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Autore: B_Alive    19/11/2014    3 recensioni
FanFiction su Callie e Arizona, AU
Dal primo capitolo:
Ho sempre odiato volare. Fare quelle file interminabili all'aeroporto e salire su un aereo per andare lontano. Eppure lo stavo facendo, stavo scappando da un luogo che non sentivo più mio, da qualcuno che non sentivo più mio.
[...]
Atterrai nell'aeroporto di Los Angeles alle 11.20 di una notte di luglio. Era la città degli angeli, la città in cui tutto è possibile e, chissà, magari sarebbe stato possibile per me dimenticare la persona che mi aveva spezzato il cuore.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Mark Sloan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Cap. 6


Qualche sera dopo mi chiamò Teddy per avvisarmi che sarebbe venuta da me il giorno dopo. Non vedevo l’ora di riabbracciarla e parlare un po’ con la mia migliore amica.

Decisi, quindi, di andare al Dark Brown per informare Callie di tutti i dettagli.

Arrivai all’ingresso e notai che il locale era più pieno del solito essendo sabato sera e la porta era aperta per permettere alle persone di entrare ed uscire più liberamente. Mi avviai subito verso il bancone in cerca di Callie. La vidi, però, uscire dallo sgabuzzino senza il grembiule e la divisa del lavoro. Indossava, invece, un vestito corto nero che le fasciava perfettamente il corpo e risaltava le sue forme. Aveva i capelli sciolti, mossi, che le ricadevano sulle spalle e portava dei tacchi non molto alti. Rimasi senza fiato per qualche secondo, ammirando la sua bellezza, mentre lei salutava i colleghi con un cenno della mano e andava verso Addison, che intravidi a pochi metri da lei. Io, però, mi spostai velocemente tra la folla andandole incontro e bloccandole il passaggio.

“Ciao!”

“Ciao Arizona! Non ti avevo vista. Come mai qui?”

“Sono arrivata ora, in effetti. Volevo dirti che mi ha chiamata Teddy, arriva domani nel tardo pomeriggio e volevo sapere se eri ancora disponibile ad accompagnarmi.”

“Certo, non c’è nessun problema.”

“Sei molto gentile, ti ringrazio. Non lavori stasera?”

“Ho appena finito, in realtà. Adesso mi godo il sabato sera con Addison. Ti unisci a noi? E non dire di no perchè so che non hai nient’altro di meglio da fare…”

“Beccata… Mi unisco a voi volentieri.”

Salutai Addison e decidemmo di rimanere lì a bere qualcosa. Ci sedemmo ad un tavolino che l’amica di Callie aveva tenuto occupato poco prima.

“Stasera offre la casa! E bevete, mi raccomando, che altrimenti al karaoke fate una bella figura. E le belle figure non sono ammesse.”

“Karaoke?!”

“Si Arizona. Un sabato si e uno no fanno il karaoke qui e lasciami dire che Callie è la star delle serate!”

“Sei sempre la solita esagerata, Addie.”

“Beh io, però, non...non so cantare, ecco! Sono negata! Io non ci salgo lì sopra!”

“Oh, ma non devi per forza salire sulla pedana, puoi cantare anche dal posto! E fidati, Arizona, che dopo due o tre drink non ti accorgi neanche se hai in mano il microfono.”

Si avvicinò a noi un collega di Callie e ordinammo tutte qualcosa da bere e qualche stuzzichino per riempirci lo stomaco.

Il tempo trascorse e l’atmosfera cominciò a farsi divertente e amichevole. Sia ragazzi, sia adulti facevano a turno per aggiudicarsi il microfono per poter cantare la canzone che preferivano. La maggior parte di loro aveva abbondantemente superato il terzo drink, ma ciò rendeva la serata ancora più animata. Un signore di mezza età, sufficientemente brillo e stonato, era nel bel mezzo dell’esecuzione di un brano molto movimentato. Era simpatico da guardare, un po’ meno da ascoltare.

“Andiamo, Callie, sali lì sopra!”

“D’accordo Addie, d’accordo!”

Si alzò in piedi di scatto, finì in un sorso il suo secondo drink e si aggiustò il vestito forse un po’ troppo corto. Improvvisamente si alzò un boato nel locale. Partì un applauso di incoraggiamento rivolto a Callie e tutti la incitarono a dare il meglio di sé anche quella sera. Si avvicinò al dj e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio, poi prese in mano il microfono e la base di una hit del momento partì. Rimasi a bocca aperta non appena cominciò a cantare. Aveva una voce stupenda pur non essendo quella una canzone che richiedesse grandi doti vocali, ma lei la rese meravigliosa.

Addison, seduta accanto a me, vedendomi quasi incantata, mi si avvicinò.

“Ti piace, non è vero?”

“È bravissima, non me l’aspettavo! Ha una voce bellissima e la canzone è una delle mie preferite in questo periodo.”

“Non parlavo della canzone, Arizona…”

“Oh… Cosa?! No, no, ma che dici?” Ero imbarazzatissima. Come poteva averlo capito?

“Andiamo, lo vedo come la guardi. E poi so che a te piace…quel genere di persona, ecco. Quindi ho tratto le mie conclusioni…”

“Beh, le tue conclusioni sono...Aspetta, come fai a sapere certe cose?”

“Callie mi racconta delle cose. E mi ha raccontato anche di te, ma solo perché gliel’ho chiesto io, volevo sapere chi fossi, tutto qui. Non prendertela con lei.”

“È molto bella, ok? Ed è simpatica, divertente e- ”

“Arizona, prima di farti idee sbagliate credo sia meglio che tu sappia che-”

“Ehilà, che mi sono persa?” Fummo interrotte da Callie che nel frattempo aveva finito di cantare.

“Beh, stavo dicendo ad Addison quanto non mi aspettassi che fossi così brava.”

Cercai lo sguardo di Addison in segno di accordo sulla bugia che avevo appena detto.

“Si, esatto. Le stavo per dire che canti tutte le volte che c’è il karaoke e che sei un momento fisso della serata.”

“Si, Addie ha ragione. Mi piace molto. Ho studiato canto quando ero più giovane e mi diverto cantando così.”

“Complimenti, allora.”

“Ti ringrazio” mi appoggiò una mano sulla spalla prima di sedersi di nuovo e mi sorrise. Quel suo tocco fu così dolce che iniziò a battermi forte il cuore.

Passammo il resto della serata così, a ridere, a scherzare e a bere.

La mattinata seguente la passai a letto col mal di testa. Per l’ora di pranzo mangiai qualcosa veloce e poi andai a correre sulla spiaggia ascoltando le canzoni sul mio iPod. Mandai dei messaggi a Callie per farle sapere l’orario esatto per andare a prendere Teddy.

Nel tardo pomeriggio sentii suonare il campanello. Era Callie. Scesi con l’ascensore, salii sulla sua macchina e cominciò a guidare verso l’aeroporto di Los Angeles.

“Ehi, ti va se metto un po’ di musica?”

“Sì, assolutamente.”

“Ok, allora guarda nel cassettino sotto il sedile, ci sono un sacco di cd. Scegli quello che vuoi così vediamo cosa ti piace.”

“E se scelgo qualcosa che non ti piace?”

“Beh, in tal caso non saliresti più su questa macchina” scherzò.

“Oook, vediamo…uhm…questo!”

“Lady Gaga?! Sul serio, Arizona?”

“No eh? Dai, è allegra almeno! E poi scusa, se non ti piace perché ce l’hai?”

“È di Addison. Quando andiamo in giro insieme si porta un po’ dei suoi cd e poi li dimentica. Almeno quattro di quelli lì sono suoi.”

“Va bene. Allora…no, ti prego, Lorde?! Addison ha dei gusti orribili!”

“Già, peccato che quello sia mio...”

“Oh. Scusa, non pensavo. Beh, hai dei gusti orribili.”

“Sto per fermarmi e farti scendere...”

“Ok, d’accordo, la smetto. Senti, metti questo qui misto e non se ne parla più.”

Callie cominciò a cantare. Sorrisi nel sentire la sua voce così bella. Adoravo ascoltarla, mi rilassava e mi faceva provare delle sensazioni speciali, come se stesse cantando solo per me. Poi, non potei farne a meno. Cominciai a cantare anch’io, lei mi guardò e scoppiò a ridere. Non sapevo proprio cantare, ero negata, ma in quel momento non mi importava. Ero con lei, nella sua macchina ed ero felice. Dopo tanto tempo.

Arrivammo all’aeroporto in orario. Seguimmo le indicazioni sui tabelloni e ci dirigemmo nel posto in cui sarebbe arrivata Teddy.

“Allora…parlami un po’ di questa Teddy. Che tipa è?”

“Beh è una tipa un po’ strana in effetti. Come ti ho detto ci siamo conosciute al lavoro e adesso le voglio un gran bene. Cambia uomini come cambia le mutande, se capisci che intendo. Ma non per colpa sua, li trova tutti un po’ stronzi e poi soffre e si consola con un altro uomo stronzo che la fa soffrire e va avanti così, è un circolo vizioso! Però è adorabile, non so come farei se non ci fosse.”

“Quanto resta?”

“Non saprei, ma non credo molto. Jenny è molto esigente e non concede permessi molto spesso, ma l’avrà fatto perché Teddy le ha detto che era una situazione che riguardava me perciò…ha lasciato correre anche questa volta.”

“Non è così stronza allora.”

La guardai male, ma sapevo che stava scherzando.

“Scusa, non intendevo-”

“Non ti preoccupare, tranquilla. Oh, ecco che arriva!”

Vidi Teddy in lontananza chiacchierare con un bell’uomo. La stava aiutando a spingere il carrello con le mie tre enormi valigie. Prima di avvicinarsi a noi, lo salutò con un affettuoso abbraccio e un cenno della mano.

“Ehi! Eccoti qui, come stai? Com’è andato il volo? Abbracciami dai.”

“Ciao Arizona! Il volo è andato più che bene direi… Ho avuto un’ottima compagnia.”

“Ho notato! Vi siete conosciuti proprio bene eh?.”

“Smettila, è stato gentile. Abbiamo chiacchierato e mi ha aiutato col carrello.”

“Certo, come no.”

“Comunque, tu devi essere la famosa Callie immagino.” Si strinsero le mani.

“Così famosa? Addirittura? Si, sono io, piacere.”

“Oh beh, Arizona mi ha parlato molto di te e anche bene, molto bene e-.”

“Teddy! Basta, ti prego” le sussurrai per non farmi sentire da Callie.

“Scusa...”

“Allora, vogliamo andare? Immagino che sarai stanca, hai già mangiato?”

“No, Callie, ma mi piacerebbe mangiare tutte insieme se vi va.”

“Certo! Andiamo a casa, ci sistemiamo e poi usciamo. Per te va bene Callie? Avevi altri impegni?”

“No, assolutamente! Per me va benissimo.”

Ci incamminammo verso la macchina. Sistemammo le valigie come meglio potemmo e Callie guidò fino a casa.

Una volta arrivate, Callie ci aiutò con le valigie. Feci vedere a Teddy il mio appartamento e le mostrai con orgoglio il mio tavolo da biliardo. Lei aveva sempe odiato il biliardo, non la divertiva affatto.

Ci facemmo la doccia a turno e le parlai di Callie, di quanto mi piacesse, di quanto fosse brava a cantare, di quanto fosse sexy con quel grembiulino boreaux o con quel tubino nero molto scollato. Di quanto non mi avesse ancora detto di sé e di quanto già sapevo. Le parlai dei pancakes del suo bar, del suo posto sulla spiaggia e del suo volermi essere utile sempre. Avevo bisogno di Teddy per queste cose. E grazie al cielo era lì proprio per me.

Ci vestimmo in fretta, ma senza trascurare I dettagli. Non eravamo eleganti, indossavamo dei vestiti leggeri molto comodi. Callie, invece, era sempre bella, qualunque cosa si mettesse addosso. Andammo a mangiare in un locale italiano, la mia cucina preferita. Parlammo tutta la sera e ci divertimmo come se ci conoscessimo tutte e tre da una vita.

Pagammo il conto e risalimmo in macchina per tornare a casa. Teddy era davvero stanca a causa del viaggio.

“Buonanotte ragazze. Mi ha fatto davvero piacere conoscerti, Teddy.”

“Piacere mio Callie e grazie ancora.”

Si salutarono con un abbraccio. Teddy entrò nell’edifico e ci lasciò da sole.

“Ehi Callie, grazie davvero di tutto, non so come ricambiare, ma prometto che lo farò.”

“Non ti preoccupare, mi fa piacere altrimenti ti avrei lasciata a piedi quando hai insultato i miei cd.”

“Non lo faccio più, promesso.”

Si mise a ridere e ad un tratto si avvicinò a me. Mi strinse le braccia intorno alla vita e mi abbracciò, così, all’improvviso, dolcemente. E il mio cuore impazzì letteralmente perché mi resi conto che quello fu il nostro primo vero contatto. Ricambiai l’abbraccio. Potevo sentire il suo profumo, quello della sua pelle e dei suoi capelli. Andai completamente in estasi e non avevo la minima intenzione di staccarmi da suo corpo. Quella vicinanza non durò molto, ma mi sembrò una vita.

“Grazie ancora.”

Si staccò e si diresse verso la sua auto.

“Ah, Arizona...”

“Si?”

“Domani ti accompagno a scegliere la tua macchina così mi porterai in giro tu per un po’...”

Le sorrisi, le diedi la buonanotte ed entrai nell’edificio, felice come poche altre volte in vita mia.



to be continued…





Note dell’autrice:

Sono passate due settimane e non ho assolutamente idea di come farmi perdonare per il ritardo!

Ho avuto dei problemi e non sono riuscita ad aggiornare prima e, devo essere sincera, il tanto temuto “blocco dello scrittore” si è fatto vivo e mi dispiace.

Onestamente, però, questo capitolo non mi convince molto, sarà perché non c’era granché da scrivere, sarà perché il momento saliente arriverà a breve, non so.

Nonostante ciò, spero che apprezzerete lo stesso quanto ho scritto e di aver suscitato in voi qualche curiosità in più con il dialogo tra Arizona ed Addison.

Ringrazio chi continuerà a seguirmi in questa avventura e, se vi fa piacere, fatemi sapere che ne pensate e cosa vi aspettate dai prossimi, o se avete già un’idea del “segreto” che nasconde Callie!

Al prossimo capitolo, belli! :)



#acca#

  
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