appena finito di cenare, Ramoso si alzò da tavola per andare a cercarla, ma non fece molta strada perché all’ingresso della Sala Grande una ragazza dai capelli rossi stava appoggiata al muro con una spalla, la borsa sull’altra.
-Aspetti qualcuno?- chiese il ragazzo andandole incontro.
-In effetti sì- affermò lei, circondandogli la vita con le braccia e posando la testa sul suo petto.
-Sai la novità? Lumacorno ha…- fu interrotto da un grugnito di Lily.
-Sto per baciarti e tu mi parli di Lumacorno?- chiese con un barlume dell’antico sarcasmo negli occhi. Ramoso scoppiò a ridere e la baciò, ma lei rimase seria, pur ricambiando con piacere.
-Il vecchio Luma- ripeté con aria di sfida –ha organizzato, anzi, la McGranitt gli ha intimato di organizzare un corso di recupero. Uno si candida per dare lezioni e gli altri le prendono. In sostituzione delle cenette che è solito fare, dove tu ti diverti tanto- ghignò.
Lily si illuminò leggermente alla notizia.
-Finalmente quell’uomo fa qualcosa di utile- commentò, la mente già avanti di qualche giorno.
-Beh…-
-Sarà bello, fidatevi!- esclamò una voce accanto a loro.
Lily sobbalzò e James si voltò stranito, sciogliendosi dall’abbraccio. Davanti a loro c’era un ragazzo alto più o meno come lui, con i capelli castano chiaro decisamente più ordinati dei suoi e al collo una cravatta dagli inconfondibili colori di Corvonero.
-Non stavo origliando, giuro! Ma ho sentito che stavate parlando del recupero di Lumacorno, ci sarò anche io… siamo fortunati a potervi partecipare- sorrise.
-Scusa, tu chi sei?- chiese la ragazza confusa.
-Siete fortunati! Lils, volevo dirtelo, ma io non ho intenzione di partecipare. Insomma, non sto con la migliore pozionista della sua età così a caso- fece James facendole l’occhiolino.
-Ma Ja…
-Scusate, devo andare a cambiarmi per la punizione, vorrei evitare che Gazza mi strozzi con la cravatta. Raggiungimi in Sala Comune appena puoi- la interruppe stringendole il braccio dolcemente e correndo via.
Il ragazzo di Corvonero guardò Ramoso sparire dietro l’angolo e lanciò un’occhiata a Lily, che già meditava vendetta.
-Comunque sono Robert, scusa se sono apparso all’improvviso- disse.
-Io sono Lily, piacere. Stavo giusto andando in biblioteca per rimettere a posto qualche libro- disse con gentilezza –Sei di Corvonero no?- chiese indicando la cravatta.
-Già- confermò lui allargando le braccia –A volte è un po’ opprimente, sono tutti molto puntigliosi e attenti ai dettagli, lo sapevi che per entrare in Sala Comune devi rispondere a un indovinello?- disse.
-Me ne aveva parlato una ragazza qualche anno fa- sorrise –Deve essere interessante, noi abbiamo una banale parola d’ordine… scommetto che la metà dei Grifondoro non riuscirebbero a entrare con un sistema come il vostro- rise divertita.
-Ma no… voi siete intelligenti almeno quanto noi, molto svegli. Poi sai che noia rientrare tardi da qualche punizione cascanti dal sonno e doversi concentrare per rispondere nel modo giusto?- fece con tono divertito.
-Non mi sembri il tipo da punizione- osservò lei distogliendo lo sguardo da dove andava e voltandosi per un attimo a guardarlo.
-In effetti non lo sono, ma qualche volta mi è capitato che qualche amico mi trascinasse con sé- spiegò –Nemmeno tu mi sembri il tipo.
-Mai stata- rispose trionfante -Ma in diverse occasioni c’è mancato davvero molto poco… insomma hai visto che razza di tipo è James- rise –Eccomi arrivata, ti vedrò da Luma no?
Lui annuì, leggermente stupito per l’uso del soprannome con cui i Malandrini chiamavano il professore. Osservando la sua faccia Lily si rese conto per l’ennesima volta del circolo di matti in cui era entrata dal lontano giorno della festa di Alice, ma non ne fu turbata affatto. Fece un cenno al ragazzo e si voltò per entrare in biblioteca.
-Che materia seguirai?- gridò lui quando era già a diversi passi di distanza.
-Farò domanda per tenere qualche lezione di Pozioni- rispose lei voltandosi e continuando a camminare all’indietro. Lui mosse la mano in segno di saluto e se ne andò.
 
 
-James Potter! Tu hai bisogno di quella E in Pozioni!- esclamò la rossa entrando in Sala Comune e facendo voltare i pochi ragazzi che la popolavano.
Il destinatario dei suoi rimproveri la raggiunse con un balzo dagli ultimi gradini delle scale.
-Lily, ascolta, non credo sia una buona idea. Sono già impegnato tantissimo con il Quidditch, finisco in punizione tre settimane su quattro ogni mese, se andassi a questa cosa avrei completamente esaurito il tempo per studiare le altre materie. Remus mi darà una mano in Pozioni, e lo sai come sono, in gruppo mi distraggo, creerei il caos…
La ragazza sospirò e gli posò le mani sul petto.
-E va bene… quindi suppongo che non vorrai tenere i recuperi di Trasfigurazione- disse.
-No, non sono proprio la persona adatta per insegnare- spiegò lui rabbrividendo al pensiero.
Lily fece una risatina, ma subito dopo ritornò seria, con un alone di tristezza negli occhi.
-Allora, come sta la mia principessa coraggiosa?- domandò James addolcendosi e trascinandola su una poltrona tra le sue braccia.
-Sto imparando a convivere con la parte di me che non accetta ancora quello che è successo… sai, forse tra tutte le principesse della fiabe potrei essere la Sirenetta… abbiamo molto in comune- disse a bassa voce, lasciando che il corpo del ragazzo la riscaldasse.
Lui, che non aveva idea di chi fosse quella Sirenetta, la incoraggiò a continuare.
-Beh lei è innamorata di un principe umano, così come io ho tutti i familiari Babbani. Lei… lei cerca di essere normale, con lui, ma alla fine combina solo tanti casini e mette in pericolo tutti attirando i nemici… e forse non serve che ti dica che non c’è il lieto fine di tutte le altre favole*- spiegò con le lacrime agli occhi.
-Magari questa tizia non ce l’ha fatta ad arrivarci, ma tu avrai un lieto fine coi fiocchi, Lily. Fidati di me, io farò qualsiasi cosa perché sia così, per tutti e due, per tutti noi.
Le lacrime cominciarono a uscire piano, e James rimase a cullarla per qualche minuto, fino a quando lei non si asciugò gli occhi e non fece quello sforzo immane che le serviva per aprirsi in un sorriso. Lo baciò più volte, e disse:
-Sei la più grande fortuna che mi sia mai capitata, sarei già morta di dolore, oppure pazza, senza di te. Grazie…
-Non sarà facile uscirne, non mi aspetto nulla da te, hai tutto il tempo del mondo, nessuno ti mette fretta- la tranquillizzò lui accarezzandole il viso.
Rimasero abbracciati per tutto il tempo che potevano, finché James non fu cacciato via da lei, che temeva potesse arrivare tardi in punizione.
Si recò nell’ufficio di Lumacorno, aspettandosi di trovarvi Gazza, come le sere precedenti, che gli avrebbe dato qualcosa da pulire o qualche targa da lustrare. Ma non fu così, perché si trovò davanti proprio il professore di Pozioni.
-Signor Potter, eccoti qua! Oggi dovrai fare qualcosa di diverso, anche se sinceramente trovo che i motivi che hanno spinto il mio sostituito ad assegnarti una punizione così lunga siano un tantino carenti, ma in ogni caso… dovrà ripulire un’aula vuota che servirà per i recuperi di cui parlavamo a cena, rammenta?
Un terribile sospetto si insinuò nella mente del ragazzo, che però rimase zitto a si limitò a seguire il professore ignorando ogni sua parola. Arrivati davanti alla classe in questione, James constatò che si trattava esattamente di quella che aveva disinfestato il lunedì precedente.
-Professore, io ho già pulito questa stanza la prima sera della punizione…- disse entrando.
-Oh devi esserti confuso, qui è pieno di Mollicci e Doxy… vedi?- spiegò Lumacorno indicando l’armadio in un angolo che si muoveva con fare minaccioso.
Ramoso, infuriato, annuì, prese tutto l’occorrente e, rimasto solo, lo posò con rabbia su un banco. Era tutta opera di quel signor Hide, non c’era dubbio. Aveva liberato quegli affari una seconda volta nell’aula dopo che lui l’aveva ripulita. Incredulo, ma deciso a finire il prima possibile, spalancò l’anta dell’armadio. Lord Voldemort apparve davanti a lui, che si tastò le tasche alla ricerca della bacchetta, che ben presto si accorse di non avere. Frugò ovunque senza successo, e ben presto si perse osservando quella funesta apparizione. Si ritrovò in ginocchio sul pavimento, con un mal di testa martellante dovuto alla rabbia e alla confusione.
In quel momento, mentre il Signore Oscuro avanzava verso di lui, la porta si aprì e lui intravide una ragazza tra le dita della mano con cui si teneva la testa. Una seconda occhiata lo portò a identificarla: era Lily Evans.
-James!- gridò lei osservando la scena e lasciando cadere a terra un oggetto che teneva in mano.
Il Molliccio si voltò verso di lei, e dopo un momento Voldemort lasciò il posto a una ragazza, che, stesa a terra, perdeva sangue da ogni parte. Era Petunia. In un attimo Lily prese la bacchetta e gridò l’incantesimo, e sul viso della sorella morente apparve un naso rosso da clown, mentre il sangue attorno cambiava consistenza e diventava semplicissimo ketchup. D’un tratto poi sparì, e la creatura si rifugiò dentro una cassa che si trovava a terra, poco lontano. La ragazza corse verso Ramoso e lo aiutò ad alzarsi, indicando poi l’oggetto che aveva lasciato cadere: era la sua bacchetta.
-L’ho trovata in Sala Comune, te la stavo riportando e ho incontrato Lumacorno che mi ha detto che eri qui- spiegò tutto d’un fiato abbracciandolo.
-Intervento tempestivo- si complimentò lui accarezzandole un braccio.
-Per un momento ho pensato che si trattasse davvero di V-Voldemort- fece lei passandogli una mano sulla fronte.
-Era così reale… ora vai, sto bene, devo finire qui…- disse.
-Non ci pensare neanche, dirò a chiunque mi impedisca di portarti a letto che ti sei sentito male… hai la faccia di uno che ha un mal di testa nauseante.
Lui non si oppose, e insieme lasciarono l’aula. Una volta raggiunto il dormitorio maschile, ancora deserto, Lily insistette perché James si sdraiasse, e lui acconsentì solo a patto che lo facesse anche lei.
-Uff, e va bene, ma solo per cinque minuti- disse.
Rimase un po’ accoccolata con la testa sulla pancia di lui, poi si alzò, lo baciò e fece per scendere dal letto e andarsene, ma lui la trattenne per la vita. La ragazza lo guardò stupita, ma vedendo la sua faccia da cane bastonato non poté fare a meno di baciarlo, ancora e ancora, i capelli che gli sfioravano il viso, mettendoci tutta sé stessa e tutto l’amore che provava per James.








I'm Here!
Saaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalve!
Rieccomi, non vi libererete facilmente di me u.u
In questo capitolo si osserva il modo in cui Lily comincia mooolto lentamente a tornare alla vita.. e francamente non vedevo l'ora u.u
Spero tanto che vi piaccia, e vi chiedo come sempre di recensire :)
Vi comunico anche che siamo ormai arrivati a 80 seguaci e a 67 recensioni, che per me sono davvero tante, grazie a tutti! *-*
Come sempre, alla prossima :D



Come sapete, il cartone animato della Disney finisce in lieto fine, infatti io qui mi riferisco al libro originale di Andersen, dove la Sirenetta alla fine muore tramutandosi in schiuma marina. Questo perché credo proprio che al loro tempo ancora non esistesse il cartone (:


  
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