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Autore: Xenebe    25/11/2014    1 recensioni
"Nothing Personal" (Niente di personale): Coulson e Skye stanno scappando dal Pulmino a bordo di Lola...
"E proprio mentre si volta per tornare nella cabina di pilotaggio, lo vede. La mano di Skye che, a causa della grossa forza di resistenza dell'aria, scivola via da quella di Coulson.
Non ci pensa nemmeno, è automatico indossare il paracadute e lanciarsi; talmente automatico da non pensare che Skye non vorrà il suo aiuto, che si divincolerà, che proverà a toglierselo di dosso in ogni modo. È talmente automatico che non pensa alle conseguenze."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Jemma Simmons, Leo Fitz, Skye, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Shield_BML_00 Ormai io e il ritardo siamo fidanzati ufficialmente :(
Come vedrete, da qui ci sarà un cambiamento netto e spero che possiate gradire la cosa.
Come sempre, insiemne a chi ha messo la storia tra ricordate, seguite e preferite, ringrazio la mia amica e beta artemide88 e vi lascio alla lettura.















Capitolo 4
“...until you find it there and lead it back home”*








Da quando siamo in questa specie di base-laboratorio ho fatto solo una cosa: star chiusa nella cabina di Ward, da sola per di più, ed è quasi passata una settimana da quando siamo arrivati.
Un arrivo che è stato decisamente diverso da quello che Ward si aspettava: quando ha contattato Garrett, questi si è mostrato molto felice di riavere indietro il suo Golden Boy e ancora più felice di avere me come sua "ospite".
Questo entusiasmo non è affatto piaciuto al "mio A.S.", che ha pensato ad un modo per correre ai ripari e ridurre al minimo i pericoli per la mia incolumità. Dopo aver pensato attentamente a come muoversi, ha deciso che la cosa migliore fosse spararmi con un ICER e poi nascondermi nella sua stanza. Ovviamente non ero d'accordo! Lasciarmi sparare avrebbe significato fidarmi, in qualche modo, di lui e questo era impossibile. Abbiamo passato quasi un'ora a discutere, alcuni momenti anche in modo comico! Un po' come ai vecchi tempi. Anche perché non riuscivo a capire quale fosse il motivo di questa farsa, ma non ero riuscita a cavargli di bocca niente se non farfugliamenti sulla pericolosità di Garrett e su come gli sarebbe bastato distrarlo.
“Si può sapere quale sarebbe il problema?”
“Che Garrett è troppo entusiasta di incontrarti, Skye! Potrebbe volere qualcosa da te, ma se riesco ad evitare che vi incontriate, poi potrei riuscire a distoglierlo da qualsiasi curiosità abbia nei tuoi confronti. E Garrett sarebbe l’unico pericolo per  te in quella maledetta base, perché nessun altro si permetterebbe di alzare un dito su di te, se dico che sei sotto la mia protezione. Quindi mi serve un diversivo per evitare il vostro incontro. Poi lui sarà troppo occupato per pensare a te!”
Alla fine, appena mi sono distratta, contro il mio volere, mi ha sparato. Prima di perdere i sensi ho sentito solo uno "scusami", che ovviamente vale meno di zero detto da lui.
Eppure devo ammettere che odio stare da sola tra queste quattro mura, quasi più di quanto odi essere in compagnia di Ward. Essere da sola significa pensare. Pensare significa cercare di dare un senso a tutto. A tutti quei ricordi. Anche a quel bacio.
A quel bacio a cui non voglio pensare, perché non solo mi fa male, come quelli che ci sono stati prima che scoprissi la verità; non solo mi provocano disgusto, come quelli che gli ho dato mentre fingevo; quel bacio, quello che ci siamo scambiati davanti alla porta della suite "luna di miele"... Quel bacio mi spaventa.
Tre giorni fa un'agente giovanissima ha bussato alla porta e ha portato delle scatole: all'interno c'erano effetti personali di Ward. Speravo ci fosse qualcosa di diverso dai libri, il mazzo di carte e il foglio e la penna che aveva sul Pulmino. In realtà ci sono solo altri libri, molti dei quali gli ho visto tra le mani. I libri che gli ha assegnato Garrett, mi disse una volta.
Nel piccolo frigo il cibo che ha portato qui per me, mentre ero ancora svenuta a causa dell'ICER. Sulla scrivania i dati dell'hard drive, che Coulson ci aveva detto di proteggere, alcuni fascicoli in cui sono descritti i gadget progettati da Fitz e Simmons e tutta la strategia con cui è riuscito a portarsi a letto May. Chi è Grant Ward?
È un pupazzo. È un insieme di dati e di propositi di altri. È il nulla. Non è nemmeno un mostro, non è nemmeno un nazista o un assassino. È un guscio vuoto. E sono abbastanza certa che lui lo sappia.


Sono passati altri quattro lunghissimi ed interminabili giorni. Inizio a sentirmi davvero una prigioniera. E probabilmente lo sono. Probabilmente tutta la storia della protezione è solo una scusa per farmi rimanere qui, buona.
Ieri mattina c'è stato un cambiamento. Mi sono svegliata con l'odore di un dolcissimo cornetto sulla scrivania, accanto al caffè, che però, di solito, mi portano più tardi, quando sono sveglia da un bel po'. Inizialmente ho pensato fosse una trappola, fosse avvelenato o un modo per sedarmi. Una sorta di cavallo di Troia dal profumo irresistibile.
Forse Garrett voleva finalmente incontrarmi.
Ma era un cornetto al cioccolato, con l'aggiunta di morbida panna montata. Poteva essere stata solo un'idea di Ward e a quel punto, già nella tana del lupo, potevo anche permettermi di assaggiare quella leccornia.
Proprio mentre mi gustavo la colazione, mi resi conto che c'era una coperta perfettamente piegata sulla sedia della scrivania e che i fascicoli erano aumentati. Ce ne era uno su ognuno di noi, oltre che sulle specifiche del Pulmino. E poi uno che raccontava come, dopo il mio salvataggio, l'intervento dell'esercito avesse spinto Ward a far perdere le nostre tracce, finché non aveva chiamato Garrett. In effetti mi ero chiesta come fossimo sfuggiti all'HYDRA, ma devo ammettere -almeno con me stessa - che avevo preferito concentrarmi su cose molto più essenziali, come odiare intensamente Ward e tenerlo a distanza. Emotivamente più che fisicamente.
Con tutte queste prove sparse per la stanza avevo dovuto ammettere che era più che ovvio che Ward fosse venuto in camera proprio mentre dormivo e avesse deliberatamente deciso di non svegliarmi. Stava evitando la mia compagnia. Lui. Ovviamente.
Proprio mentre cerco di non farmi montare la rabbia a quel ricordo, finalmente, dall'altro lato della porta, sento qualcosa di diverso rispetto al nulla e dai passi lenti a cui mi sono abituata negli ultimi dieci giorni. C'è trambusto, agitazione. AC sarà venuto a prendermi, ne sono sicura.
Tempo cinque minuti e la porta di fronte a me si spalanca.
Il volto di Jemma si apre in un enorme sorriso appena mi vede. E riesco appena a vederlo prima che mi ritrovi la mia amica addosso, mentre mi stritola in un abbraccio soffocante. Un paio di secondi e sento la voce di Fitz che ci dice che dobbiamo andarcene velocemente. Coulson se la sta vedendo con Garrett e noi dobbiamo correre ad aiutare May che sta cercando Ace, così da avere Mike di nuovo dalla nostra parte.
Mentre corro fuori dalla stanza trascinando Simmons con me nella direzione indicatami da Fitz, vedo quest'ultimo tornare indietro e mi blocco.
"Devo trovare Ward!", urla, mentre scompare alla mia vista.
"È stato Ward a dirci dove trovarti.", spiega, alla mia espressione dubbiosa, la biochimica, mentre inizia a correre, finalmente di nuovo collaborativa, verso l'uscita.
Quando finalmente usciamo dai labirintici corridoi di quella base, Jemma mi trascina al punto d'incontro, dove troviamo May e Ace.
La donna mi accoglie con un'espressione leggermente serena mentre mi stringe il braccio ed annuisce, poi ci comunica che noi resteremo con il figlio di Mike, mentre corre ad aiutare AC. Un attimo prima di farlo però ci chiede dove sia Fitz.
- È con Ward.-, rispondo preoccupata e vedo l'espressione della Cavalleria fare da specchio alla mia.
E proprio mentre osserviamo May correre verso l'edificio da cui noi siamo appena scappate, una scena sul tetto cattura la nostra attenzione: ci sono Fitz e Ward. Poi si sente uno sparo e Fitz cade a terra.
Non sappiamo che fare. Vorremmo correre da lui, ma non possiamo lasciare Ace da solo in quella che è una vera e propria guerra.
Mentre ragiono su come raggiungere il mio amico e cerco di convincere Jemma a riprendere a respirare, un elicottero atterra a pochi metri da Fitz e qualcuno esce a recuperarlo, poi risale sul mezzo che velocemente ci raggiunge.
Impossibile, ma vero. Il direttore Fury non solo è vivo, ma è qui per aiutarci.
Lascia il nostro amico alle amorevoli cure di Jemma, ripresasi dopo essere quasi divenuta cianotica, e vola, letteralmente, da AC. Intanto, sullo stesso tetto da cui è precipitato Fitz, vediamo combattere May e Ward.











* Bring me to life, Evanescence







Nel prossimo capitolo ci sarà un bel salto temporale, il titolo sarà "You won't cry for my absence, I know"
, tratto da "Missing".


   
 
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