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Autore: tins_    04/11/2013    1 recensioni
La solita routine: ti alzi per andare a scuola, ti vesti, carichi la tua migliore amica Alice in macchina e ti ritrovi nel bel mezzo di una apocalisse zombie, così ti chiedi se sarai davvero più intelligente di quei personaggi stupidi che ti propinano i film horror.
Let's kick some zombie ass
Genere: Azione, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando hai paura chiudi gli occhi e conta fino a 5.
-Boogeyman
 
-Probabilmente è solo perché siamo nel bel mezzo di un’apocalisse ma è stata una grande fortuna conoscerti-.
-Conoscermi è sempre un privilegio-
 
Cammino avanti e indietro per un po’ cercando di capire cos’è che manca.
All’improvviso dalla porta rientra il capo ricoperto di sangue. Quello che mi gela è il fatto che lui non abbia nemmeno una ferita.
Ecco cosa mi turbava: loro non erano in casa! Come avevano fatto a dimenticarselo tutti?!
Laura, l’infermiera, corre verso di lui poco prima che stramazzi a terra e lo porta nella sua stanza seguita da suo marito, il dottore.
Torna fuori pochi minuto dopo per chiedermi se eravamo riusciti a trovare delle medicine. Corro nella mia stanza e dallo zainetto tiro fuori un antidolorifico e quello che rimane di una scatola di antibiotico.
Vado da lei e gliele porgo. Il capo, con violenza, mi prende l’avambraccio e mi attira verso di lui.
-Non ce l’ha fatta- mi dice. Per qualche strana ragione non gli credo.
Mi affaccio alla porta per vedere se Daniel è ancora sulla piattaforma e tiro un sospiro di sollievo dato che c’è. Decido in fretta se voglio davvero avventurarmi nei meandri della casa e mi dico che in fondo è la cosa migliore.
Il problema ora è da dove partire.
Evito il salone principale, o più in particolare tutto il primo piano perché c’è troppo via vai di gente. Così opto per esplorare il secondo.
Salgo le scale rapidamente cercando di non farmi notare troppo, tanto a quest’ora sono tutti occupati con le loro mansioni e dato che siamo tornati da poco mi crederanno assopito a letto. Solo Laura potrebbe notare la mia assenza, ma è occupata a guarire il capo.
Vago tra una camera e l’altra senza trovare davvero qualcosa di utile, o anche solo di sospetto. Evito a prescindere le stanze dei due proprietari perché sono sempre aperte a tutti e non si fanno scrupoli nel farci alloggiare le persone.
Magari in biblioteca…
Entro senza curarmi di guardarmi attorno, non ci viene mai nessuno.
Spulcio tra gli scaffali, ma per oggi penso di rinunciare tanto non c’è veramente un cazzo. Un libro cade e mi giro di scatto.
Alice si fa avanti velocemente e mi porta dietro a un tavolo.
-Cosa stai cercando?- mi sussurra.
-E tu perché sussurri?- le chiedo cercando di sembrare più normale possibile.
-Smettila di fare l’idiota- deglutisce guardandosi intorno. –Sono preoccupata tanto quanto te. Lei, Jess, mi ha detto che ti comporti in maniera strana quando c’è di mezzo Daniel e sinceramente, nemmeno io mi fido di queste persone…- sembra che abbia finito.
Provo a immettermi nella conversazione.
-Zitto, non ho finito!- mi passa sottobanco un quaderno. –Leggilo e rimettilo nella cavità che trovi sul terzo scaffale, sotto “Orgoglio e Pregiudizio”- lo dice e se ne va senza guardarmi.
Dove sono finito? In un film poliziesco?
Rido fra me e me e sinceramente mi sento fortemente malato di mente.
In ogni caso decido di andare in fondo alla faccenda.
Sfoglio le prime pagine, sono solo disegni. Comincio a credere di non essere pazzo solo io ma anche Alice quando mi accorgo di una specie di incavo nella copertina.
Scavo un po’ riuscendo a tirare fuori il lembo che copriva lo scomparto e ne tiro fuori quella che a prima vista sembra una semplice lista della spesa.
Ma decisamente mi rendo conto che non lo è.
Ci sono una serie di nomi, e mi rendo conto che sono i nostri. Alcuni sono sbarrati, altri hanno scritte affianco.
L’ultimo a essere stato cancellato è quello di Jack e riportava un’annotazione: sapeva troppo.
Scorro il foglio notando fin troppe linee, ma quello che mi preoccupa veramente si trova in fondo.
Max: contrattempo.
Jess: obiettivo n°4.
Ognuno di noi portava appresso una didascalia, ma quelle più comuni erano gli “obbiettivi”, quelli che recavano una frase diversa erano già problemi risolti.
Presuppongo di essere il prossimo quindi.
Perciò lo zombie che ha attaccato Jess non è stato un errore. Per quale motivo però ci hanno ospitato se poi siamo solo carne da macello?
E se noi siamo il cibo, i morti sono l’allevamento.
-Sono convinti di poterli addomesticare…- dico ad alta voce.
-Già-.
Per poco non cado dalla sedia. Alice si mette a ridere e ripone di nuovo il quadernino al suo posto. Sgomento mi volto verso di lei e in risposta si limita a osservare –Ero qui fuori, per controllare. Puoi semplicemente dirmi grazie-.
-Devi dirlo a Jess- affermo prima che possa andarsene di nuovo.
-No, devi farlo tu- e se ne va lasciandomi ancora una volta senza parole.
Vago per un po’ indeciso sul da farsi. Se vado da lei con un notizia del genere devo anche avere una soluzione. In questo momento però malgrado il livello di schizofrenia presente, questo è l’unico posto che tiene quelle creature lontano da noi.
Eppure sono sicuro di conoscere un luogo…
Mentre la soluzione arriva a cavalcioni sulla punta della mia lingua mi fiondo in camera di Jess e la fermo prima che possa andare al suo turno sulla piattaforma.
-Ora spiegami tutta questa voglia di correre- ironizza cercando di passare.
-Siediti, ferma… tu… ascoltare…- ho il fiatone.
-Prova a coniugare i verbi e ad aggiungere qualche sostantivo- continua lei appoggiandosi al muro.
-Ti sembrerò pazzo ma non c’è altro modo per dirlo: siamo in una casa di matti, siamo la loro carne da macello e ci vogliono uccidere- lo dico talmente velocemente che per un attimo mi ritrovo confuso.
-Si, mi sembri pazzo- lo dice, ma allo stesso tempo resta ferma. Ho catturato la sua attenzione.
-C’è un diario, hanno una lista con i nostri nomi. Pensano di poter tenere a bada gli zombie cibandoli e noi casualmente siamo in mangime dei loro piccoli cuccioli di pitone- faccio una breve pausa. –Ho una casa, sulle montagne, a due kilometri verso nord da quel fiume in cui siamo stati due estati fa. È sicura, il freddo li rallenterà e sono certo che sarà molto più facile fortificarla e controllare se arrivano… solo due giorni di cammino…- mi guarda come se stessi delirando.
-Max, sinceramente non capisco che problema hai con Daniel, ma arrivare ad affermare che siamo cibo per gli zombie! Ti si è fusa qualche rotella?-
-La morte di Jack…-
-Jack era stato preso perché non è stato abbastanza attento!-. la discussione sta degenerando.
-Io voglio solo proteggerti- le dico prendendole le mani tra le mie.
-Non ho bisogno di essere protetta, non ho bisogno che controlli con chi voglio parlare! Se vuoi dirmi qualcosa di concreto è il momento di farlo, se no spostati che delle tue scenate ne ho abbastanza-.
Resta a fissarmi per qualche minuto con le lacrime che le impregnano il viso, tira su una mano per asciugarsi e rimango in silenzio.
Cosa pretende che le dica? Di che scenate sta parlando?
-Come non detto- mi sposta con indifferenza e se ne va lasciando chiudendosi la porta alle spalle.
Mi lascia lì a pensare a cos’ho fatto di sbagliato sapendo che me ne accorgerò comunque troppo tardi. E lo so anche io, mi rendo conto benissimo che è già troppo tardi per convincerla ad andarsene.
Decido di tentare un ultima volta.
Salgo in fretta le scale e apro con violenza la porta della biblioteca. Devo portarle il quaderno, deve vederlo, deve credermi e deve stare attenta a Daniel.
Quel ragazzo le ha fatto il lavaggio del cervello. È uno psicopatico.
Mentre sposto i libri, il cigolio del pavimento mi gela il sangue.
Lentamente mi giro.
-Cercavi questo?-
Daniel.
E poi il buio.
 
Mi risveglio e sono a un centinaio di metri dalla casa, legato a questo palo della luce che però è spento.
Intorno a me il silenzio.
Un faro si accende nel buio, vedo quel bastardo sorridermi.
L’ultima cosa che sento è una voce femminile chiamarmi nella notte.


Angolo della vergogna: new chapter... lasciate un commentino: quale sarà la fine di Max?. Enjoy 
  
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