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Autore: SabrinaSala    23/06/2015    11 recensioni
"...Sdraiato supino sul letto, un braccio dietro la nuca e l’altro appoggiato sul ventre piatto, pantaloni e calzari ancora indosso, Johannes accolse così, sfacciatamente seducente, le prime, impertinenti luci dell’alba. «Proteggere una donna, salvaguardare la sua persona, è il compito più difficile e più importante al quale un uomo possa essere chiamato. Ne sarai all’altezza?»"
***
Sacro Romano Impero Germanico. Città di Rosenburg. Anno Domini 1365
Quando Johannes, altero e affascinante capitano delle guardie cittadine, riceve l’incarico di proteggere Madonna Lena, pupilla del Vescovo di Rosenburg, solo Justus, l’amico di sempre, può trovare le parole per chetare il suo animo inquieto.
Pedine inconsapevoli di un gioco iniziato quando ancora erano in tenera età, Justus, Johannes e Lena si troveranno loro malgrado coinvolti in un ordito di peccati e di colpe… Sarà sufficiente lo stretto legame con il Vescovo-conte, reggente della città, loro padrino e benefattore, a salvare le loro anime?
***
"Miserere mei Deus secundum magnam misericordiam tuam" ("Pietà di me, o Dio, secondo la tua grande misericordia") – dal Salmo 51
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo, Inquisizione
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Capitolo 2 - Justus

 
 
Senza allentare la presa, Johannes si volse intercettando lo sguardo severo di Justus.
Aveva esagerato. Lo sapeva. E gli occhi celesti del giovane chierico glielo confermarono.
Abbassò impercettibilmente le palpebre e questo bastò a Justus perché un sorriso di approvazione affiorasse sulle sue labbra sottili e rosse, in pieno contrasto con il colorito pallido del volto.
Johannes si calmò. Riportò lo sguardo in quello impertinente della ragazza. L’espressione seria.
Lei sussultò, mentre quei due occhi grigi la penetravano con durezza.
«Per questa volta…» la ammonì con tono severo «…vi permetterò di restare. Ma ricordatevi che esistono delle regole» si soffermò, come per accertarsi che il significato di quelle parole venisse compreso «E le regole vanno rispettate».
La lasciò andare. E mentre lei si ritraeva con uno strattone, turbata da quello sguardo inflessibile e dalla particolare vibrazione di quella voce roca e profonda, la mano di Johannes urtò un medaglione. Un qualche ninnolo da fattucchiera, pensò lui serrando le labbra con disprezzo, soffermandosi sulle ciocche brune che le incorniciavano il volto e le ricadevano sulle spalle dritte.
«Il Capitano è un brav’uomo» intervenne Justus, tentando di placare gli animi sovraeccitati. Attirando su di sé l’attenzione.
Colto inaspettatamente dallo sguardo della ragazza, il chierico lesse nei suoi occhi un’ultima scintilla di insolenza mista a sarcasmo. Si adombrò, in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare.
«Siete troppo indulgente, temo…» ironizzò la bella sconosciuta avviluppandolo con i suoi occhi scuri «Ma in fondo… » sorrise scuotendo il capo «E’ il vostro ruolo ad imporvelo».
Justus sciorinò un sorriso di circostanza e sfiorandole un gomito la sospinse qualche passo più indietro, chiedendole nel contempo informazioni sugli sfortunati pellegrini che aveva condotto in città. Tentando, in questo modo,  di sottrarla all’ennesima e inevitabile bordata dell’amico. 
Ma il Capitano finse di non accorgersi di nulla. Diede ordine ai propri uomini perché rimanessero a disposizione del chierico, e prese commiato.
«Johannes…» lo richiamò Justus, muovendo qualche passo nella sua direzione, facendosi largo tra le schiere di mendicanti dalle braccia protese. Desideroso di sapere. Glielo aveva promesso!
Gli avrebbe detto tutto non appena lasciati gli appartamenti del Vescovo. Questo gli aveva promesso! Se Johannes fosse stato assegnato ad uno dei fronti caldi dell’Impero, voleva saperlo e voleva saperlo subito.
Johannes frenò la sua ansia con un cenno vago della mano.
«Ne parleremo domani…» mormorò aggrottando la fronte.  «Adesso occupati dei mendicanti» lo esortò «Ti lascio i miei uomini. Non esitare a rivolgerti a loro per qualunque cosa tu abbia bisogno». Poi, incapace di sostenere lo sguardo dell’amico aggiunse, con un debole sorriso: «O a me, se serve. Sai dove trovarmi».
Justus annuì, sollevato da quanto pensava di aver inteso. Nessuna partenza improvvisa, tantomeno un incarico pericoloso. La reazione di Johannes era chiara.  Tornò dai pellegrini con passo veloce, sollevando il saio perché non gli impedisse i movimenti, e dallo sguardo della ragazza bruna che passava, inquisitorio, dal giovane chierico dai capelli chiari al moro e intransigente Capitano delle Guardie deciso a lasciare il campo senza nemmeno voltarsi.
Era stanco, Johannes, e di pessimo umore. Desideroso solo di allontanarsi da quella piazza rumorosa, di scrollarsi di dosso lo sgradevole senso di disagio che lo opprimeva da diverse ore.
Il Vescovo, i mendicanti, Justus… Voleva solo andarsene. Raggiungere il letto e stendere le lunghe gambe stanche.
Lasciandosi gli ultimi eco di quella giornata alle spalle, il giovane capitano si immerse in un dedalo di vicoli stretti e irregolari, accompagnato dalla schiera di case a due piani, addossate le une alle altre, lambito dalla consolante carezza della sera che allungava le proprie ombre, come languide dita sottili, sulla città e tutti i suoi abitanti.
 
 
***
 

Il Vescovo Winkel dipanò lo sguardo sulle ombre scure del tardo pomeriggio, cullato dal piacevole suono delle campane che annunciavano del vespro.
In piedi di fronte alla finestra aperta, le mani allacciate dietro la schiena, in una posa che il suo segretario gli riconosceva ormai come abituale.
Fratello Erasmus, fermo alle sue spalle, non faceva segreto della spiccata antipatia che nutriva nei confronti di Johannes, né cercava di nascondere l’irritazione per l’incontro appena concluso.
Senza bisogno di voltarsi e quindi di guardarlo, Konstantin Winkel percepiva chiaramente, tramite le sue stesse parole, l’inquietudine del giovane diacono e sorrise divertito. Conosceva e poteva comprendere l’avversione di Johannes nei confronti del segretario, ma faticava a dare una precisa motivazione a quella di Erasmus… Le differenze, tra i due giovani quasi coetanei, erano molte ed evidenti. I modi decisi e virili di Johannes, dotato di un fascino duro e magnetico, indiscutibilmente attraente,  si scontravano con l’atteggiamento sfuggente e femmineo di Erasmus, i suoi modi così affettatamente garbati e a volte nervosi. Agli occhi grigi e volitivi del capitano, si contrapponevano quelli neri ed elusivi del segretario.
Si chiese se fosse realmente antipatia, quella che il diacono si premurava di mostrare nei confronti del suo pupillo, e non magari una sorta di gelosia, di invidia o addirittura semplicemente il rifiuto verso una particolare forma di “attrazione” per un uomo che aveva indubbiamente un certo ascendente…
Socchiuse le palpebre, scacciando pensieri frivoli che non lo avrebbero portato da nessuna parte, e rispose alle perentorie lamentele di Erasmus.
«Non preoccuparti… » lo rassicurò sollevando una mano come a scacciare il ronzare di un insetto fastidioso. Senza voltarsi. Lo sguardo agganciato all’orizzonte che si colorava di viola.  
«Il capitano farà quello che ha sempre fatto » proseguì piegando le labbra in un sorriso compiaciuto «Obbedirà ai miei ordini».
Si volse. E la veste purpurea frusciò sul pavimento levigato ma irregolare della stanza.
Raggiunto il piccolo scranno al centro del salone, posto di fronte al camino spento, si accomodò e fece cenno a Erasmus perché gli servisse da bere.
Il diacono si adoperò con solerzia e, sollevata una brocca di profumato vino speziato da un piccolo tavolo rotondo imbandito di frutta e formaggio, riempì un calice e lo porse al Vescovo.
«Riponete molta fiducia in lui» commentò, ancora una volta rassegnato all’evidenza, allacciando le mani in grembo e abbassando lo sguardo con riverenza.  
Konstantin Winkel si concesse una breve ma significativa risata, mentre gli occhi neri di Erasmus lo scrutavano seri e poco inclini al divertimento.
«Johannes è stato cresciuto per questo» disse «E vive per questo…» mormorò, poggiando le labbra assetate al bordo liscio e freddo del calice,  sorseggiando la bevanda color rubino. Pregustando i prossimi avvenimenti.
 
***
 
Sdraiato supino sul letto, un braccio dietro la nuca e l’altro appoggiato sul ventre piatto, pantaloni e calzari ancora indosso, Johannes accolse così, sfacciatamente seducente, le prime, impertinenti luci dell’alba.
Volse il capo verso la finestra e i sottili strali luminosi che attraverso i battenti ancora chiusi sfidavano, incandescenti, la penombra della stanza. Socchiuse gli occhi pesanti.
L’estrema stanchezza gli aveva regalato un sonno agitato, molestato da immagini alle quali avrebbe rinunciato volentieri. Perseguitato dall’eco fastidiosa di sonagli e raganelle, messaggeri dei lebbrosi… Incubi, nient’altro che incubi ad occhi aperti.
L’incontro con Konstantin gli aveva lasciato un senso di insoddisfazione e insofferenza.  Lo aveva deluso e irritato. Tanto da indurlo a reagire più duramente di quanto avrebbe voluto nei confronti dei mendicanti, di Justus e di quella donna… Tanto da fargli meritare la disapprovazione del chierico, il cui sguardo era in grado di provocare ferite ben più profonde della lama affilata della sua stessa spada. Fratello Erasmus era complice di quella irritazione. Sottostare alle sue battute, alla muta inquisizione del suo sguardo carico di supponenza lo infastidiva. Più del suo nuovo incarico.
Allungò una mano verso un sottile e polveroso raggio di sole e finse di afferrarlo. Non c’era niente di male o di svilente nel proteggere una donna…
Lasciò cadere il braccio, sfiorando la coperta ancora tirata sul letto intatto.
Tanto più che l’incarico in questione sarebbe stato di breve durata…
Tornò a fissare il soffitto di travi larghe e scure, portando entrambe le braccia dietro la nuca. Socchiuse le palpebre pesanti, provando un piacere sottile e ristoratore.
Il Vescovo non era entrato nei dettagli. Non ancora. Gli aveva solo anticipato che madonna Lena, la sua pupilla, non si sarebbe fermata a lungo. E lo aveva pregato di accettare di buon grado il nuovo incarico.
Le labbra di Johannes si piegarono in un sorriso sarcastico. Certo che avrebbe accettato. Perché quello era il suo dovere…
Una donna… pensò e inaspettatamente riaffiorò, invadente, l’immagine di lei. Quella pazza esaltata e indisponente che se non fosse stato per il provvidenziale intervento di Justus avrebbe saputo come rimettere al suo posto.
Impertinente e sciocca…  Possibile non si rendesse conto dei pericoli ai quali il suo atteggiamento sfrontato l’avrebbe sicuramente esposta? Spalancò gli occhi, pervaso da un nuovo senso di irritazione, scacciando quell’immagine insolente.
Il violento bussare di qualcuno alla porta fu quasi un sollievo.
Il richiamo concitato di Endres sortì l’effetto di svegliarlo del tutto, cancellando ogni altro fastidioso pensiero.
Svelto, saltò giù dal letto. Indossò alla meglio la veste chiara e aprì la porta al suo vice, fissandolo con sguardo interrogativo.
«Tre uomini chiedono di entrare in città, capitano» esordì il soldato ottenendo un sopracciglio alzato come risposta. «Dicono di essere la scorta di madonna Lena… » precisò.
Johannes si raddrizzò nelle spalle. Dissimulò un sospiro profondo. Ma non parve particolarmente allarmato dalla notizia. Forse solo un po’ sorpreso. In effetti, non si aspettava di dover prendere servizio tanto presto.
«Falli entrare e aspettatemi. Accompagnerò io stesso la nostra ospite al cospetto del Vescovo». Fece per terminare di vestirsi, ma la presenza ingombrante di Endres, ancora fermo sulla soglia, lo indusse a voltarsi.
Ancora un sopracciglio sollevato a mo’ di domanda.
«Madonna Lena non è con loro» rivelò il soldato con un certo imbarazzo. Più giovane di qualche anno del suo comandante, insignito della carica momentanea di capitano in seconda fino al rientro in città del più scafato e maturo Heinrich,  Endres ne subiva l’autorità più di quanto avrebbe dovuto e forse anche voluto.
Johannes si accigliò. Fissò per un lungo e silenzioso momento il volto teso del suo secondo.
«Arriverà con il resto della scorta?» domandò, esortando il sottoposto a raccontare la storia per intero mentre lui finiva di indossare gli ultimi indumenti e si allacciava la spada in vita.
L’uomo scosse il capo, facendosi da parte perché il capitano potesse lasciare la stanza. Accompagnandolo fino alla Porta Occidentale, gli spiegò dettagliatamente quanto aveva appreso.
Johannes raggiunse i tre forestieri abbigliati secondo la moda del sud, visibilmente a disagio. Con un cenno del capo ai soldati di picchetto, lasciò che gli uomini entrassero in città e farfugliassero le loro scuse.
«Abbiamo commesso un errore imperdonabile, capitano… » esordì il più grosso dei tre.
Johannes li trafisse con lo sguardo.
«Il vostro compito era quello di scortarla fin qui sana e salva. Non di farla divertire unendovi a mercanti e giullari» tagliò corto, attingendo dal racconto di Endres. Cercando una possibile e rapida soluzione al problema.
«Non l’abbiamo mai persa di vista… Fino a ieri sera, quando ci siamo accorti che era sparita» si rammaricò il più giovane, un giovanotto dai capelli rossi «Suonava il coprifuoco, ma eravamo certi di poter entrare visto chi stavamo scortando… Abbiamo soccorso un carro in difficoltà, ci siamo distratti un momento e madonna Lena era scomparsa».
Il terzo, un tipo segaligno dai capelli stopposi diede il suo personale contributo al racconto.
«Prima di lanciare l’allarme abbiamo battuto l’intera zona intorno alla città. Ma senza nessun risultato»
Johannes ne soppesò le figure. Serio. Quegli uomini rischiavano la forca. E comunque fossero andate le cose, il problema rimaneva. Madonna Lena scomparsa e la necessità di comunicare al Vescovo quell’agghiacciante notizia.
«Descrivetela a me e ai miei uomini e vi aiuteremo a cercarla» proruppe serrando la mascella, deciso a non lasciare nulla di intentato per ritrovare una ragazza che non gli era stato ancora dato di conoscere ma che già aveva bisogno del suo intervento.  E salvare la vita di quei tre disgraziati servitori.
«Conosciamo il territorio meglio di voi e potremmo avere più fortuna» concluse.
Come rompendo gli argini, i tre uomini si affrettarono a fornire  una descrizione dettagliata. Accavallandosi, aggiungendo a turno particolari utili e inutili, fissarono l’immagine definitiva della giovane donna indicandola come una ragazza molto bella, dai lunghi capelli scuri sciolti sulle spalle e penetranti occhi nocciola.
Johannes serrò le labbra. Inalando aria attraverso le narici dilatate.
«Aspettatemi qui» ordinò e attraversò la piccola piazza come un segugio sulle tracce della preda. 



IL CONFESSIONALE (ossia, l'angolo dell'autrice)
Inauguriamo quest'angolo con un ringraziamento a chi decide di affrontare quella speciale avventura che è la lettura di un "originale": GRAZIE di cuore! 
Chi mi ha conosciuta come autrice di FF spero apprezzerà anche questa nuova veste, ritrovando magari tra le mie parole, i personaggi e queste righe quel che gli è piaciuto nel Fandom che condividiamo. Chi mi scopre per la prima volta spero invece non resterà deluso e vorrà magari approfondire la mia conoscenza facendo capolino anche nello straordinario mondo delle fanfiction... là dove ho mosso i miei primi passi su questo sito. ISTANTI, JE T'AIME, OSCAR!, UNA DONNA e la storia a capitoli SOLDATO BLU, vi aspettano!

 
   
 
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