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Autore: always_in_my_heart_    17/07/2014    3 recensioni
- Vorrei fare un abbonamento annuale – mi sorride appena.
Il suo bel faccino da ragazzo per bene mi disorienta, ma cerco di rimanere calma.
- È un Mc Donalds, non facciamo abbonamenti annuali. -
Sembra pensarci un po’ prima di sospirare.
- Si, lo so –
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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                                                    DO YOU WANNA PIZZA? 


Ieri è stata una giornata a dir poco orribile.
Come se non bastasse, Luke Mc-Chicken-dipendente entrerà da quella porta tra pochi minuti.
Quel ragazzo con quei capelli a spazzola non ha speranze con me.
Non mi interessano i ragazzini, perché è esattamente quello che è.
UN RAGAZZINO.
Non mi farò coinvolgere, questo mai.
Ho 21 anni portati con orgoglio e sono davvero felice (anche se tutte le volte che arrivo a lavoro la mia voglia di morire aumenta del 99,9%).
Sto servendo una ragazza con del thé al limone e patatine porzione large quando sento la porta sbattere e quel tizio dell’abbonamento annuale fare il suo ingresso.
È vestito come ieri, maglietta e jeans neri, tranne per un piccolo accessorio; ha indosso in testa un cappello di lana grigio che gli nasconde gran parte della spazzola che aveva.
Mi sto seriamente preoccupando per lui.
O questo ragazzo è pazzo, o ha veramente una malattia rara per comportarsi in questo modo.
- Sono venuto per la mia dose giornaliera di Mc Chicken – mi sorride, mostrandomi i suoi denti bianchi e perfetti.
Io sono sempre più convinta per la seconda opzione.
- Cosa te ne fai di un abbonamento annuale di Mc Chicken? Non sono né buoni né salutari – sto dicendo senza nemmeno pensare e subito me ne pento.
Dannazione, odio questo ragazzo e l’effetto che mi fa.
Odio tutto di lui, cappellino compreso.
Visto che ormai l’ho detto, alzo lo sguardo per vedere cos’ha da dire e lo trovo a guardarmi con l’angolo della bocca alzato – A me piacciono, è il mio cibo preferito qui dentro – a momenti mi sanguinano le orecchio per la schifezza che ha appena detto – e poi adesso che so chi ci lavora, penso verrò molto più spesso -
Mi lascio scappare una risatina – Molto divertente – ammicco mentre gli verso sul vassoio la porzione di patatine compresa nel menù – e con la tua band per sfigati, come la metti? -
Mi guarda sorpreso, forse non si aspettava che fossi riuscita a fare un collegamento con la band del momento.
Peggio per lui, io non sono così stupida.
Sembra ci stia pensando un momento poi mi sorride – Beh, chissà..forse potresti diventare il nostro fattorino personale se mi dessi il tuo numero -
- NO -
L’ho detto talmente veloce e talmente forte che i miei colleghi e i clienti si sono girati ad osservarci.
Anche Luke è sorpreso.
Dio, questo ragazzo lo ammazzo.
Ammazzo lui e i suoi cappelli invernali.
E i suoi Mc Chicken del cavolo.
E la sua band dal nome schifoso.
Ed il suo stupido abbonamento annuale.
Mi sta guardando, fissando oserei dire, mentre sono stata presa dalle troppe emozioni e stavo quasi per spappolare le sue patatine large.
- Ohm – sto borbottando qualcosa di incomprensibile – te le rifaccio, scusa -
Sto per girarmi e andare verso la zona patatine, quando la sua mano ghiacciata tocca la mia che al confronto è un falò in piena estate.
Sento le guance diventare rosse ma provo a non badarci e mi concentro soprattutto a guardarlo per cercare di capire cosa vuole – Stavo scherzando prima, non volevo mettermi sottopressione -
Se non toglie immediatamente la sua mano dalla mia, potrei impazzire.
Luke Hemmings, che razza di effetto mi stai facendo?
Non voglio scappare o nascondermi, così tossisco e inizio a sistemare cose a casaccio – Se vuoi che ti servo i tuoi schifosi Mc Chicken per tutto l’anno a me va bene, ma niente fattorino personalizzato! La tua band col nome strano nemmeno mi piace -
Lui arriccia la bocca e noto una cosa che prima mi era sfuggita; ha cambiato colore del piercing.
- Forse un giorno potresti venire ad un nostro concerto e così potrò dirti che ti sbagliavi di grosso su di noi -
Si, certo.
Sto sbuffando e giuro che se non toglie il suo vassoio pieno di schifoso Mc Chicken da sopra il bancone, lo ammazzo.
- Mmh, vedremo – alludo a qualcosa che so già non accadrà mai.
Perché no, non ho nessuna intenzione di andare a vedere una band di bambocci.
Però sembra aver funzionato, perché Luke porta via il suo vassoio con un sorriso stampato in faccia e si siede non poco lontano.
Mentre mangia mi fissa.
Dio, non di nuovo.
Cerco di concentrarmi sul mio lavoro come meglio posso ma quel ragazzino non mi lascia in pace.
Per mandarlo via devo chiamare la polizia o solo il WWF?
Forse lo abbatteranno per via della sua malattia rara.
Già, chissà che cos’ha che lo rende così ritardato.
Meglio non scoprirlo.
Quando finalmente sembra essersi stufato di guardare dalla mia parte, lascio un sospiro che la dice lunga sulla mia giornata di lavoro.
Sono stanca ed ho bisogno di una doccia rinfrescante.
Però, visto che sono al lavoro e il mio turno finisce tra un’ora, ne approfitto per andare di fuori a fumarmi una sigaretta.
Dico a Brad che mi assento solo qualche minuto e finalmente esco nell’uscita sul retro.
Diamine, è già pomeriggio inoltrato ed io sono qua dalla mattina presto.
Odio questo stupido lavoro.
Sto per dire altre cattiverie (nella mia mente, logico) sulla mia merdosa vita, quando sento la porta alle mie spalle aprirsi e chiudersi velocemente.
Luke è in piedi con le mani dentro le tasche che mi guarda.
Per essere un ragazzo stralunato e mezzo pazzo, è semplicemente bellissimo.
Ma, purtroppo, è solo un ragazzino.
- Megan – mi chiama piano ma il modo in cui pronuncia il mio nome mi fa impazzire.
Sono io adesso che, con la sigaretta nella mano, lo guardo aspettando il continuo della sua frase.
Sembra un cucciolo indifeso mentre cerca le parole da dire – Beh, ecco..volevo solo dirti che domani mattina non potrò venire a trovart..emm – tossisce – intendevo, che non potrò venire a mangiare il mio Mc Chicken perché avrò le prove con i ragazzi -
- Oh – dico soltanto.
Non so se esserne felice o triste.
Poi il suo viso si illumina e capisco che ha qualcos’altro da aggiungere – Ma non preoccuparti, verrò a prenderlo nel pomeriggio così mi potrai anche mostrare i tuoi disegni da Miss –Talento-Nascosto – e ride.
Merda.
Questo ragazzino pazzo da legare mi ha fregato.
Nella mia mente lo sto mandando a fanculo, lui, la sua malattia stramba e il suo abbonamento annuale del cavolo.
CHE POI, SIAMO IN UN MC DONALDS E NON LI FACCIAMO NEPPURE GLI ABBONAMENTI ANNUALI!
Si avvia verso la porta e, prima di uscire, si gira e mi lascia una linguaccia.
Butto a terra la sigaretta ancora intera e la calpesto violentemente immaginando di trovarci sotto la sua testa con quel cappello schifoso.
Luke Hemmings, giuro che ti ammazzo.

Sono finalmente arrivata a casa e la prima cosa che decido di fare è..niente.
Che bella sensazione il non fare niente.
Dovrei farmi una doccia, preparare il ferro per la piastra, andare a fare la spesa e quant’altro.
Ma la verità è che non ho voglia di fare nulla.
Da quando Stella ha preso la brillante idea di trasferirsi per conto suo, il mio appartamento è sempre vuoto e senza cibo.
Mi dirigo verso la mia camera e mi tolgo questa stupida uniforme che mi fa sentire brutta, grassa e più bassa di quanto non sia già.
Il massimo che farò oggi sarà andare al supermercato dietro l’angolo, quindi mi infilo una maglietta dove ci entro due volte e un paio di leggings.
Sorrido anche se sono da sola e nessuno mi può vedere.
Meglio così, penso, nessuno può vedermi o starmi attorno.
Mi piace stare sola a casa e, anzi, è anche uno dei motivi principali per cui sono andata ad abitare da sola, ma delle volte questa posto mi fa sentire davvero troppo piccola.
Decido di chiamare Stella, giusto per farmi un po’ di compagnia.
Il telefono squilla due volte – Pronto? -
- Pronto, signorina Harmon? Siamo la compagnia del telefono; qua ci risulta che lei non ha pagato una bolletta quindi..- faccio una pausa perché mi viene da ridere - ..ci deve 1200 dollari -
Dall’altra parte del telefono sento solo silenzio e questo mi fa ridere ancora di più – Megan, sei un’idiota. Non puoi fare uno scherzo e poi ridere! – la sento tirare un sospiro.
Sorrido di nuovo, sedendomi sul divano – Beh lo sai che non sono portata per questo genere di cose -
Lei ci pensa un po’ prima di parlare – Allora vedi di procurarti dei marshmallow e venire da me tra...- silenzio – 10 minuti? -
Sbuffo per farmi sentire – Oggi non posso, è già tardi e devo ancora passare al supermercato -
Non penso mi stia a sentire ma io tento lo stesso.
Sento casino dall’altra parte, prima di sentire la sua voce cristallina dire – Se vuoi possiamo optare per una pizza -
Come non detto.
Sto per controbattere quando sento il campanello squillare e il cane dei vicini abbaiare per me.
Giuro che quel cane non farà una bella fine se continua ancora.
Stella sta ancora parlando ma, per adesso, sono troppo interessata alla porta per capire cosa sta dicendo.
Guardo dallo spioncino.
Un tizio con un cappellino a visiera nero tiene il viso nascosto dietro  un cartone gigante con su scritto ‘PIZZA’.
Ma che..
- E allora questo ragazzo ieri in libreria mi si avvicina e incomincia ad attaccare bottone così alla cavolo ma era davvero adorabile così l’ho lasciato proseguire – sta parlando alla rinfusa e non riesco a capire una parola perché sono troppo concentrata ad aprire lentamente la porta.
- Aspetta, come hai detto? Sei andata in libreria? – mi fermo un attimo per riflettere.
La porta si apre e contemporaneamente Stella sbuffa dall’altro lato del telefono.
- Si, te l’ho già detto! – sembra irritata – e ti stavo anche dicendo che lui mi si mette a parlare e ho scoperto anche che ha una band e che si chiama.. -
Dannazione.
Non voglio credere a quello che sto vedendo.
- Vuoi della pizza, Megan? – si toglie il cappellino e tira giù il cartone di pizza dalla faccia.
Sbarro gli occhi e come autodifesa richiudo la porta violentemente e con un tonfo.
LUKE HEMMINGS E’ FUORI IL MIO APPARTAMENTO!
CON UN CARTONE DI PIZZA!
ED HO PURE FAME!

- O mio dio non è fantastico Meg? Cioè..se iniziassimo ad uscire insieme potrei diventare anche famosa – la sento fare un ghigno di piacere.
La verità è che non ho ascoltato nulla di quello che ha detto perché ero troppo concentrata con un cretino che alle sei del pomeriggio si presenta a casa mia.
- Mi stai ascoltando? – lo dice con voce irritata.
Luke sta bussando alla porta e con aria preoccupata mi sta domandando se è tutto ok.
Mi prende in giro e si diverte, a quanto pare.
Mi appoggio alla colonna dietro di me e sospiro, ricordandomi di avere Stella ancora appiccicata al telefono.
- Ehmm, senti ti richiamo più tardi che adesso devo uscire per andare al supermercato, ok? Ti chiamo questa sera così ne parliamo meglio – non le do nemmeno il tempo di rispondere che già chiudo la chiamata.
Mi avvicino alla porta e la apro con rabbia – SI PUO’ SAPERE CHI TI HA DETTO DOVE CAVOLO ABITO? -
Lui è ancora lì davanti che mi guarda innocente – Brad – risponde soltanto.
Sbuffo e decido mentalmente di ammazzare quel coglione del mio collega il giorno dopo.
Lo ingozzerò talmente tanto di Mc Chicken da farlo esplodere.
Rimaniamo alcuni secondi a guardarci, fino a quando Luke non borbotta qualcosa – Mm, ti dispiacerebbe farmi entrare? La pizza è leggermente bollente -
Esito un secondo ma poi lo faccio entrare, anche perché la sua mano è diventata rossa – Vieni -
Si guarda intorno mentre io mi precipito a prendere un po’ di ghiaccio dal freezer per la sua mano – La tua casa ti rispecchia molto, sai? – mi fissa e sorride – è bella quanto te -
Appoggio il ghiaccio sopra il tavolino della cucina e lo fisso anche io.
Non so se prendere questo..pensiero..come un complimento o una critica.
Il mio appartamento non ha nulla di speciale, è piccolo, tinteggiato di bianco e abbastanza spoglio visto che a casa ci sono poco per via del mio lavoro.
Però tento di accettare la sua gentilezza e sorrido.
Quando si avvicina inizio a sentire la stessa sensazione del giorno prima: il cuore inizia ad accelerare i battiti e le guance si tingono di rosa.
- Metti questo sulla mano  e scusa – borbotto svoltando lo sguardo da lui.
Lo sento rilassarsi e sorridere, prima di cedermi la sua mano.
Ha veramente una pelle liscia e bianca, molto curata per essere un cantante e soprattutto un maschio.
Rimaniamo in silenzio mentre gli passo il ghiaccio e non ho coraggio ad alzare lo sguardo per rivedere i suoi occhi azzurri che mi scrutano.
Ma so già che lo stanno facendo.
- Ti sei fatto dire da Brad dove abito e adesso sei qui, nel mio appartamento, con una pizza mega gigante – faccio il punto della situazione – perché? -
Alzo finalmente gli occhi e lo guardo.
Arrossisco ancora di più perché lui lo stava già facendo da prima.
- Oggi quando ci siamo salutati mi sei sembrata triste e forse è per via di quello che ho detto – si riferisce al mio non-talento, vero? – così volevo farmi perdonare. Poi ho pensato che ti avrebbe fatto piacere, visto che Brad mi ha detto che abiti da sola – e sorride.
È adorabile quando sorride.
- Dovrei passare al market dietro l’angolo per prendere delle bibite, vieni con me? -
Non so perché l’ho invitato ma sembrava veramente il minimo che potessi fare.
Lui è davvero gentile con me, anche se non mi conosce affatto.
Sorrido e lo vedo annuire.
Ho preso della cedrata, sperando che anche a Luke panino-annuale piaccia.
Una volta tornati ci siamo seduti sul divano ed abbiamo mangiato la pizza che aveva portato.
- È davvero la fine del mondo – dico senza pensarci.
Mi sorride, prendendo un altro pezzo dal cartone – Non ci crederai mai ma l’ha fatta Michael, il mio compagno -
Rimango in silenzio e lo ascolto mangiare.
Michael..il suo compagno?
Mi faccio piccola sul divano e lo fisso glaciale – Non sapevo fossi gay -
Lui si volta sorpreso poi prende la sua cedrata e inizia a bere – Non sono gay, Megan – pronuncia il mio nome con una punta di ironia che non mi sfugge.
O mio dio, questo povero ragazzo è gay e non lo vuole ammettere a se stesso.
Cosa posso fare?
Certo, guardandolo bene direi che è davvero sprecato per essere nell’altra sponda ma i gusti sono gusti.
Mi avvicino cauta e gli poso una mano sulla spalla – Non devi vergognarti con me, Luke. -
Non riesco a decifrare il suo sguardo.
Penso che tra poco scoppierà e difatti dopo nemmeno un secondo lo trovo a ridere piegandosi in due.
Certo, non era l’aspettativa che mi ero predisposta ma..
- Non sono gay, mi piacciono le tette. Sono attratto dalle ragazze e in questo momento se potessi baciarti non mi fermerei per nessuna ragione – fa un sorriso beffardo.
Arrossisco per quello che ha appena detto ma cerco di non darlo a notare.
- Michael è il mio compagno nella band – mi sorride, notando il mio stupore.
Ah.
Che figura di merda.
Fingo una risata isterica e gli do una pacca sul braccio – Lo sapevo, sciocco! Stavo scherzando -
Lui ci pensa un po’ e mi guarda stranito ma poi sorride e il mio cuore accelera ancora.
Non so esattamente perché lui sia qui, se quello che ha detto prima sia vero o meno, l’unica cosa che so è che mi piace.
Qualsiasi cosa sia, qualsiasi emozione io stia provando, anche se tutto può sembrare bizzarro e anche un po’ precipitoso.
Mi piace.
Anche se questo ragazzo è strano fino al midollo, a fine cena abbiamo deciso di guardarci un film.
Non ricordo che film era, parlava di cavalli rosa e fate ma non ho voluto indagare.
Il suo viso sembra rilassato e ogni volta che i miei occhi si posano su di lui, i suoi fanno lo stesso.
Mi appoggio al bracciolo del divano e lentamente mi addormento, la tv accesa e un Luke Hemmings leggermente adorabile vicino a me. 
  
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