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Autore: WindSlayer    05/11/2014    6 recensioni
In revisione
Quando si parlava del figlio in arrivo, gli occhi di Gwyn si illuminavano e il suo sorriso si allargava.
Il suo primogenito era diventato il dio della guerra, visto il suo legame con le armi e la sua abilità del combattimento.
Gwynevere, la sua secondogenita, era così bella da essersi guadagnata il titolo di Principessa del Sole.
(...)
Ma non appena il bambino nacque, sia suo padre che sua madre, notarono che non era avvolto da una meravigliosa luce brillante come i suoi fratelli. Tutti si accorsero della sua debolezza fisica, era gracile come una femmina, e Lord Gwyn provò un misto di imbarazzo e ribrezzo per quel figlio mostruoso. Decise, così, che nessuno avrebbe saputo del loro legame di parentela, e lo avrebbero allevato come una donna. Fu per questo che gli donò un nome femminile: Gwyndolin.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gwyn, Lord dei Tizzoni, Gwyndolin, il Sole Oscuro, I Quattro Re, Manus, Padre dell'Abisso, Nito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la prima storia che scrivo sul mondo di Dark Souls, perciò siate clementi, per favore! >.<
E' la storia (come me la sono immaginata) di Gwyndolin, un personaggio che ho amato fin da subito. Ovviamente, visto il poco che si sa di lui, la maggior parte delle cose che scriverò saranno di origine speculativa, ma cercherò di essere il più fedele possibile alle poche cose canoniche della sua storia. :D Cercherò di renderla comprensibile anche per chi non conosce il mondo di Dark Souls con delle note in fondo al capitolo. Per il resto... spero di non aver fatto errori grammaticali >.<  
Buona lettura! :D  

1“Nell’Era degli Antichi, il mondo era amorfo e avvolto dalla nebbia: un regno di rupi grigie, alberi giganti e draghi eterni.
Poi venne il Fuoco.
E con il Fuoco venne la Diversità: caldo e freddo, vita e morte, e infine... Luce e Tenebra.
Poi dall’Oscurità giunsero loro e trovarono le Anime dei Lord tra le fiamme: Nito il primo dei morti, la Strega di Izalith e le Figlie del Caos, Gwyn il Lord del Sole, e i suoi fedeli cavalieri, e il nano furtivo spesso dimenticato.
Con la Forza dei Lord essi sfidarono i draghi: i potenti dardi di Gwyn perforarono le loro scaglie di pietra, le streghe invocarono immense tempeste di fuoco, Nito rilasciò un miasma di morte e malattia, Seath il Senza Scaglie tradì i propri simili... E i draghi si estinsero.
Così ebbe inizio l’Era del Fuoco.
Ma presto le fiamme svaniranno e resterà soltanto l’Oscurità.
Anche ora, restano soltanto le braci e l’uomo non vede la luce ma solo notti eterne. E tra i viventi si distinguono i portatori del maledetto Segno Oscuro.”
VEREOR NOX: GWYNDOLIN, IL SOLE OSCURO
http://i284.photobucket.com/albums/ll4/lullaby22/2gwynmod_zpsgtwjs5vd.jpg
Capitolo Uno: Gwyndolin

Quando si parlava del suo prossimo figlio in arrivo, gli occhi di Gwyn si illuminavano e il suo sorriso si allargava.
Aveva grandi speranze per lui: il suo Primogenito era diventato il Dio della Guerra, era un guerriero eccezionale e Gwynevere, la sua secondogenita, aveva una bellezza così folgorante da essersi guadagnata il titolo di Principessa del Sole prima ancora di essere diventata adulta.
Tutti attendevano con trepidazione l’arrivo del nuovo membro della famiglia.
Ma non appena il bambino nacque, Gwyn e sua moglie notarono che non era avvolto da una meravigliosa luce brillante come i suoi fratelli. Si accorsero della sua debolezza fisica, era gracile come una bambina e il padre provò un misto di imbarazzo e ribrezzo per quel figlio mostruoso. Decise che nessuno avrebbe saputo del loro legame di parentela e che lo avrebbero allevato come una donna. Fu per questo che gli donò un nome femminile, nonostante fosse un maschio: Gwyndolin.2

Nei primi anni di vita del bambino, Gwyn rifiutava persino di guardarlo e non parlava con sua moglie: le dava la colpa per la mostruosità del suo ultimogenito.
Gwyndolin non aveva la potenza muscolare del fratello più grande e neanche la bellezza di sua sorella: non sembrava il figlio del Lord del Sole. Aveva dei lineamenti femminili e delicati e un corpo esile incapace di brandire un’arma. Inoltre era albino: la sua pelle era innaturalmente pallida, i capelli argentei, le labbra avevano un colorito più spento.
Nonostante le sue debolezze fisiche, il bambino ammirava apertamente il Dio della Guerra che era in grado di impugnare la sua lancia, infonderla del potere del sole e colpire un manichino con precisione millimetrica. Desiderava ardentemente avere la sua forza e le sue capacità e per questo, in segreto, imitava i suoi gesti con rami molto più corti ed esili di una lancia. Quando provava ad incanalare la sua energia, l'oggetto che usava per imitare l'arma del Dio della Guerra perdeva consistenza e veniva circondato da una luce violacea. Se lo lanciava, l'oggetto acquisiva la capacità di passare attraverso gli ostacoli più vicini e tornava consistente dopo aver percorso una certa distanza.
Gwyndolin sapeva che suo padre non avrebbe accettato questa sua capacità e decise che sarebbe rimasta un segreto.

Gwyn, Gwynevere e il Primogenito posavano di continuo per statue che sarebbero state inserite tra le grandi colonne bianche di Anor Londo e Gwyndolin ovviamente non era stato incluso nel progetto: nessuno desiderava guardare la statua di una creatura esile e mostruosa, mentre gli altri figli di Gwyn e il Lord del Sole stesso erano la personificazione della forza e della magnificenza.
Il bambino spesso li osservava, nascosto dietro una delle mastodontiche colonne bianche del salone della città fortezza. La loro pelle brillava come se nelle vene avessero avuto luce solare e non sangue, i capelli erano scuri come le cortecce degli Arcialberi di cui aveva tanto letto. Tutti avevano delle bellissime iridi dorate, e quello era l'unico tratto che li accumunava con Gwyndolin.
Le statue avevano ovviamente il compito di far sembrare gli Dèi ancora più maestosi di quanto già non fossero e lo scultore non faceva altro che riempire i suoi modelli di complimenti.
Di tutti i presenti solo suo fratello si accorgeva di lui e lo salutava con un occhiolino di sfuggita. Quando riusciva ad avere le attenzione del primogenito per qualche secondo, il bambino sorrideva in modo spontaneo: quello era il segnale che gli dava il permesso di partecipare agli allenamenti dei Cavalieri di Gwyn.
“Non credere che io abbia imparato a farlo in un solo giorno” diceva suo fratello mentre eseguiva l’attacco che Gwyndolin aveva chiamato Lancia del sole. Era sua abitudine consolarlo quando il bambino diceva di non essere in grado di eseguire l’attacco più affascinante e letale che suo padre e il Primogenito eseguivano alla perfezione.
Era vero che non aveva imparato subito ad usare i suoi poteri ma il grande legame che aveva con le armi era stato palese fin da subito.
A insaputa del suo ultimogenito e su consiglio del Dio della Guerra, il Lord del Sole seguiva la crescita di quel piccolo sgorbio e più lo osservava più si convinceva che fosse diverso da loro.
Contrariamente alla freddezza del padre nei confronti del bambino, Gwynevere lo trattava dolcemente, forse mossa a pietà dal fatto che quasi nessuno si curava di lui. Lo metteva a letto e la sera gli rimboccava le coperte; lo riempiva di parole di consolazione, convinta che prima o poi avrebbe fatto cambiare idea a Lord Gwyn.
Agli occhi di Gwyndolin, sua sorella era la madre che non aveva mai avuto perché quella naturale si era rifiutata di prendersi cura di lui fin dalla sua nascita a causa della sua diversità. Adorava i capelli scuri della sorella sempre così profumati e il suo seno prosperoso su cui poteva poggiare la testa. Lo facevano sentire protetto e accettato.
Non essendo considerato un figlio dal membro più importante di Anor Londo ovviamente non aveva amici e giocava tutto il tempo da solo. Se quelle ore passate nascosto nell’ombra ad osservare gli allenamenti del Primogenito e gli incontri diplomatici di Gwyn possono essere considerate un gioco.
Nessuno si accorgeva di lui perché sua sorella catturava l'attenzione di tutti i presenti con la sua bellezza.
Naturalmente, Gwyndolin non venivano mai nominato: per quasi tutte le Divinità di Anor Londo lui non esisteva.

Un giorno, apparentemente senza motivo, Gwyn si presentò nella sua stanza con in mano una delle sue enormi lance.
Per qualche secondo, Gwyndolin temette che volesse ucciderlo.
Suo padre lo afferrò bruscamente per il polso e lo trascinò fuori su un terrazzo della città-fortezza mettendogli in mano la sua pesantissima arma. “Dimostrami quello che sai fare” gli disse, guardandolo severamente dall’alto in basso.
Il Primogenito l’aveva convinto a dare una possibilità a quello scricciolo che tanto desiderava diventare un guerriero. Dentro di sé era convinto che quel piccoletto non gli avrebbe riservato nessuna sorpresa: era più gracile di loro, tremava sempre al suo cospetto e lo guardava con gli occhi di una preda. Avrebbe dovuto essere un cacciatore, un guerriero, e invece era mucchietto d’ossa.
Gwyndolin già lo guardava con occhi grandi e pieni di terrore. “Padre?” squittì timidamente.
“Infondi la lancia del potere del Sole” ribatté il Lord.
Gwyndolin tremò, chiedendosi come avrebbe potuto reagire suo padre al vedere i suoi strani poteri. Il bambino deglutì e cominciò a concentrarsi sulla lancia sperando di riuscire ad usare le abilità che avrebbe dovuto condividere con suoi familiari.
Invece non accadde nulla.
“Allora?” lo incalzò Gwyn.
“I-Io… Padre, non-”
Il Lord del Sole gli tolse la lancia dalle mani con un movimento brusco: nei suoi occhi c'era solo odio. “Sapevo che non eri come noi” sibilò.
Quelle parole ferirono profondamente Gwyndolin, che rimase lì a fissarsi i piedi con gli occhi umidi mentre Gwyn tornava i suoi impegni a passo fiero.
Gli sguardi dei soldati della città degli Dèi erano puntati su di lui e bruciavano ardentemente sulla pelle del bambino.
Ad Anor Londo tutto era meravigliosamente splendente: persino il materiale pallido delle mura sembrava brillare come il Sole, soltanto Gwyndolin rimaneva nell’oscurità.
“Ciao, piccoletto” disse una voce femminile. Sembrava portargli una sorta di rispetto e allo stesso tempo usava un tono di scherno.
Gwyndolin si voltò di scatto e vide la Divinità che tutti gli Dèi allontanavano con sospetto: Velka, Sovrana del Peccato. Indossava la tunica nera tipica del suo culto, lunga dal collo fino alle caviglie e non lasciava scoperto nemmeno un lembo di pelle. Nascondeva il suo volto con una maschera bianca, ma si riuscivano ad intravedere i vispi occhi verdi. Sulla schiena le ricadevano fluenti capelli neri come le piume dei corvi, l’animale che la rappresentava.
Il bambino fece un passo indietro quando la Dea allungò una mano verso di lui.
“Non puoi pensare di evitarmi per sempre, giusto?” domandò Velka.
“Non capisco…” mormorò Gwyndolin.
Il bambino aveva sentito alcune voci riguardo alla Dea. Si diceva che in principio fosse talmente bella quanto diabolica e per questo aveva sedotto molti di quelli che avevano incrociato il suo cammino. Un giorno, Lord Gwyn stufo del suo comportamento egoista le aveva sfigurato orribilmente il viso e il corpo e l’aveva quindi costretta a portare quella maschera e quelle strane vesti. Ormai incapace di persuadere coloro che la incontravano, Velka aveva ricevuto la nomina di Dea del Peccato e le era stato concesso il comando su tutto quello che Lord Gwyn, unica voce di Anor Londo, considerava sacrilego.
“Prima o poi tuo padre ti lascerà a me” gli spiegò, raggiungendo l’altezza del bambino, dopo essersi piegata sulle ginocchia.
“Non so da cosa lo deduci, Velka” s’intromise il Primogenito di Gwyn. Era alle spalle di Gwyndolin che non aveva avvertito la sua presenza finché non aveva parlato. Mise la mani sulle spalle gracili del fratellino in segno di protezione. “E ti conviene andare ad occuparti di ciò che ti compete.”
“Ma io me ne sto già occupando…” ridacchiò la Dea.
“Velka, vuoi che dica a mio padre che mi stai infastidendo?”
La Dea continuò a ridere ma tornò velocissima ai suoi impegni.
Gwyndolin non aveva capito precisamente quello che era successo: Velka, di solito, non rivolgeva parola a nessuno e rimaneva in disparte perché era malvista da tutti. Aveva una personalità inquietante: rideva sempre in faccia al suo interlocutore e sembrava possedere un altro scopo rispetto a quello che diceva.
“Non devi mai parlare con lei: di Velka non ci si può fidare” gli disse suo fratello maggiore.
“Ma è lei che mi ha rivolto la parola”
“Se succede ancora, tu ignorala e corri da me” il Primogenito guardò il Sole che splendeva alto su Anor Londo. “E’ soltanto in cerca di malignità da poter dire.”

Gwyndolin si nascondeva dietro una delle grandi colonne che precedevano la Camera della Principessa, dove riposava sua sorella, ad osservare l’allenamento dei quattro Cavalieri di Gwyn quasi tutti i giorni. Sognava di diventare come loro ed essere accettato da tutta la città.
Suo fratello supervisionava gli allenamenti dei quattro migliori soldati di Gwyn con sguardo severo.
Artorias era il più taciturno, non parlava mai con nessuno. Indossava una grossa armatura, ornata da un pezzo di stoffa blu avvolto intorno al collo. La sua arma era uno spadone che soltanto a guardarlo sembrava pesare molto ma lui lo maneggiava con maestria.
Ciaran era l'unica donna del gruppo aveva il soprannome di Lama del Lord per le sue grandi capacità combattive. A differenza degli altri lottava restando nell’ombra con pugnali molto probabilmente avvelenati. Indossava una tunica blu, un corpetto di cuoio che le marcava i fianchi e manicotti dello stesso materiale. Portava una maschera per nascondere il volto.
Gough, detto Occhio di Falco, affilava le frecce del suo gigantesco arco. Le sue abilità erano state incredibilmente utili durante la guerra contro i draghi. Era una persona estremamente riflessiva e passava il suo tempo a costruire e affilare le proprie frecce.
Ed infine, Ornstein, soprannominato l’Ammazzadraghi, grazie al grande contributo che aveva dato durante la guerra. Indossava sempre un’armatura dorata dal suo elmo usciva un pennacchio rossiccio. L’arma di Ornstein era una lancia avvolta dall’elettricità.
“E tu? Che ci fai qui?” disse una voce maschile alle sue spalle.
Il bambino si voltò spaventato: di fronte a lui c’era Smough, il Giustiziere. Armato di un enorme martello e di un’ingombrante armatura, era il boia di Anor Londo che bruciava dal desiderio di diventare uno dei Cavalieri di Gwyn. Il problema era la sua innata crudeltà che il fratello maggiore di Gwyndolin disapprovava e faceva in modo che il Lord del Sole rifiutasse sempre la richiesta del Giustiziere.3
Gwyndolin tremò.
“Piccola pulce fastidiosa!” il boia agitò il suo martello e lo schiantò a terra accertandosi di schiacciare l’ultimogenito di Gwyn. Ma il bambino scomparve prima che il martello si abbattesse su di lui e ricomparve alle spalle di Smough. “Come diamine-”
Gwyndolin corse in mezzo alla stanza passando tra le gambe di Artorias ed evitando la lancia di Ornstain, per poi trovare riparo dietro al fratello maggiore.
“Smough?” il Primogenito di Gwyn incrociò le braccia al petto e allargò le gambe deciso a non far passare il boia. “Da quando ti diverti ad inseguire i bambini?”
“Stava disturbando gli allenamenti!” esclamò il Giustiziere.
“A me pare che lo stia facendo tu.”
Smough si guardò intorno: Ciaran e Gough li stavano guardando incuriositi, mentre Ornstein e Artorias continuavano imperterriti nei suoi esercizi.
Nella sala antecedente alla Camera della Principessa era caduto un improvviso silenzio.
“Le mie scuse” Smough si mise il martello in spalla, lanciò uno sguardo furente al bambino sotto la protezione del Dio della Guerra e tornò a fare il suo giro di ronda. Si era messo in testa che se non poteva diventare un Cavaliere allora avrebbe impedito a chiunque di disturbarli.
Ciaran e Gough tornarono alle loro occupazioni.
Il Dio della Guerra prese il bambino per il braccio e lo trascinò fuori dalla stanza. “Di tutti gli abitanti di Anor Londo… Ce ne sono un numero incredibilmente alto…” si chiuse la porta alle spalle e lanciò uno sguardo inceneritore al bambino. “Tu decidi di farti nemico proprio Smough? Hai idea di quanto sia crudele?”
“Scusa...” fu l’unica cosa che riuscì a dire Gwyndolin: lo sguardo di suo fratello era davvero furibondo.
“Stai lontano da lui. Smetti di frequentare i posti in cui ci sono i Cavalieri” gli raccomandò il dio della guerra. “Non posso esserci sempre io a difenderti, prima o poi dovrai imparare a cavartela da solo e farsi nemico Smough è solo un modo per fare una brutta fine. Promettimelo!”
“Come vuoi tu.”
Smettere di osservare i grandi Cavalieri di Gwyn significava rinunciare alla possibilità di farsi notare da uno di loro, magari proprio da Artorias o Ornstein, e alla speranza che gli insegnassero qualche segreto che l’avrebbe reso un vero guerriero.
“Sei un bambino, Gwyndolin. Perché non ti fai degli amichetti? Non è sano che un bambino frequenti i luoghi degli adulti.”
L’ultimogenito di Gwyn sbuffò: lui non aveva amici con cui giocare, ma era anche vero che non aveva mai provato a stringere un legame con qualcuno della sua età. Annuì, facendo sorridere suo fratello maggiore, che tornò dentro alla stanza in cui c’erano i quattro Cavalieri di Gwyn, facendo attenzione a chiudere bene la porta.

Note(saltatele se conoscete Dark Souls):
1Mi sono limitata a trascrivere l'Intro del gioco: cercherò di rendere più comprensibile quello che dice nel corso della storia e vi invito ad ascoltarla.
2 Sappiamo che Lord Gwyn ha tre figli: il primo, il Dio della Guerra (di cui non si conosce il nome ed è un argomento su cui si specula talmente tanto che non me la sento nemmeno di invertarmene uno), la secondogenita, Gwynevere, e Gwyndolin. L'ultimo nato viene disprezzato dal padre, sin dalla sua nascita, per il suo aspetto... il resto è pura speculazione.
3 Smough è un boss del gioco (come quasi tutti i personaggi citati). Desiderava effettivamente diventare un Cavaliere di Gwyn ma questa possibilità gli fu sempre stata negata vista la sua crudeltà. Il rapporto di astio tra Smough e il Dio della Guerra e l'incontro con Gwyndolin sono frutto della mia fantasia.
Bene, ora che le note sono finite... che ne pensate del mio primo capitolo? :) Spero sia piaciuto a tutti e se avete delle critiche... per favore, fate che siano costruttive >.<
Ps: per i veterani di Dark Souls... spero non abbiate correzioni da fare nelle note. :D
WindSlayer

   
 
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