Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: binca    22/02/2014    3 recensioni
Una ragazza che non crede più nell'amore. Una vacanza con un amico riservato in un villaggio greco.
Fra discoteche, alcol, obblighi e verità sotto il cielo stellato di inizio Luglio e perchè no, anche un ballo di coppia, come potrebbe non nascere l'amore?
Una storia intrecciata con parecchi colpi di scena.
Una storia del tutto vera ;)
Se avete voglia leggete
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CIAO A TUTTI, OK, E' UN SECOLO CHE NON SCRIVO PIU' MA ECCOMI QUI, CON LA VOGLIA DI PUBBLICARE CHE E' TORNATA E INFATTI HO RIPRESO IN MANO L'INTERA PAGINA :)
SPERO CHE MI PERDONERETE E CHE RICOMINCERETE A SEGUIRMI CON LA STESSA SERIETA' CHE CI METTERO' IO A POSTARE IL PRIMA POSSIBILE <3 A PRESTO UN BACIOOO
PS: LA STORIA INTERESSANTE COMINAICA DAL PROSSIMO :p
 




CAPITOLO CINQUE
TRE LUGLIO
 
 
Seduta sugli scogli osservavo l'orizzonte completamente persa nei miei pensieri.
Quella mattina mi ero svegliata presto e dopo essermi rigirata nel letto all'infinito, mi ero decisa ad uscire.
Se non altro, per una volta non potevo azzardarmi a dire che era freddo dato che la felpa Hollister che stavo indossando non bastava a tenermi al calduccio.
Tremante mi guardai intorno, la spiaggia sempre piena, in quel momento era deserta, non c'era nessuno, tranne qualche uccello indistinto che volava basso sulle onde mosse solamente da un sottile filo di vento.
Me ne stavo seduta su quel pezzetto di scoglio dove avevo passato tante serate ammirando quella distesa pulita come solo il mare sa essere.
I gabbiani svolazzavano nel cielo limpido con il loro volo libero, e in alto diventavano piccoli puntini bianchi fin quasi a scomparire.
Per questo sobbalzai quando quella quiete fu interrotta dal suono del mio telefono.
Incerta lo estrassi dalla borsa e constatai che si trattava di Mara, la mia amica Milanese.
«Hey, come mai mi chiami a quest'ora, è prestissimo! »
«Bi ti ricordo che in Italia siamo un'ora avanti! » Disse lei scoppiando a ridere mentre io annuivo fra me e me.
Effettivamente non aveva tutti i torti, in quel diavolo di posto c'era il fuso orario.
«Va beh... comunque che ti serve? »
«Ma niente, io fra poco parto per la Sardegna, ma volevo sapere come va li da te. »
«Qui tutto bene, mi sono messa con un ragazzo ma...
«Ma non è Matteo. » Finì lei al mio posto mentre io annuivo.
Mara mi conosceva meglio di qualsiasi altra persona, nonostante dal vivo, ci fossimo viste solo pochi giorni.
Avere un amica a distanza aveva i suoi lati positivi, ma io ero talmente intelligente da avere due fra le mie tre migliori amiche a più di 500 chilometri.
Eleonora infatti viveva a Roma, mentre Mara a Milano e c'erano volte dove avrei fatto di tutto per averle al mio fianco e poterle abbracciare.
«Ha il profumo della Hollister, si pettina i capelli come Matias... »
«Quindi sta volta sei andata a cercarti il sosia del tuo bellissimo e stronzissimo compagno di classe wow! »
«Già... »
«Ma Bi che hai, mi sembri parecchio strana, normalmente quando ti torvi il giocattolino settimanale sei entusiasta. »
«E' solo che non mi convince... » Mormorai mettendo il vivavoce e continuando a guardare il mare che si stagliava con forza sulle rocce ai miei piedi.
Era un po' che ci pensavo.
Alberto era dolce, ci stavo con lui ma c'era sempre un muro sottile fra noi due e io non ero più tanto sicura di volere quello da un ragazzo.
«Ha già provato a metterti le mani nei pantaloni? »- Chiese Mara dopo qualche secondo di silenzio.
«No no, è già tanto se mi bacia. »
«Beve? »
«No, il drink l'altra sera l'abbiamo preso solo io e Tobia. »
«Fuma sigarette o altro? »
«No, assolutamente no. »
«E' stato adottato? »Domandò ancora mentre io alzavo un sopraciglio al suo buffo interrogatorio.
«Nooooo! »
«Ha qualche parente morto tipo uno dei genitori o il fratello? »
«Che io sappia i suoi sono solo divorziati.. » Mormorai incerta.
«Ha un pircing? »
«Naaa! »
«E' autolesionista? »
«Ma che cazzo di domanda è? Ovvio che no! »
«Ha tentato il suicidio? »
«Oi sei impazzita? No no e poi no! »
«Mmm... ha un tatuaggio? »
«Assolutamente no! »
«E allora è ovvio che non ti piaccia! »- Urlò lei sfondandomi un timpano e facendo volare via qualche gabbiano che fino a quel momento aveva dondolato tranquillo sull'acqua.
«Ma che diavolo stai dicendo si può sapere? » Chiesi mezza seria mezza divertita mentre la ragazza riprendeva a parlare.
«Sai benissimo cosa intendo, tu sei attratta dai ragazzi problematici, non dico quelli stronzi sia chiaro, intendo proprio quelli che hanno problemi in famiglia o con la società... A te attirano gli alcolizzati, quelli con un parente morto, quelli che hanno tentato di ammazzarsi.. tu hai bisogno di sentirti utile o sbaglio? »
Per qualche minuto restai zitta.
Non aveva tutti i torti. Io mi trovavo sempre a dover affrontare situazioni più grandi di me, e in un modo o nell'altro le persone problematiche mi si attaccavano senza più volermi lasciare andare.
Ero incerta dal discorso di Mara ma aveva ragione, fin troppo forse.
Alberto era troppo santarellino e normale per me, ecco perchè non mi prendeva fino in fondo.
«Eh già... » Risposi dopo un po' mentre dalla parte opposta sentivo Mara scoppiare a ridere.
«Ma va? Ci sono tante donne che potrebbero avere tutti gli uomini che vogliono ma inevitabilmente si ritrovano ad avere storie con i classici tipi problematici (che non sanno cosa fare nella vita, insicuri, alcolizzati...) insomma quei tipi che vanno presi per mano e che ti fanno pensare: "non ti preoccupare... sei figo... sei bravo... ce la farai"»
«Hahahah beh oddio non esageriamo, quello che faccio io normalmente è parlare con loro e stargli vicina quando hanno bisogno... »
«Già, praticamente con qualsiasi persona ti tocca fare così! »
«Taci che devo farlo anche con te quando si parla del tuo ex!! »Esclamai mentre tutte e due scoppiavamo a ridere come pazze. Pure Mara infatti, aveva avuto una storia d'amore parecchio triste e movimentata, e pure lei continuava ad amare il suo ex ragazzo nonostante fosse trascorso del tempo e quello era uno dei principali motivi della nostra amicizia.
«Beh comunque lasciami finire il mio discorso filosofico che mi sento ispirata! »Continuò sempre con una voce divertita.
«Dimmi dimmi sono curiosa! »
«Beh, generalmente questi soggetti hanno un rapporto molto particolare con la mamma, che può essere o morboso, accolloso o completamente l'opposto. »
«Cioè che vorrebbero ammazzarla e andarsene di casa? »
«Esattamente e la donna di turno, in questo caso tu, si ritrova a fare le veci della premurosa, affettuosa, dolce e sensibile mammina. All'inizio del rapporto la donna vive serena, appagata,fino a quando non si rende bene conto del ruolo che svolge per il partner e qui arriva la crisi d'identità.
«Ma io non sono mai arrivata a tanto! »Piagnucolai sempre più presa e affascinata dalla presa che stava prendendo il discorso.
«Shhh zitta tu sei un caso anormale questo lo sanno tutti! Ma la gente normale, pensa questo: "Io voglio un uomo... non voglio un bambino" oppure "voglio veramente un uomo oppure voglio un bambino??!" Insomma,come uscire dal tunnel??? »
«Buttandosi sotto un camion! »Urlai tutta felice mentre anche Mara scoppiava a ridere ancora più forte di prima.
«Si, potrebbe essere un idea, oppure potrebbe anche essere la sindrome da crocerossina, però il punto rimane sempre lo stesso... gli uomini "normali" carini, dolci, sensibili che ti riempiono di attenzioni dopo poco stufano e non c'è nessuna soddisfazione quindi si ritorna sempre alla tipologia di uomo problematico. »
«E infatti, di ragazzi che mi fanno la corte ne ho parecchi... Ma non mi attirano per niente. Sono una pallaaaaaa! » Urlai felice di trovarmi sola sulla spiaggia senza nessuno che potesse ascoltare i miei vaneggi.
A sentire quelle parole Mara sogghignò. In pochi minuti era riuscita a tirar su di morale anche me e questo era decisamente fantastico.
«Bi, io devo andare che stanno per imbarcarmi...ci sentiamo sta sera se riusciamo? »
«Si ovvio! »
 
***
 
«Gloria mi ha detto di dirti che oggi è tutta la giornata fuori in quod! »- Mi informò Alberto mentre io storgevo il naso a quell'affermazione.
Mi trovavo in compagnia dei seventeen da parecchi minuti, Stefania chiacchierava  con Silvia e sua sorella Francesca sotto il mio sguardo disgustato.
Per qualche secondo restai in silenzio stretta fra le braccia del moro.
Dopo la discussione con Mara, avevo deciso di mollarlo, l'unico problema era capire quando.
A dir la verità però, se fino a qualche tempo prima mi era parsa un'ottima idea, ora cominciavo ad avere seri dubbi.
Fra le braccia di Alberto stavo bene, mi sentivo al sicuro con lui.
«Ti va di fare un giro? » Gli domandai dopo qualche minuto.
«Si, certo! » E con queste parole si alzò prendendomi per mano sotto gli sguardi indagatori dell'intero gruppo.
In silenzio passeggiammo per le stradine del villaggio, entrambi assorti nei propri pensieri.
Io non ero fatta per avere ragazzi normali, ma soprattutto io, difficilmente mi affezionavo alle persone.
Senza farmi vedere osservai Alberto.
I capelli castani erano tutti spettinati e gli ricadevano sul viso dandogli un'aria da giocatore da calcio qual'era.
Ero ancora fra le nuvole quando il suono della sua voce mi distrasse.
«Quello non è il tuo amico Tobia? » Domandò mentre io seguivo il suo sguardo trovandomi ad osservare il biondo.
A vederlo da lontano sembrava sudato. Segno evidente che aveva appena finito di correre, così preoccupata osservai ogni millimetro del suo corpo per accertarmi che non fosse ricoperto di sangue o di catrame.
«Si può sapere cosa guardi? » Chiese una volta che ci fu abbastanza vicino.
«Se sei vivo... »
«Ahahah molto divertente guarda! »
«Tantissimo. »
Stavo per aggiungere altro quando Albi si mise in mezzo.
«Ma sei andato a correre? »
«Si perchè? »
«Beh... ti va se la prossima volta andiamo assieme? » Chiese incerto mentre Tobia lo scrutava riluttante dall'alto in basso ricevendo un'occhiataccia dalla sottoscritta.
Per qualche secondo di troppo rimase in silenzio, ma poi, finalmente si decise ad annuire.
Ero contenta. Toby si era comportato in maniera gentile, comportamento anormale per quanto lo riguardava.
 
***
 
Sbuffando mi guardai intorno.
Passare la giornata senza Gloria si stava rivelando più noioso del previsto se non contavo il tempo che avevo trascorso in compagnia di Matilde e della sua amichetta.
Tobia e Alessio con mia grande curiosità, erano spariti subito dopo pranzo e di loro, da quel momento, nessuno aveva più avuto notizie.
«Hola! » Mi salutò il bagnino facendomi sobbalzare.
Ero comodamente sdraiata a bordo piscina con gli occhiali da sole calati sugli occhi e un libro romantico in mano, per questo non mi ero assolutamente resa conto del bel fusto che silenzioso si era avvicinato a me.
«Tu no nuotare? »Chiese mentre io rossa come un peperone gli facevo segno di sedersi accanto a me.
«Mmm no... non ne ho voglia. »
«Io capire.. tu venerdì show? »
«Eh? »- Domandai senza capire quello che mi stava chiedendo.
«Venerdì tu show? »
«Intendi dire se faccio lo spettacolo? »
«Si si, show! »
«Ah, allora si! »
«Io potere venire vedere suo spettacolo?»  Annuii sorridendo.
Sapere che il bagnino aveva intenzione di venire a vedere il mio spettacolo era parecchio imbarazzante e poi, non avevo idea di come avrebbe reagito Gloria a questa notizia.
Ero ancora immersa nei miei pensieri quando Nicolò, il ragazzo con la barba, mi si avvicinò.
«Hey, dove sono tutti gli altri? »Chiese mentre io scuotevo la testa.
«Non ne ho la più pallida idea... »
«Vuoi cercarli? »
«Beh, credo che vengano in piscina fra poco, la partita di calcio dovrebbe essere quasi finita e il gruppo normalmente si ritrova qui. »
Detto ciò gli feci segno di prendere il posto di Andreias.
Nicolò mi stava simpatico, nonostante fosse più piccolo proprio come Alberto non lo dimostrava e sapevo di potermi fidare di lui.
A dir la verità, mi rendevo conto che tale sicurezza era dettata dal fatto che mi trovassi in vacanza dato che a casa, mai mi sarei permessa di raccontare i fatti miei ed un estraneo.
Presa dalla foga, mi persi a parlare di Matteo, il grande amore e poi mi soffermai su Matias, il mio caro compagno di classe per arrivare a fargli un sacco di discorsi allucinanti che lui stranamente capiva e commentava.
Eravamo ancora intenti a parlare quando una maglietta umidiccia mi venne lanciata addosso. Sbuffai e mi trovai a guardare Tobia e Alberto sorridenti e felici.
«Alla buon ora, sono tre ore che vi aspettiamo! »
«Hem.. »stava per aggiungere altro quando notai i graffi sul corpo di entrambi.
«Che diavolo avete fatto, Toby, un altra avventura con i rovi? »Chiesi mentre i due annuivano e io, dopo aver pensato che erano veramente due deficienti, scoppiavo a ridere come una pazza.
Era assurdo, se Tobia normalmente era la persona più seria sulla faccia della terra, c'erano volte dove avrebbe potuto passare le ore con un bambino e mettersi alla stessa altezza.
«Guarda che questa volta è stata tutta colpa del tuo fidanzato, siamo andati a correre fino a lassù »disse indicando un monte in lontananza con una croce in cima – e vicino al crocefisso ha messo un piede dentro a uno di quei cespugli maledetti, così ho cercato di aiutarlo. »
Annuii poco convinta e gli indicai la piscina, neanche il tempo di rispondere che mi ritrovai sott'acqua.
Tossendo e imprecando risalii sputacchiando a destra e a sinistra l'acqua che mi avevano fatto bere mentre i tre ragazzi se la ridevano di gusto. Velocemente lanciai un'occhiataccia a Nicolò e a Tobia per poi soffermarmi su Albi.
«Capisco loro, ma almeno tu potresti stare dalla mia parte»e con queste parole, lo schizzai mentre tutti insieme si tuffavano.
Era bello stare con loro, avevo sempre preferito la compagnia maschile a quella femminile e pure a casa trascorrevo ore con i miei migliori amici. Per di più, il fatto di non trovarmi con Stefania non era male.
 
***
 
«Bianca io mi vergogno! »- Piagnucolò Matilde mentre le pettinavo i capelli castani.
Erano dieci minuti che ci trovavamo nella mia stanza, e dopo averla aiutata a farsi la doccia e a vestirsi per la cena, stavamo parlando della sigla degli animatori che da quella sera, fino alla fine della vacanza, lei e i suoi amici del mini-club, avrebbero dovuto cantare ogni volta che ce n'era occasione.
A dirl la verità, da quel che avevo capito, avremo dovuto farlo anche noi, gruppo dei più grandi, ma con la scusa che nessuno ci aveva ancora insegnato la canzone, mi sentivo molto più tranquilla.
«Ma come, ti vergogni di cantare una canzone e non di fare la babydisco o lo spettacolo venerdì sera? »
«Lo spettacolo è bello, mi piace abbiamo già iniziato a fare le prove e alla miny disco non c'è quasi mai nessuno. »
Risi, effettivamente non aveva tutti i torti, la sigla del villaggio veniva cantata davanti all'intero albergo.
Conoscendo Matilde e tenendo in considerazione che era parecchio simile a me, mi rendevo conto che dover per forza fare ciò, la metteva davvero in difficoltà e così, dopo averle districato l'ultimo nodo, mi decisi a parlare.
«Facciamo così, finche non hanno finito di cantare e non inizia la cena, tu stai con me e ora su, mettiti i sandali che dobbiamo andare. »
«Davvero posso? »
«Certo, puoi stare con me quando vuoi lo sai. » E con queste parole la presi per mano e uscii.
Adoravo quel villaggio.
Se la prima volta che l'avevo visto non mi era piaciuto, perchè troppo piccolo, ora le cose erano cambiate. La brezza della Grecia mi faceva svolazzare i capelli biondi e il vestito nero era spinto in avanti.
Mano nella mano con la piccola ero assorta nei miei pensieri. Avevo deciso di trascorrere l'intera settimana con Alberto, alla fine poi non l'avrei più visto e ciò significava che non sarebbe mai stata una storia seria.
Ero ancora sulle nuvole quando una voce mi fece voltare.
«Bianca ferma! » Continuava ad urlare Fabio seguito a ruota da Alex. Sorrisi, se Alex era li, a cena ci sarebbe stata sicuramente anche Gloria.
Felice li aspettai mentre Matilde lanciava occhiatacce a Fabio ricordandosi fin troppo bene dello spintone che gli aveva dato il primo giorno, senza farlo a posta.
Parlottando con loro mi incamminai verso il ristorante venendo subito distratta da un coro di bambini.
 
Guarda che sole che c'è qui per te
un mare di gente sincera - Olè
Sembra che tutto sorrida con te
persino la luna di sera

Nei sette mari ci divertiremo e tu sai perchè - tu sai perchè
«Bianca stanno cantando, nascondimi! »Esclamò la piccola visibilmente terrorizzata mentre io annuivo e le stringevo forte la mano.
«Tranquilla, non ti lascio portare via. » Detto ciò, ci incamminammo verso il tavolo dei Seventeen già quasi completamente pieno. Stavo per girarmi a chiedere ad Alex dove fosse sua sorella, quando lui, Alberto e Nicolò si misero a cantare la fine della canzone.

 
Sette mari club che splendida vacanza
Sette mari club il sole è allegria
Sette mari Club risate in abbondanza
Con sette mari un ricordo speciale sarà...
 
«Ma che diavolo state facendo? »
«Cantiamo! » Risposero mentre io con un sopraciglio alzato restavo ancora più a bocca aperta alla vista di Tobia che si avvicinava al nostro tavolo sedendosi di fianco a me.
C'era decisamente qualcosa che non quadrava. Fino a quella mattina aveva detto che non sarebbe mai venuto a mangiare con noi, e ora ci veniva pure di sua volontà. Forse però, il fatto che avesse passato metà giornata con Alberto aveva contribuito a rendergli la decisione più facile e infatti, neanche dieci minuti dopo era tranquillo a parlare con Albi e Nicolò.
«Bianca io vado con i miei amici» mi sussurrò Matilde dandomi un bacio sulla guancia mentre io annuivo concentrata su Gloria che si stava avvicinando a me.
Dovevo ammettere che era veramente bella, i capelli ricci e castani erano sciolti e le ricadevano sulle spalle nude.
«Ciao ciccia » mi salutò con un bacio sulla guancia.
«Hey, bello il quod? »Si, abbiamo guidato tutto il giorno io e mio fratello, ci siamo divertiti.
Annuii e le feci segno di accomodarsi affianco a me, dopo che le avevo tenuto il posto libero sotto lo sguardo seccato di Stefania.
Come ormai da tradizione mangiammo le stesse cose, due fette di pizza, piatto di patatine fritte, un pezzo di carne greca dal gusto strano e quando finimmo, ci girammo verso il resto della tavolata.
«Chi vuole il gelato? »  Domandammo all'unisono mentre un coro di io invadeva il ristorante.
Sorrisi, ormai io e Gloria ci eravamo offerte come cameriere e ogni volta andavamo noi a prendere una ventina di gelati, il problema però era ricordarsi i gusti e dopo esserceli fatti ripetere una ventina di volte, ci incamminammo verso il bar dove i due figli del proprietario dell'albergo ci guardavano con occhi a cuoricino.
«Ciao Bibbias » lo salutammo cordialmente.
«Kalispera (buonasera) cosa io potere fare voi due belle signorine mie cuore? »
«Allora, vorremmo tre gelati panna e cioccolato, cinque solo cioccolato, due menta e liquirizia...»
Risi e osservai Gloria continuare a dire i gusti mentre il poveretto la guardava ad occhi aperti. Ero contenta, mi sentivo contenta e non avevo nessuna intenzione che le cose cambiassero. Nonostante il mercoledì non fosse stato un giorno emozionante, mi stavo convincendo sempre più che quella sarebbe stata una bellissima vacanza.
 

 
 CIAOOO LO SO CHE IL CAPITOLO NON E' DEI PIU EMOZIONANTI, MA CREDETEMI, BEN PRESTO LO DIVENTERA' <3 UN BACIOOO :)
 
 
 
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: binca