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Autore: Leonis    25/07/2014    4 recensioni
Edward ha lasciato Bella in New Moon, ma lei non ha vissuto la vita umana che lui sperava di darle andandosene. Per lo meno non del tutto. Scoprite cosa le è capitato!
(Sono consapevole che esistono decine di fanfiction con questo plot, ma questa è un mio what if, che mi auguro avrete voglia di leggere.)
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buonasera :)
spero di non avervi fatto attendere troppo con questo aggiornamento! Devo dire che sono stata davvero lusingata dalle vostre recensioni, per cui vi ringrazio di cuore per i vostri incoraggiamenti. Sappiate che per me contano molto. 
In questi giorni ho riflettuto sulle caratteristiche dei personaggi che compariranno in questa storia, perché, come scoprirete a partire da questo capitolo, in questo progetto non compariranno solo i personaggi creati dalla Meyer, ma anche personaggi di mia invenzione, a cui mi sono permessa di associare volti di tutto rispetto.
Ho notato che quasi tutti avete fatto dei pronostici su chi potesse aver trasformato Bella in un vampiro, ma non mi sembra di aver detto che lo è diventata. Vi anticipo che non lo è, e mi spiace se questo deluderà le vostre aspettative. Mi sembrava un'idea troppo scontata e riciclata su cui costruire una storia.
Si tratta di qualcosa di diverso e molto più semplice, a mio avviso. Scoprirete di più col passare dei capitoli.
Vi auguro buona lettura, nel mentre io risponderò alle passate, bellissime recensioni e aspetterò speranzosa che vi facciate sentire. A presto!











-Jacob, perché mi hai trascinata via? Jacob quello era Edward Cullen! E’… dannazione, Jake, è mio padre! Tu più di tutti dovresti sapere quanto ho desiderato incontrarlo in questi ottant’anni! E ora che finalmente me lo ritrovo davanti tu che fai? Mi costringi ad allontanarmene. E’… insensato!- Ero irritata. Poche volte mi era capitato di esserlo con Jacob, che tra tutti era quello che meno me ne aveva dato motivo. Ma il suo comportamento nella radura… diamine, mi conosceva da decenni, da prima ancora che nascessi, come poteva non capire che conoscere quell’uomo era il mio desiderio più grande? Come poteva aver fatto sfumare un’occasione del genere?

-Renesmee, per favore. Lui non dovrebbe essere qui. Tua madre… io non mi aspettavo che tornasse qui. Pensavo che ormai questo paese fosse off limits per loro! -prese un respiro profondo- ma, a quanto pare, mi sbagliavo. E noi dobbiamo immediatamente andare a parlare con Bella.-
 
*****
 

Era una giornata stranamente assolata. Stranamente perché, in tutti i mesi che avevo trascorso a Forks, le giornate prive di pioggia potevo contarle sulle sole dita delle mie mani.

I ragazzi erano dispersi chissà dove, Renesmee era uscita a fare un giro con Jacob, Elizabeth era andata a fare shopping con la mamma-non la mia vera madre, sebbene fossero decenni ormai che consideravo Grace come tale-, e io, Leah e Chris ne avevamo approfittato per goderci qualche tiepido raggio in giardino. Jane era sdraiata in veranda, a pochi metri da noi, con le cuffie ben salde sulle orecchie.

Christina ci stava raccontando i particolari della sua ultima cena romantica con Seth, ma via via che ascoltava, Leah sembrava sempre più disgustata.

-Per piacere, potresti evitare i dettagli? Potrebbe venirmi il diabete oltre ai conati che già fatico a reprimere. L’ho sempre detto che mio fratello non mi somiglia per nulla.- era effettivamente colpita da tutta quella dolcezza e la sua vena ironica aveva preso il sopravvento. Dopotutto, punzecchiare il suo fratellino era il suo sport preferito.

-Suvvia Leah, non fare l’acida, sono ancora ragazzi, se la possono permettere qualche smanceria…- mormorai divertita io, che, con due figlie a carico, non potevo più reputarmi tale.

-Con che coraggio mi dici queste cose? Sbaglio o in questi ultimi mesi Alex è diventato più dolce ed espansivo nei tuoi confronti?-

Arrossii come mio solito, ma mi rifiutai di pronunciarmi. Non mi piaceva diffondere dettagli sulla mia vita privata. E comunque, con Alex non c’era altro che un profondo affetto fraterno. Eravamo legati indissolubilmente, gli volevo bene come ad una parte di me stessa, ma non c’era nulla di più. Solo che quando lo affermavamo, nessuno ci prendeva sul serio. Erano tutti convinti che prima o poi saremmo capitolati, ed allora avrebbero potuto liberamente infierire. Non capivano che ci reputavamo l’un l’altro come fratelli, gemelli tutt’al più dato che condividevamo anche la data di nascita.

Il filo dei miei pensieri venne improvvisamente interrotto da Jacob e Nessie, che erano appena tornati in tutta fretta.

Mi ridestai di colpo: -State bene? Cos’è successo?- scandagliai mia figlia per assicurarmi che non avesse ferite di alcun genere, ma sembrava star bene. Non che avessi mai avuto modo di dubitarne. Affidarla a Jacob era forse una delle cose migliori che avessi mai fatto in vita mia.

Jacob mi fissò per un lungo momento, poi parlò: -Bella, dobbiamo parlare. E’ tornato.-

 
*****

 
Ero rimasta interdetta per un lungo momento, finché la voce di Jane non mi aveva risvegliato. Un ‘no’ secco e incredulo era salito dalla sua gola, mentre scattava in piedi, quasi senza rendersene conto. Una caratteristica vampira, quella di non dosare i movimenti, di agire istintivamente. Teneva i pugni stretti lungo i fianchi, lo sguardo vuoto puntato nella direzione mia e di Renesmee. Le cuffie sbalzate via dalla velocità del movimento, giacevano inerti sul pavimento liscio della veranda.

Jane era quella che maggiormente aveva sofferto, soprattutto nei suoi primi anni, per l’assenza di una figura paterna. Renesmee aveva Jacob, che era stato per lei qualsiasi cosa di cui avesse avuto bisogno nelle varie fasi della sua vita. Un padre, un compagno di giochi, un amico fedele e infine un fidanzato protettivo.
A Nessie non era mai mancato niente. Non che Jake non avesse riservato attenzioni a Jane o a me, ma Renesmee era sempre stata la sua priorità, in quanto oggetto del suo imprinting dal momento in cui i loro occhi si erano incrociati, pochi istanti dopo la nascita delle gemelle.

-No. Non può essere tornato. Non può essere. Non voglio che stia qui.- Jane mormorava frasi sconnesse, sconvolta dalla rivelazione che Jake ci aveva fatto. Mi fiondai ad abbracciarla e lei si abbandonò alle mie braccia.
Erano poche le situazioni in cui si era concessa di farsi vedere così indifesa. Ma, chiaramente, in quel momento il suo pensiero preminente non era quello di far notare le proprie debolezze.

Per lunghi anni aveva desiderato che lui tornasse, che sapesse, che fosse per lei e Renesmee il padre che avevano sempre desiderato avere al loro fianco. Poi, lentamente, ma in maniera del tutto inaspettata, erano subentrati l’odio e l’insofferenza.
Da quel momento, per lei, com’era stato a lungo anche per me, il suo nome era diventato tabù. Questo aveva portato a frequenti litigi con la sua gemella che mai, nemmeno per un minuto, aveva messo da parte il suo desiderio di incontrarlo e conoscerlo. Mai, nemmeno per un minuto, Renesmee aveva dubitato del fatto che un giorno suo padre sarebbe tornato, sarebbe venuto a conoscenza della loro esistenza e, forti della nostra immortalità, avremmo formato tutti e quattro la famiglia che per ottant’anni aveva desiderato.
Non me l’ero mai sentita di calpestare quel sogno, dicendole che mai lui avrebbe sprecato la propria eternità accanto a una semplice umana, che seppure immortale, restava comunque un’insignificante umana agli occhi di uno della sua specie. D’altra parte, nel profondo del mio cuore, era un sogno che condividevo anch’io. Ma era seppellito sotto strati di dolore assopito e sempre presente. E cicatrici che il tempo non aveva ancora guarito.
 

 
*****
 

La sola idea di poterlo incontrare mi repelleva.
Questa essenzialmente era la cosa che mi differenziava da mia sorella.
Lei, ogni giorno, curava il proprio aspetto fin nei minimi dettagli, perché “ogni giorno poteva essere quello in cui lui sarebbe tornato”, e aveva tutta l’intenzione di fargli una buona impressione. Io invece avevo smesso da tempo di desiderare che tornasse. Avevo smesso perché, nonostante tutte le attenuanti che la mamma gli aveva concesso, lui non aveva minimamente messo in conto le conseguenze del suo abbandono.
Non c’era stato nelle settimane di depressione della mamma, né nei mesi di gravidanza o in quelli in cui aveva dovuto scomparire, allontanarsi dalla sua famiglia e dai suoi amici, per tirarci su libere dal pettegolezzo.

Mai una volta la mamma aveva messo se stessa prima di noi figlie. Ci aveva dato tutto. E lui? Dov’era stato lui in tutto questo?

Nessie sognava il padre perfetto. Io avevo smesso di sognarlo quando avevo capito che Edward Cullen non lo sarebbe mai stato.










 
Personalmente, sono molto soddisfatta da questo capitolo, mi auguro che vi piaccia almeno un po' di quanto piace a me :)
  
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