Capitolo uno.
Mi
precipito nella sala riunioni di mio padre e mi sbatto la porta alle
spalle. “Cosa diamine significa che avrò un'altra
guardia del
corpo? Non la voglio!”
Dieci uomini, compreso mio padre, alzano
lo sguardo dai loro fogli e mi guardano incuriositi. “Andrea,
ti
dispiace uscire? Stiamo discutendo una cosa molto
importante.” Dice
tranquillamente mio papà, tornando a parlare ai suoi
colleghi. “Come
abbiamo già deciso-”
“Non voglio un'altra guardia del corpo!
Ne ho quattro, bastano e avanzano! Lo capirei se uscissi dalla mia
stanza ma sto sempre su Tumblr, cosa vuoi che mi succeda?”
Continio, ignorando le occhiate severe degli uomini.
“Dateci un
momento.” Mio padre si alza e mi prende per un braccio,
tirandomi
fuori dalla sala. “Andrea, è davvero
irrispettoso.”
“Sei tu
il Presidente, sono sicura che aspetteranno. Non voglio una guardia
del corpo, non mi serve e sarebbe uno spreco di soldi. Siamo in
crisi, no? Non spendere soldi inutili.”
“I soldi spesi per la
tua sicurezza non sono inutili, Andrea. Sei mia figlia, voglio essere
tranquillo mentre io e tua madre siamo fuori dal Paese.”
Ribatte
lui, incrociando le braccia.
“Starete fuori dal Paese per due
settimane! Non per due mesi, papà. Starò
benissimo anche senza
ulteriori guardie, sai?” Faccio il broncio come una bambina
piccola
che non ottiene quello che vuole.
“No. Questa discussione non ha
senso, avrai un'altra guardia del corpo che ti piaccia o no.”
Conferma prima di riaprire la porta della sala riunioni.
“Mi
butterò giù dalla finestra!” Strillo.
Sospira e la richiude,
voltandosi verso di me. “Addirittura? Sei davvero
così infelice da
buttarti fuori dalla finestra?”
“Sarei più felice senza
quattro omoni in giacca e cravatta che mi seguono perfino in bagno!
Ti rendi conto che per controllare che il cibo non sia avvelenato, mi
hanno mangiato tutto il panino a pranzo? Morirò prima di
fame con
loro che per un attacco di un qualsiasi maniaco!”
“Come siamo
tragiche, Andrea. Avrai un'altra guardia del corpo, come ho
già
detto. Ti piacerà anche, ha 22 anni ed è... Come
dite voi
ragazze?”
“Figo?”
Fa una smorfia di disapprovazione.
“Non volevo saperlo. Comunque, sì. Ed è
dietro di te in questo
momento.”
Mi volto all'istante e vedo un ragazzo biondo, alto,
in jeans, maglietta bianca e giacca di pelle attraversare il
corridoio con due guardie dietro di lui.
Porca miseria. “Sai,
papà...” Dico, girandomi verso di lui ancora,
vedendolo
ridacchiare. “Forse non è una cattiva
idea.”
“Lo sapevo.
Justin, è un piacere vederti. Come è stato il
viaggio?” Dice
prima di stringere la mano del ragazzo.
“Lungo. Vorrei solo
farmi una doccia e sistemarmi.” Risponde questo prima di
spostare
lo sguardo su di me, esaminandomi dalla testa ai piedi. “Tu
sei
Andrea?”
“Sì, ma posso essere chiunque tu
voglia.” Gli
faccio l'occhiolino e lui ride, mentre mio padre mi da una leggera
sberla sul braccio.
“Comportarti bene, Andrea. Devo tornare in
riunione, perciò mostragli la sua stanza.” Mi dice
papà.
“Non
so neanche qual è. Comunque può dormire con me, a
me non dispiace.
Ho un armadio grande, basterà per le sue cose. Il letto
è grande,
pure.” Alzo lo sguardo su mio padre e lui mi lancia
un'occhiata di
avvertimento.
“Ha la camera accanto alla tua. Forza, muovi il
culo e vedi di farlo sentire a suo agio.” Apro la bocca per
parlare
ma mi interrompe. “E non in quel senso! Grazie di essere
venuto con
così poco preavviso, Justin. Sono sicuro che ti troverai
bene qui.”
Dice mio padre prima di entrare nella sala riunioni e chiudersi la
porta alle spalle.
Guardo Justin e lui guarda me. “Allora...”
Inizia.
“Allora...” Continuo.
Sorride. “La stanza,
Andrea.”
“Oh, giusto. La stanza. Allora, hai 22 anni? Non sei
troppo giovane per rischiare la tua vita per me? Non che non mi
faccia piacere, sai? Ero così emozionata all'idea di avere
un'altra
guardia del corpo.” Dico mentre mi incammino per il corridoio
con
lui al seguito.
“Sì, ho sentito.” Ridacchia piano e
afferra
le sue due valigie quando raggiungiamo il salone.
“Sì, beh,
quello è irrelevante. Sai, sono nella fase ribelle della mia
adolescenza.” Faccio spallucce e qualche minuto dopo
raggiungiamo
il terzo piano. “Allora, la tua stanza è questa
qui. Almeno spero.
Puoi sistemarti, fare quello che ti pare. Tanto non esco mai da qui
senza scorta, sono sicura che ci sentirai. La sveglia suona alle 9 di
mattina, il pranzo è a mezzogiorno in punto e la cena
è alle 8. Non
ti consiglio di fare tardi, mia madre è pignola su questo.
Comunque,
divertiti. Io sono qua accanto.” Gli indico la porta della
mia
camera prima di entrarci e chiudermi dentro.
Porca miseria! Porca
miseria. Vorrei tenermelo per sempre, non solo per due settimane.
Faccio un respiro profondo e mi getto sul letto, afferrando il
telefono e componendo il numero di Stacy, la mia migliore
amica.
“Ehi, ti hanno di nuovo segregata nella tua
camera?”
Ride appena risponde.
“No! Ascolta, non ci crederai mai. Devi
venire qui adesso.” Sparo mentre mi alzo e esco sul balcone,
allungandomi per sbirciare nella stanza di Justin. Dannate
tende.
“Adesso? Non posso, sto facendo la manicure-”
“Stacy.
Ragazzo. 22 anni. Biondo. Nuova guardia del corpo. Figo. Alto.
Assomiglia un po' a James Dean-”
“Sto arrivando.” Riaggancia
e io ridacchio, lanciando il telefono sul letto e aprendo le ante
dell'armadio. Allora, cosa potrei mettermi per pranzo? Voglio essere
carina.
Mezz'ora dopo Stacy piomba nella mia stanza con il
fiatone. “Dov'è? Dov'è?” Si
guarda intorno.
“Ovviamente
non nella mia camera. Dai, vieni. Però non urlare. Ho
già fatto la
mia dose di figure di merda con lui.” Sussurro mentre la
spingo
fuori dalla mia stanza e verso quella di Justin. “Cosa gli
dico?”
“E che ne so, Andrea. É la tua guardia del corpo.
Inventati qualcosa.” Fa spallucce e io mi lecco le labbra.
“Okay,
gli dirò che c'è un ragno. Tu tienimi il
gioco.” Annuisce e io
busso alla porta di Justin, aspettando che apri.
Me lo ritrovo
davanti senza maglietta con i boxer che spuntano da sotto i jeans.
Stacy a momento sviene. “Dimmi.”
Lo fisso per un po' e alzo lo
sguardo solo per incontrare quello divertito di lui.
“C'è un
pettorale sul mio soffitto.”
“Un ragno!” Mi suggerisce
Stacy.
“Un ragno! Un ragno sul mio soffitto. Potrebbe...”
Lo
guardo di nuovo. “Attaccarmi.”
“Non sia mai che un ragno ti
attacchi, Andrea. Dov'è?” Chiede prima di seguirci
nella mia
stanza.
Stacy mi
fa l'occhiolino e si siede nella poltrona, incrociando le gambe e
ammirando il sedere di Justin. “Niente male.” Mi
sussurra
poi.
Faccio spallucce. “Eccol- Oh, mannaggia. Penso che sia
andato via. Beh, meglio così. Non vorrei mai che attaccasse
anche
te, Justin. Penso sia tutto. Grazie.”
“Figurati. La prossima
volta inventati una scusa migliore per mostrarmi alla tua
amica.”
Lancia una rapida occhiata a Stacy. “Divertitevi.”
Dice prima di
uscire e chiudere la porta.
“Davvero niente male!” Riconferma
Stacy e io rido.
Non solo
è sexy, ma mangia anche in modo sexy. Ho dimenticato come si
fa a
infilare la forchetta in bocca ma qualcos'altro me lo infilerei di
sicuro.
“Allora, Justin. Da dove vieni?” Chiede mia madre
mentre si taglia un'altra fetta di pane.
“Canada.” Risponde
lui tranquillamente. Beato lui che è tranquillo.
“Canada? Ci
sono stata per un paio d'anni quando studiavo
all'università. Da che
zona?”
“Stratford. É vicino a Toronto, giù in
basso.”
Informa Justin prima di mettersi in bocca un altro pezzo di
pollo.
“Sono stato a Toronto molte volte. É davvero una
bella
città. Andrea ha sempre detto di volerci andare.”
Si intromette
mio padre e mi lancia un'occhiata. “Non ti piace il pollo,
Andrea?”
“Sì. Mi piace. Non ho molta fame.”
Faccio
spallucce e continuo a fare casino con i vari pezzettini sparsi sul
piatto.
“Gradisci qualcos'altro?” Chiede, e io scuoto la
testa. “Allora mangia quello. E non andare da Maria a
chiederle un
panino alle 3 di mattina, chiaro?” Annuisco e lui torna a
mangiare.
“Non abbiamo mai avuto una guardia del corpo così
giovane. Di solito scegliamo gente che abbia almeno 30 anni, ma
questa volta Andrea rimarrà qui da sola e penso che un
ragazzo della
sua età faccia più compagnia.” Continua
mia mamma.
“Mamma,
ho 16 anni. Lui ne ha 22. Non penso che si possa considerare della
mia età.” Borbotto piano, infilando un pezzo di
pollo in bocca.
Justin
mastica lentamente e in silenzio, ascoltando attentamente i vari
battibecchi tra i miei genitori.
“Bene. Ho finito.” Annuncio.
“Posso alzarmi da tavola?”
“Certo. Anche Justin ha finito,
perché non gli fai vedere in giro? Potrà
ambientarsi meglio in
casa. Fagli vedere il cinema.” Dice mio padre.
“Abbiamo un cinema
privato tutto per noi e i film appena usciti che non sono ancora in
programmazione. Ti piacerà.”
“Come vuole.” Justin si
stringe nelle spalle e si alza da tavola. “Fammi
strada.”
Vuole
solo guardarmi il culo! Poso la forchetta e mi alzo, uscendo dalla
sala da pranzo con lui dietro. “Allora... Che tipi di film
guardi?”
“Tutti i tipi. Azione, più che altro.”
Risponde,
camminando al mio fianco con le mani in tasca.
“Se avessi detto
horror avremmo più argomenti di cui parlare.” Dico
infine,
facendolo ridere.
“Qual è il tuo preferito?”
“Di
che?”
“Di horror.”
“Ah. Mi piacciono 1408,
Shining è
carino,
Psycho, The Orphanage. I
tuoi?”
Fa spallucce. “Un
po' di tutto. Non ho un preferito per ora. Shining
è
noioso.”
“Davvero? Anche io! Mi hanno detto tutti che è il
miglior film horror di sempre ma non ci ho capito niente. Poi l'ho
riguardato un'altra trentina di volte e ci sono arrivata.”
“Sei
arrivata a cosa?” Mi guarda incuriosito.
“Che fa schifo sul
serio.” Ride. “Siamo arrivati.”
“Prima le donne.” Mi fa
cenno di entrare e io apro la porta. Mi vuole guardare il culo di
nuovo! “Com'è vivere alla Casa Bianca?”
“Lo vedrai da te.
Noioso, oppressivo, soffocante. Per non parlare della sveglia alle 9
di mattina e degli orari fissati per ogni pasto. O delle guardie che
camminano da una parte all'altra ogni momento.” Sospiro e
accendo
la luce nella sala. “Ma ci sono abituata, ormai.”
“Non
riuscirei a vivere in una casa piena di gente a ogni ora del giorno e
della notte.” Dice lui.
“Allora come mai sei qui?” Gli
lancio un'occhiata stranita prima di sedermi su una poltrona di pelle
e sprofondarci dentro.
Justin mi imita. “Perchè non sapevo che
altro fare.”
“Beh, mi sembra che la scelta più stupida l'hai
fatta.”
Ride. “Per ora non è così male. A parte
i ragni.”
Sghignazza sottovoce e gli do un colpo al braccio.
“Non era una
scusa per farti conoscere Stacy. C'era davvero un ragno in camera
mia.”
“Ah, sì? E dove è andato nei trenta
secondi durante i
quali mi fissavi?” Mi guarda di nuovo.
Alzo gli occhi al cielo.
“Non ti stavo fissando. É solo che hai molti
tatuaggi per uno di
22 anni. Non ci sono abituata.”
“Non sei abituata ai tatuaggi
o ad avere un ragazzo senza maglietta davanti a te?”
“Entrambi.”
Mugugno e lo sento ridacchiare di nuovo.
Chicas,
chicas.
Nuova storia.
Di nuovo.
Non c'è molto da dire sul
primo capitolo,
penso di
aver spiegato praticamente tutto.
Lei è la figlia del presidente
degli Stati Uniti,
lui è
la sua nuova guardia del corpo,
estremamente
dkuhsifdh.
Per ora è tutto.
Fatemi sapere se vi piace. :)
Sciao,
bellesse.