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Autore: BeyonBday    09/05/2014    2 recensioni
Jack Frost ha un problema, un suo amico non si ricorda più di lui e delle loro scorribande, la loro amicizia sta' per collassare e tutto per colpa di alcune manciate di sabbia azzurra che vi è andata persa.
Genere: Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Mirror's Wish'
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-Allora è deciso.-  Nord si alzò dalla sua sedia, posando le mani sul legno scuro del tavolo in torno alla quale si erano radunati i cinque Guardiani e il Signore degl’incubi.
-Pitch e Sandman si occuperanno di nascondere lo specchio, sigillandolo in una delle gallerie più profonde create da Calmoniglio, in modo che nessuno per errore o volontariamente lo possa raggiungere.-
Tutti erano d’accordo, conclusero la seduta e decisero che era ora di tornare ognuno a casa propria a riposare.
Parigi era tornata si e no alla normalità, a parte il clima insolitamente rigido, e i bambini al momento erano quasi tutti sotto l’effetto della sabbia di Sandy; una pausa era dovuta.
 Black rimase seduto, guardando Jack che portava le mani piene di garze sullo schienale della sedia, spostandola nel tentativo di farsi spazio per alzarsi.
-Spero, che tu ora abbia l’auto controllo adeguato per evitare altri danni.-
I due si guardarono duramente, prima che l’uomo nero si potesse alzare per andarsene, seguendo l’esempio dei Guardiani.
Uno solo, però, rimase sulla porta, voleva essere testimone di quella conversazione… voleva evitare spargimenti di sangue futile.
-Sono in grado di difendere la mia mente da me stesso. Grazie per l’interessamento.-
Pitch alzò un sopracciglio per poi sorridere.
-Ooh Jack. Ma non è di te che mi preoccupo.- lo raggiunse per mettergli una mano sulla spalla – Ma del tuo spasimante. Io lo terrei d’occhio Frost.- concluse, allontanandosi per avviarsi verso la porta.
-Hai  intenzione di fargli del male? No, perché se questa è una minaccia sappi che stavolta ti metto sotto ghiaccio.- lo minacciò Jack, puntandogli contro un dito completamente fasciato nelle garze,
toccare Alan quando usa il suo potere, non era esattamente un beneficio per il fisico ragazzo.
L’uomo nero iniziò a redire leggermente, coprendosi la bocca con la mano.
-Il mio è solo un consiglio… - alzò lo sguardo verso il piano superiore – Controlla che riposi come si deve di notte. Non fa bene ai malati non dormire.- la sua voce era pacata, quasi dolce, l’albino nemmeno gli rispose, sembrava realmente un consiglio da amico…ma parlando di Pitch Black la prudenza non è mai troppa.
L’uomo in seguito rivolse a Aster, che stava sullo stipite  della porta con le zampe incrociate, un sorrisetto appena accennato.
-A presto…coniglio.-
-Quando vuoi…acaro.-
E l’Uomo Nero sparì in una nuvola di sabbia nera.
-Mai una volta che usi l’entrata.- si lamentò Nord, salutando subito dopo Dentolina, con un bacio sulla guancia, che prese il volo verso il suo palazzo, ma non  prima di aver abbracciato Jack ed essersi raccomandata di salutare Alan da parte sua.
Sandy tintinnò allegro seguendo l’esempio del signore degl’Incubi.
-Ci vediamo Nord… rimettiti.- salutò il Guardiano della Pasqua.
-Hei canguro!-  la voce di Frost lo fece girare in tempo, per fargli prendere al volo una manciata di carote. – Te le dovevo. Avevi ragione. Ora non è matto…. È completamente Folle.- Sorrise il ragazzo, facendo un balzo e raggiungendo il piano adibito alle camere da letto.
Aster, alzò trionfante il cibo, sorridendogli.
-È Folle di te amico.- proclamò, aprendo una galleria per sparirci dentro.
*°**°**°*
Alan sudava, si agitava, gemeva e poi si svegliò di colpo.
Si guardò un paio di volte intorno, rendendosi conto che l’incubo era finito, che sopra di lui non c’era più Ian e che poteva tornare a respirare regolarmente ora; ma non ci riusciva.
Nella penombra sentì un rumore, che lo portò a creare un pugnale di fuoco puntandolo verso quella direzione, da dove apparve l’esile figura di Jack.
-Non ti avvicinare…- soffiò il rosso, puntandogli contro l’arma.
L’albino appoggiò il bastone contro una poltrona, alzando le braccia per far vedere che era disarmato, per poi parlare -Chiedi.-
Nord, da quale intenditore dell’animo e della psiche umana, lo aveva avvertito di una reazione simile perché spesso, quando si subisce un trauma, si ha difficoltà nell’accettare e/o riconoscere le persone.
Burn non tentennò e continuò a brandire il pugnale con mano ferma.
-Come…come abbiamo festeggiato il nostro primo anno insieme?-
La sua domanda era quella?
Di tutte le domande che Alan Burn potesse fare per autenticarsi che lì dinanzi avesse effettivamente il SUO Jack Frost, Lui aveva scelto uno dei ricordi più belli che avessero mai condiviso…
-Eravamo Burgess… mi diedi appuntamento lì per le undici e mezza, arrivasti in elegantissimo ritardo…eri tutto trafelato, ed ebbi persino il coraggio di dirmi di aver fatto tardi perché Sandy si era addormentato mentre ti aiutava a realizzare una cosa. Quella sera parlammo tanto, tu non mi toccasti però, ti tenevi a distanza da me, ma non sembravi diverso. Poi a mezzanotte, mi hai rubato il bastone e lo hai gettato via, prendendomi per mano. Il calore che emanavi era troppo intenso, per poco non mi facevi male, ma poi mi resi conto che stavamo fluttuando sul pelo dell’acqua senza la tua tavola o il mio bastone. Eheh, avevi passato tutto il pomeriggio a caricare i tuoi potere per riuscire a fare quel trucchetto, alla fine siamo tornati qui e sei crollato dal sonno sulle mie ginocchia.-
Alan ascoltò senza muoversi, l’arma sempre in mano, lo sguardo fisso su chi aveva dinanzi e poi scattò; scese dal letto fulmineo, gettando il coltello, che divenne fumo non appena la mano lo mollò.
Jack si ritrovò sul materasso, disteso sotto il peso del rosso che lo abbracciava, affondando il volto nel suo collo.
-Scusa… io..io. - Burn non riusciva a parlare, era dispiaciutissimo, come aveva fatto a non riconoscere subito il suo Fiorellino.
Come poteva aver avuto anche solo l’esitazione di non trovarsi al cospetto di colui che amava; quel profumo di sottobosco bagnato dalla candida neve, non era nemmeno lontanamente possibile scambiarlo con quello di Ian pesante e quasi acido.
No, il profumo del suo Jack era unico… e solo lui poteva donargli quella sensazione di Amore, solo nell’abbracciarlo.
-Tranquillo. Lo farei anche io se fossi stato al tuo posto.- gli accarezzò la fulva chioma, guardando il soffitto.
Alan si ritrasse, alzandosi sulle ginocchia e fissandolo shoccato.
-No… a te non capiterà mai. Non…non ho intenzione di farti…di farti provare una…un’angoscia del genere. Non lo sopporterei. T-tu per quanto mi riguarda… non ti meritavi neppure l’agonia della morte nel laghetto. – tremava e con sé il suo respiro.
Frost lo guardò basito, sorridendogli si alzò a sua volta, abbracciandolo forte.
-Grazie Al. – soffiò, baciandogli il collo, prendendogli il viso tra le mani e passando le labbra sulla fronte, sfiorandogli occhi e la punta del naso per poi posarla con una leggere pressione sulle labbra.
-Ti amo… e la mia eternità è tua.-
Sorrise, notando lo stupore nelle iridi eterocromatiche del suo ragazzo, sollevandosi dal letto per lasciarlo riposare, ma la mano del rosso fu veloce…troppo veloce.
-Mi ami davvero?- chiese, afferrandogli il polso.
La domanda prese in contro piede il Guardiano del Divertimento che si voltò verso di lui sorpreso.
-Certo. Che domande fai?- 
-Allora… potresti esaudire un mio desiderio?- gli occhi di Alan erano neutri, limpidi e chiari come quelli di un bambino a cui però mancava poco per perdere la speranza nei grandi.
-Ovvio. Chiedimi tutto c’ho che vuoi.- Jack si inchinò dinanzi all’amante, che stava seduto sul bordo del letto.
Il rosso deglutì, portandosi le mani sulle gambe; una muta richiesta per poterle congiungere a quelle di Frost.
-Fai l’amore con me… come se fosse la prima volta.-
A Jack saltò un battito del cuore.
Alan non era mai stato così… romantico, certe parole non gli erano mai uscite dalla bocca e ciò significava che gli avvenimenti legati a Ian lo avevano turbato.
L’ennesimo sorriso luminoso stravolse la vita di Alan, che non poté far altro che accennare un sorrido a fior di labbra.
L’albino non sapeva che dire, solo disse di sì con il capo, allungandosi verso le sottili labbra rosee di Alan, lambendole con timore; ad entrambi parve che quel bacio, rispecchiasse molto il primo che si scambiarono.
*°*°*°*
Il respiro di Jack era divenuto irregolare, la temperatura nella stanza era diventata così insopportabile da fargli levare la felpa in maniera spasmodica, tant’è che si impigliò nel tentativo di levarla.
-Che impiastro.- il respiro di Burn era rovente sul suo petto, ancor di più quando la sua voce raggiunse le orecchie del ragazzo, che lasciò sfuggire un sospiro nel sentire le labbra morbide del rosso sul suo petto, mentre le mani andavano ad aiutarlo nel levargli la felpa.
-Taci…- ripose una volta libero, corrucciando le labbra in un infantilissimo broncio.
Alan scoprì i denti in un sorriso, mentre le sue mani andavano ad accarezzare il busto dell’albino sotto di sé; il petto gracile e poco allenato, i fianchi esili dove si potevano sentire con precisione ogni attaccatura delle ossa, ogni singola fibra di ogni muscolo teso…
Lo  spirito del fuoco, ormai, conosceva a memoria quel corpo, adorava toccarlo e sentirlo tremare per la sorpresa quando passava il dito in mezzo al petto, Frost era molto sensibile in quel punto, oppure iniziare a ridere quando invece pizzicava leggermente i fianchi.
Adorava il modo in cui quel ragazzo rideva, sospirava, tremava, ansimava, deglutiva, lo baciava, lo abbracciava… lo amava. E senza di lui si sentiva vuoto.
Il Guardiano si alzò sui gomiti, arrivando a baciare nuovamente le labbra dell’amante, che si erano gonfiate a furia di incontrare le compagne.
Brun spinse, gentilmente, Jack verso il materasso nuovamente, per poi iniziare a scendere verso il basso baciandogli la mandibola, passando per il petto, lambendogli con estrema cura ogni pezzo di carne minimamente sensibile, facendo apparire su di esso dei segni violacei, passando in seguito a vezzeggiare i capezzoli dell’albino, mordendoli dolcemente, baciandoli e torturandoli con la lingua.
Quest’ultimo strinse i denti, ma la sensazione di quel corpo sopra il suo gli era mancata così tanto che non riuscì a resistere e ansimò d’approvazione.
La discesa di Alan non incontrò altri ostacoli, se non quella del fastidioso intimo che ancora racchiudeva il sesso già bellamente turgido del compagno, infilando le dita affusolato oltre la stoffa.
Frost ansimò per la sorpresa, tremando… quanto gli era mancato quel contatto.
Ma…
-Alan…- lo chiamò flebile, incontrando quasi subito lo sguardo limpido del rosso.
-Cosa c’è Jack?- chiese, tornando vicino al suo volto.
-P- prima di continuare ho bisogno che tu faccia una cosa per me. –
Burn si mise in ginocchio, sempre sovrastando il Guardiano, guardandolo tranquillo e impaziente di sapere di cosa si trattasse.
-Voltati.-
Lo spirito si irrigidì.
-Come?- domandò deglutendo a vuoto, nei suoi occhi era apparsa una scintilla di terrore.
-Tranquillo… non ti farò nulla. Sono io. –
Le mani fresche si posarono sul volto igneo , accarezzandolo dolcemente, passando poi sul collo rigido.
Alan ci mise un po’, ma poi si voltò, dando la schiena a Jack.
Il signore del gelo osservava la bende e trovando il lembo iniziale, le sciolse e furono subito lì; le cicatrici inferte da Ian erano dinanzi a lui, beffeggiandolo, mentre la fastidiosa voce del suo alterego gli vorticava nella testa.
“ Ho vinto… l’ho marchiato come mio… ho vinto…ho vinto…”  continuava così, una cantilena infantile fastidiosissima, fino all’infinito.
Ma quel clone mal riuscito non aveva vinto.
Magari le ferite sarebbero rimaste per sempre, ma non ci sarebbe stato lui al fianco di Alan per l’eternità.
Frost si avvicinò alle ferite, baciandole, leccandole, accarezzandole, strappando allo Spirito singulti e piccoli sospiri di godimento.
-Grazie Jack… mi… mi sentivo veramente… Sporco in quei punti.-
I due si guardarono, sorridendosi, mentre incatenavano le loro labbra in un bacio di pura possessione ricadendo sul giaciglio.
 
§*§*§*§*§
 
Quando Jack si svegliò, trovò il letto vuoto e freddo, la cosa lo dispiacque molto, certo alle volte la temperatura che Alan emanava era insopportabile, più di una volta si era ritrovato a dover cambiare stanza per poter sopravvivere, ma in quell’occasione non fu così.
L’albino si guardò intorno, scostando le coperte, facendo cadere qualcosa su cui vi era stato appoggiato in precedenza.
Era un fiore…un Amaranto per la precisione.
Il ragazzo sorrise, prendendolo da terra e recuperando il bigliettino allegato, era una scrittura insolitamente ben fatta… non se lo sarebbe mia aspettato.
 
Ti aspetto al laghetto per mezzanotte.
Devo parlarti.
 
Ti amo.
                                 A.


Frost sorrise portandosi il fiore al volto e annusandolo.
Guardò la sveglia sul comodino: 23.30
Se prendeva un corrente veloce, e faceva nevicare su tutto lo stato del Canada, forse arrivava all’appuntamento in tempo.
Spostò le coperte con vigore, scendendo dal letto e recuperando al volo i pantaloni senza trovare però la sua felpa, dove diavolo fosse finita non se lo ricordava e non aveva tempo nemmeno di pensarci, recuperò una camicia che era sulla poltrona, infilandosela e sfrecciando fuori da una finestra aperta, felice come non mai urlando alla lunga un grazie che riecheggiò per le lande di ghiaccio.
*°*°*°*
Alan era sulle sponde del lago.
I piedi immersi nell’acqua fino a metà polpaccio, gli occhi chiusi, le orecchie tese, il respiro quasi annullato dalla serenità che quel luogo gli conferiva.
La sua concentrazione era su tutto ciò che lo circondava, il vento dolce che accarezzava le foglie e le fronde degli alberi, il pigolio degli uccellini in attesa della madre che torni col cibo, il gufo che decide che è l’ora di svegliarsi…tutto sembrava fermo però, nonostante quei minimi rumori, quel silenzio era quasi…opprimente.
Mancava qualcosa, aprì gli occhi guardando il suo riflesso, aveva levato le garza, ma portava comunque la sua camicia gialla preferita, Dentolina si era raccomandata di non uscire a torso nudo per un bel po’, o almeno, finché le ferite non si fossero accuratamente richiuse.
Era quasi mezzanotte, e di Jack nemmeno una traccia, Burn pregò che il ragazzo si svegliasse in tempo, era stanco, ma parlare al laboratorio di Nort non gli piaceva, troppi occhi e orecchie, le notizie sarebbero state subito divulgate ancor prima di essere pronunciate con certezza e poi voleva che la cosa fosse speciale.
Prese la collanina di conigli e legno che aveva al collo e se la portò alle labbra, iniziando a mordicchiarla, affondando i canini ne pezzi si sughero che creavano quell’alternanza tra il marrone e il bianco.
-Nervoso per qualcosa?-
Alan scattò, muovendo l’acqua sotto di sé, facendole produrre quel suono sordo che solo ella sa fare.
Guardò Jack che se ne stava con le braccia conserte contro il tronco d’un albero, con le gambe accavallate.
-È da tanto che non te lo vedevo fare.-  sorrise.
-Lo faccio se ho un collana addosso.- ribatté, uscendo dal lago – Allora? Guarda che l’albero rimane su anche da solo, sai?-
L’albino si spinse la testa in avanti, quasi per darsi lo slancio per raggiungere l’amante.
-Non dovresti essere in giro. Eri conciato male.-
-Lo so. Ma… questa avventura… mi ha messo ansia. E ho deciso che prima lo facevo e meglio era.- spiegò enigmatico, tirando un sorriso, mentre le dita si attorcigliavano con la marea di braccialetti multicolor che portava ad entrambi i polsi.
-OH! Già! La…la tua felpa. Scusa. Nel prendere la camicia mi sono portato via anche la tua.-
Jack prese l’indumento, mettendosela sopra alla maglia.
-Per punizione mi tengo la tua. – disse deciso, proteggendosi il petto come per evitare che gliela portassero via.
-Ahahahha… come vuoi. Così quando la metterò di nuovo, saprà di te. – Sorrise seducente.
-SE… la riavrai.-
-Giusto…hem… dobbiamo parlare di quel “se”.- annunciò il rosso, grattandosi la nuca, la sua voce era particolarmente seria.
Jack si rabbuiò.
-Cosa vorresti insinuare?-
Alan sentì un brivido l’ungo la schiena, getto lo sguardo ai piedi del ragazzo, accorgendosi che stava iniziando a ghiacciare tutto il suolo.
-Ma… che diavolo stai facendo?-
Frost non rispose.
Gli occhi erano coperti dalla frangia irregolare, ma la temperatura stava drasticamente scendendo, in altre circostanze Alan non ne avrebbe risentito, ma non era ancora in forze, quindi il gelo lo assalì tutto d’un colpo.
-Jack! Piantala!-
Silenzio.
Alan non sopportava certe scenate senza senso, perciò si avvicinò al ragazzo e gli diede uno schiaffo, distraendolo dai suoi pensieri mentre gli portava via il bastone.
-Ma che ti è preso?- chiese l’estate gettando via l’oggetto, mentre il tempo tornava normale.
Burn si accorse che la mano con cui aveva leso l’amante era umida.
Stranito dalla cosa portò le dita sotto il mento dell’albino, alzandoglielo; le lacrime solcavano il pallido volto, mentre uno zigomo si faceva più scuro dell’altro per via del colpo subito.
-Hei? Che ti prende?-
Il ragazzo lo scacciò, allontanandosi per recuperare la sua arma, ma venne ripreso per il braccio dal rosso, che, strattonandolo lo portò sulla sua tavola da Surf, prendendo il volo.
-HEI! Parlami… ti prego. Che ti prende fiorellino?- chiese supplicando, prendendolo saldamente per le spalle.
-Lasciami! Se vuoi mollarmi dimmelo così la facciamo finita no? Che bisogno c’è di trattenermi?-
Il Guardiano sputò quelle parole insieme alle lacrime, ritrovandosi poi ad ascoltare la fragorosa risata del compagno che lo portò stretto al suo petto.
-Che diavolo vai dicendo…ahahahh… Mai, e dico MAI in vita mia potrei lasciarti. Tu sei MIO. Ok?… fiaccatelo nella tua testolina decolorata.- gli puntellò le dita sulla fronte, come per aiutarlo a memorizzarlo.
-E allora…perché hai detto che dovevamo parlare di quel “se”,con quel tono serio?-
-Non era serio…era… imba…razzato.- abbassò lo sguardo sentendo il volto in fiamme.
Alan era diventato tutto rosso per la vergogna.
-Innanzi tutto volevo ridarti questa…- un tintinnio soave riecheggiò, nello spiazzo, lo spirito aveva ricreato la cavigliera di Jack, perfettamente identica e dopo averlo aiutato a rimettersela, tornò a guardare l’amato.
-E ora il discorso serio. Però devi lasciarmi parlare ok? Se mi interrompi non la finiamo più…-
-Sono tutto orecchi.- si tranquillizzò Jack, mimando la zip sulle labbra e gettando via la chiave.
-Ok.- Alan sospirò – Ieri sera, quando ho avuto l’attacco di panico, ti ho chiesto di raccontarmi del nostro primo anniversario, ecco, tu alla fine hai detto che siamo tornati alla fabbrica di Nord e questo mi ha fatto riflettere…-
L’albino, corrucciò le sopracciglia scure, aprendo la bocca per dire qualcosa, ma il compagno gli chiuse la mascella zippandogli le labbra.
-Mutati, non ho finito. Alle volte, ti sono sempre venuto a raccatare  in Antartide nella tue giornate …mmmh… diciamo buie. Ma il fatto è che… né io né te abbiamo effettivamente un luogo a cui far  ritorno. Certo ovviamente tu bazzichi molto spesso da Nord e io da Dentolina, entrambi andiamo a dar fastidio a Aster quando ci capita…ma… non è la stessa cosa. Capisci cosa voglio dire?-
Frost, sempre tenendo la bocca chiusa, fece no con la testa, il suo sguardo sembrava ancora più confuso.
-Tsk… non aiuti.- lo rimproverò, mentre il compagno alzava le spalle. –Ok… carte in tavola.
Jack io… volglioandareavivereconte.- sputò tutto d’un colpo e a quel punto l’inverno non  riuscì a trattenersi.
-CHEEEEE?!??! Riavvolgi! Non c’ho capito nulla.-
Alan divenne rosso di botto.
-Oh santo Rha…dammi la forza.- respirò profondamente, per poi inchinarsi sul poco spazio che c’era sulla tavola da surf e prendendo la mano sinistra del compagno.
-Jack Frost… ti ho giurato di amarti e di donarti la mia eternità. Il mio desiderio più grande in questo momento è quello di poter… vivere con te. Ti prego, aiutami a scegliere un luogo per noi.
Niente più fabbriche, castelli o grotte di altri. Solo la NOSTRA fabbrica,  il NOSTRO castello, la NOSTRA grotta, la NOSTRA casa. –
Alan chiuse gli occhi, levando le mani dalle sue, portando alla luce un piccolo anello d’oro bianco con al centro un disegno di una fiammella nella quale spiccava un minuscolo brillantino rosso.
Il suo sguardo saettò rapido dal dito al volto del rosso, seguendo la traiettoria un paio di volte.
-Al…ma questa è una proposta di mat…-
-WAAAAH! MUTATI PORCO INVERNO!- lo spirito portò subito le sue mani sulla bocca dell’albino, ritrovandosi a deglutire ripetute volte.
-Diciamo che potrebbe essere uno step successivo per la nostra relazione… io ho solo chiesto. Quell’anello non è incollato al tuo dito. – si affretto a spiegare, camuffando l’imbarazzo con una nota di saccenza mal intonata. – Se la cosa non ti aggrada. O se è troppo affrettata, lo posso tenere da parte e…-
-Ma io lo voglio.-
Burn osservò Frost, il ragazzo si stava ancora guardano il dito, portandoselo al petto e donando un radioso sorriso al suo amato.
-Io… Voglio vivere con te. Lo voglio. Desidero rimanere al tuo fianco per sempre. Puoi esaudire questo mio desiderio?- domandò il Guardiano avvicinandosi all’altro.
Le loro mani si unirono e Jack notò che sulla mano di Alan era comparso un anello simile al suo, ma al posto della fiamma c’era un fiocco di neve con incastonato un diamantino azzurro.
-Tu hai appena esaudito il mio. Ora passerò la vita ad esaudire il tuo.-
Ed eccoli lì.
Abbracciati, in una lenta danza, nel luogo dove avevano festeggiato per la prima volta il loro amore.
Nel luogo dove la luna gli aveva benedetto la loro unione.
 
 
 
 
 
Ps moon:
Al: BB!?? Hei! Qualcuno ha visto il boss?
*tutti fanno no con la testa*
Ja: sarà in camera sua?
Pi: quella pazza ha una camera in sala registrazione?
No: ha insistito U_U
Tutti: BB!!!!! VIENI FUORIIII
*BB appare tutta impettita*
BB: slave colleghi….
Al: che ti sei fumata?
BB; nulla…
Ja: che Hai?
*BB non resiste più e si mette a piangere come una fontana*
BUWAAAAAAAAAAAAAA…era l’ultimo capitolo!!! IL MIO BAMBINO è cresciuto e si è sposato….. WAAAAAA…. Non lo posso sopportare!!!! *lacrime a dirotto*
Pi: è pazza
As: solo? Senti… saluta bene.
Ok… *tira su col naso* bene cari amici…questo era l’ultimo capitolo di “rivoglio la mia fredda felicità” spero che tutto sia stato di vostro gradimento, e spero in futuro di risentirvi.
Al: improbabile…
BB: chi lo dice? Io no…perché ho un regalino per voi.
*Tutti tremano*
Fate bene  cari miei, perché… non appena avrò terminato quest’ultima sessione di studi… ho intenzione di andare avanti con la storia…. SEQUIEL BOOM BABY!
Ehehehe…li ho ammutoliti…    
 A PRESTO GENTEEEEEE XD
Ps, ps: i disegni sono una gentile concessione di Syryu90.. che adoro con tutto il cuore <3 grazie per essermi stata vicina.
 http://fav.me/d718p45
  
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