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Autore: letyourcolors_burst    05/08/2013    0 recensioni
Austin Mason. Un debole, secondo molti. Un eroe, secondo altri. Ciò che lo portò ad essere considerato tale cominciò a svilupparsi nella sua adolescenza. La morte del padre adottivo lo costrinse a fuggire dall'Inghilterra. Neanche i suoi familiari, quei pochi rimasti, seppero per molto tempo dove cercarlo. Di lui si perse ogni traccia. Quei pochi che lo consideravano un eroe lo diedero per morto. Non potevano immaginare, però, che il loro eroe sarebbe diventato il loro peggior nemico. Stava nascondendo qualcosa di grosso, qualcosa che non avrebbe potuto rimanere così per molto. Toccava a lei fermarlo. Ma l'amava. E questo avrebbe cambiato tutto. L'amore cambia tutto, di solito. E la loro storia sarebbe stata una delle più belle e complicate. Perchè non cominciate a leggere?
Salve a tutti, questa è la mia prima storia. Le recensioni mi aiuterebbero a migliorare, quindi, ringrazierei in anticipo tutti coloro che lo faranno.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9. SDUDCIANF Capitolo 9.
La fine | Parte 1

<< Nel caso non ve ne foste accorti, dovremmo cominciare sul serio ad uscire dalla biblioteca. Non avete ancora capito che qui dentro non c'è niente? >>
<< Già, dovremmo proprio. Che ne dice, Do? >>
<< Do? Oh, ma per favore, ragazzo. Cerca di chiamarmi Dohor e non Do, Re, Mi, Fa, Sol o qualsiasi altra cosa ti passi per la testa. Mi pare che tu abbia passato il periodo della deficienza.>>
<< Sì, infatti. Era solo per non ripeterlo ancora. Sa, mi sembra di avere davanti un Sid, ogni volta che la chiamo col suo nome. Non ho mai visto Guerre Stellari, ma il suo aspetto -si fidi di me- non aiuta di certo. E non sia così offensivo... >>
<< Voi due, finitela. Ora. Cerchiamo di uscire da questo incubo! >> quella fu la prima volta in cui Austin poté constatare la determinazione di Avalon.
Austin, Avalon e Dohor si avviarono verso l'uscita della biblioteca.  Il sole splendeva più che mai. Alternativamente al precedente, quel giorno il sole occupava tutta la terra di Lamhion. Avalon, incredula, aggrottò le sopracciglia, socchiudendo gli occhi. A terra qualcosa si agitava in balìa del vento. Una pagina ingiallita giaceva sotto un masso. Austin la prese in mano, la rigirò un po', poi cominciò a leggere le parole incise a penna. La pagina sembrava essere molto vecchia.
 << Ehi, qui c'è il nome del ragazzo del volume 1... Un momento, questa è la prima pagina del volume 2! >>
 I due si girarono. Sbarrarono gli occhi e chiesero ad Austin di ripetere ciò che aveva appena detto. Con curiosità sempre crescente, il gruppo stava cominciando a leggere l'incipit del racconto. Sul retro del foglio, una scritta cubitale capeggiava, nera.
 << E qui che c'è scritto? >> chiese Dohor. Forse non vedeva bene.
 << Dohor, sarò lieto di annunciarti che questo foglio rappresenta il primo passo della via d'uscita. Sembra essere una specie di indizio. Per una caccia al tesoro, giurerei. Dice: "Questo non è un labirinto, babbei... -Babbei?!- La via d'uscita è più semplice da trovare di quanto pensiate. Mettetevi al lavoro, scansafatiche. Con affetto, Mante." Mante? Ma non è quello della biblioteca? Bene, ora dobbiamo trovarlo, affinchè possa dirci perché ci ha chiamato babbei scansafatiche... Non capisco davvero. Comunque, gente, chiunque sia questo Mante, giurerei che ci stia spiando e che, per qualche oscura ragione, voglia aiutarci. >>
I tre, sempre più decisi, continuarono il loro cammino. Avalon non poteva fare a meno di contare i suoi passi: non mancava mai di farlo quando era nervosa. Austin, intanto, rimuginava sulla pagina. Magari quel Mante, tanto oscuro quanto misterioso, stava davvero cercando di aiutarli, anche se non aveva nessun apparente movente per agire in quel modo. Non riusciva a raccapezzarsi. Calciò un ciottolo che finì vicino ad un secondo foglio sbiadito, dopo aver rotolato per alcuni metri. Con sicurezza, Austin lo avvicinò al viso, cerando di analizzarlo. Richiamò Avalon alla realtà, con cui sembrava aver perso il contatto già da alcuni minuti. La ragazza si svegliò da quello stato di trance. << Che?! Oh, Austin. Non avresti dovuto chiamarmi, stavo numerando i miei passi ed ora ho perso il conto. Cosa c'è? >>
 << Vedi, Avalon, non ti avrei distratta da quella cosa evidentemente così importante per te, senza un buon motivo. >>
 << Uhm... E quale sarebbe questo buon motivo? Oh... Capisco. Ci sono messaggi di Mante?
 << Uno, qui sul retro, come prima. Sai, Avalon, comincio a sospettare che Mante abbia appositamente fatto sparire il volume 2 dalla sua biblioteca. Ma non so ancora a quale scopo. >>
 << Hai ragione, lo penso anche io. Ad ogni modo, vediamo di capire il prossimo indizio. "Continuando a camminare risolverete il mistero. Ma, badate, gli amici nascondono la propria faccia.". >>
 << Cosa?! "Gli amici nascondono la propria faccia"? Che diavolo vuol dire questa cazzata? Perchè questo idiota non ci dice direttamente come si esce da questo fottuto posto? Un incubo non potrebbe essere peggiore, cazzo! >>
 << Okay, abbiamo capito. Austin, è meglio che tu ti riposi un po'. Facciamo una pausa, e cerca di sbollire la rabbia. Dohor, si è fatta ser... Ehm... Il mio orologio dice che sono le otto. Potremmo cercare un rifugio e continuare domattina. Che ne pensi? >>
 << Austin ha sicuramente bisogno di una pausa. Quando fa così, è meglio non girare il coltello nella piaga. >>
Detto ciò, i tre trovarono rifugio in una casa coloniale abbandonata non molto distante da loro. La casa aveva le pareti esterne interamente ricoperte di carta da parati verde e decorazioni Ottocentesche. I mobili sembravano non essere stati mai spostati dai loro posti originari. La polvere ricopriva la maggior parte della casa. Nonostante fosse accogliente e molto luminosa, i tre si sentirono a disagio, quella notte. Forse agitati dal biglietto di Mante, non chiusero occhio. Ci fu un periodo in cui Dohor sembrò aver preso sonno. Avalon si avvicinò con discrezione ad Austin, lo strattonò delicatamente e si avvicinò al suo orecchio, perchè potesse sentire nonostante sussurrasse. L'oscurità avvolgeva ogni parte della stanza, e proprio per quel motivo, cacciò un urlo soffocato vedendo una figura nera davanti a lui. Appena i suoi occhi si furono abituati al buio, cominciò a distinguerla: Avalon lo stava chiamando.
 << Austin, shh! Non vorrai mica svegliarlo? >> indicò il letto in cui Dohor sonnecchiava pesantemente.
 << Ma no, solo che ho avuto un mezzo infarto! Dimmi, qual buon vento ti porta a svegliarmi - se così si può dire - alle... Tre e undici di mattina - sempre se così si può dire -? >>
 << Ho... Dei dubbi su Dohor. Non so, qualcosa mi dice che di Mante ci si può fidare. E se, secondo lui, gli amici nascondono la loro faccia, c'è qualcuno che non ha esattamente dei buoni propositi fra noi. E  dato che io e te non potremmo mai essere - senza ombra di dubbio -, il terzo è coinvolto fino al collo. Oggi Dohor mi ha spiazzata. Seguimi: a parte poco fa, davanti a lui non hai mai "dato i numeri", no? >>
 << Va' avanti, ti seguo. Nonostante i tuoi discorsi da filosofa non siano il massimo alle tre di mattina... Ehi, senza offesa, intendo "filosofa" nel senso buono. >>
 << Sì, lo avevo capito. Comunque sia, mi ha detto, riportando letteralmente le sue parole, che quando fai così, è meglio non girare il coltello nella piaga. Come fa a saperlo? Non gliene abbiamo mai parlato, né tantomeno, datogli l'opportunità di vederti sclerare. Sospetto, no? Credo non sia esattamente un uomo di buoni propositi. Per questo dobbiamo evitare di parlare di qualsiasi cosa riguardi la nostra fuga in sua presenza. Cerchiamo piuttosto di dargli informazioni false, intuizioni sbagliate, eccetera. >>
 << Uhm... Siamo sicuri di non star prendendo un granchio? >>
 << Più che sicuri. Allora? Che ne dici, sei con me? >>
 << Non potei darle torto, signora Mason. >>
 << Ehm... Da quando sarei la signora Mason? Ho perso qualche puntata? >>
 << Nah, non si preoccupi. >>
 << E perchè mi dai del "lei"? >>
 << Sarebbe solo una strategia per farmi dare un bacio. Potrebbe funzionare? >>
 << Ah, in questo caso... Ci hai visto giusto, Mason. >>

Dohor si girò lentamente. Qualche rumore lo aveva svegliato. Aprì leggermente gli occhi, li strofinò e li aprì del tutto. Si guardò intorno; non vide niente. Sistemandosi di nuovo sotto le coperte, fece cadere lo sguardo su Austin ed Avalon. Si stavano baciando. Con un rumore secco di coperte scostate, Dohor sperò che, facendo notare loro il fatto che fosse sveglio, non andassero oltre. Poi tossì bruscamente ed emise un gemito di dissenso: "Puah...". Si accasciò sul cuscino. Era impressionante come riuscisse a dormire con il cappello e l'impermeabile addosso. Da quando lo conoscevano, Austin ed Avalon non lo avevano mai visto senza. Altro motivo per cui non ispirava certo fiducia alla ragazza: Austin lo aveva sempre visto come un uomo affidabile, simpatico e totalmente onesto. Ad Avalon tutto era sembrato, fuorchè onesto.

Il mattino seguente, ovvero il giorno dedicato alla notte, le ricerche avevano ripreso il loro corso. "Si ragiona molto meglio quando si è riposati, no?" Austin non si era mai sentito meglio in vita sua. I baci di Avalon riuscivano sempre a metterlo di buon umore. La luna era al suo ultimo quarto. L'orsa maggiore spiccava tra le altre costellazioni minori.
 << Bene, ragazzi. Ora che abbiamo questa seconda pagina, cosa dovremmo fare? >>
 << Una sola cosa: poco fa ho trovato un altro biglietto. A quanto pare, Mante ha deciso di aiutarci una volta per tutte: ci ha dato l'indirizzo di casa sua. Ecco, prendete. >>
 << Wow, fantastico. Ora potremo finalmente uscire di qui. Dopo ventidue anni non vedo l'ora di tornare sul London Eye. Chissà quanto è cambiato, ora... Prima era tutto rosso, negli anni Novanta. Ora, me lo immagino tutto bianco, al massimo grigio, fa più stile moderno. Il rosso fa tanto secolo scorso. >>
 << Okay, Dohor, bando alle ciance. Tu e Avalon, seguitemi. Speriamo di trovare presto questo posto. >>
 << A proposito, dov'è? >>
 << Uhm... Si chiama Villa Mante, c'è scritto che si trova ad undici chilometri da qui. Probabilmente si troverà in un prato, dato che un signore non ama certo la città... >>
 << Eh? >> ripeterono in coro i due.
 << Immagino che debba trovarsi in una zona collinare o pianeggiante... Cosa c'è da capire? >>
 << Oh, okay... >> i due si guardarono e scrollarono le spalle. Molte volte Austin diventava incomprensibile.
 
Qualche tempo dopo

Austin, che li aveva guidati fino a quel momento, si fermò di getto. Sollevò in aria la pagina con l'indirizzo e gridò ai due che si trovavano parecchio dietro di lui: << Ragazzi! Dovremmo essere arrivati! >>
Avalon e Dohor si guardarono intorno. Non c'era niente. Ma come faceva allora Austin ad affermare di essere arrivati?




Angolo dell'autrice

Buonsalve, o popolo! Già, mi piace iniziare così i commenti. Sì, sì, non sono del tutto sana di mente, ieri mi è arrivata a casa la lettera del manicomio di Arkham... Dicevano che la mia presenza era richiesta lì, dato quello che mi frulla in testa. Vabbè, lasciamo i commentacci a dopo. Ho voluto inserire quest'angolo per chiedervi di recensire le storie e darmi consigli su come migliorarmi, ci tengo davvero. Dopo aver letto alcune storie con angoli degli autori in ogni capitolo, ecco il più *figo* angolo di EFP! *Tutti si chiedono quale sia l'autore*
Detto questo, spero vi sia piaciuto. Anticipazione sui prossimi capitoli: tra poco tutto tornerà alla normalità a Londra.
Adiòs, gente de Mexico, Espana, Argentina y otras!



  
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