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Autore: f9v5    19/10/2014    3 recensioni
[Cross-over; Sonic Adventure 2/Powerpuff girls Doujinshi] [Nomi originali dei personaggi]
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In seguito al fallimentare tentativo di controllare Chaos, il Dr. Eggman escogita un nuovo piano per realizzare i suoi desideri di conquista del mondo, contando anche su un aiuto giunto dal passato.
Sarà compito di Sonic the Hedgehog e Blossom Utonium, insieme ai loro amici, riuscire a fermarlo, sempre che Sonic non stia dalla parte sbagliata della barricata.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Mobius' War'
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Quel giorno a Megaville spirava un vento molto forte, questo avrebbe pensato chi non si sarebbe soffermato sul dettaglio, non certo poco rivelante, che questo “vento” si presentava solo a scatti e solo in una via alla volta.
Chi avesse provato ad aguzzare la vista avrebbe potuto scorgere delle scie blu che venivano lasciate indietro.
Perché quello chiaramente non era il vento, era Sonic the Hedgehog.
Il riccio blu aveva sentito il bisogno impellente di una corsa, cioè, più del solito.
Non aveva un particolare motivo per farlo, d’altronde lui correva a velocità folle tutte le volte che ne aveva voglia, era solo il suo modo per dare il bentornato alla normalità.
Anche perché quella che si era conclusa la sera precedente era stata sicuramente una delle avventure più folli in cui si era ritrovato coinvolto e probabilmente quella in cui, almeno fino a quel momento, aveva  rischiato maggiormente di rimetterci la pelle.
Benché non fosse mai stato uno che amava guardare al passato, in quanto a sua detta impediva di concentrarsi nel vivere il presente, anche lui non riusciva a impedire agli eventi appena conclusisi di abbandonare la sua mente.
Sfrecciando a velocità supersonica, il riccio blu raggiunse, dopo aver fatto un centinaio di giri della città, la cima di una collinetta fuori città, dove decise di fare una piccola pausa per ammirare il paesaggio.
-Anche tu qui?- lo richiamò una voce familiare.
Comodamente seduta sul ramo di un albero li vicino vi era Blossom Utonium, che rivolse al riccio un gesto di saluto.
Sonic con le rispose con un sorriso.
-Già. Per quanto non sia nel mio stile, volevo fermarmi a riflettere un po’ su tutto ciò che è accaduto  in queste giornate, dopo tutto non possiamo negare che siano state a loro modo sconvolgenti. Questo posto mi sembrava il più adatto per farlo.-
La giovane volò giù dal ramo e lo raggiunse, sedendoglisi affianco.
-Sono qui per la stessa ragione.-
Per i successivi minuti restarono in un silenzio quasi religioso, dovuto non tanto al non sapere cosa dire, ma piuttosto al fatto di non voler infrangere la pace creatasi.
Quando si ritennero pronti per iniziare, fu Blossom ad avviare la discussione.
-Questa esperienza non la scorderò mai, con tutte le cose assurde che sono accadute.-
-Hai ragione. D’altronde, non capita tutti i giorni di incontrare qualcuno fisicamente identico a te che ti fa sbattere in galera per crimini che non hai commesso.- continuò Sonic con una risatina.
-Beh, come non era prevedibile che un nostro vecchio nemico si mettesse in mezzo in una questione nella quale non era implicato, portandoci tutti quanti a fare un viaggio assurdo in una sorta di versione moderna dell’Inferno Dantesco.-
La discussione procedette per i successivi minuti sul ricordo delle varie esperienze vissute in quei giorni.
Poi arrivò il momento della parte più seria.
-Secondo te, Sonic… che ne è stato di lui? Pensi che… sia morto?- a quella domanda, il riccio blu si lasciò andare ad un sospiro.
Dopo la grande esplosione causata dal Chaos Control tutta l’ARK venne avvolta in un bozzolo di luce.
Quando si infranse, la struttura era tornata magicamente al suo posto iniziale.
Dopo alcuni istanti di confusione, Sonic e gli altri arrivarono alla conclusione: Shadow aveva vinto!
Furono veri attimi di festa per loro e non vedevano l’ora che il riccio tornasse per fargli i dovuti ringraziamenti.
Ma Shadow the Hedgehog non tornò!
-Beh, un essere normale non avrebbe avuto nessuna speranza di sopravvivere. Ma Shadow ci ha dato prova più volte di essere tutto fuorché normale. Non mi stupirei se in realtà fosse vivo e vegeto. Probabilmente ha deciso di isolarsi per stare da solo con se stesso.-
-Pensi che… voglia fare ulteriore chiarezza nei suoi ricordi?-
Sonic sorrise noncurante, non poteva certo sapere quali pensieri vorticassero nella testa del suo doppio.
-Chi lo sa. O forse, semplicemente, perché se avesse accettato di ripresentarsi a noi, avrebbe rovinato la sua immagine da figo tenebroso con noi che gli facevamo le congratulazioni. Sai com’è, “Sono troppo figo per voi!”.- concluse con una scadente imitazione messa lì tanto per buttarla sul ridere.
Blossom ridacchiò e gli diede un leggero colpetto sul braccio.
-Ma dai, non è certo egocentrico come te!-
-Egocentrico io?! Non posso farci niente se sono un grande!- replicò questi con falsa modestia e ironia.
 
 
 
-… e alla fine abbiamo visto, mentre tornavamo, Shady-Shady che spaccava la faccia alla lucertolona e impediva che la Terra venisse distrutta.- Bell concluse il suo racconto.
Il Dr. X sospirò, e pensare che si era limitato a chiederle dov’era stata in quei giorni d’assenza, non il resoconto completo raccontato con la stessa enfasi con cui si decantava una lode, senza contare che la figlia era accompagnata da un GIR che ad ogni sua parola gesticolava per enfatizzare ulteriormente la storia.
Alla fine, però, potè dire di essere contento che le cose si fossero concluse in quella maniera.
-A conti fatti, questo Shadow ci ha fatto un favore! Se la Terra fosse stata distrutta il nostro piano non avrebbe più potuto essere realizzato. E almeno questo spiega anche perché Sam e Zim hanno l’umore sotto i tacchi.-
Anche se, più che altro, sembrava che i due si stessero approfittando della cosa.
Ricordava che, quando avevano finalmente fatto ritorno, nessuno dei due aveva proferito parola per ore.
Da quel momento Sam si era ritirata, solo lei sapeva dove, affermando che doveva allenarsi per “Fare il culo a Buttercup!”, sue testuali parole  che non voleva essere disturbata.
Zim, invece, si era spaparanzato davanti alla postazione videogame con snack e bibite borbottando qualcosa sul fatto che avrebbe giocato fin quando non si sarebbe sentito.
Ma era sempre stato cosciente del fatto che la cyborg non rifiutasse mai una missione a meno che questa non prevedesse il fare a botte con qualcuno e che Zim alla console ci avrebbe potuto passare anche tutta la vita senza stancarsi.
A conti fatti, quella dell’umore a terra era tutta una gran castroneria per non ricevere la seccatura di doversi alzare per rispondere “no” ad un’eventuale convocazione.
Sì, se ne stavano decisamente approfittando.
Pazienza, ci sarebbero volute ancora parecchie settimane prima di attuare il test e, in ogni caso, Bell e GIR da soli erano più che sufficienti.
Deciso ad ignorare quei due (ogni scusa era buona per bigiare il lavoro) preferì concentrarsi sulla figlia, impegnata ad esporre un ulteriore resoconto dell’avventura che aveva vissuto; non si era nemmeno accorta che non la stava più ascoltando.
-A conti fatti, se Shady-Shady non avesse cambiato idea, ora saremmo tutti morti stecchiti, non pensi anche tu?- gli chiese ad un certo punto.
-Si, certo.- l’assecondò per evitarsi altre discussioni.
Tra l’altro, di che stava parlando.
-Ad ogni modo, Bell, al momento non ho missioni di alcun genere da affidarti, dovrai recarti sulla Luna solo tra alcune settimane, quindi, sino a quel momento, sei libera.- decise di concederle del tempo per se stessa, sperando non si andasse a cacciare in altri casini tipo quell’ultimo.
-Hai sentito GIR?! Andremo sulla Luna! Magari avremo il tempo di esplorarne tutti i crateri.- la ragazzina saltellò verso l’uscita felice come una Pasqua, col piccolo robot da compagnia stretto tra le braccia.
Il Dr. X potè solo sbattersi una mano in faccia.
-Oh cielo!-
 
 
 
-Mi sembra incredibile che tu riesca a sorridere così tranquillamente. Credevo che tra noi tu fossi quella che avesse preso più seriamente di tutti la questione di Shadow, e riesci a essere così allegra malgrado la sua probabile morte?!-
Il sorriso della piccola Bubbles si affievolì leggermente una volta che Knuckles terminò quella frase.
-Perché, come hai detto tu, non abbiamo nessuna certezza che lui sia davvero morto. Ma, soprattutto, sono felice perché, a prescindere, lui era riuscito a ricordarsi chi era davvero, a recuperare i suoi ricordi e a scegliere la strada da seguire affidandosi a ciò in cui lui credeva.-
Osservandola mentre carezzava Courage, comodamente accoccolato tra le sue braccia, Knuckles non potè fare a meno di pensare che quella ragazzina fosse più matura di quanto non sembrasse.
Forse la persona di cui lei aveva preso tanto a cuore la situazione era deceduta, eppure lei aveva mantenuto la forza di sorridere.
Ovviamente la sera precedente era scoppiata in lacrime al pensiero che il riccio nero potesse essere morto, ma era bastato che sua sorella Blossom le riferisse l’ultimo messaggio di Shadow, quel “Grazie” che nascondeva più di quanto potesse apparentemente dire, affinché lei ritrovasse il sorriso.
-Shadow aveva ritrovato se stesso. Indipendentemente dalla sua sorte, ha lottato per una scelta che aveva fatto lui. Però, sono convinta che sia ancora vivo e che il suo ruolo nel mondo sia determinante.- concluse.
Intanto, pochi metri più in là, la porta del dojo si aprì e ne uscirono una Buttercup assonnata e un Tails che invece sembrava ringiovanito di metà dei suoi ancora pochi anni.
-Sai, le lezioni di meditazione del tuo sensei sono davvero interessanti, peccato che debba ripartire oggi, mi sarebbe piaciuto seguirne qualcun'altra.-
-Tu non sei normale, e te lo sto dicendo io.- sospirò la mora strofinandosi gli occhi.
Knuckles scosse bonariamente la testa, ecco una differenza tra lui e Buttercup.
Era pur vero che il suo stile di vita era molto diverso da quello della supereroina, avendo lui trascorso tutta la sua vita su un’isola volante per fare la guardia al Master Emerald; in situazioni come quella dell’echidna ogni cosa era ben accetta pur di ammazzare il tempo e aveva trovato nella meditazione una buona alleata nonché aiutante che gli permetteva di mantenere la calma… finchè non aveva conosciuto Sonic, da quel giorno la tranquillità andò a farsi benedire.
Bubbles raggiunse la sorella tenendo sempre Courage stretto tra le braccia, quest’ultimo sorrideva lievemente alla vista della mora mezza addormentata, non tanto per sadismo personale (non era certo il tipo), semplicemente perché, in quelle condizioni, non si sarebbe concessa ad insulti verso di lui.
Buttercup lo fissò per un istante.
-Stupido cane!-
Come non detto.
Bubbles ridacchiò leggermente. -Malgrado tutto, non ti smentisci.-
Buttercup trovò la forza di fare un leggero ghigno. -Ovvio che no!-
Knuckles a quel punto prese la parola. -Se avessi avuto tempo ti avrei dato anche io qualche lezione.-
L’espressione di Bubbles si rattristò leggermente, Buttercup sorrise mesta.
-Dovete proprio andarvene? Perché non vi fermate qui per qualche giorno?-
Tails sorrise affabile spiegando le loro ragioni. -Non è che non ci piacerebbe restare ancora a Megaville per un po’ di tempo, è solo che non possiamo permettercelo. Eggman è ancora in circolazione e non sappiamo quando tornerà alla carica.-
-Già, dobbiamo essere sempre pronti a riceverlo.- concluse Knuckles per lui sbattendosi i pugni.
Le due ragazzine non poterono che dirsi d’accordo; era il lato negativo della carriera di un eroe, il non potersi adagiare sugli allori neanche per poco tempo perché la prossima minaccia sarebbe potuta giungere in qualunque istante.
-Come si dice, d’altronde… ah giusto: “Il male non dorme mai!”- se ne uscì Buttercup con una citazione che sapeva più di frase fatta mista di filosofia.
Bubbles ridacchiò gentilmente, portando la sorella ad alzare un sopracciglio dubbiosa.
-Perché ridi?-
-Non prendertela sorellina, è solo che è strano sentirti parlare così.-
La mora incrociò le braccia al petto fingendosi offesa.
-Anche io so essere saggia, quando e se voglio.-
-Beh, diciamo che il professor Jack ha avuto un buon ascendente su di te.- la biondina rise nuovamente, anche Courage si lasciò scappare un risolino, nel vedere la sorella arrossire di botto, succedeva sempre quando il professore veniva chiamato in causa.
La cosa che Tails notò in seguito era l’assenza di alcuni membri del gruppo.
-A proposito, avete idea di dove siano Dexter e Blossom? Voglio dire, noi tra poco, una volta che Sonic sarà tornato dalla sua corsa mattutina, dovremo partire, penso sia giusto salutarli.- quello che non immaginava era che la sua innocente domanda avrebbe scatenato i pensieri più assurdi nella mente della mora.
Se quei due non erano lì, allora poteva darsi che quel nerd maledetto stesse cercando di…
-ANDIAMO DEX, TI PREGO NON FARLO, E’ ROBA ANNI ’80!-
Tutti si voltarono in direzione della scuola media che stava a pochi metri di distanza, giusto in tempo per vedere un geyser d’acqua sfondare la parte del tetto soprastante ad esso.
-Ma che cavolo…?- Knuckles si grattò la testa confuso.
Pochi minuti dopo, dalla porta principale, ne uscì il genio dai capelli rossi; sul volto aveva stampata la classica espressione stoica che lo contraddistingueva, ma un attentato osservatore avrebbe notato la soddisfazione che luccicava dietro le lenti dei suoi occhiali.
-Che hai combinato, sottospecie di nerd? Perché ci scommetto che quella colonna d’acqua è frutto di una tua cazzata.-
-Grazie per l’educazione.- si aggiustò gli occhiali riprendendo la mora con sarcasmo. -Diciamo che Otto si è “offerto volontario” di fare un test scientifico per conto mio: cosa succede se tiri lo sciacquone dopo averlo intasato di carta igienica  e con la testa di una persona?-
Sgranarono gli occhi nell’apprendere che il rosso aveva praticamente eseguito una nuova forma di tortura su quel povero disgraziato del suo amico.
Certo, se avessero saputo che Dexter aveva giurato fin dal giorno in cui si erano conosciuti con Sonic e gli altri che con Otto ci avrebbe “scambiato due parole” perché quest’ultimo aveva mostrato il suo passato a Blossom senza averlo consultato, forse avrebbero giustificato almeno un po’ la sua azione, ma lui non ne fece parola.
-Quindi quell’urlo di poco fa era suo?!-
-Esattamente!-
Poco dopo due scie luminose si avvicinarono a loro: una blu via terra e una rosa via aria.
Blossom e Sonic li avevano appena raggiunti.
-Dove eravate?-
-In giro.- rispose il riccio restando sul vago.
-Allora, pronti per i saluti?- alla domanda di Blossom tutti riacquistarono la serietà.
-Bene, andiamo allora!-
Knuckles sentì improvvisamente una strana sensazione, come se un osservatore esterno li stesse spiando.
Mentre gli altri cominciavano ad incamminarsi, l’echidna restò per qualche istante fermo a guardarsi intorno.
Poi chiuse gli occhi e sorrise lievemente.
-Non so dirti se Shadow the Hedgehog è sopravvissuto, ma abbiamo avuto conferma che ha fatto chiarezza sui suoi dubbi. Io non mi sorprenderei se lo dovessimo incontrare di nuovo in futuro, ma indipendentemente da ciò, lui è riuscito ad essere in pace con se stesso.-
Era sicuro che lo avesse sentito, a prescindere da quanto lontano fosse nascosta.
-Ehy Knuckles, datti una mossa o il Master Emerald avanzerà richiesta di licenziarti dal tuo lavoro; lo hai lasciato sul Tornado X senza curarti di lui.- rapida e sbeffeggiante, la voce di Sonic lo riportò alla realtà.
-NON ROMPERE, BASTARDO!-
E mentre anche il rosso si incamminava, una figura snella e sinuosa uscì lievemente dal suo nascondiglio.
La missione era stata un successo, il dischetto era stato consegnato e la notizia dell’innocenza di Sonic the Hedgehog sarebbe presto stata diffusa, pertanto aveva deciso di mettersi alle loro calcagna per scoprire se magari sapessero qualcosa a proposito di colui che per un po’ era stato un suo alleato.
Rouge the Bat si concesse un piccolo sorriso prima di spiccare il volo.
Knuckles, se voleva, sapeva essere un tipo rassicurante.
 
 
 
Una cosa che Decoe, Bocoe e Bokkun facevano spesso era mettere in guardia il loro creatore sui rischi che certe azioni o decisioni comportavano; non ricordavano una sola volta che non l’avessero fatto, così come non vi era mai stata una singola occasione in cui Eggman li avesse ascoltati.
E puntualmente l’esito era il medesimo: il piano di Eggman falliva miseramente e tutti loro erano costretti ad una ritirata che aveva ben poco di onorevole.
A conti fatti, quell’ultima volta gli era andata bene, visto che, se non fosse stato per il sacrificio di Shadow, nessuno di loro sarebbe stato lì a parlarne.
Ma il fatto di non essere morto e di essere riuscito a riportare la pellaccia alla Techno Base non sembrava di grande conforto ad Eggman; era come se il baffuto scienziato fosse caduto in uno stato catatonico da quando aveva visto il video lasciato dal nonno quando questi era ormai prossimo ad essere giustiziato.
Dal loro ritorno non aveva sbraitato, non aveva mandato nessuna maledizione nei confronti di Sonic e addirittura non li aveva nemmeno insultati.
-Dite che stavolta la situazione è grave?- chiese Decoe ai due colleghi mentre, nascosti dietro un angolo della sala di comando, osservavano il loro creatore spaparanzato sulla sua poltrona e immerso nel totale silenzio, altro elemento a sfavore, quando Eggman restava in silenzio per troppo tempo non era mai un buon segno.
-Forse dovremo provare a parlargli. Magari è una depressione passeggera?- suggerì un poco convinto Bokkun, non che gli altri due lo fossero.
Dopo aver discusso per alcuni minuti presero la decisione di tentare.
Camminando quatti, non si poteva mai sapere con Eggman, ridussero la distanza che li separava dall’immensa poltrona in cui l’altrettanto imponente figura del dottore era seduta dandogli le spalle.
E se li avesse smontati pezzo per pezzo per aver osato parlargli?
-Era davvero un genio!- mormorò all’improvviso e di colpo l’aria sembro farsi meno pesante.
-Dico davvero, nell’arco di quei pochi minuti in cui tutto stava cambiando, mio nonno è riuscito a farsi venire in mente di modificare i ricordi di Shadow al fine di dargli un nuovo obbiettivo e addirittura a preparare un piano di riserva. Non c’è altro da dire se non ripetere che era un genio.-
I tre robot si guardarono confusi per un attimo; quindi quel silenzio prolungato non era derivato da quello pensavano, da come stava parlando il dottore sembrava tutto fuorché depresso.
Bokkun ebbe il coraggio di chiedere -Ma quindi, dottor Eggman, lei non è arrabbiato con suo nonno? Voglio dire, questi aveva ideato un piano per distruggere la Terra mentre lei vuole conquistarla, non la fa infuriare questa consapevolezza?-
Lo scienziato non battè ciglio, anche se non si sarebbe potuto notare in ogni caso per via degli spessi occhiali.
-Ammetto di essere rimasto un po’ deluso inizialmente, mi chiedevo perché una mente geniale come la sua avesse preso una decisione così drastica. È anche vero che non avevo provato a mettermi nei suoi panni e dopo averci provato mi sono reso conto che, in seguito a quanto gli era accaduto, non era poi così impensabile che volesse far saltare in aria il pianeta.-
Il panciuto uomo si alzò dalla sua comoda poltrona e camminò tranquillamente per la sala, gettando ogni tanto occhiate distratte ai suoi tre assistenti, come se in quel momento stesse più parlando con se stesso che con loro.
-Il contesto ha sempre ascendenza sul modo d’agire e mio nonno si è ritrovato in questa situazione: si è sbattuto tanto al fine di aiutare questo pianeta per guadagnarci cosa?! Non solo lo hanno arrestato con l’accusa di cospirazione e intenti criminosi, ma hanno anche ucciso sua nipote, nonché mia cugina. In virtù di ciò, non gliene posso fare una colpa.-
I tre rimasero sorpresi da quel discorso, davvero il dottor Eggman era in grado di uscirsene con discorsi seri e, in un certo senso, volti a comprendere i sentimenti di qualcuno che non fosse lui? La stima che provava nei confronti di suo nonno doveva essere davvero immensa.
Ma i tre non ebbero il tempo di riflettere su quel breve istante di maturità che l’uomo lanciò a ciascuno di loro un’immensa cassetta degli attrezzi; Bokkun precipitò al suolo.
-E ora forza, vecchi rottami i cui pezzi sono buoni solo per giocarci a “Shanghai”, mettetevi al lavoro! Avete una miriade di macchine da costruire che serviranno per il mio trionfale ritorno sulle scene. Quando sarò tornerò all’opera e stavolta Sonic e la sua combriccola di svitati non mi fermeranno!- annunciò entusiasta ridendosela della grossa.
I tre poveri assistenti non poterono far altro che sospirare.
-Discorsi edificanti o meno, non imparerà mai dalle sue sconfitte.- mormorò Bocoe.
-Beh, sempre meglio del dottor Eggman silenzioso e taciturno. A me, personalmente, inquietava.- dichiarò Bokkun, sorreggendo a fatica la sua cassa.
E mentre i tre si sobbarcavano il lavoro, il baffuto scienziato rioccupò la sua postazione, ancora una volta pronto a creare problemi.
-FORZA, L’EGGMAN EMPIRE NON SI COSTRUIRA’ CERTO DA SOLO!-
 
 
 
Un senso di intorpidimento gli attraversò i muscoli, dovette aspettare alcuni minuti affinché questi si riprendessero e gli dessero di nuovo la facoltà di potersi muovere.
Il riccio nero e striato di rosso si issò stancamente in piedi, cercando di fare mente locale sulla situazione.
Che razza di posto era quello in cui si trovava? A giudicare dai grandi alberi fitti, dalla pesante umidità che si avvertiva nell’aria e dall’apparentemente totale assenza di segni di civiltà, sembrava che si trovasse in una foresta tropicale.
Come ci era arrivato lì?
L’essere si poggiò una mano sulla tempia, nel tentativo di trovare nei suoi pensieri ingarbugliati quella che avrebbe potuto essere la motivazione che lo aveva portato a ritrovarsi in un posto del genere.
Perché se si era risvegliato lì allora ci si doveva essere recato sulle proprie gambe e in luoghi del genere non ci si andava senza una ragione ben precisa.
L’aria ostile e primitiva che quel luogo emanava rafforzò la sua convinzione, doveva esserci per forza qualcosa sotto.
Il problema era proprio questo: perché era andato lì?
Cercando nel vortice confuso e scoordinato che gli vorticava in testa si rese conto anche di un’altra importante cosa: non solo non ricordava perché si trovava lì, ma neanche come aveva fatto a giungervi.
Provò a scavare ancora più a fondo nei suoi ricordi nel tentativo di capire, ma giunse ben presto alla consapevolezza che dentro la sua testa si ammassavano nient’altro che immagini confuse e sfocate, nessuna delle quali era abbastanza chiara da fornirgli risposte adeguate o anche solo indizi che potessero essergli utili.
I suoi occhi rossi saettarono da un angolo all’altro della zona, confusi ma non spaventati.
Cos’era accaduto prima che si ritrovasse lì? Qual’era stata la catena di eventi che lo aveva visto protagonista e che aveva avuto l’esito di portarlo lì? E soprattutto…
-Io chi sono?-
 
 
 
-Se mi è concesso dire la mia, voi ve ne approfittate troppo della mia amicizia.- fu il commento dello scheletro ammantato di nero rivolto alla giovane accanto a lui.
-Me ne rendo conto Grim, e mi dispiace dovermi approfittare così della tua disponibilità; ma Shadow meritava una vera opportunità per dimostrare la sua redenzione.-
Grim sospirò; eh sì, erano decisamente finiti i tempi in cui si diceva “La morte non aspetta nessuno!”.
Ora, oltre a Dee Dee, anche lei gli aveva chiesto di sorvolare sulla mietitura di un’anima.
Non che non comprendesse il perché la giovane glielo avesse chiesto, sperava solo che la cosa non si rivelasse controproducente.
-Non ti preoccupare, ci ho già fatto l’abitudine.- mormorò rigirandosi la falce tra le mani svogliatamente. -E’ pur vero che non mi aspettavo che avrebbe perso la memoria, questo potrebbe rivelarsi un problema serio.-
La giovane socchiuse gli occhi, il “Cupo Mietitore” aveva tutte le ragioni per essere sospettoso.
-Non dico che non potresti aver ragione, ma sono certa che lui sarà in grado di superare anche quest’ostacolo. Confido che riesca a recuperare i suoi ricordi e che scelga di seguire ciò che il suo cuore gli suggerirà; certo, se sceglierà di essere fedele alla nostra promessa, ne sarei più che felice. Ho fiducia in lui!- un sorriso dolce e sincero, era tutto ciò che era necessario per far trasparire il sincero affetto e l’amore fraterno che la giovane creatura angelica nutriva per lui.
-Beh, spero che sia come dici tu.- poco dopo la “Morte” socchiuse gli occhi annoiata quando sentì il cellulare vibrargli in una piega della tunica.
-Accidenti, chissà che diavolo vorrà Mandy stavolta. Io devo andare, in caso dovessi avere ancora bisogno di me, sai dove trovarmi. Comunque, ci tengo a dire a te ciò che dissi a Dee Dee qualche giorno fa: sarò anche “La Morte”, ma anche io ho delle leggi a cui sottostare, per cui, ti chiedo per favore, di non chiedermi un’altra volta qualcosa del genere.-
-Sta tranquillo. E mi scuso ancora per averti disturbato.- riuscì a fargli le sue sincere scuse prima che sparisse in un vortice di oscurità.
Un altro vortice, stavolta di soffici e delicate piume bianche, cominciò ad avvolgerla, era il momento per lei di andare.
-Ci saranno ancora molti ostacoli che attenderanno te e tutti gli altri in futuro, ma tu non dimenticare mai di guardare sempre avanti e di lottare sempre per ciò in cui credi e sono sicura che riuscirete a farcela in ogni occasione. Niente ti sarà impossibile, amico mio! Ora devo andare. Sayonara, Shadow the Hedgehog, ti voglio bene.-
 
 
 
Sonic the Hedgehog e Blossom Utonium si strinsero fraternamente la mano, come gesto di chiusura di quell’avventura emozionante che avevano vissuto insieme in quei giorni.
-Anche se per poco, è stato un vero piacere lavorare insieme a voi!-
Sonic pensò bene di uscirsene con una delle sue battute per rendere più allegri gli animi.
-E ci credo, chi non si sentirebbe onorato di lavorare insieme al grande “Me”?-
-Piantala di fare lo sborone!- lo redarguì Knuckles, anche se nemmeno lui riuscì a trattenere una piccola risata.
-Comunque…- riprese il discorso la giovane dai capelli rossi -… non commettiamo la sciocchezza di dirci addio. Chissà, magari un giorno ci rincontreremo, sperabilmente in circostanze favorevoli.-
-Se un giorno vorrete mai venirci a trovare a Station Square, per noi sarà un piacere accogliervi.- garantì il piccolo Tails, alzando il pollice in segno di intesa. Intuendo che probabilmente si sarebbero dilettati in discorsi alquanto lunghi, Buttercup si mise in mezzo e alzò teatralmente le braccia.
-Ok ora basta! Sapete che detesto i saluti sdolcinati, quindi fatemi il favore di piantarla qui.- anche se si vedeva che stringeva gli occhi per non lasciarsi scappare qualche lacrima.
I tre mobiani decisero che sarebbe stato meglio così e salirono a bordo del Tornado X, anche se Sonic e Knuckles si dovettero accontentare delle ali, dal momento che il posto passeggeri, dietro a quello da pilota, ovviamente occupato da Tails, era stata prenotato da Knuckles per il Master Emerald.
-Uno di questi giorni, quel sassolone ci farà finire male.- scherzò Sonic, scatenando le ironiche proteste dell’echidna.
Tails sistemò gli ultimi controlli e poi diede il segnale che erano pronti a partire.
Tutti e tre si scambiarono un gesto di saluto con i quattro ragazzini, più Courage ancora accoccolato tra le braccia di Bubbles, rimasti a terra (Buttercup però non salutava con la mano, era roba da pappemolli, ma gli rivolgeva un sorriso incoraggiante).
Pochi secondi dopo, il Tornado X si sollevò da terra.
Ancora un ultimo saluto, poi il veicolo da battaglia partì a tutta birra per la strada di ritorno.
-QUANDO TORNERA’, PORGETE I MIEI SALUTI A SHADOW!- grazie alla potenza conferita dall’urlo sonico, i tre amici riuscirono a sentire l’ultima richiesta della piccola Bubbles.
Sonic sorrise felice, lo avrebbe fatto con piacere.
-FORZA RAGAZZI, SI TORNA ALLA BASE! E SEMPRE PRONTI PER UNA NUOVA AVVENTURA!-
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:





E’ finita?!



E’ finita! Cioè, ancora non mi sembra vero! Mi sembrava ieri che per la mia testa malata frullava questo pensiero: “Hm… quasi quasi faccio un cross-over tra il fumetto di Bleedman ed una delle varie avventure di Sonic e company.”
Ancora non immaginavo che avrei optato per “Sonic Adventure 2”, cosa che mi avrebbe portato a fare la mia personale introduzione del personaggio di Shadow the Hedgehog, figuriamoci poi ad inventarmi la “Saga dei peccati capitali”, a cui inizialmente non avevo minimamente pensato, e che da quella mi sarebbe venuta l’idea che ha fatto nascere in me il desiderio di creare un sequel. Insomma, quello che doveva essere un cross-over come tanti altri, è diventato invece la base di quello che probabilmente sarà il mio più folle progetto da quando mi sono iscritto su Efp.
Ora, solo perché sono estremamente pignolo, vorrei fare un chiarimento a proposito del fatto che ho fatto perdere la memoria a Shadow.
Se fosse stato per me non l’avrei fatto, ma visto che sto cercando di mantenere il legame con la continuum ufficiale ho dovuto.
Come ben sapete, questa storia ricalcava gli eventi di “Sonic Adventure 2”, in seguito ai quali si svolge “Sonic Heroes”, dove non è presente il vero Shadow; per chi non ricordasse, durante quel gioco, nella scena in cui Rouge e Omega scoprono la sala piena di cloni di Shadow, il robot afferma che anche quello che sta viaggiando con loro due è un falso e che quello è nascosto chissà dove.
Il vero Shadow riappare poi in “Shadow the Hedgehog” dov’è nuovamente privo di memoria; non volendo dunque creare uno sconvolgimento che avrebbe potuto alterare la trama sostanzialmente ho dovuto fargli perdere la memoria e farlo risvegliare in un posto sconosciuto.
Un’altra cosa che ci tengo a dire: non aspettatevi che il sequel arrivi tanto presto!
Ho preso infatti la decisione di prendermi un periodo di pausa, nel quale mi limiterò a scrivere one-shot quando le idee mi verranno e quando l’università me lo permetterà.
Dopo questo periodo rileggerò le mie long-fic lasciate incomplete e riprenderò quella per cui mi tornerà per prima l’ispirazione. Nell’evenienza in cui ciò non avvenga, allora mi concentrerò sul sequel, ma solo in quel caso.
Ok…dannazione, non so più che dire.
Allora direi che è inutile protrarre le cose ancora a lungo.
Ringrazio coloro che hanno inserito la storia tra le seguite (FallingStar e SuperWiki) e chi tra le preferite (Adda95, ceci the hedgehog e l’immancabile Phantom13).
Parlando di Phantom13, porgo un ringraziamento speciale a lei e a Shinichi e Ran amore per essere riusciti nell’ardua impresa di recensire tutti i capitoli della storia senza mai tentare il suicidio per lo schifo che li ho praticamente costretti a leggere.
E stavolta basta davvero!
Cavolo però, non mi sembra ancora vero!
No, dico sul serio, stavolta la chiudo.
Questa era “Sonicpuff Adventure Doujinshi 2” signore e signori, io sono F9v5,  vi saluto calorosamente e mi auguro che questo schifo che ho il fegato di chiamare “LONG-FIC” via sia piaciuto.
Alla prossima!


 
  
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