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Autore: TrustInBieber    02/08/2014    9 recensioni
“Ho una spalla slogata, porca puttana.” Dice Justin prontamente appena usciamo dalla parruccheria e ci incamminiamo verso il SUV che ci aspetta.
“Prenditi una ragazza e smetti di usare la tua mano.” Ribatto e la sua mano mi spinge contro il muro.
Non dovrebbe essere la guardia del corpo che impedisce che mi ferisca?
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo uno.


Mi precipito nella sala riunioni di mio padre e mi sbatto la porta alle spalle. “Cosa diamine significa che avrò un'altra guardia del corpo? Non la voglio!”
Dieci uomini, compreso mio padre, alzano lo sguardo dai loro fogli e mi guardano incuriositi. “Andrea, ti dispiace uscire? Stiamo discutendo una cosa molto importante.” Dice tranquillamente mio papà, tornando a parlare ai suoi colleghi. “Come abbiamo già deciso-”
“Non voglio un'altra guardia del corpo! Ne ho quattro, bastano e avanzano! Lo capirei se uscissi dalla mia stanza ma sto sempre su Tumblr, cosa vuoi che mi succeda?” Continio, ignorando le occhiate severe degli uomini.
“Dateci un momento.” Mio padre si alza e mi prende per un braccio, tirandomi fuori dalla sala. “Andrea, è davvero irrispettoso.”
“Sei tu il Presidente, sono sicura che aspetteranno. Non voglio una guardia del corpo, non mi serve e sarebbe uno spreco di soldi. Siamo in crisi, no? Non spendere soldi inutili.”
“I soldi spesi per la tua sicurezza non sono inutili, Andrea. Sei mia figlia, voglio essere tranquillo mentre io e tua madre siamo fuori dal Paese.” Ribatte lui, incrociando le braccia.
“Starete fuori dal Paese per due settimane! Non per due mesi, papà. Starò benissimo anche senza ulteriori guardie, sai?” Faccio il broncio come una bambina piccola che non ottiene quello che vuole.
“No. Questa discussione non ha senso, avrai un'altra guardia del corpo che ti piaccia o no.” Conferma prima di riaprire la porta della sala riunioni.
“Mi butterò giù dalla finestra!” Strillo.
Sospira e la richiude, voltandosi verso di me. “Addirittura? Sei davvero così infelice da buttarti fuori dalla finestra?”
“Sarei più felice senza quattro omoni in giacca e cravatta che mi seguono perfino in bagno! Ti rendi conto che per controllare che il cibo non sia avvelenato, mi hanno mangiato tutto il panino a pranzo? Morirò prima di fame con loro che per un attacco di un qualsiasi maniaco!”
“Come siamo tragiche, Andrea. Avrai un'altra guardia del corpo, come ho già detto. Ti piacerà anche, ha 22 anni ed è... Come dite voi ragazze?”
“Figo?”
Fa una smorfia di disapprovazione. “Non volevo saperlo. Comunque, sì. Ed è dietro di te in questo momento.”
Mi volto all'istante e vedo un ragazzo biondo, alto, in jeans, maglietta bianca e giacca di pelle attraversare il corridoio con due guardie dietro di lui.
Porca miseria. “Sai, papà...” Dico, girandomi verso di lui ancora, vedendolo ridacchiare. “Forse non è una cattiva idea.”
“Lo sapevo. Justin, è un piacere vederti. Come è stato il viaggio?” Dice prima di stringere la mano del ragazzo.
“Lungo. Vorrei solo farmi una doccia e sistemarmi.” Risponde questo prima di spostare lo sguardo su di me, esaminandomi dalla testa ai piedi. “Tu sei Andrea?”
“Sì, ma posso essere chiunque tu voglia.” Gli faccio l'occhiolino e lui ride, mentre mio padre mi da una leggera sberla sul braccio.
“Comportarti bene, Andrea. Devo tornare in riunione, perciò mostragli la sua stanza.” Mi dice papà.
“Non so neanche qual è. Comunque può dormire con me, a me non dispiace. Ho un armadio grande, basterà per le sue cose. Il letto è grande, pure.” Alzo lo sguardo su mio padre e lui mi lancia un'occhiata di avvertimento.
“Ha la camera accanto alla tua. Forza, muovi il culo e vedi di farlo sentire a suo agio.” Apro la bocca per parlare ma mi interrompe. “E non in quel senso! Grazie di essere venuto con così poco preavviso, Justin. Sono sicuro che ti troverai bene qui.” Dice mio padre prima di entrare nella sala riunioni e chiudersi la porta alle spalle.
Guardo Justin e lui guarda me. “Allora...” Inizia.
“Allora...” Continuo.
Sorride. “La stanza, Andrea.”
“Oh, giusto. La stanza. Allora, hai 22 anni? Non sei troppo giovane per rischiare la tua vita per me? Non che non mi faccia piacere, sai? Ero così emozionata all'idea di avere un'altra guardia del corpo.” Dico mentre mi incammino per il corridoio con lui al seguito.
“Sì, ho sentito.” Ridacchia piano e afferra le sue due valigie quando raggiungiamo il salone.
“Sì, beh, quello è irrelevante. Sai, sono nella fase ribelle della mia adolescenza.” Faccio spallucce e qualche minuto dopo raggiungiamo il terzo piano. “Allora, la tua stanza è questa qui. Almeno spero. Puoi sistemarti, fare quello che ti pare. Tanto non esco mai da qui senza scorta, sono sicura che ci sentirai. La sveglia suona alle 9 di mattina, il pranzo è a mezzogiorno in punto e la cena è alle 8. Non ti consiglio di fare tardi, mia madre è pignola su questo. Comunque, divertiti. Io sono qua accanto.” Gli indico la porta della mia camera prima di entrarci e chiudermi dentro.
Porca miseria! Porca miseria. Vorrei tenermelo per sempre, non solo per due settimane. Faccio un respiro profondo e mi getto sul letto, afferrando il telefono e componendo il numero di Stacy, la mia migliore amica.
“Ehi, ti hanno di nuovo segregata nella tua camera?” Ride appena risponde.
“No! Ascolta, non ci crederai mai. Devi venire qui adesso.” Sparo mentre mi alzo e esco sul balcone, allungandomi per sbirciare nella stanza di Justin. Dannate tende.
“Adesso? Non posso, sto facendo la manicure-”
“Stacy. Ragazzo. 22 anni. Biondo. Nuova guardia del corpo. Figo. Alto. Assomiglia un po' a James Dean-”
“Sto arrivando.” Riaggancia e io ridacchio, lanciando il telefono sul letto e aprendo le ante dell'armadio. Allora, cosa potrei mettermi per pranzo? Voglio essere carina.
Mezz'ora dopo Stacy piomba nella mia stanza con il fiatone. “Dov'è? Dov'è?” Si guarda intorno.
“Ovviamente non nella mia camera. Dai, vieni. Però non urlare. Ho già fatto la mia dose di figure di merda con lui.” Sussurro mentre la spingo fuori dalla mia stanza e verso quella di Justin. “Cosa gli dico?”
“E che ne so, Andrea. É la tua guardia del corpo. Inventati qualcosa.” Fa spallucce e io mi lecco le labbra.
“Okay, gli dirò che c'è un ragno. Tu tienimi il gioco.” Annuisce e io busso alla porta di Justin, aspettando che apri.
Me lo ritrovo davanti senza maglietta con i boxer che spuntano da sotto i jeans. Stacy a momento sviene. “Dimmi.”
Lo fisso per un po' e alzo lo sguardo solo per incontrare quello divertito di lui. “C'è un pettorale sul mio soffitto.”
“Un ragno!” Mi suggerisce Stacy.
“Un ragno! Un ragno sul mio soffitto. Potrebbe...” Lo guardo di nuovo. “Attaccarmi.”
“Non sia mai che un ragno ti attacchi, Andrea. Dov'è?” Chiede prima di seguirci nella mia stanza.
Stacy mi fa l'occhiolino e si siede nella poltrona, incrociando le gambe e ammirando il sedere di Justin. “Niente male.” Mi sussurra poi.
Faccio spallucce. “Eccol- Oh, mannaggia. Penso che sia andato via. Beh, meglio così. Non vorrei mai che attaccasse anche te, Justin. Penso sia tutto. Grazie.”
“Figurati. La prossima volta inventati una scusa migliore per mostrarmi alla tua amica.” Lancia una rapida occhiata a Stacy. “Divertitevi.” Dice prima di uscire e chiudere la porta.
“Davvero niente male!” Riconferma Stacy e io rido.


Non solo è sexy, ma mangia anche in modo sexy. Ho dimenticato come si fa a infilare la forchetta in bocca ma qualcos'altro me lo infilerei di sicuro.
“Allora, Justin. Da dove vieni?” Chiede mia madre mentre si taglia un'altra fetta di pane.
“Canada.” Risponde lui tranquillamente. Beato lui che è tranquillo.
“Canada? Ci sono stata per un paio d'anni quando studiavo all'università. Da che zona?”
“Stratford. É vicino a Toronto, giù in basso.” Informa Justin prima di mettersi in bocca un altro pezzo di pollo.
“Sono stato a Toronto molte volte. É davvero una bella città. Andrea ha sempre detto di volerci andare.” Si intromette mio padre e mi lancia un'occhiata. “Non ti piace il pollo, Andrea?”
“Sì. Mi piace. Non ho molta fame.” Faccio spallucce e continuo a fare casino con i vari pezzettini sparsi sul piatto.
“Gradisci qualcos'altro?” Chiede, e io scuoto la testa. “Allora mangia quello. E non andare da Maria a chiederle un panino alle 3 di mattina, chiaro?” Annuisco e lui torna a mangiare.
“Non abbiamo mai avuto una guardia del corpo così giovane. Di solito scegliamo gente che abbia almeno 30 anni, ma questa volta Andrea rimarrà qui da sola e penso che un ragazzo della sua età faccia più compagnia.” Continua mia mamma.
“Mamma, ho 16 anni. Lui ne ha 22. Non penso che si possa considerare della mia età.” Borbotto piano, infilando un pezzo di pollo in bocca.
Justin mastica lentamente e in silenzio, ascoltando attentamente i vari battibecchi tra i miei genitori.
“Bene. Ho finito.” Annuncio. “Posso alzarmi da tavola?”
“Certo. Anche Justin ha finito, perché non gli fai vedere in giro? Potrà ambientarsi meglio in casa. Fagli vedere il cinema.” Dice mio padre. “Abbiamo un cinema privato tutto per noi e i film appena usciti che non sono ancora in programmazione. Ti piacerà.”
“Come vuole.” Justin si stringe nelle spalle e si alza da tavola. “Fammi strada.”
Vuole solo guardarmi il culo! Poso la forchetta e mi alzo, uscendo dalla sala da pranzo con lui dietro. “Allora... Che tipi di film guardi?”
“Tutti i tipi. Azione, più che altro.” Risponde, camminando al mio fianco con le mani in tasca.
“Se avessi detto horror avremmo più argomenti di cui parlare.” Dico infine, facendolo ridere.
“Qual è il tuo preferito?”
“Di che?”
“Di horror.”
“Ah. Mi piacciono 1408, Shining è carino, Psycho, The Orphanage. I tuoi?”
Fa spallucce. “Un po' di tutto. Non ho un preferito per ora. Shining è noioso.”
“Davvero? Anche io! Mi hanno detto tutti che è il miglior film horror di sempre ma non ci ho capito niente. Poi l'ho riguardato un'altra trentina di volte e ci sono arrivata.”

Sei arrivata a cosa?” Mi guarda incuriosito.
“Che fa schifo sul serio.” Ride. “Siamo arrivati.”
“Prima le donne.” Mi fa cenno di entrare e io apro la porta. Mi vuole guardare il culo di nuovo! “Com'è vivere alla Casa Bianca?”
“Lo vedrai da te. Noioso, oppressivo, soffocante. Per non parlare della sveglia alle 9 di mattina e degli orari fissati per ogni pasto. O delle guardie che camminano da una parte all'altra ogni momento.” Sospiro e accendo la luce nella sala. “Ma ci sono abituata, ormai.”

Non riuscirei a vivere in una casa piena di gente a ogni ora del giorno e della notte.” Dice lui.
“Allora come mai sei qui?” Gli lancio un'occhiata stranita prima di sedermi su una poltrona di pelle e sprofondarci dentro.
Justin mi imita. “Perchè non sapevo che altro fare.”
“Beh, mi sembra che la scelta più stupida l'hai fatta.”
Ride. “Per ora non è così male. A parte i ragni.” Sghignazza sottovoce e gli do un colpo al braccio.
“Non era una scusa per farti conoscere Stacy. C'era davvero un ragno in camera mia.”
“Ah, sì? E dove è andato nei trenta secondi durante i quali mi fissavi?” Mi guarda di nuovo.
Alzo gli occhi al cielo. “Non ti stavo fissando. É solo che hai molti tatuaggi per uno di 22 anni. Non ci sono abituata.”
“Non sei abituata ai tatuaggi o ad avere un ragazzo senza maglietta davanti a te?”
“Entrambi.” Mugugno e lo sento ridacchiare di nuovo.



Chicas, chicas.
Nuova storia.
Di nuovo.
Non c'è molto da dire sul primo capitolo,
penso di aver spiegato praticamente tutto.
Lei è la figlia del presidente degli Stati Uniti,
lui è la sua nuova guardia del corpo,
estremamente dkuhsifdh.
Per ora è tutto.
Fatemi sapere se vi piace. :)
Sciao, bellesse.

   
 
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