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Autore: everlily    18/09/2015    4 recensioni
Alcune scene tagliate dalla storia Stubborn love. Per leggere l'intera storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2089981&i=1
#1. E' solo il caldo (cap. 14: "Wear me out")
#2. Sweet sixteen (cap. 15: "Are you mine?")
#3. Non è come pensa (cap. 18: "Bedroom hymns")
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Deleted scene #3

Pov: Elena

Collocazione: Capitolo 18 ("Bedroom hymns"), nei flashback. Confessione: delle scene tagliate è la mia preferita (sì, più della scena "Delena"). Mi è davvero sanguinato il cuore a doverla lasciare fuori. In ogni caso: in una qualsiasi delle mattine verso l'alba in cui Elena sgattaiola via da casa di Damon, si ritrova davanti Giuseppi e le cose si fanno un tantino awkward.


***


Avevo appena chiuso la porta alle mie spalle, quando dalla villa principale qualche decina di metri più in là vidi uscire il padre di Damon.

Subito nel panico all'idea che potesse scoprirmi sgattaiolare via da quella che era praticamente la camera di suo figlio, mi appiattii contro il muro pregando in non so quante lingue che per qualche miracolo non guardasse nella mia direzione.

Solo che, ahimè, purtroppo lo fece. 

Si fermò con una mano ancora posata sulla portiera dell'auto, perplesso, quando incrociò il mio sguardo. I suoi occhi si spostarono da me a casa di Damon, le mie guance andarono a fuoco. Sperai allora che si girasse e mi ignorasse, ma invece prese ad incamminarsi verso di me.

Con il petto che scoppiava, riuscii a farfugliare solo un debole " 'Giorno".

"Buongiorno, Elena," disse, sorprendendomi per il tono gradevole e per il solo fatto che si ricordasse il mio nome. Indicò con un cenno della testa la sua macchina, di cui aveva lasciato aperta la portiera. "E' una camminata piuttosto lunga. Ti accompagno a casa."

Avevo intenzione di rifiutare gentilmente, ma non me ne diede il tempo. Stava già tornando verso l'auto, probabilmente supponendo che lo avrei seguito, e al quel punto non farlo mi sembrò piuttosto rude. Così, dopo aver gettato un veloce sguardo attorno ed aver esitato qualche altro secondo, non ebbi altra scelta che seguirlo e ritrovarmi nel sedile in pelle della sua Mercedes.

Mi chiese il mio indirizzo, controllò qualcosa sul suo telefono, cambiò la stazione radio su una di notizie del mattino e la abbassò ad un volume che non avrebbe dato fastidio.

Io ero sempre più impacciata e a disagio, nel chiedermi come avrei dovuto comportarmi. Parlare? Lasciarlo in pace? Stavo sembrando maleducata, avrebbe tentato lui di chiacchierare del più e del meno, avrebbe voluto sapere chi fossi, cosa ci facessi lì e … Sentii le guance imporporarsi di nuovo e ancora più violentemente, mentre realizzavo cosa doveva aver pensato nel vedermi sgattaiolare via da casa di Damon alle prime luci dell'alba. Desiderai sparire.

"Non è come pensa," mi uscì d'un tratto con una voce particolarmente stridula. "Voglio dire, io non stavo … noi non stavamo …" incespicai, mentre lui corrugava la fronte e mi gettava velocemente la più confusa delle occhiate. In qualche modo, mi fece solo sentire ancora peggio. "Non sono la sua ragazza," ribadii.

Grandioso. Era la seconda volta che lo incontravo, e la seconda volta che gli ripetevo le stesse cose.

"Ok," disse solo, girando una curva.

Oh, dio. Non mi credeva.

"No, è la verità, davvero. Damon ce l'ha una ragazza. Non io. Si chiama Michelle. E' molto carina, ed è anche divertente, è adorabile davvero, molto molto adorabile."

Non appena lo dissi mi resi subito conto che adesso ci avevo appena fatto la figura di quella che passa la notte insieme al ragazzo di qualcun'altra. Il calore sulle mie guance aumentò, mi affrettai a rimediare.

"Ma ho un ragazzo anche io! Matt. Sto con Matt."

Mio dio. Perché gli stavo raccontando tutto questo? La sua fronte si corrugò ancora di più e la mia mente andò ancora di più nel pallone, nel tentativo di fornirgli spiegazioni che lo aiutassero a non farsi l'idea sbagliata.

"Non facciamo sesso!" esclamai, incapace di fermarmi. E poi iniziai a pensare che forse aveva capito che stessi parlando di Matt, e che gli ero appena sembra come quella che cerca giustificazioni per le proprie tresche e … "Con Damon. Non facciamo sesso. Ma anche in generale, cioè, io non faccio sesso. Con nessuno."

Fermò la macchina ad un incrocio ed io mi sentii morire. Si voltò verso di me con la fronte più corrugata che avessi mai visto addosso ad un essere umano. Capii che aveva intenzione di dire qualcosa, ma che stesse sperimentando una singolare mancanza di parole. Il mio volto era in fiamme. Forse avrei dovuto spiegare meglio, forse …

"Penso," disse infine, proprio quando avevo appena aperto la bocca per sputare fuori altre informazioni inappropriate, "che ci sia una legge, da qualche parte, che mi metterebbe in una posizione piuttosto compromettente se dovessi discutere di certi argomenti con qualcuno della tua età. Perciò perché non li lasciamo fuori dalla conversione e ti accompagno semplicemente a casa?"

Non sembrava arrabbiato o infastidito, solo … parecchio spaesato. Così annuii, piuttosto mortificata, ma anche piuttosto grata che avesse chiuso lì la cosa.

Riuscimmo a passare i minuti restanti in un silenzio piuttosto incerto, ma comunque meglio del resto.

Accostò vicino a casa mia e mi salutò chiamandomi di nuovo per nome, che faceva un effetto strano nel modo in cui lo diceva, quasi come se pronunciarlo lo aiutasse a capire meglio chi avesse davanti. Misi la mano sulla maniglia, ma esitai all'ultimo secondo.

Imbarazzo o no, avevo qualcosa, lì in mezzo alla gola, che mi stava imparando di non perdere quell'occasione per poter uscire fuori. Mi voltai di nuovo.

"Lui non è come pensa lei."

Non avevo bisogno di specificare di chi stessi parlando. Lo capì anche lui. Mi scrutò qualche secondo, nella versione in uno sguardo della stessa cosa che faceva quando mi chiamava per nome.

"Cosa sai di quello che penso?" mi chiese.

"So …" Presi un piccolo fiato, sentii i battiti accelerarmi leggermente. "So che Damon mi piace per quello che è, e che non vorrei mai che fosse diversamente. Grazie per il passaggio, signor Salvatore."

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