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Autore: Fonissa    17/11/2014    5 recensioni
Stavo faticosamente salendo la collina. Ormai lo zaino mi pesava sulle spalle e il mio corpo chiedeva pietà. Ma il mio cuore, quello batteva a mille al sol pensiero di quello che ci poteva essere dietro quella collina. Arrivata in cima, la prima cosa che vidi fu il pino al mio fianco sul cui ramo brillava il vello d’oro. Guardai davanti a me e lo vidi: il Campo Mezzosangue.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo faticosamente salendo la collina. Ormai lo zaino mi pesava sulle spalle e il mio corpo chiedeva pietà. Ma il mio cuore, quello batteva a mille al sol pensiero di quello che ci poteva essere dietro quella collina. Arrivata in cima, la prima cosa che vidi fu il pino al mio fianco sul cui ramo brillava il vello d’oro. Guardai davanti a me e lo vidi: il Campo Mezzosangue. Inizia a scendere verso il campo, lentamente, come per paura che fosse un sogno. Nel frattempo, ripensai a tutto quello che era successo nei giorni passati e a come fossi stata fortunata.
Io, Nayra Coopert, ero solo una semplice ragazza di 15 anni. I miei genitori erano morti. Mia madre morì per uno schifoso cancro al cervello quando avevo 13 anni. Dopo la sua morte, mio padre iniziò a ubriacarsi fino a morire per colpa dell’alcool qualche mese dopo. C’era solo mio fratello a occuparsi di me, ma lui era sempre fuori con gli amici. Per lui ero solo una seccatura. La mia passione era la lettura, la mia saga preferita, beh, ovviamente Percy Jackson. Esattamente tre giorni fa sentii una voce che mi chiamava. Mi dava le coordinate per un posto, dicendo che li avrei trovato quello che più desideravo. Cercai su internet queste coordinate, poi rilessi i primi libri. Sembrava un sogno, ma era vero. Il Campo Mezzosangue mi chiamava. Così presi un zaino e la prima cosa che ci misi dentro furono i libri di entrambe le serie. Ora che ci penso, magari era per questo che lo zaino era così pesante. Comunque, approfittai di uno dei tanti giorni di assenza di mio fratello per andare via. Mentre viaggiavo, mi accorsi di aver acquisito il dono della vista. Ma non ero una semidea, questo era certo. Leggevo benissimo e nessun mostro mi aveva attaccato. Il viaggio non durò molto, infondo abitavo a New York.
E dopo tre giorni eccomi li, nel mio più grande sogno. In questi giorni mi ero convinta dell’esistenza del Campo Mezzosangue, ma restai meravigliata lo stesso. Il falò, le cabine, la Casa Grande, era tutto come me lo ero sempre immaginato. Stavo per andare alla Casa Grande per avvertire Chirone della mia presenza, ma poi mi fermai a riflettere. Diamine, ero una fangirl, nel Campo Mezzosangue, nel bel mezzo della notte. Sarebbe stato un peccato sprecare un’occasione così. Inizia a girovagare per il campo. Notai che c’era una tenda vicino alla cabina di Atena, ma non mi servì sbirciare per capire chi fosse: Reyna. Ero stata fortunata, c’erano anche i semidei romani in quei giorni. Mi trattenni dal correre nella tenda per abbracciare la figlia di Bellona. Se volevo divertirmi, non dovevo farmi scoprire subito. Piuttosto, diedi un’occhiata attraverso le finestre della cabina di Atena. Così vidi Annabeth. Il cuore mi batteva in gola. Ero arrivata solo da poco è già avevo visto due ‘personaggi’. Dopo andrai dritta alla cabina di Zeus. Guardai dalla finestra e vidi Jason che dormiva abbracciato a Piper. In quel momento dovetti fermarmi per qualche istante e prendere dei respiri profondi. Se non mi fossi trattenuta, sarei già andata correndo per tutto il campo abbracciando ogni persona che riconoscevo con le lacrime agli occhi. Ma capivo che dovevo mantenere la calma. Mi avrebbero preso per pazza e mi avrebbero chiesto come facevo a conoscerli. Sarebbe stato imbarazzante mostrare loro i libri. Dopo qualche minuto passato a calmarmi, andai verso la cabina di Poseidone. Vidi Percy dormire beatamente, e sbavava. Presi un lembo nella mia felpa e me la misi in bocca per non urlare. Dei, era difficile essere una fangirl. Dovetti calmarmi per qualche altro minuto prima di andare alla cabina di Ade. E li pensai sul serio di non farcela. Infatti vidi Nico dormire in una stanza, e nell’altra c’erano Frank e Hazel. Pensai di svenire. Mi diedi alcuni pizzichi per assicurarmi che non stessi sognando, e quando la guancia mi diventò rossa, capii che no, non era un sogno. A quel punto mancava solo una persona, la più importante per me, il mio grande amore. Mi diressi spedita verso la cabina di Efesto. Notai che c’era ancora una luce accesa. Mi affacciai alla finestra e lo vidi: Leo Valdez. Stava lavorando a qualche progetto, col viso e i vestiti sporchi di olio. Davvero, non so cosa mi trattenne dal fiondarmi li, legarlo per bene e portarmelo via. Ma mi limitai semplicemente a guardarlo lavorare, con gli occhi a cuore. Eppure, non ero una tipa romantica. Capii di aver esagerato quando Leo all’improvviso si girò verso la finestra con sguardo incuriosito. A quel punto, senza fare rumore, mi misi lo zaino in spalla e corsi via. Arrivai all’arena dove si allenavano col fiatone. Poggiai le mani sulle ginocchia per calmarmi, poi cacciai un sacco a pelo e una sveglia. Stesi il sacco a pelo sulle gradinate e impostai la sveglia sulle cinque e mezza. Dovevo svegliarmi presto per non farmi notare da nessuno. Per fortuna il sacco a pelo era ben imbottito, quindi non ero proprio scomoda. Usai lo zaino come cuscino e chiusi gli occhi, sperando di non risvegliarmi il giorno dopo nella mia stanza.
 
*ANGOLO AUTRICE*
Se siete arrivati alla fine di questo orrore, complimenti, avete la mia stima!
Sul serio, come avete fatto a leggere questa cosa senza prima vomitare?
Lasciando perdere gli scherzi (non che scherzassi) questa FF è nata da una malsana domanda che mi sono posta: “Cosa succederebbe se una fangirl arrivasse al Campo Mezzosangue?” e così è uscito fuori questa cosa che avete letto. Questo è solo un prologo, ovviamente, giusto l’inizio, ma mi farebbe piacere se esprimesse un vostro giudizio :)
  
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