Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Zola_Vi    12/04/2015    4 recensioni
“So perché hai paura di parlarmi. O guardarmi. O toccarmi.”
Aggrottò le sopracciglia, forse infastidita. 
“Il tuo cuore sa benissimo che torneresti da me, se solo tu lo facessi.” 
“Io ascolto la mia testa, Harry. Il mio cuore non c’é più, ormai.” 
------------------------------------------------------------------------------
“Ti detesto.” 
Lui rise. 
“Davvero, Harry.” 
I suoi occhi brillavano di una luce strana, che ultimamente non aveva visto. 
Mi soffermai ad osservarli. 
Era da tempo che non lo facevo, che non lo guardavo attentamente. 
“Ti sei incantata?” 
Scrollai la testa, alzandogli ben in vista il mio dito medio sulla faccia, con un sorrisetto beffardo disegnato sul viso. 
----------------------------------------------------------------------------
Corrugò la fronte e con passi impercettibili cercò di tornare indietro verso la porta, poiché io mi mossi verso di lei, intrepidamente e senza ripensamenti. 
Toccò la maniglia, ma non riuscì a girarla: avevo chiuso a chiave. 
Spalle contro il muro, alzò lo sguardo per guardarmi negli occhi. 
Il suo flebile respiro, adesso scostante, arrivò al mio petto. 
Mi avvicinai al suo orecchio, abbassandomi di qualche centimetro. 
“Devi fare solo ciò che ti dirò.” 
-----------------------------------------------------------------------------
Voleva la guerra? 
“E guerra sia.” pensai. 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap. 5

 

"I cupcake sono pronti?" 

Annuii. 

“La torta al cioccolato?” 

La cercai per tutta la cucina con lo sguardo, poi la vidi. 

Era posata su un mobiletto basso di legno, vicino al tavolo. 

“Si, c’é.”

Durante pochi mesi avevo scoperto una nuova passione: preparare la colazione. 

Era rilassante e compiacente. 

Mi piaceva deliziare le persone accanto a me con manicaretti squisiti.

Mi impegnavo, seriamente. 

Era diventato un momento di svago necessario all’interno della mia vita, ormai. 

Quella mattina indossavo, tra l’altro, un grembiule bianco con disegnate sopra delle piccole fragoline rosse, che mi faceva apparire ancora più competente ed esperta. 

“Possiamo svegliare gli altri allora.”

Scossi il capo, sorridendogli. 

“No, lasciali dormire ancora. Mangeranno dopo, senza fretta.” 

Liam era sempre con me in quel momento della giornata.

Mi aiutava volentieri. 

In realtà, era stato lui ad insegnarmi parecchie cose utili: anche se non lo voleva ammettere. 

“Parli come se fossi la loro mamma.” sghignazzò, fissandomi con una serenità immensa, che quasi riusciva ad infondermi. 

“In realtà lo dicevo solo perché così ci sarà ancora tranquillità per un po’ di tempo.” 

Abbassò lo sguardo, afferrando un biscotto alla crema poggiato vicino ai fornelli spenti. 

“Non fare la dura quando sappiamo entrambi che non è così.” 

Non controbattei. 

Gli lasciai credere ciò che pensava fosse vero. 

Guardai fuori dalla finestra, esattamente di fronte a me.

Era una bella giornata, senza dubbio. 

I raggi del sole illuminavano il mio volto e il suo calore riscaldava piacevolmente la mia pelle. 

Tirai un lungo e calmo sospiro.

“Che c’é?” 

“Stavo pensando ad Hayley. Solitamente le giornate come queste le passavo ad abbronzarmi in sua compagnia.” 

Lui sorrise, dolcemente. 

“In realtà era lei che mi costringeva. Odiavo farlo.” risi. 

E contagiai anche lui. 

“Non l’hai più sentita?” 

“No.”

“Dovresti.”

“Forse.”

 

“Zayn, dove cazzo hai messo i miei box..”

S’interruppe di colpo, guardandomi completamente spiazzato. 

Mezzo piegato per cercare le sue cose per terra, mi fissò con sguardo sorpreso.

Spalancai gli occhi, immobilizzata. 

“…Boxer.” aggiunse dopo alcuni momenti.

Mi girai di colpo, non appena realizzai di averlo visto… senza niente addosso.

“Scusa” dissi subito, alzando notevolmente il tono di voce. 

“Non sapevo ci fossi tu qui.” 

Lo sentii sghignazzare. 

Molto probabilmente adesso stava sorridendo. 

Magari gli erano comparse anche le due fossette sulle guance bianche. 

Strizzai gli occhi, come per voler cancellare l’immagine appena vista dalla mia testa.

“Puoi girarti adesso.” 

Non lo feci, tuttavia. 

“Sul serio, Ploon. Non é un trucco.” 

Sebbene dubbiosa, alla fine mi voltai davvero. 

Il suo volto era sereno, forse divertito. 

In effetti, a pensarci bene, era stata una situazione un po’ buffa e strana. 

“Perché sei in camera mia?” 

“Cercavo…”

“Zayn.”

Accigliai lo sguardo. 

Lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“E’ uscito, circa un quarto d’ora fa.”

Drizzai lo sguardo altrove, a quel punto, per evitare il suo. 

“Non c’é nessun altro in casa?”

Scossi il capo.

Poi, prese la maglia nera poggiata sul suo letto e, con un rapido movimento, si coprì i propri addominali, infilandosela. 

Successivamente, con una semplice scrollata di capo si mise a posto i ricci.

“Allora io esco.”

Corrugai la fronte.

Per andare dove?

Come mai non insisteva per farmi restare con lui?

Era la prima opportunità che aveva avuto, in un mese, per farlo. 

“Dove vai?”

“Ti interessa?”

In un singolo istante riuscì a farmi venire il nervoso. 

Una rotella nel mio cervello si girò nel senso opposto e cambiò immediatamente il mio umore. 

“No. Fa come vuoi.”

Mi sorrise, stranamente. 

Solitamente quando gli rispondevo male, s’ammutoliva e s’imbronciava.

Cos’era cambiato?

Era una tattica per farmela pagare o farmi cambiare idea?

“Mi sembri leggermente nervosa.”

Lo fulminai con lo sguardo. 

Se voleva farmi incazzare, ci stava riuscendo. 

“Se vuoi venire con me basta dirlo.” mi fece un occhiolino. 

Mi infilai le mani in tasca, mentre alzai gli occhi al cielo, esasperata.

Poi gli diedi le spalle, senza neanche rispondergli.

Odiavo quando si comportava in quel modo strafottente.

“Stavo scherzando, Ploon!” lo sentii urlare.

“Divertente.” bofonchiai tra me e me. 

Scesi la scale dell’appartamento, di fretta, per ritrovarmi pochi secondi dopo nel soggiorno. 

Mi guardai intorno e sbuffai.

Non avevo voglia di stare sola, in quel momento.

Ormai ero abituata ad avere mille persone costantemente attorno e sebbene, a volte, la solitudine, dopo ore di casino, mi faceva piacere, altre mi stressava ancor di più.

“E comunque non é stata la prima volta che mi hai visto nudo, pesciolino. Non dovresti scandalizzarti.”

La sua voce profonda e roca risuonò calorosamente nel mio timpano, come un bisbiglio.

Rabbrividii sentendo il suo respiro così vicino al mio.

Mi allontanai immediatamente dal suo corpo, come se fossi spaventata.

“Smettila.”

“Di fare cosa?”

“Questo.”

Maliziosamente, mi guardò per parecchio tempo. 

Sebbene volessi incenerirlo con la sola potenza del mio sguardo, non ce la feci, purtroppo.

“Vado a salutare Gemma all’università, comunque.” 

Da quando eravamo tornati dall’ospedale non l’avevo più sentita. 

Lei se n’era andata, trasferitasi negli alloggi della sua scuola, ad appena mezz’oretta di pullman da Holmes Chapel. 

Harry l’andava a trovare ogni settimana, il weekend. 

Da quando aveva finito il tour con la sua band, s’era particolarmente dedicato alla famiglia… com’é giusto che sia. 

“Preferisci fare l’asociale qui come al solito, da sola, o sali in macchina con me?”

Corrugai la fronte, infastidita. 

Oggi aveva voglia di insultarmi?

“Io non faccio…” 

Non mi lasciò finire la frase. 

Si girò dalla parte opposta del mio corpo. 

Prese le sue chiavi dal tavolo del soggiorno e aprì la porta di casa, senza neanche degnarsi di sentirmi. 

“Ehi! Ti sto parlando.” 

Si girò, tutto d’un tratto. 

“E io ti sto ascoltando.” 

“No, non é vero.” 

Sorrise. 

“Si, invece. A differenza tua, io non mi perdo mai una parola di quello che le persone dicono, Ploon.” 

Frecciatina. 

Quella che mi aveva appena tirato era proprio una frecciatina. 

Pungente e fastidiosa, direi. 

Serrai gli occhi color oceano. 

Sospirò. 

“Quindi? Che fai?” 

“Vengo.”

Abbassò lo sguardo, nascondendo un sorrisetto compiaciuto. 

“Per Gemma. Devo parlarle.” 

 

“Lo hai fatto apposta!” 

“Hai piantato la macchina di proposito.” 

“Non ci si può proprio fidare di te, Harry.” 

“La prossima volta che succede io…”

“Cosa fai? Mi uccidi?” mi fermò.

Digrignai i denti, zittendomi. 

Non era possibile. 

Non poteva essere davvero così… subdolo e manipolatore.

Senza neanche troppa fatica, alla fine, era riuscito ad ottenere ciò che realmente voleva più di ogni altra cosa: un po’ di tempo con me. 

In mezzo alla campagna la sua dannata Porche si era bloccata.

E avrei incolpato sicuramente gli Dei se non avessi saputo con certezza che l’aveva fatto apposta. 

“Giuro che…” 

“Se stai un po’ zitta, pesciolino, forse riesco a concentrarmi.”

“Non chiamarmi in quel modo.” dissi alzando la voce, avvicinandomi al suo corpo piegato a rovistare tra i motori della sua quattro ruote. 

Si girò verso il mio volto. 

Si leccò il labbro superiore, forse perché stanco: sia di pensare ad una soluzione sia di ascoltarmi.

“E non dirmi di star zitta.” 

Alla fine, si sedette sul bordo della strada, dove l’erba si vedeva appena. 

“Ti sei già arreso?” 

“Beh. Vediamo ciò che sai fare tu.”

Sbuffai, con tutta la forza che mi era rimasta. 

“Ti detesto.” 

Lui rise. 

“Davvero, Harry.” 

I suoi occhi brillavano di una luce strana, che ultimamente non aveva visto. 

Mi soffermai ad osservarli. 

Era da tempo che non lo facevo, che non lo guardavo attentamente. 

“Ti sei incantata?” 

Scrollai la testa, alzandogli ben in vista il mio dito medio sulla faccia, con un sorrisetto beffardo disegnato sul viso. 

Poi, poco dopo, mi infilai le mani in tasca, prendendo il mio telefono. 

Selezionai il numero di Liam e cercai di chiamarlo. 

“Guarda che non c’é campo qui.” 

Non lo stetti ad ascoltare, come al solito. 

Dovette lui raggiungere il mio corpo per prendermi l’apparecchio dalle mani e confiscarmelo. 

“E come facciamo adesso?” 

“Torniamo a piedi.” fece un occhiolino.

Alzai gli occhi al cielo, esasperata. 

Non tanto dalla fatica che mi avrebbe presto aspettata, piuttosto dalla consapevolezza di dover ascoltare ore di chiacchiere di Harry. 

“Tranquilla, ti proteggo io dai lupi.” 

La voglia estrema di tirarli un pugno in faccia mi pervase irreparabilmente. 

“Non sono una femminuccia, non ho bisogno del tuo aiuto.” 

Sghignazzò, sonoramente. 

“Non sei poi cambiata così tanto, sai?” 

Mi giurai che se l’avesse detto di nuovo, l’avrei presto buttato giù da un burrone.

“Dico sul serio, Ploon.” 

“Ok.” 

 

Guardandomi i piedi mentre camminavo silenziosamente, contavo per quanto riuscissi a calciare i sassolini. 

L’aria era fresca, solo leggermente freddina. 

Sebbene ci fossero i raggi del sole a picchiare sul mio corpo, non vi era più troppo caldo, come all’inizio della mattinata.

Distese verdeggianti e ricche di colori.

Fiori dolcemente profumati. 

Alberi antichi e maestosi. 

Piccoli animali felicemente instancabili di saltellare qua e là. 

Cielo perfettamente azzurro e abitato da innumerevoli nuvole bianche latte. 

Era tutto ciò che ammiravo adesso, insieme ad Harry. 

Se vi era ancora qualcosa di immutato in me era l’amore irrefrenabile per la natura. 

Mi provocava un senso di pace e tranquillità interiore infinito. 

 

Narra: Harry. 

 

Si guardava intorno esaustivamente, come per voler scorgere ogni singolo particolare del posto. 

Sorrisi. 

Era rimasta curiosa, proprio come un tempo. 

Nonostante tutto, riusciva ancora a scorgere la vera bellezza. 

Che, alla fine, é in tutto: ma solo pochi possono vederla. 

E lei ne era sempre stata capace. 

Mi piaceva ancora studiare i suoi comportamenti: sia da vicino che da lontano. 

Ero certo che se avessi cercato senza sosta, avrei ritrovato sicuramente la mia vera Piccola Peste.

Non volevo arrendermi. 

Ne buttarmi troppo giù. 

Lei era ancora lì, rinchiusa da qualche parte nel corpo della nuova e infrangibile Ploon. 

“La smetti di guardarmi in quel modo scemo?” 

Girai il volto per posizionarlo in direzione frontale e continuare a fissare l’orizzonte. 

“Non mi scuserò per averlo fatto.” 

Sentii sospirarla, amaramente. 

Mi avvicinai al suo corpo lentamente e impercettibilmente, mentre continuai a camminare, fino a sfiorare la sua spalla. 

Quella era l’unica distanza permessami. 

“Niall, l’altro giorno, non mi ha voluto dire cosa c’é stato tra te e Arya una volta che me ne sono andata.” 

All’improvviso, tirò fuori l’argomento. 

E io corrugai la fronte. 

Ci pensava ancora?

Mi allontanai, immediatamente. 

“Come mai? Sembrava volesse mantenere un segreto.” 

Mi ammutolii, non volendo neanche io darle una risposta. 

“Dovresti dirmelo.”

“No. Non credo.” 

Accigliò lo sguardo, rallentando il passo.

Ora si stava insospettendo, più di prima. 

“Perché non vuoi dirmelo?” 

‘Perché vuoi saperlo?” 

Scrollò le spalle. 

“Così.”

“E’ per poi volermi incolpare di non averti aspettata?”

Questa volta si fermò.

E mi fissò. 

Sembrò passarono infiniti attimi, in quel semplice piccolo momento. 

“No, certo che no. So benissimo quello che ho fatto.”

Abbassai lo sguardo.

Continuai a camminare, lasciandola indietro. 

Mi misi le mani in tasca e con sguardo cupo cercai di evitare altre sue domande, sapendo benissimo che, però, non si sarebbe comunque arresa così in fretta. 

Anche se, in un certo senso, le avevo appena detto che, effettivamente, tra me ed Arya era successo qualcosa. 

“Vorrei solo tu fossi felice… anche con qualcun’altra.” 

Il tono della sua voce si fece immediatamente più pacato, quasi dolce. 

Mi colpì. 

Proprio come quelle parole. 

Mai era stata così chiara. 

Era la prova evidente: tra noi era finita. 

Per davvero. 

Voleva scegliessi un’altra. 

Lasciava il suo posto, di proposito, ad un’ altra ragazza. 

Non voleva seriamente tornare da me. 

Una fitta al cuore mi penetrò. 

E il mio cervello, completamente incosciente per pochi secondi, parlò per me. 

“L’ho messa incinta.” 

Ehi ragazze belle C: 
Ho aggiornato *-* 
Con un colpo di scena niente male AHAHAH. 
Cosa ne pensate? 
Ci siete rimaste di sasso?
E chissà cos'ha pensato Ploon in quel momento :O 
Mamma mia, qui le cose iniziano a degenerare, eh? 
Sono curiosa di cosa mi verrà in mente :') 
Non é la più pallida idea! ;) 
Spero vi farete sentire nelle recensioni <3 

Un bacione a tutte quante care mie belle fanciulle, 
-Zola. 

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Zola_Vi