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Autore: Holkay    27/02/2014    7 recensioni
Si chiamava Harry, l’avevo scoperto una sera grazie al suo amico biondo che entrò e gridò per richiamare la sua attenzione.
Era sempre ricurvo sui fogli di quella agenda, con la penna stretta tre le sue lunghe dita.
Scriveva. 10, 100, 1000 pagine a sera.
Holkay xx
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Harry mi aveva baciato.
L’unico pensiero che riusciva ad elaborare il mio cervello mentre rimanevo con le spalle premute contro il freddo legno della porta di casa.
Mi sentivo stupida, continuando a passare la lingua sul mio labbro inferiore che sembrava avesse il suo sapore.
Mi sentivo stupida soprattutto perché era stato solo un bacio, candido, puro ed io non riuscivo a far calmare i battiti del mio cuore.
Lo sentivo esplodere nella gabbia toracica, premere contro lo sterno per poi tornare indietro.
Avevo il fiatone e gli occhi persi nel vuoto, a fissare il nulla.
Davanti a me avevo impressi quelle iridi smeraldo incastrate nelle mie scure, avevo la sensazione di averlo ancora lì, premuto contro le mie labbra.
Harry mi aveva baciato.
Mi mossi fluttuante, come se stessi camminando su una nuvola fino ad in camera dove recuperai il cellulare e scrissi un veloce messaggio ad Emma:
Grazie per non essere venuta”.
Sorrisi rileggendo quelle parole ed inviai.
Sembrava che ci fossi rimasta male, ma Emma avrebbe capito cosa intendevo, aveva mandato lei Harry.
Tornai sul divano e sembrò che i sintomi della febbre fossero passati, quel libro perse il mio interesse e la televisione accesa blaterava senza ancora più senso.
Avevo un sorrisino impresso sulle labbra che nessuno avrebbe potuto togliere.
Poco più tardi mi raggiunse Emma, questa volta era proprio lei ed aveva portato la cena.
Mangiai con lei il nostro menù take-way mentre le raccontai in modo dettagliato ciò che era accaduto.
Saltò dalla sedia quando arrivai alla fine, iniziò a battere le mani come una bambina ed io non riuscii a trattenermi nell’accennare una risata.
Sì, era proprio felice quanto me.

 

•••

 

Il giorno dopo tornai a lavoro e nel tragitto da casa al bar sentivo lo stomaco contorcersi, il cuore accelerare ed il sorriso non tentennava ad affievolirsi.
Ero timorosa, avevo paura che sarebbe potuto succedere come la scorsa volta, che Harry sarebbe sparito lasciandomi nel mio limbo di emozioni.

Era già calata la sera, le giornate d’inverno diventavano sempre più corte.
Mi strinsi nel giaccone ed alzai il cappuccio, il vento freddo mi tagliava quasi la pelle talmente era forte, per fortuna che per arrivare al locale mancava poco.
Raggiunsi il bar cercando le chiavi della serranda nella mia immensa borsa.
Quando le trovai tolsi per primo l’allarme, poi alzai lentamente la saracinesca notando che il cappuccio mi ostruiva praticamente la visuale laterale.
Mentre mi avvicinai alla porta per poter aprire anche quella, delle mani mi avvolsero il busto, intrecciandosi sul mio ventre morbido a causa dei vari strati di stoffa che lo ricoprivano.
Sussultai non sapendo chi fosse, non riuscivo nemmeno a vedere il riflesso nel vetro davanti a me a causa del buio.
Abbassai così lo sguardo per osservargli le mani e capire da queste di chi si trattasse.
Le avrei riconosciute anche ricoperte da dei guanti.
Mani grandi con lunghe dita affusolate ed il piccolo tatuaggio sul dorso di una.
”H-Harry” sussurrai mentre la voce mi si strozzò in gola.
Non mi aspettavo di vederlo ancora prima dell’apertura del bar.
Mi girai lentamente nel suo piccolo abbraccio e mi ritrovai a dover combattere con il mio cuore che voleva uscire, ancora una volta, dal petto.
Quegli occhi così perfettamente verdi fissavano i miei mentre le mani rimanevano intrecciate, ormai sulla mia schiena.
Noto che ti sei ripresa” mi sorrise stringendo poi senza malizia il labbro inferiore tra i denti.
Annuii senza riuscire a proferire parola.
La gola si era seccata, la voce sembrava bloccarsi mentre continuavo a guardarlo.
Posai le mani sulle sue braccia sfiorando il tessuto del cappotto con la punta delle dita.
Non riuscivo a staccare gli occhi da lui, ero inerme lì a guardarlo.
Sono passato a farti un saluto” sussurrò quelle parole avvicinandosi al mio viso.
Chiusi istintivamente gli occhi quando sentii il suo respiro colpire le mie labbra ed un attimo dopo la sua bocca premette sulla mia.
Spinsi le dita automaticamente le caldo tessuto inclinando la testa di lato.
Con mio grande stupore schiuse le labbra accarezzando le mie con la lingua, facendo diventare il bacio così più travolgente.
Portai le mani dietro la sua nuca, baciandolo con calma, come a desiderare che quel momento non finisse mai.
Si staccò piano, lasciando un bacio a fior di labbra.
Ci vediamo più tardi”soffiò ancora le parole sulla mia bocca mentre io ero ancora ad occhi chiusi.
Li riaprii per poterlo guardare, mi baciò di nuovo e poi andò via, tirando su il colletto del cappotto si diresse verso la sua auto.
Gli dedicai un sorriso quando si voltò verso di me e lo salutai con un lento gesto.
Entrai nel bar e misi i miei effetti personali al solito posto.
Ripetei le solite azioni che facevo all'apertura del bar solo che quel giorno tutto era più bello, tutto era piacevole anche alzare un cartone intero di birre da terra.
Arrivò Emma ed in men che non si dica le prime due ore volarono.
Controllavo la porta ogni volta che si apriva, ero in trepidante attesa di Harry.
In me avevo un mix di emozioni, paura e trepidazione.
Paura che non si presentasse, proprio come la volta precedente.
Trepidazione per vedere i suoi comportamenti e per vedere lui ancora una volta, non ero mai sazia della sua presenza.
Quando l'orologio scoccò le ventuno e trenta io ero in balia dei clienti, tutti accalcati al bancone a farmi le richieste più assurde.
Ci misi precisamente cinque minuti prima di poter alzare la testa da bicchieri e bottiglie e notare che Harry era finalmente entrato.
Dopo parecchi giorni lo vedevo in compagnia di Niall, ma non riuscivo a osservarli bene dalla mia posizione data la folla che c'era nel bar quella sera.
Stappai delle bottiglie di birra che un ragazzo mi chiese e riportai lo sguardo in direzione del suo tavolo.
Riuscii a vedere come fosse vestito.
Aveva i capelli tirati leggermente indietro, una giacca in pelle, che non gli avevo mai visto, ad avvolgergli le spalle e le braccia muscolose.
Intravedetti una camicia a quadri, che spuntava sul petto, di un colore misto tra il verde ed il celeste, quasi a voler far concorrenza allo splendido colore dei suoi occhi.
Sorrisi e mi passai la lingua tra le labbra desiderando di avere ancora il suo sapore su di esse, ma erano passate troppe ore dal suo ultimo bacio.

•••



Quella maledetta sera sembra che tutto fosse contro di me, o almeno che lo fossero i clienti del bar.
Continuavano a propinarmi delle richieste di cocktail mai sentiti e che ovviamente Emma, avendo poca esperienza nel campo, non sapeva esaudire.
Fui costretta a rimanere bloccata dietro il bancone in metallo per un'altra ora mentre la mia collega continuava ad entrare ed uscire dalla pedana per riportarmi bicchieri sporchi ed altre ordinazioni.

Non ebbi nemmeno il tempo di chiederle di Harry e non mi sembrò strano che lui non mi venne nemmeno a salutare.
Era contorto quel ragazzo, ormai l'avevo capito e sicuramente si stava facendo mille problemi sul disturbarmi sul posto di lavoro, per giunta in una serata così caotica.
Quando l'ondata di clientela fu placata, riuscii a prendere fiato e a guardarmi intorno.
Chiesi ad Emma se per un po' potevamo fare cambio, sarei andata a fumare una sigaretta ed avrei fatto il giro per i tavoli.
Lei accettò e mi sorrise, ma in un modo strano, sembrava che dovesse dirmi qualcosa.
“Em qualcosa non va?” domandai premendo le dita contro il freddo materiale del bancone.
Lei scosse la testa e sparì cercando qualche bibita nei frigoriferi bassi.
Feci una smorfia ed alzai le spalle, forse era solo stanca.
Mi diressi nello stanzino e recuperai la mia desiderata sigaretta.
La incastrai tra le labbra e mi misi a fumare accanto alla finestra, faceva troppo freddo per uscire sul retro.
Da lì potevo sentire il vociare che si disperdeva per la strada, era una serata molto movimentata.
Si sentivano risate sguaiate al cielo di ragazze sicuramente poco signorili.
Commenti di ragazzi con voci molto roche ed impastate dall'alcol che avevano ingerito.
Feci l'ultimo tiro dal filtro in cotone e spensi la sigaretta nel posacenere messo appositamente sul davanzale.
Mi lavai le mani e tornai dietro al bancone.
Accarezzai la schiena della mia amica per farle percepire il mio ritorno e lei mi dedico un veloce sorriso.
“Vado a ripulire i tavoli” le dissi mentre afferravo tra le dita in grande vassoio verde che usavamo per trasportare i bicchieri.
Lei annuì e posò sul bancone due cocktail trasbordanti.
Scossi la testa ridacchiando, non imparava mai a misurarsi nelle dosi.
Partii dal lato opposto del locale dal quale si trovava Harry, avrei potuto passare un po' più di tempo insieme a lui così.
Recuperai i bicchieri sporchi da alcuni tavoli e segnai sul taccuino le nuove ordinazioni.
Svuotai il vassoio dietro il bancone e ripresi il giro.
Quando arrivai al tavolo del ricciolo la sua imminente figura copriva tutte le persone intorno a lui.
Parlava con i gomiti premuti sul legno scuro.
Mi avvicinai a lui giungendogli dalle spalle e posai una mano sulla sua schiena per richiamare la sua attenzione.
voltò mi fece scoprire una cosa non piacevole.
Non erano soli, lui e Niall.
Accanto ad Harry c'era seduta una ragazza con i capelli che dal castano sfumavano al biondo e di fronte a lei, seduta di fianco a Niall, un'altra ragazza totalmente mora.
Mi sentii le gambe cedere e dovetti posare entrambe le mani sul doppio tavolo.
“Ciao Mia” mi sorrise lui guardandomi, ma la sua voce arrivò ovattata e come se fosse sotto l'effetto di un eco.
I miei occhi erano puntati sulla ragazza accanto a lui.
Sorrideva anche lei, con una perfetta dentatura, le labbra tinte di un rosa pastello e degli orecchini che le sfioravano le guance.
Presi un respiro e riuscii a parlare.
“Ciao a te” lo salutai con la voce rotta passando poi lo sguardo verso Niall.
Mi guardava in modo sereno, con un gran bel sorriso allargato sul viso.
Non capivo il loro atteggiamento.
Non ero la ragazza di Harry, quello era certo, ma credevo che non si sarebbe mai presentato nel locale dove lavoravo con un'altra ragazza.
Forse avevo sopravvalutato quei baci, ma mi sembrava fossero molto sinceri e non dati così giusto per passare il tempo.
Non credevo fossi un giocattolo nelle sue mani, una di quelle ragazze da sfruttare.
“Tutto bene Mia?” Niall mi riportò alla realtà, distogliendomi dai pensieri.
Annuii fingendo un sorriso.
“Devo tornare al lavoro” sbottai acida guardando Harry negli occhi, che trasformò il sorriso il un espressione preoccupata.
Superai il loro tavolo e raggruppai le stoviglie sporche nel modo più veloce possibile.
Dovevo stargli lontano oppure avrei detto cose di cui mi sarei pentita.

 

•••



Tornai al bancone e riposi tutto nella lavastoviglie senza proferire parola.
Emma mi osservava mentre il locale andava svuotandosi e la band, che era ospite quella sera, strimpellava le ultime canzoni della scaletta.
Stringevo la mascella per sopperire il nervosismo e continuavo a sbattere i bicchieri nel cestello.
“Mia hai deciso che vuoi ricomprarli tutti? Li romperai così” rise la mia collega prendendomi in giro per il modo rude con il quale stavo svolgendo le mie azioni.
Gli occhi mi pizzicavano, sentivo le lacrime pronte nei condotti, volevano spuntare fuori da un momento all'altro.
Serrai ancora di più la mascella e mi rialzai cercando di tenere lo sguardo il più lontano possibile dalla direzione di Harry.
“Vado a fumarmi una sigaretta” dissi ancora con tono freddo ed acido alla mia amica.
Lei mi guardò, facendo scorrere lo sguardo lungo tutta la mia figura e mi bloccò per una spalla.
“Mi dici che hai?” chiese infastidita dal mio comportamento.
Indicai il tavolo di Harry con la testa e lei sospirò.
“L'avevo già visto, speravo che non fossero qui insieme, per quello non te l'ho detto” parlò lei facendo scivolare la mano dalla mia spalla fino alla schiena, accarezzandomi da sopra la t-shirt.
“e invece no, sono qui tutti e quattro insieme. Belli, felici e contenti” dissi ancora più nervosa e mi scostai dal suo tocco.
Non ce l'avevo con lei, ovviamente, mi urtava solamente quella situazione stupida in cui mi trovavo.
Questa volta la finestra non sarebbe bastata, avevo bisogno di prendere aria, di sentire il freddo tagliarmi la pelle e farmi riprendere.
Fumai nervosamente, stringendomi nelle spalle ed infilando la mano libera sotto l'altro braccio per riscaldarmi.
Tremavo, ma non solo per i pochi gradi, ma anche per il nervoso.
Il filtro scottava tra le mie labbra talmente facevo tiri lunghi e decisi.
Mi morsi le labbra tra un tiro e l'altro, fino a romperle a sangue.
Quando la sigaretta fu quasi alla fine, sentii dei sordi passi nel vicolo sul quale sporgeva l'uscita.
Un brivido di paura mi pervase la schiena, avevo il locale alle mie spalle, potevo benissimo rientrare, ma gli ubriachi di quel quartiere sapevano come spaventare una ragazza.
La fioca luce del lampione fece brillare quegli occhi verde smeraldo ed il mio cuore sussultò quando capii che si trattava di Harry e non del primo balordo che passava per strada.
Rimasi in silenzio fino a quando lui non si fermò dinanzi a me e mi cinse le spalle con le braccia.

Sto andando via” sussurrò quasi a pochi centimetri del mio viso.
Io non parlai, mi limitai a guardarlo negli occhi.
Mi aspettavo spiegazioni, ma quello che arrivò fu solo un bacio, un altro bacio.
Passò la lingua sulle mie labbra ferite e le pulii dal sangue che avevo creato spellandomele.
“Dovresti smettere di fumare tanto” mormorò sulle mie labbra.
Mi baciò ancora una volta e poi si allontanò dicendomi che ci saremmo visti il giorno seguente.
Harry era una giostra di emozioni, ma mi avrebbe dovuto dare delle delucidazione.



Writer's Corner:

Hi people :3
Sì,lo so, sono passati decenni da quando ho aggiornato.
Chiedo venia.
Capitolo un po' così, forse di passaggio oppure no.
Mi fate sapere cosa ne pensate in una recensione!?
Grazie mille :3
Much Love!!!

 

Holkay xx


 

   
 
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