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Autore: PolvereVolante    30/07/2013    6 recensioni
Questa fanfic è ambientata alla fine del quarto libro. Sono passati otto mesi dal ritorno di Sfia e gli altri draconiani da Edimburgo e Fabio si dovrà far perdonare tante cose, gli altri draconiani cercheranno di capire cosa stà succedendo e il gruppo di regazzi-drago, dovrà affrontare molti incidenti di percorso !
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Rivelazioni


Lidja

-Non Devo Ridere – mi ripetei mentalmente.
-Per non farlo mi basterebbe non soffermarmi su Karl con occhi e bocca spalancati che sorregge un Ewan con un’ espressione che lo fa assomigliare più che vagamente ad un babbuino.
Mi basterebbe evitare di guardare Chloe con lo sguardo pieno di insano divertimento.
E soprattutto … Prima di ogni altra cosa …
Dovrei impegnarmi per non assecondare l’ irrefrenabile voglia che ho di alzare lo sguardo su di un Fabio sconvolto e con il sedere ben piantato al suolo – mentre pensavo tutto ciò, era già troppo tardi …
Scoppiai a ridere sguaiatamente, ricevendo occhiate risentite da parte di Fabio e sbigottite da parte di Ewan e Karl.
I tre rimasero ancora più sorpresi nel sentire la risata cristallina di Chloe aggiungersi alla mia.
“Sof ha detto che l’ allenamento è finito, andiamo ?” chiesi con disinvoltura appena la mia risata e quella della bionda si spensero.
Ewan fece per replicare, ma vedendomi andare verso l’ uscita del dungeon tacque scuotendo la testa e mi seguì.
Ero consapevole che presto o lui o Karl avrebbero preteso delle spiegazioni, ma in quel frangente approfittai del loro sconcerto per allontanarmi dalla sala della gemma e raggiungere il prima possibile Sofia.
 
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La porta in legno che avevo avanti era scolpita con maestria.
Ella rappresentava un maestoso e rigoglioso albero dalle grandi e forti radici che affondavano fino alle viscere della terra.
Era perfetto in ogni suo particolare, fino alla più piccola delle rifiniture, che avevo memorizzato alla perfezione rimanendo appostata fuori alla stanza della mia amica dalla chioma fiammeggiante.
Non mi ero mai fatta problemi ad entrare nella sua camera, fin dal nostro primo incontro.
In quella occasione però, non avevo idea di quale delle mille sfumature del carattere multicolore di Sofia mi sarei imbattuta.
Presi un bel respiro, abbassai la maniglia e varcai la soglia.
In un primo momento mi preoccupai non trovando nessuno nell’ accogliente camera lattea, ma in seguito mi parve ovvio avvicinarmi alla finestra socchiusa.
Ci misi poco ad individuare una testa rossa che si stagliava contro il cielo , illuminata dal sole che creava stratosferici giochi di luce.
“Mi sorprende che tu sia arrivata solo ora !” il tono sarcastico, ma affettuoso che mi rivolse Sofia mi fece spuntare un sorriso, mentre mi sedevo agilmente accanto a lei.
Non volevo farmi false speranze, ma non mi sembrò stare tanto male …
“Devo iniziare a fare a fare la psicologa ficcanaso, oppure parli direttamente tu ?” dissi senza farmi troppi problemi.
“Devo ammettere che mi piacerebbe vederti cacciare fogli pieni di scarabocchi per chiedermi cosa vedo, ma visto che mi sembri stanca …” mi rispose.
Le dedicai un elegante e sonoro sbuffo.
“Sai che ultimamente ho provato senso di abbandono, tristezza, rabbia, ma adesso sento solo … Pace.
Dopo tante emozioni mi sono stancata di soffrire.
Cosa farò ora mi chiederai ?
Vivrò l’ attimo. Senza pressioni, con leggerezza. Con la leggerezza consona alla mia età !” mentre pronunciava quelle parole, sapevo che sarebbero state onorate, e fui davvero felice per Sofia.

Fabio

Mi faceva male ogni singolo muscolo, accidenti !
Pigne mi avevano colpito la testa, ninfe bruciato la pelle ( cosa che non mi succedeva mai), alberi lanciato lontano e viti intrappolato.
Allora perché la cosa che faceva più male era il mio cuore ?
Dopo il disastroso allenamento ritornammo tutti nelle nostre camere.
La mia era una stanzetta comoda e anonima, che mi sembrò il luogo più accogliente del mondo quando mi ci rintanai dentro .
Avevo troppe questioni in sospeso, ed era arrivato il momento di decidere cosa fare …
La cosa più importante era scegliere se rimanere in quella casa.
Era tanto tempo che non mi fermavo in un posto fisso e ormai non tanto inconsciamente ne sentivo la mancanza.
Inoltre non ero sicuro di riuscire ad allontanarmi da Sofia dopo averla rivista.
Mi resi conto che la risposta a questo mio primo interrogativo era chiara fin dalla prima volta che avevo varcato la porta della villa …
Sarei rimasto !
Altri problemi secondari emersero in quel momento, quando mi ricordai di dover recuperare i miei indumenti, stipati in una camera d’ hotel a Roma.
Inoltre dovevo parlare con George dei particolari della permanenza, mettendo in chiaro il fatto che non ero disposto a sottostare a regole che non condividevo.
Pensai a come mi sarei trovato lì e come un flash vidi un tavolo imbandito, ed io ed il resto dei draconiani intorno ad esso che sorridevamo.
La cosa mi parve inverosimile sotto molteplici punti di vista.
Il primo era che Lidja non poteva respirare la mia stessa aria senza provare l’ impellente bisogno di urlarmi contro o come minimo quello di prendersi gioco di me.
Un’ altro punto assolutamente irreale in quel quadretto era il mio volto sorridente e spensierato , come non era da tanto, troppo tempo.
Un velo di malinconia mi avvolse e si inspessì quando pensai ad un altro particolare impossibile.
Sofia non mi avrebbe più perdonato per ciò che era successo.
I suoi occhi avevano smesso di guardarmi con la luce di otto mesi prima e di essa era rimasta solo una scintilla .
Con quel pensiero presi un’ altra decisione.
Mi sarei fatto bastare quella scintilla ed avrei acceso una nuova fiamma.
Se ci fossi riuscito forse avrei recuperato quel sorriso che mi aveva abbandonato quando la luce negli occhi di mia madre si era spenta.

Sofia

Mi ritengo una persona più che fortunata per aver trovato amiche fantastiche come Lidja e Chloe.
La prima forte, vendicativa e divertente, la seconda dolce, spigliata e con un forte senso della giustizia.
“… Ed a un certo punto Ewan ha iniziato ad inseguire il ragno geneticamente modificato di Karl con una scopa fra le mani, mentre il nostro caro scienziato pazzo piagnucolava dicendo di lasciar stare il suo tesoro “ raccontò appassionatamente Chloe.
Aveva raggiunto da poco me e Lidja, borbottando che sarebbe arrivata prima se non si fosse ritrovata avanti uno spettacolino messo in scena da attori di dubbia sanità mentale.
Noi avevamo subito chiesto spiegazioni, che ci furono fornite solo quando la bionda si accertò sulle condizioni della mia sfera emozionale.
Sia lei che Lidja sono troppo apprensive !
A quanto pare al ritorno dal dungeon Fabio si era rinchiuso in camera sua e Karl aveva invitato lei e Ewan nella sua stanza, per mostrargli il suo nuovo animaletto.
Sapete come è andata a finire …
In quel momento stavamo tutte e tre ridendo dell’ idiozia dei nostri coinquilini.
“Ragazze io muoio di fame !” mugugnò l’ ex trapezista, mettendo su un finto broncio da cane bastonato.
“Cosa ne pensate di prendere i piatti e tornare a mangiare qui ?” anche io avevo una certa esperienza in espressioni addolorate.
Non avevo la minima voglia di mangiare giù …
“Ok, ma tenetevi pronte e supplicare, ce ne sarà bisogno se vogliamo convincere mia madre !” disse Chloe con un sorrisetto …
Scendemmo a piano terra senza incontrare nessuno, con mia somma gioia.
Ci sarebbe stato tempo per sistemare la situazione .
Convincere la madre dei gemelli fu più facile di quanto pensassimo, ed in men’ che non si dica eravamo tornate nella mia camera con tre piatti stracolmi di pollo e patate.
Fra un boccone e l’ altro parlammo del più e del meno, soffermandoci in particolare sull’ idea un po’ pazza di Lidja di costruire un trapezio in una delle sale del dungeon.
Altro argomento di discussione fu lo strano silenzio dei nostri nemici in quel periodo.
Certamente non ne sentivamo la mancanza, ma era un po’ preoccupante …
A furia di parlare la lancetta dell’ orologio segnò le quattro del pomeriggio, l’ ora di separarci.
 Secondo le regole della casa si dovevano passare almeno duo ore giornaliere sui libri, e per ovvi motivi il professore non incoraggiava lo studio di gruppo.
Presi il mio libro di letteratura, e con la mente leggera iniziai a leggere, facendomi scappare ogni tanto uno sbadiglio …
Non so quanto tempo passò, ma senza che me ne rendessi conto il libro mi scivolò dalle mani, e le palpebre mi caddero pesanti .

Tutti i sogni sono sempre un po' misteriosi
e questo è il loro bello,
ma certi sono misteriosissimi,
cioè non si capisce niente,
sono come dei rebus.
Mentre i rebus hanno una soluzione,
loro non ce l'hanno,
puoi dargli cento significati diversi
e l'uno vale l'altro.
(Luigi Malerba)


I sogni di un draconiano invece fanno parte di una terza categoria …
Essi sono misteriosissimi, intriganti, essenziali e ogni volta sempre più strani .
Ti trasportano in luoghi differenti, magici, spesso spettrali …
Quella volta mi ritrovai in un salottino accogliente, riscaldata da un fuoco scoppiettante in un camino. Non vi dico il mio sconcerto .
Quel luogo sapeva di casa, di quiete, ma imponeva anche deferenza , rispetto …
Mi  guardai intorno in soggezione, sentendomi piccola in un luogo tanto austero.
“Fa come se fossi a casa tua bambina” disse una voce calda e gentile alle mie spalle, che mi fece sussultare dalla sorpresa.
Mi girai di scatto e osservai attentamente il mio interlocutore.
Era un uomo che non dimostrava più di trent’ anni, con una corporatura slanciata , capelli marroni e tratti marcati.
Aveva un’ aria familiare ed un’ espressione quasi eterea, tanta era la dolcezza che esprimeva .
“Accomodati pure Sofia, abbiamo tanto di cui parlare in così poco tempo” mi disse indicandomi una delle due poltrone ai lati del camino.
Spinta da un’ incondizionato senso di fiducia mi accomodai, e l’ uomo fece altrettanto sulla poltrona di rimpetto alla mia.
“Tu chi sei ?” bisbigliai.
“Mi rincresce dover essere tanto diretto, ma ribadisco che il tempo scarseggia, abbiamo cose più importanti di cui parlare e chi io sia passa in secondo piano” mi disse rammaricato.
Io feci per ribattere, ma la voce calda che avevo conosciuto da poco mi anticipò .
“Devi sapere che il tuo nemico si sta risvegliando, fra poco riapparirà più forte che mai e il frutto di Thuban non è ancora stato trovato …”disse grave.
“Come fai a saperlo ?”questa volta la mia voce fu tutt’ altro che un bisbiglio .
“Io so tante cose bambina, più di quante ne vorrei sapere …” mi rispose malinconico.
“Tu sappi solo che sono dalla tua parte, voglio solo aiutarti …” feci un segno di assenso con il capo, e l’ uomo continuò.
“Per trovare un frutto esso si deve voler far trovare, e quando lo fa, non è per caso …
Ogni draconiano trova il suo frutto solo quando raggiunge con il suo drago un particolare stadio di  armonia, che si raggiunge solo quando condividono un’ esperienza.
Lidja ha trovato il frutto di Rastaban quando ti ha conosciuta e ha incontrato un’ amica per la quale sarebbe stata pronta a sacrificarsi in qualsiasi momento, proprio come il suo drago ha sempre fatto per i suoi amici.
Fabio ha trovato il suo frutto solo quando dopo aver tradito si è pentito e così facendo ha seguito le orme del suo drago.
Il frutto di Karl si è presentato a lui quando ha capito l’ importanza della sua missione, che inconsciamente aveva sempre sottovalutato.
Quando Ewan e Chloe hanno smesso di viaggiare trasferendosi in un luogo fisso, raggiungendo la calma tanto cara a Kuma anche il loro frutto si è fatto rintracciare.
Devi sapere piccola, che dopo che Thuban è stato tradito da suo fratello, ha passato un brutto periodo di malinconia, viveva senza gioia … 
Solo in un secondo momento ha capito che  - Rimanere se stessi in un mondo che giorno e notte si adopera per trasformare ciascuno di noi in un essere qualsiasi vuol dire combattere la battaglia più dura della vita –
Proprio con questa consapevolezza, è andato avanti, proprio come stai facendo tu adesso !
Ti basterà concentrarti ed il tuo frutto si rivelerà …”  mi confidò.
Ero troppo sconvolta per dire qualcosa  …
Aveva parlato dei miei amici come se li conoscesse da una vita, mi aveva rivelato verità che non avrei mai immaginato ed io non sapevo neanche il suo nome .
“Grazie” dissi sincera.
“Non c’ è cosa che mi stia più a cuore che darti una mano, bambina” mi rispose con un sorriso.
“Adesso applicati , e trova ciò che stai cercando.”
Mi concentrai e il mio occhio della mente si accese, Thuban si unì a me !
Fusi insieme le nostre emozioni, i nostri pensieri, i nostri ricordi …
Tutto intorno a me si fece sfocato, tranne il sorriso di quell’ uomo gentile, che mi guardava rassicurante.
“Tu chi sei ?” chiesi per l’ ennesima volta, mentre tutti si faceva sempre più confuso.
“Sono tuo padre piccola mia” non ebbi neanche il tempo di assimilare la sua risposta che lui ed il salottino scomparvero.
Avanti a me iniziarono a scorrere immagini caoticamente.
Vidi  una grande nube nel cielo, vidi ceneri e lapilli scagliati in aria con forza e poi vidi Lui, un possente Vulcano che incombeva su tutto con supremazia e arroganza.
Vidi magma bollente fuoriuscire dalle sue fauci devastando tutto ciò che lo intralciava.
Vidi la forma più pura e insensibile della Distruzione.
Fortunatamente però, tutti sanno che dopo il caos arriva la calma.
Altre immagini apparvero avanti ai miei occhi.
Ciò che era stato perduto veniva ricostruito, sulle rovine di una città che era stata rasa al suolo.
La rinascita della vita dopo la distruzione.
Quale posto simboleggia meglio il potere della vita ?
Quale posto più adatto per il frutto di Thuban ?

Mi fu tutto chiaro … Dovevo andare a Pompei …
 






Note dell' autrice
Sono consapevole del fatto che il mio ritardo è imperdonabile, ma vi prego di fare uno sforzo.
Dopo la morte di mia nonna ho preso in considerazione la possibilità di smettere di scrivere e se adesso sono qui è grazie a voi.
Ho letto due recensioni fantastiche che mi hanno fatto impugnare di nuovo la penna e quel che avete letto adesso è il frutto della nuova determinazione che mi ha pervasa.
Spero in un vostro commento,
A presto ! 




 

  

  
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