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Autore: SkyFullOfStars_    15/10/2013    2 recensioni
Kurt è un'apprendista stilista in un delizioso appartamento a New York.
Ma il destino ha deciso di giocherellare un po' con lui, facendolo capitolare in un evento, che gli farà incontrare un certo Blaine.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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30. I Need You.
 
 










 
 
 
 
 
 
-Blaine, sai per caso dov…-
Le parole di Kurt furono bloccate da una tenera visione del suo angioletto, che sonnecchiava silenziosamente.
Il corpo del ragazzo, in piedi sulla soglia della sua camera da letto, era completamente immobile. Il suo piccolo cuore batteva in modo strano, quasi deliziato anche lui da un Blaine dormiente, simile ad un cucciolo di panda. Era raggomitolato su se stesso sul letto, accarezzato da due piumoni, poiché Kurt glieli aveva messi quando gli aveva detto di sentire freddo. Non aveva tutti i torti: era quasi ora di cena, e fuori il gelo regnava sovrano.
Concentrandosi ancora di più su quella figura, notò che respirava lentamente e questo movimento lo riportò indietro a quando si trovava in ospedale ed era in coma. Kurt fu per un attimo sconsolato da quel pensiero, ma poi si rassicurò sul fatto che ora non era più così, che era vivo e che adesso dormiva tranquillamente nel suo lettone.
Si avvicinò furtivamente,accostandosi al letto e sedendosi. Temeva che persino il fruscio delle coperte potesse svegliare il moretto: possedeva un modo di sonnecchiare talmente dolce che non voleva proprio disturbarlo.
Sorrise, mentre gli passò una mano sulla fronte, stranamente calda.
“Dio. E’ bollente.”-
In quel momento si spaventò.
“Forse è accaldato perché sta dormendo ed è sormontato da ben due piumoni.”- ipotizzò Kurt, cercando di non allarmarsi inutilmente.
“O forse ha al febbre?!”- dedusse poi.
A malincuore, decise di svegliare Blaine per misurargli la febbre e assicurarsi così se aveva ragione.
-Blaine…- provò scuotendolo leggermente, ma senza risultati.
-Ehi, dormiglione…-
Questa volta il corpo sotterrato nelle coperte, emise un lungo sbadiglio ed il biondino osservò due occhi color miele che lo fissavano, appena socchiusi per l’improvviso risveglio.
-Uhm? Che c’è?- biascicò il moretto, stropicciandosi gli occhi.
-Ehm…mi dispiace svegliarti, ma credo che tu abbia la febbre.- spiegò Kurt, imbarazzato.
Si trovava a pochi centimetri dal suo viso ora. Non sapeva come, né quando aveva azzardato ridurre la distanza tra i loro corpi. Il solito rossore si fece spazio sulle sue guance.
-La febbre?- ripeté Blaine.
-Non ne sono proprio sicuro, ma meglio controllare.- e, detto questo, sparì dalla camera per poi tornare pochi secondi dopo con un termometro in mano.
-Mi fanno male tutte le ossa…- si lamentò il riccioluto.
-Questo non è un buon segno.- dedusse Kurt, riposizionandosi accanto al suo ospite.- Ma forse è perché sei stato fermo tutto questo tempo ed ora che hai ricominciato a muoverti, il tuo corpo si fa sentire.- e gli porse il termometro.
Blaine lo guardò ancora con gli occhi socchiusi e con aria assonnata; alla fine il biondo capì che doveva aiutarlo anche a misurarsi la febbre.
-Ok, ci penso io. Scosta la maglietta.-
-Posso toglierla se vuoi.-
-Ehm…-
L’imbarazzo improvviso di Kurt non servì a frenare il riccio, che intanto stava già liberando il suo petto bollente dalla maglietta di lana che portava.
Senza aggiungere altro, l’apprendista pose l’aggeggio elettronico sotto il braccio di Blaine, che non sembrava per niente contrario a quel gesto; intanto se ne stava in silenzio con gli occhi chiusi, accennando qualche volta alcune smorfie di lieve dolore.

Gli occhi di Kurt vagavano per la stanza, cercando di non puntarsi su quel corpo perfetto che giaceva lì, davanti a loro.
Il bip del termometro ruppe quel silenzio imbarazzante creatosi ed il biondo lesse i piccoli numeretti sullo schermo.
-Trentanove e nove! Mio Dio, credo proprio che tu stia male!-
Blaine sbuffò e poi si passò una mano sul petto, gemendo.
-Che hai?- chiese Kurt, abbandonando il termometro sul comodino lì affianco.
-Te l’ho detto, ho dolori dappertutto. Ma soprattutto qui.- e si indicò la parte dei pettorali.
-Ehm…Forse posso aiutarti.-
In effetti poteva. Al Liceo McKinley, per un anno, c’era stato un corso di pronto soccorso che aveva trovato molto interessante e piuttosto utile per chi, come lui, veniva pestato quasi ogni giorno.
Tra le parecchie cose che aveva imparato, sapeva come eseguire un massaggio del genere. Punto a suo favore, no?
“Che Dio mi benedica per aver scelto di fare quel corso.”- rifletté tra sé, mentre poggiava le sue mani fredde sul corpo caldo di Blaine.
-Sss…- gemette quest’ultimo, guardando poi Kurt accennare un cenno di scusa.
Le mani del biondino lavorarono quella parte di pelle bollente con praticità, spingendo e massaggiando ora con cura e dora con più energia; Kurt non poteva credere a quello che stava facendo. Era terribilmente imbarazzato e temeva che Blaine si potesse accorgere del suo viso in fiamme.
Nel frattempo il moro lo ammirava stupito, domandandosi quando sarebbe riuscito ad assicurarsi che in Kurt non ci sarebbero stati più abilità nascoste.
Tremava leggermente, poiché i palmi e le dita del biondo erano così morbide e soffici, che Blaine non riusciva a non sentire i brividi scorrergli per tutto il corpo.
-Ora dovrebbe andare meglio…- disse Kurt, abbandonando controvoglia il petto del ragazzo e cercando di calmare il suo evidente imbarazzo.
-Non pensavo di fare quest’effetto.-
“Cavolo.”-
-C-Cosa?- balbettò impacciato Kurt.

Una piccola risatina lo fece arrossire ancora di più.

“Complimenti Hummel, hai vinto il premio per la figura più imbarazzante della settimana!”- si rimproverò mentre giocava nervosamente con le sue mani.
-Ehm, ok, è quasi ora di cena…Dovremmo cominciare con le terapie, ma non so se te la senti…-
-Si, ce la posso fare dopo il messaggio che mi hanno fatto le tue mani fatate.- rispose il moro, anche se ogni tanto si passava una mano sugli occhi arrossati.
 Il sorrisino che aveva fatto arrossire Kurt era ancora lì, sul viso di Blaine e lui non poteva farlo andare via. Lo aveva divertito vederlo così vulnerabile ed era una cosa che gli piaceva.
“Cosa? No, devo ricordarmi che è per lui che sono stato in coma e che non posso camminare…”- subentrò una vocina nella testa del ragazzo. La piccola parte di sé, quella insensibile, a quanto pare era ancora con lui.
Dopo un timido sorriso, Kurt si precipitò a prendere tutta la pila di fogli che l’ospedale gli aveva affidato per le terapie di Blaine e si sedette di nuovo sul letto.
-Ok, ci siamo. Ora scopriti.-
-Ma…devo rimanere così?- chiese il moretto, indicando il suo petto nudo mentre si levava di dosso quella montagna di coperte pesanti.
-Ehm…in realtà…il dottore mi ha raccomandato di farti spogliare completamente.- disse esitante, con voce incerta e abbassando lo sguardo verso i fogli che teneva in mano.
“Vuole che rimani nudo?”- si allarmò Blaine.
-No! Aspetta, non intendo…completamente privo di vestiti…ma…solo con…-
-Ho capito, Kurt. Sta tranquillo, non ho problemi.- ridacchiò, accorgendosi dell’evidente incertezza del biondino nel parlare.
Il moro, con facilità, si alzò dal letto un po’ barcollando e poi si tolse di dosso quei vestiti, rimanendo esclusivamente con i boxer color crema.
“No,no,no,no,no…non arrossire Kurt…non arrossire…”- supplicò mentalmente a se stesso, anche se tutte quelle preghiere sembravano assolutamente inutili: ormai era rosso in viso e sentiva ogni poro della sua pelle emanare calore.
Aveva cominciato a tremare a causa di quel corpo dannatamente sexy che aveva davanti; cercava di non incrociare lo sguardo di Blaine per non farlo accorgere della sua espressione super imbarazzata.
Ma era troppo tardi.
Il moro, infatti, aveva notato la vergogna  di Kurt e le guance sottolineate dal rossore: non voleva ammetterlo, ma trovava adorabile quel comportamento, soprattutto davanti a lui.
Alla fine si sdraiò, seguendo i comandi del biondino.
-O-ok…cominciamo.- dichiarò poi Kurt.
Con estrema delicatezza iniziò a maneggiare le gambe del suo nuovo paziente, anche se aveva un po’ paura di provocargli dolore o magari di fare un movimento sbagliato. Ora le sue mani avevano ripreso a tremare.
-Ehi,- lo rassicurò Blaine poggiandogli una mano sulla sua –andrà tutto bene.-
Strano. Strano e spaventoso sentirselo dire da lui. Non era arrabbiato con lui poco tempo fa? Che avesse cambiato idea?
Intanto il moretto si sentiva strano; c’era sempre quella parte di sé ancora restia e sempre insensibile. Ma cosa l’aveva spinto a quel gesto?
-Ehm, perdonami…Non volevo distrarti…-
-Grazie.- lo bloccò deciso Kurt.
Ora il suo cuore aveva raccolto ancora un po’ di speranza. Forse non era tutto finito.
-Allora, Anderson, che mi racconti di te?- domandò il biondo, afferrando forte una gamba e portandosela sulla spalla.
Era imbarazzante fare quei movimenti, ma per il bene di Blaine avrebbe fatto tutto.
-Beh, niente di speciale. –
-Come sarebbe?-
-Lascia stare, non ho una vita da rockstar…Tu piuttosto? Quando mi farai conoscere il tuo ragazzo?-
Ops.
-Non- non c’è nessun ragazzo.- rispose la flebile voce di Kurt, insicura ed esitante.
-Oh…-
Perché quella domanda? Non poteva chiedergli altro? Proprio quello? E che gli avrebbe potuto rispondere? Giusto la verità sarebbe stata la scelta migliore: ed infatti era quello che aveva appena fatto.
-Ahi!- si lamentò Blaine, dopo che Kurt gli aveva stirato per bene la gamba destra.
-Così impari a fare domande troppo intime.- e gli sorrise ironicamente.
-Penso che ti odierò alla fine di ogni terapia!-
-Forse, anzi, molto probabile, ma ti converrà sopportarmi!- e lasciò la presa dalla gamba destra per continuare con la sinistra.
-Dimmi invece della tua famiglia.-
-Mia madre è morta quand’ero piccolo, invece mio padre è qui a New York da me.- gli rispose Kurt.
-Oh, mi dispiace.- ed una piccola alzata di spalle lo seguì.
-Com’era la vita in Ohio?- continuò.
-Bella, tutti i miei amici sono lì, quelli del liceo intendo...-
-E a scuola come andavi? Scommetto che eri uno di quei nerd asociali, non è vero?- ironizzò Blaine, poggiando poi un braccio sotto la sua testa.
-Cosa te lo fa pensare?!-
Il moretto alzò le spalle ridacchiando e così il biondino prese il primo cuscino che gli capitò sul letto e glielo tirò addosso.
Seguirono piccole risatine, mentre Kurt fingeva di soffocare il riccioluto, che intanto si dimenava inscenando di essere senza respiro.
All’improvvisò un forte gemito da parte di Blaine riecheggiò nella stanza e spaventò i due ragazzi.
-Oh mi dispiace! Ti prego perdonami! – si scusò Kurt, resosi conto di aver urtato fortemente la sua gamba sinistra.
-E’-è tutto a post…ahi!- si lamentò ancora.
-No! Ti ho fatto del male…ancora.- e fece per andarsene quando il braccio del riccio lo bloccò.
-Ti prego…Può succedere…è tutto ok.- lo rassicurò, convincendolo a restare.
Lo trovava meraviglioso. Si, trovava splendido il fatto che non l’avesse lasciato andare via.
-Ho…-
-Male?- lo aiutò Kurt.
-No…- rise il moro.
-H-ho…ho…-
-Fame?- concluse ancora il biondino.
-No!-
-E allora cosa?-
-Mi fai parlare?-
-Scusami, è che quando le persone non riescono a finire una frase io…
-Kurt…
-E’ vero…
-Lasciami finire…-
-Mi dispiace, non so tenere la bocca chiusa per…-
-Ho bisogno di te.- disse alla fine il moretto, lasciando di stucco il ragazzo di fianco a lui.
Brividi.
Non poteva credere che l’avesse detto. Ora in lui qualcosa si era davvero sbloccato. In una manciata di secondi, quando Kurt stava per lasciarlo di nuovo da solo, lui si era sentito di farlo rimanere. Incredibile, ma nello stesso tempo…magico. Aveva sbagliato una volta, ora non voleva che succedesse mai più.
Il respiro del biondino si era fermato con quelle parole ed il suo battito cardiaco aveva ormai cominciato a correre rumorosamente. Non se l’aspettava.
 Un piccolo sorriso, accompagnato da una lieve velatura di lacrime sugli occhi, convinsero Kurt a fare marcia indietro. Come abbandonare chi ha bisogno di te?
-Uhm…Ci mancava solo la febbre…- riprese poi Blaine, per rompere quel silenzio che si era creato.
-Oh, già, si, la febbre…Ascolta, vado a prepararti qualcosa di caldo e poi continueremo con le terapie. Tu intanto non coprirti e non rivestirti, altrimenti sale la temperatura.- lo raccomandò il biondo, sparendo così dalla soglia della porta.
Blaine gli fece un cenno e poi chiuse gli occhi ancora arrossati e lacrimanti. La sua mente gli fece rivivere i pochi attimi prima, quando le morbide mani di Kurt poggiavano delicatamente sulla sua pelle.
Solo ripensandoci gli venne la pelle d’oca. Poi si passò una mano leggera sulle gambe, prima quella destra e poi quella sinistra…Come dimenticarsi del suo tocco?
Di seguito si concentrò sui rumori nella casa, circondata dalla fredda atmosfera della sera; solo un ticchettio di un orologio da muro. No, ora anche Kurt partecipava ai rumori. Probabilmente stava cucinando.




 

AnGoLo DeLl'AuTrIcE------------------------------------------------------------------------------------



 

Salut!! Apparte il fatto che dovrò presto fare una lista di tutti i modi per salutarvi, perchè non ho più idee -.- ...Comunque...
Eccoci qui con un altro capitolooo! Si, è teneroso u.u 
Vorrei anche ringraziare tutti i fanfictioners che stanno seguendo questa storia *si commuove*...VI ADOROOOOO *W* 
Ehm, ehm...basta smancerie...
Godetevi la dolciosità (?) dei primi momenti Klaine e fatemi sapere che ne pensate :)

Baciiiniiiiii                                                                                                      vostra ----->   -SkyFullOfStars_ <3

  
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