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Autore: _Giuls17_    29/04/2015    1 recensioni
E' il compleanno di Clary, ma tutto ciò che noi conosciamo tramite City of Bones, verrà sovvertito dall'arrivo di Valentine Morgenstern a casa di lei, proponendole una dolce e allettante proposta: conoscere il Mondo Invisibile, conoscere suo fratello, conoscere se stessa.
Cosa deciderà di fare Clary? Proseguire sulla retta via o deragliare assieme al padre?
C2: Lei mi ha mentito per tutta la mia vita, non mi ha mai raccontato la verità, né su mio padre né su mio fratello.
C3:Clary, tu sei mia sorella e io non ti posso solo volere bene, a modo mio io ti amo...
C10:-Clarissa!- Jonathan si girò e urlò il nome verso il lago, come se lei potesse sentirla e solo allora Jace decise di agire e con la spada colpì quel punto sulla schiena
C12: Si girò di lato ed osservò il suo Marchio del parabatai sbiadito, proprio vicino all’orecchio.
C14:-Io…Ho paura, c’è questo rumore, c’è qualcosa dentro la mia testa.-
C18:-Eri morta? Clary come hai potuto tenermelo nascosto ! E tu Jace, che hai da dire?- *
La verità è che mi manchi.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Valentine Morgenstern
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Adamas
 
Clary si scansò in tempo prima che il Demone la mordesse, osservò Sebastian combattere contro altri Demoni come anche Jace, si mise in piedi e prese la sua spada angelica.
-Nakir.-
La vide illuminarsi, chiuse un attimo gli occhi, il tempo per percepire l’adrenalina scorrerle nel sangue e si sentì pronta.
Avanzò senza esitare contro uno dei Demoni di Jace e dopo pochi affondi lo trafisse senza esitare, dell’icore le finì addosso e provò a non urlare, nonostante il dolore non voleva apparire davanti al fratello come un peso.
Jace si parò davanti a lei, evitando così che il Demone la colpisse, prese un pugnale dalla sua cintura e lo ferì alla gola ma non fu sufficiente, non era riuscito a dargli il colpo di grazie.
 
-CLARY!-
La ragazza percepì la voce del fratello e lo vide indicare l’ex proprietario del negozio, capì immediatamente cosa avrebbe dovuto fare, prese una breve rincorsa e si lanciò contro di lui.
Rotolò a terra e lo inchiodò con la spada ad essa, avvertì la sua paura scorrergli nelle vene e per un momento si sentì inebriata, quasi drogata da quella sensazione che solo col padre aveva provato.
-Posso darti tutto quello che voglio.- farfugliò, cercando di scaturire la sua misericordia.
-Ho già tutto quello che voglio.- disse, pensando immediatamente al fratello e a Jace, così con un rapido colpo lo uccise.
-Clary, l’hai presa? Vero?-
-Cosa? Ah si, questa volevi.- sollevo l’Adamas e la porse al fratello che sorrise.
 
Jonathan afferrò l’oggetto e lo tenne stretto con la mano destra, mentre con l’altra aiutò la sorella ad alzarsi da terra, le posò la stessa mano lungo il braccio, provando non solo gratitudine ma anche amore per quella piccola ragazza che l’avrebbe aiutato nel suo piano ma poi Jace entrò nel suo campo visivo e dovette interrompere il contatto.
-Stai bene?- domandò, abbracciandola, non si era mai sentito così agitato come in quel momento.
-Sì, qualche iratze e sarò come nuova.-
-Allora che aspettiamo, dobbiamo festeggiare.- dichiarò Jonathan, sorridendo ad entrambi.
 
***
 
Nonostante l’ospitalità di Jordan, Simon preferiva passare la giornata a casa di Magnus, anche se Isabelle era stata costretta dalla madre a tornare all’Istituto almeno per la notte.
Entrò dalla porta principale, chiudendosela dietro subito dopo e osservò lo stregone seduto su uno dei divani circondato dai libri.
Ormai non facevano altro che leggere, leggere libri che li aiutassero a trovare una soluzione per il loro problema con Clary e Jonathan, ma fino a quel momento non avevano trovato niente.
-Oh eccoti, ci eri mancato vampiretto.-
-Anche voi.- sussurrò, sedendosi vicino alla sua ragazza che aveva appena posato uno dei libri per salutarlo.
-Novità?-
-Imogen sa di Jace.- decretò Alec, senza guardarlo.
-Imogen? L’Inquisitrice? Gli avete detto dell’Angelo…?-
-No, ovviamente. Solo che dopo l’attacco di Jonathan e Clary all’Istituto mia madre si era insospettita, a lei le abbiamo raccontato la verità cosa che ovviamente lei non ha fatto con Imogen.-
-Allora come ha fatto a convincerla?-
-Gli Herondale hanno un segno sulla spalla, mamma si è ricordata di averlo visto a Jace quando era piccolo ma che aveva preferito tacere fino a quel momento.-
-Come l’ha presa?-
-Se prima era determinata a trovare i due fuggiaschi adesso vuole che Jace torni vico e vegeto all’Istituto.-
-Meraviglioso però non sono venuto qua solo per il piacere delle chiacchiere di compagnia.-
-Allora per cosa?- Magnus lo scrutò, e rimase in attesa.
-Stavo pensando che grazie al Marchio di Caino, nessuno può uccidermi, o sbaglio?-
-Continua.- stavolta era stato Alec a parlare, poiché aveva posato il libro.
-Allora cosa ne direste di evocare, di farmi evocare un Angelo per domandargli come risolvere il nostro problema? Il Marchio mi proteggerà.-
-Fammi capire, perché hai pensato a un Angelo invece che a un Demone?-
-Credo che l’Angelo sarà più onesto sulla risposta, i Demoni, senza offesa caro Magnus, sono subdoli.-
-Non fa una piega, il ragazzo vuole morire.-
-Alec cerca di finirla! Non metteremo a repentaglio la tua vita.- urlò Iz, in preda a una crisi di panico.
-Sono io che lo voglio, non otterremo niente dai libri, e non possiamo restare a guardare che Clary muoia e che Jace sparisca nel nulla, dobbiamo agire.-
-Credo che potremo farlo.- sussurrò lo stregone, alzandosi dal divano.
-Dici davvero?- chiese Alec, guardandolo.
-Sarà rischioso, sarà pericoloso e non sono sicuro che il Marchio di Caino, Marchio del Paradiso lo protegga dal Paradiso stesso, ma Simon ha ragione, non possiamo restare ad aspettare.
Clary e Jace hanno bisogno di noi.-
-Bene, quando iniziamo?- Simon batté le mani e si rese conto di essere pronto per quel momento, forse da tutta una vita.
-Non voglio che tu muoia.- sussurrò Isabelle al suo orecchio.
Simon si voltò e la guardò come avrebbe sempre voluto fare con la sua ragazza e come stava effettivamente facendo, le scostò una ciocca di capelli dal viso per sistemarla dietro l’orecchio.
-Tu mi hai salvata in questa mia nuova vita, se fossi tu al post di Clary avrei fatto la stessa cosa, ma lei mi ha salvato dalla mia vecchia vita, le deve molto e se posso aiutarla lo farò.-
-E se ti farai male?-
-Ci sarai tu a curarmi, no?-
-Simon…-
-Non dirlo in quel modo, non sto andando a morire, faremo solo qualche domanda all’Angelo di turno e salveremo i nostri amici, possiamo farlo Isabelle, ma solo se tu sei con me, se mi appoggerai, lo farai?-
La ragazza abbassò gli occhi sentendo il peso di quella decisione sulle spalle ma poi annuì ed alzò il viso, determinata a salvarlo e a salvare Jace e Clary da Jonathan.
-Certo.-
 
***
 
-Come si chiama questo posto?- domandò Clary, osservando l’ingresso della discoteca scelta da Jonathan.
-Kosti Lustr, o anche il Lampadario di Ossa, se preferisci.-
-Io preferisco.- disse Jace, avvicinandosi a loro.
-Entriamo.- sussurrò il ragazzo, avvicinandosi alla porta prima degli altri.
 
Clary abbassò lo sguardo per scrutare il suo vestito ma poi li seguì, nonostante tutto l’icore che i Demoni le avevano riversato addosso le bruciature erano state poche e grazie agli iratze ormai erano già passate, ma aveva avuto dei dubbi sul “vestito” che le aveva scelto Jonathan, trattandosi di una semplice maglietta ma visto la sua altezza le calzava come un vestito.
Entrò seguendo i due ragazzi e si ritrovò in una grande sala affollatissima, che le ricordò immediatamente una chiesa.
Si guardò attorno, aggirando la folla e i ballerini, riconoscendo molti nascosti, anzi dovette correggersi, vide solo nascosti lì dentro.
Una mano le si posò sulla spalla e si voltò pronta a difendersi, ma quando vide gli occhi di suo fratello si calmò immediatamente, solo Jonathan e Jace avevano quel potere su di lei, il potere di calmarla.
-Da questa parte, non stiamo con la plebaglia.- sussurrò vicino al suo orecchio, procurandole una scossa lungo la schiena e conducendola lontano dalla folla che si dimenava al ritmo della musica.
 
Jace osservò in silenzio quella scena e strinse le mani a pugno, rendendosi finalmente conto o avendo finalmente la dimostrazione che Jonathan stava facendo carte false per far breccia nel cuore di Clary, in quanto aiutato anche dall’Incantesimo di Gemellaggio di Lilith.
 
Devo fare qualcosa, devo farla tornare.
“Ricordati che comunque la vera Clary voleva davvero bene a suo fratello, questo sentimento non è cambiato.”
Forse no, ma la vera Clary aveva scelto me, non era divisa tra due realtà.
 
Si ritrovarono a scendere delle scale buie e lentamente sentì la musica della sala affievolirsi quasi del tutto, quando un nuovo tipo di musica, più intensa, prepotente, assordante lo investì in pieno e giunsero in un’altra sala, dove la scultura di un angelo con le ali nere si stagliava al centro, scrutando tutti al suo interno.
 
Vide nuovamente Jonathan avvicinarsi a Clary ma decise che stavolta non sarebbe rimasto a guardare, dopo poco le prese la mano e la tirò verso di sé, sentì i loro corpi aderire e per la prima volta da quando aveva lasciato l’Istituto sentì qualcosa scattare dentro, sfiorò con le mani le forme del suo corpo, forme che aveva conosciuto solo approssimativamente ma che gli erano mancate, sentì il suo respiro pensante sul collo e percepì l’adrenalina e l’eccitazione scorrergli lungo le vene, inebriandolo, drogandolo quasi.
Clary si mosse, piano, con sensualità su di lui, contro di lui e per la prima volta da quando l’aveva ritrovata decise di lasciarsi andare, decise che forse quella Clary era la sua Clary, che forse lei lo voleva quanto lui voleva lei, come era stato quella volta fuori dalla residenza dei Wayland e a New York, prima che tutto s’incasinasse.
Le passò una mano lungo la schiena, la strinse forte e le baciò una tempia, sentì le mani di Clary lungo il collo, poi sul petto e un brivido gli percorse la schiena.
Si chinò su di lei e la baciò, la baciò con passione e lasciò le loro lingue libere di scontrarsi, di trovarsi e di perdersi dopo tutto quel tempo, si strinse ancora di più, non riuscendo a concepire l’idea di lasciarla andare, non riuscendo ad immaginare di vivere in un mondo senza di lei.
Si staccò solo per un breve momento, un breve momento per riprendere fiato e continuare a baciarla ma fu in quel momento che vide i suoi occhi e che vi poté leggere dentro e non la trovò.
Non trovò quella ragazza di cui si era innamorato, non trovò la giovane Shadowhunters ricercata da tutto il Conclave, non trovò Clary Morgenstern, trovò Clary succube di Jonathan Morgenstern e non riuscì a evitarlo, si allontanò.
 
 
Jonathan si avvicinò a Jace e lo prese per il polso, notò lo sguardo nei suoi occhi e capì che in fondo lui sapeva del legame che aveva con la sorella, che in fondo Jace era venuto solo per un motivo ma in quel momento decise di passarci oltre, decise che non avrebbe significato niente.
Lo spinse vicino alla fontana dell’Angelo e gli indicò il contenuto.
-Cosa dovrei vedere?-
-Siamo uguali, Jace. Io e te, siamo uguali, come anche Clary.-
-Cosa intendi?-
-Anche tu hai un cuore di tenebra, non importa che Valentine non fosse il tuo vero padre, lui ti ha cresciuto, tu sei come noi. Farai bene ad accettarlo, perché lei appartiene a me.-
-E tu a chi appartieni, invece?- domandò, guardandolo negli occhi.



~Angolo Autrice: Ed eccomi qua con un nuovo capitolo, spero davvero che vi piaccia, adesso siamo entrati nel vivo del Città delle anime Perdute e ne vedremo delle belle con questo incredibile trio ^^
 
   
 
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