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Autore: Khyryr Lecter    07/03/2014    1 recensioni
"La mia carne e l’anima fanno il cuore denso
Tu sei, tu sei, lo so così vicina
Io vorrei raggiungerti in trasparenza
Tutto è vedere te con i vestiti e senza
Tu sei, tu sei, lo so la mia rovina
L’aria dei capelli tuoi respirare voglio
Tu sei, tu sei, lo so mai come prima"
Quella non era una sera come tante per Hannibal, lui si trovava in quel vicolo per porre fine ad una situazione che era andata avanti per troppo tempo. Sapeva che Bedelia nutriva dei dubbi ormai, anche se era stata molto brava a celarlo. Lei, ignara della sua presenza, stava rientrando da una cena. Quello che non sapevano entrambi è che il loro destino, da allora, sarebbe cambiato.
Genere: Sentimentale, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bedelia Du Maurier, Hannibal Lecter
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Hannibal la portò a passo lento fino in camera da letto. Non appena vi entrò, con lei in braccio, con quella penombra che li attendeva, avvertì un brivido davvero intenso che lo fece sospirare rumorosamente. Deglutì cercando di non viaggiare troppo con la fantasia, anche se non era semplice, dato che, tutto quello che stava succedendo, sembrava una perfetta scena che avrebbero vissuto due compagni pronti a vivere il loro momento di intimità. Scosse leggermente la testa riaprendo gli occhi e si fermò di fronte ai piedi del letto, le chiese in un sussurro:
 "Su quale lato dorme, dottoressa?"
 Deglutì ancora e la guardò negli occhi, brillavano in quella penombra.

Bedelia ispirò il suo profumo profondamente. Quando arrivarono, avvertì il suo disagio che era pari a quello di lei. Deglutì anch'essa, non vedendo l'ora che lui la posasse. Preferì non pensare che scenari lui stesse immaginando. Erano comunque un uomo e una donna. Sorrise piano udendo quella domanda. " Veramente non è importante.. va bene qui. " Indicò il punto. Gli occhi di Hannibal, le sembrarono rossi nella penombra.

Lui annuì molto lentamente dopo quella risposta, la adagiò piano sul letto curvandosi in avanti, mantenne le braccia sotto il suo corpo, per qualche secondo prolungato, mentre ancora una volta il suo profumo lo inebriò. La fissava negli occhi intensamente, senza quasi rendersene conto. Schiuse le labbra sentendo di nuovo il respiro di lei sul volto. Rimase in silenzio senza ancora muoversi. Non doveva lasciarsi condizionare dal momento, non doveva.

L'adagiò molto delicatamente sul letto come se fosse di cristallo. Senti le sue mani sotto di lei e il suo battito accelerò, guardandolo negli occhi. Rimase chino su di lei, lo capì dal suo sguardo che la stava bramando, ma stava mantenendo il controllo. Posò le sue mani sul suo torace, per allontanarlo, ma era troppo debole e non ci riuscì. Non voleva essere scortese, ma proprio non sapeva gestire la situazione.
 "Hannibal..." Sussurrò.

Aveva ancora le labbra schiuse, i denti della mandibola sfioravano appena quelli dell'arcata superiore. Deglutì rumorosamente. Respirava velocemente ma faceva di tutto per controllare i sospiri, non voleva che lei capisse, doveva indossare la sua maschera, ora più che mai. Ma quel gesto gli fece capire che ormai era troppo tardi. La dottoressa aveva capito perfettamente. Eppure quelle braccia non volevano togliersi da sotto di lei, spostarle sarebbe stato per lui una fatica immensa. Gli occhi continuavano a muoversi sul suo viso e anche sulla scollatura del vestito che aveva deciso di indossare per quella serata. Deglutì rumorosamente, stava per cedere. Ma non doveva. La fatica che stava facendo per non baciarla di nuovo era così elevata che sentiva i muscoli del proprio corpo tirarsi uno ad uno.
" Si.....? " Domandò dopo diversi secondi.

Avvertì il respiro di Hannibal farsi pesante, i suoi occhi erano incollati ai propri nuovamente così vicini. Il suo cuore batteva così forte che credette lui potesse sentirlo. Si arrischiò a sollevare la sua mano, percorrendo con le dita il profilo della sua guancia. Gli spostò una ciocca di capelli. "Mi spiace, noi non possiamo." Il suo sguardo tremò.

Hannibal tremò quasi al tocco della sua mano sulla propria guancia, deglutì rumorosamente e chiuse gli occhi quando si sentì spostare da un lato i capelli. Aveva ragione e lui si stava maledicendo per non essersi allontanato, senza che lei glielo facesse ricordare. Fatto sta però, che lui non riusciva ancora ad allontanarsi. Le braccia sempre li, il viso ancora vicino al suo. Solo quando riaprì gli occhi si rese conto. Girò appena il volto verso la mano con la quale stava accarezzando ,così delicatamente, la pelle della propria guancia. Inspirò profondamente il profumo del palmo della sua mano e le posò un soffice bacio sulle dita. Allontanò lentamente il viso dalla sua mano. Poi iniziò piano a sfilare via le braccia da sotto il suo corpo.

Lui le diede un soffice bacio sulla mano e lei senti scottare proprio quel punto. Non credeva si sarebbe mai trovata così vicina a lui eppure così distante. Così tante volte poi. Perché? Stava cambiando qualcosa in lei? Era solo la febbre? Qualcosa le impediva di fidarsi di Hannibal e non capiva perché lui la volesse a tutti i costi. In che modo? Era solo perché lei dubitava? O perché era la sua analista ? O c'era un'altra opzione; quella che lei proprio non voleva considerare, la più complicata per entrambi.Cosa voleva lei veramente? Da quanto tempo non pensava a se stessa? Prese la sua mano e l'accarezzò quando lui la ritirò da lei.

Aveva gli occhi bassi sul materasso quando si sentì prendere la mano, la guardò in volto lasciandogliela tenere, mentre un sorriso dolce, ma anche un po' amaro gli si formò in volto. Le strinse un po' le dita attorno al suo dito pollice, con il proprio le accarezzò lentamente il polso. Quanto era bella ai suoi occhi; quanto riusciva ad incantarlo. La donna più bella che avesse mai conosciuto. Non era mai successo in vita sua di non avere la forza per uccidere qualcuno. Ha provato sensazioni così forti solo per una donna. Tutte quelle venute dopo, le ebbe solo per soddisfare il suo piacere del bello. Con lei era tutto diverso, con lei sapeva che non avrebbe soddisfatto solo 'il bello', ma qualcosa che sentiva di molto più profondo e quel senso di protezione che ha sempre avuto nei suoi riguardi cominciava a prendere una forma un po' più definita. Ma forzarla mai. Non lo avrebbe mai potuto fare.

Un sospiro le mozzo il fiato quando lui le accarezzò lentamente il polso. Non sapeva come riuscisse a crearle certe sensazioni con così poco. Un uomo così posato che la desiderava appassionatamente. E mostrava ciò solo a lei. Cosa sarebbe accaduto se anch'essa si fosse lasciata andare? Solo per una volta. Sentì una lacrima salirle agli occhi. Strinse la sua mano. Non riusciva a lasciarlo andare.

Hannibal capì da quella stretta, che non aveva la forza di lasciarlo andare via. Così come lui non aveva la forza di lasciarla lì. Era stato già difficile toglierle le braccia attorno al corpo, figuriamoci abbandonarla da sola in quella stanza. Chiuse gli occhi, doveva ricacciare dentro di se tutti quei pensieri e quelle fantasie. Inutile, impossibile. Nella sua mente la stava già baciando da un po', le sue mani già le accarezzavano il corpo, dai fianchi alla schiena, dai capelli alle guance, dall'addome al petto. E... Aprì gli occhi di scatto guardandola di nuovo in viso, il suo respiro si era fatto più veloce a causa di quei pensieri.
" ...Dottoressa". Sussurrò con un filo di voce, quasi del tutto impercettibile. Si accucciò di fronte a lei lasciando ancora la propria mano stretta alla sua, la poté vedere meglio in volto da quella posizione. Notò i suoi occhi di nuovo lucidi.

Con sua grande sorpresa lui, quasi le si inginocchio davanti. La stava guardando come qualcosa di indefinitamente bello. Quale altro uomo avrebbe fatto questo per lei?
 "Chiamami per nome, solo una volta. Ci siamo solo noi due qui. " Sussurrò lei, con le tempie che le pulsavano. Era solo grazie a lui se stava conoscendo meglio se stessa.

Quella frase, detta in quella maniera, dalla sua voce, che proveniva proprio dalla sua bocca.. Lo colpì notevolmente. Con quella donna era come se non avesse barriere, non solo perché era la sua analista. Chiuse gli occhi e li mantenne chiusi per un bel po'. Il suo pollice continuava a massaggiarle il polso con delicatezza. Trattenne a fatica un gemito sommesso tanta era l'emozione. Hannibal riaprì gli occhi per tornare a guardarla nei suoi, sollevò l'altra mano con la quale le sfiorò molto lentamente la guancia donandole una lieve carezza, come se stesse toccando qualcosa di troppo prezioso per essere profanato. "..Bedelia" Sussurrò poi lui avvicinando molto lentamente il viso al suo mentre si sporgeva in avanti, teneva ancora stretta la sua mano. Lo sguardo gli cadde sulle sue labbra prima che le proprie potessero sfiorarle, di nuovo.

Lui continuò ad accarezzarle il polso e lei trattenne un gemito a stento. Con l'altra sua mano l'accarezzò delicatamente, per poi avvicinare il suo volto al proprio. Si guardarono negli occhi per un lungo momento.
"Ti ho mentito Hannibal" disse poi lei, esitando. "Ho sempre mentito a me stessa."

Mentre parlava la guardava negli occhi, continuando ad accarezzarle lentamente la guancia. Con il pollice le sfiorava appena l'angolo della bocca. Scosse lentamente la testa piano accarezzandole ancora il polso con l'altra mano.
"Lo so. Lo so. Ed io ti aspettavo, pazientemente..." Disse molto vicino alle sue labbra, chiuse un istante gli occhi sentendo un irresistibile desiderio di baciarla.

La lacrima le scese giù, aveva un nodo alla gola che le impediva di parlare oltre. Non si aspettava che lui dicesse così. Sospirò, chiudendo gli occhi. Non sapeva più cosa dire né cosa pensare. Sentì il suo profumo e il calore del suo volto. Solo un passo e non sarebbero più potuti tornare indietro. Solo un passo verso l'ignoto. Con la mano libera strinse le coperte.
 "Non sei mai stato solo un paziente." finalmente riaprì gli occhi.

Non la baciò ancora, adorava sentirla parlare in quel modo, ogni sua sillaba gli riempiva un cuore inaridito ormai da anni, non smetteva di accarezzarle la guancia ed il polso, socchiuse appena le palpebre osservando la lacrima, che le scivolò via. Avvicinò il viso alla sua guancia e le baciò quella lacrima posando le labbra sulla sua pelle. Chiuse gli occhi.

"Perché mai ho insistito tanto per averti come terapista? Non lo avevi ancora capito?" Domandò in un sussurro continuando poi a baciarle la guancia ancora umida.
Volse leggermente la testa quando lui le baciò la guancia catturando la sua lacrima. Chiuse gli occhi e dischiuse le labbra. Sospirò. Stavolta era diverso lo voleva anche lei . "Perché io? perché tutto questo tempo?" Lo guardò negli occhi per sapere la verità.

Lui appoggiò piano la fronte contro la sua e guardandola intensamente negli occhi le rispose.
"Perché sei riuscita ad arrivarmi dentro laddove nessuno era mai potuto arrivare prima..."
 Non riusciva a credere a se stesso, alle parole che diceva. Parole mai pronunciate nella vita ma che risuonavano dentro di lui da veramente molto tempo. Con il pollice le sfiorava ancora l'angolo della bocca.
"..Bedelia, permettimi di dimostrarti tutto questo. Liberiamoci dalle nostre maschere, solo per stanotte. Consentimi di...." Non riuscì a finire la frase perché le sue labbra si erano già posate su quelle della donna.

Ascoltò le sue parole quasi avidamente. La sua fronte sulla propria la rassicurò. Le sue parole però si interruppero. Rabbrividì per le sue labbra calde, dischiudendo le proprie per la sorpresa e le nocche che stringevano le coperte, sbiancarono. Lei si sentiva come creta molle tra le sue mani.

Rabbrividì anche lui non appena le sentì dischiudere le labbra in quel modo, era come un invito ad intensificare quel bacio, cosa che non si era mai permesso di fare. In quel momento non lo fece, mantenne le labbra serrate, baciandola in modo elegante ed estremamente delicato. Il respiro in quel momento gli si bloccò e al contempo con la mano, non smetteva di accarezzarle la guancia. Con l'altra intrecciò lentamente le dita con le sue. Il cuore cominciava a scalpitargli. Stava succedendo qualcosa di inaspettato, qualcosa che non aveva mai smesso di vivere nella propria mente.
 
   
 
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