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Autore: __avatar__    25/02/2014    3 recensioni
Questa storia, mi è venuta in mente così. volevo fare una cosa diversa. Dei Vendicatori al liceo, ma non volevo metterli in un liceo qualsiasi xD.
Nella storia uso i loro veri nomi (tipo Thor, Loki, Clint ecc.) per i cognomi uso quelli del film (Stronghold, Peace)
Spero vi piaccia
Genere: Azione, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agente Phil Coulson, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I giorni seguenti a scuola non furono poi tanto diversi, lezioni noiose si seguivano e l’ansia per i poteri cresceva sempre di più.
Un giorno a pranzo, mentre stavano discutendo sul compito appena svolto, Thor si sentì osservato

<< La seconda domanda era falsa. >> stava dicendo Natasha

<< Giusto, perché ad un ragno radioattivo non basta che gli tagli le zampe. Devi anche gettargli addosso l’ammoniaca. >> continuò Darcy

<< Ah perfetto. Ho sbagliato anche questa. – parlò il biondo, addentando il sandwich – Però… >> in quel momento si bloccò e prese a guardarsi intorno

<< Thor tutto ok? >> chiese Steve, anche lui guardandosi intorno

<< Non so. Mi sento osservato. >>

<< E’ Loki Peace. >> Natasha indicò il moro, che aveva lo sguardo fisso sul loro tavolo

<< Ma chi sta guardando? >> Steve si mosse ondeggiando, per vedere se lo sguardo del moro lo seguisse

<< Non fare così. Sembri un imbecille – la rossa lo fermò, poi disse piano – Comunque ce l’ha con te Thor. >>

<< Ma io non ho fatto niente. >>

<< I tuoi non te l’hanno detto? >>

<< Cosa? Mio padre mi ha detto solamente di stargli lontano. >>

<< Baron Battle e tuo padre erano amici, e compagni di squadra. Ma quando un cattivo riuscì a sconfiggerli, si parla ovviamente di scaramucce da università, Battle volle vendicarsi per l’affrotno ricevuto. >> iniziò a dire la rossa

<< Ma tuo padre non la ritenne un’idea da supereroe, e Battle abbandonò il duo e si vendicò. – continuò Phil, piano per non farsi sentire da altri – Solo che il ruolo di cattivo gli piaceva troppo, e continuò. >>

<< Finché non seppe che tuo padre aveva sposato l’amore della sua vita, cioè tua madre. Da quel giorno i due si odiano, e Battle tentò anche di rapire la sua vecchia fiamma. Ora sta scontando un quadruplo ergastolo per i vari crimini che ha commesso. Lasciando Loki con la madre umana che lo reputa un mostro. >>

<< E ripeto, io cosa che ho fatto? >> domandò il biondo, lanciando una veloce occhiata al bruno che stava uscendo dalla sala mensa

<< Vuole fartela pagare in qualche modo. >>

<< Ma è meraviglioso. >> commentò sarcastico
Dopo aver pranzato, si diressero agli armadietti per prendere i libri per le lezioni del pomeriggio. Quando chiuse il suo armadietto, Thro mentre si avviava nel corridoio andò a sbattere contro un ragazzo, facendolo cadere a terra vicino al bidone della spazzatura che cadde rovesciandosi.

<< Oh mi spiace, non ti avevo visto. >> iniziò a scusarsi quello, poi notò che si trattava di Loki.
Il moro si tolse una buccia di banana dai jeans scuri, per poi rivolgere al biondo un’occhiata di puro odio.

<< Ti credi il padrone, Stronghold?! Tanto da buttare a terra le persone che tuo padre odia? >>

<< Senti, non l’ho fatto apposta. E questa storia dei nostri padri non ci riguarda – poi si avvicinò e gli tese la mano come aiuto per rialzarsi – Proviamo a metterci una pietra sopra almeno noi. >>

<< La pietra la metto sopra a te, se non ti levi. >> ringhiò di rimando il moro, alzandosi e rifiutando l’aiuto

<< Vedi di stare calmo. >> sbottò il biondo, dandogli una spallata mentre si avviava nel corridoio

Prima che poté fare due passi in più, una palla infuocata gli passò vicino alla testa, quello si girò ma riuscì solo a scansarsi appena in tempo e rifugiarsi nella palestra dei supereroi.
Loki lo seguì, ma appena entrò venne colpito da uno stepper, lanciato dal biondo, che lo fece cadere. Quello non fece che aumentare la rabbia del moro, che prese a gettare fuoco in direzione dell’altro. Ma Thor, fulmineo, si getto sotto a una scrivania, Loki ci salrò sopra e imprigionò l’altro

<< Cosa vuoi fare, Stronghold? – gli urlò, mandando del fuoco vicino all’apertura – Stare li sotto per sempre? >>

Molti studenti erano corsi in palestra per vedere, chi rideva alla vista di Thor rannicchiato, chi aveva un’espressione di puro terrore dipinta sul viso. In prima fila c’erano Natasha e gli altri amici, la ragazza chiamò Thor e gli disse di prendere il secchio che stava poco distante, pieno d’acqua. Il moro, che la sentì, si rivolse verso di lei, pronto a scagliarli una gigantesca palla infuocata.

Questo fece scattare Thor, il quale perse a sollevare la scrivania, inizialmente non ci riuscì poi una forza incredibile gli attraversò le braccia e riuscì a scaraventare scrivania e Loki dall’altra parte della palestra.
Non ci voleva credere, si guardava mani e braccia con la bocca spalancata. I suoi poteri erano, finalmente, venuti fuori. E per fortuna era la superforza, altrimenti non sapeva come giustificare il volo con suo padre.
Nel mentre Thor gioiva per i suoi poteri, Loki si stava rialzando, le braccia completamente infuocate, e prese a correre verso il biondo.

<< Thor! Il secchio! >> Natasha fece tornar in se Thor.

Giusto in tempo, dato che ormai Loki era ad un paio di passi da lui. Prese il secchio e rovesciò il contenuto in testa al moro, che si spense subito, con un’espressione incredula.
Ma Thor non fece in tempo ad esultare, che tutti i ragazzi sulla porta si scansarono per far entrare la preside Potts. Quella guardò i due scuotendo la testa, poi fece gesto di seguirla fuori.
Mentre procedevano per il corridoio, forse verso il suo ufficio, la preside prese a parlare

<< Questa è una scuola, non un ring per le bestie. Qui vi insegniamo a controllare e gestire i vostri poteri, ma se non ne siete in grado non ci posso fare niente. – poi si fermò davanti una porta completamente bianca – Un paio d’ore qui dentro vi aiuteranno a chiarire le idee su cosa volete fare. >> e li fece entrare

<< Perfetto, così qui nessuno ti aiuterà. >> disse Loki, ma i suoi poteri non funzionavano

<< Questa è la stanza di Isolamento, i vostri poteri non funzionano. Buon divertimento. >> finì di dire, e se ne andò
I due ragazzi presero a fissarsi male, poi si sedettero ai banchi presenti nella sala. Uno più lontano dall’altro.

Passò le ultime due ore nella camera di isolamento, con Loki che continuava a guardarlo male. Appena il professor Selvig andò a farli uscire, il biondo uscì più in fretta che poteva, andando alla ricerca dei suoi amici. Quando fu nell’ingresso, allungò il collo per cercarli in mezzo a tutta quella gente, ma prima che poté uscire in cortile per raggiungere i pulmini, si sentì chiamare

<< Thor Stronghold, vero? >> disse una voce femminile
Quello si girò, e appena vide la ragazza rimase a bocca aperta.

<< Ciao, io sono Jane. Jane Grayson. – e gli tese la mano, per salutarlo – Ho sentito che hai litigato con Loki Peace. >>

<< A-ah >> non riusciva a mettere insieme qualcosa con un senso

<< E’ sempre stato un tipo un po’ burbero. Per fortuna che sei superforte. >> rise quella

<< Si sono superforte. >>
Rimasero li qualche secondo, poi una persona gli mise la mano sulla spalle e lo fece girare

<< Thor! Eccoti. >> Natasha spuntò dalla folla, seguita dagli altri, e prese a fissare Jane e a come l’amico la fissava con i cuoricini al posto degl’occhi

<< Oh, scusatemi. Io sono Jane Grayson, Presidente del Comitato Studentesco. >>

<< Ciao. Dai mister muscolo, muoviti o perderemo i pulmino. >> la rossa lo prese per un braccio e iniziò a tirarselo dietro

<< Ci vediamo in giro Thor. >> salutò Jane

<< Si, in giro. >> rispose quello con un sorriso ebete

Lo spinsero sul pulmino a forza e appena in tempo. Per tutto il viaggio continuò a pensare a Jane, e non sapeva perché si sentiva leggero e felice. Non si accorse di niente, ne quando il pulmino decollò, ne quando l’autista fece un giro della morte e tutti urlarono per il divertimento. Anche quando si fermarono alla sua fermata e di Natasha, quella dovette prenderlo di peso e farlo scendere.
Solo quando capì di essere davanti al portone di casa sua notò che l’amica l’ aveva mollato li senza salutarlo, deciso che poi l’avrebbe chiamata, entrò in casa con un po’ troppa energia, che quasi staccò la porta d’entrata.
Ma appena mise piede dentro, la voce di sua madre lo raggiunse dal salotto; i suoi genitori erano li, leggermente arrabbiati. Sua madre con il telefono di casa in mano e le braccia incrociate, suo padre seduto in poltrona che lo guardava attraverso i suoi occhiali.

<< Ciao, siete rientrati presto. >>

<< Il venerdì la banca chiude prima, e per fortuna direi. >> disse il padre

<< Ci ha appena telefonati la preside Potts. Ha detto che hai distrutto la palestra per supereroi. Essendo però tu, un supporto eroe non ci potresti entrare. >> Josie era leggermente fuori di se

<< Sei in punizione per un mese, e non guardarmi così – iniziò a dire Steve, ma appena Josie andò in cucina, si avvicinò al figlio e disse piano – Facciamo due settimane, ma a tua madre facciamo credere che è un mese. >>

<< Papà ti senti bene? >>

<< Se mi sento bene? Mio figlio ha la super forza. Certo ci sono rimasto male che per tutto questo tempo mi hai mentito, ma l’importante è che i poteri sono saltati fuori. >> e finì la frase con un bel pugno sulla spalle del figlio
Quello non aspettò due secondi che lo ripagò, facendolo però finire sulla poltrona

<< E’ bello che hai i poteri, ma rimani comunque in punizione. >> e dicendo questo, se ne andò nel suo studio lasciando Thor in piedi tra il felice e depresso.



Angolo autrice
Si allora, 
questo capitolo è uscito un po' a pezzi dalla mia materia grigia, spero solo che non sia una catastrofe xD
Buona lettura

 
  
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