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Autore: LuciferWings    04/01/2016    5 recensioni
Raccolta di one shot con lo stesso filo conduttore: i Winchester devono occuparsi di un Castiel di tre anni.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Titolo: Baby in a trenchcoat      
Titolo capitolo: Puppy
Fandom: Supernatural
Rating: Verde
Genere: Fluff, Slice of Life
Avvertenze: Nessuna
Trama: Raccolta di one shot con lo stesso filo conduttore: i Winchester devono occuparsi di un Castiel di tre anni.
Note: lo so, mi starete odiando. Sono eoni che non aggiorno questa fic ma non sapevo che far succedere. Cioè più che altro non sapevo come, ma ora eccoci qui: nuovo anno, nuovo capitolo. Spero davvero che vi piaccia, come spero che vi piaccia l’implementazione della foto.
P.S.: non so chi sia l’artista (più che altro non riesco a leggere la firma), l’ho trovata su Google immagini. Se lo sapete ditemelo che lo aggiungo <3

Vi ricordo la pagina autrice: LuciferWings.




Mi svegliai con Cas che giocava con la mia guancia scoperta e lo osservai.

“Ehi pulce.” Bisbigliai con la voce roca.
 
“Ciao Dean.” Sorrise e si rannicchiò contro il mio petto.
 
“Dormito bene?” Gli scompigliai i capelli e lui annuì.
 
“Ho fame, Dean...” Alzò lo sguardo verso di me e sorrisi, mi alzai agilmente e lo presi in braccio mentre il moro mi si riaccoccolò addosso.
 
“Andiamo a fare colazione allora.” Dissi sorridendo e portandolo in cucina.

“Buongiorno.” Salutò Sam con una tazza di caffè in mano. Misi Cas sul tavolo, seduto, e lo lasciai lì per andargli a preparare la colazione.
 
“’Giorno Sammy. Oggi che si fa? Hai qualche caso?” Lo osservai tirando fuori dalla dispensa dei cereali e una tazza.

“No, nulla. Però ho trovato un parco in cui possiamo portare Castiel per farlo uscire un po’. Che ne pensi?” Chiese osservando il bambino che giocava con una tovaglietta. Presi la tazza con i cereali e il latte e gliela poggiai davanti togliendogli il pezzo di stoffa dalle mani, poi tornai con lo sguardo su Sam annuendo leggermente.

“Si può fare.” Scrollai le spalle e mi presi una bella tazza di caffè caldo, sorseggiandola quasi innamorato di quella bevanda.
 
***
 
Castiel era un bambino timido. Si poteva notare del fatto che, nonostante i nostri incoraggiamenti, rimaneva attaccato ad una mia gamba  osservando gli altri bambini quasi impaurito. Lo presi in braccio e lo strinsi un po’. “Che succede piccoletto?”
Cas nascose il viso nel mio petto  ed io lo strinsi maggiormente. “Non ti faranno del male.” Sussurrai piano, come un segreto. “Se vai da loro, ti faranno giocare.” La pulce alzò gli occhi verso di me con uno sguardo misto fra paura e curiosità.

“Davvero?” Bisbigliò prima di lanciare uno sguardo ai marmocchi sui giochi. Annuii solennemente e lo misi giù. Mimai un ‘vai’ seguito da una piccola pacca sulla schiena, spingendolo in direzione del parco. Cas mi guardò ancora, impaurito, prima di andare lentamente verso gli altri bambini. Camminava piano, spaventato dall’esuberanza degli altri. Si avvicinò ad una bambina dai capelli rossi che accarezzava un cagnolino, un cucciolo anche quello e si sedette accanto a lei osservando l’animale.

Sam ed io ci sedemmo su una panchina guardandoci intorno. Non riuscivo mai a staccare gli occhi da Cas per più di due minuti, ero preoccupato. Delle mamme ci guardavano male, manco fossi dei pedofili! Scossi la testa e guardai mio fratello. “Dobbiamo trovare un modo per far tornare Cas normale. Non ce la faccio più ad accudirlo.” Sospirai voltando lo sguardo verso il bambino che coccolava il cane.
 
“A me sembra che ti piaccia.” Affermò Sammy trattenendo una risata, mentre cercava qualcosa sul telefono. “E poi dai, devi ammettere che così è carino.” Spostò lo sguardo su di me ed io ricambiai la sua occhiata con una cattiva.

“Non provarci.” Ringhiai fra i denti. “Non è ‘carino’.” Dissi mimando le virgolette. “È estenuante! Non sta fermo un secondo. Sempre a correre e a voler giocare con me.”

“Non hai più l’età, eh?”

“No, non ho più l’e-“ mi fermai quando mi resi conto di quello che stava implicando quella frase, mentre Sam se la rideva di gusto. “Non è divertente, capellone!” Sbuffai contrariato.
 
“Ma smettila, Dean. Ti piace averlo sempre intorno. Lo vedo lo sguardo che gli lanci ogni volta che ti trascina a giocare con lui, sembri quasi un papà orgoglioso.” Affermò scrivendo qualcosa nella barra di ricerca di Google. Gli lancia un’occhiataccia e sbuffai.
 
“Okay, forse non è così stressante come qualcuno di mia conoscenza da piccolo, ma comunque, a volte, è un tornado.”

“Su questo hai ragione. Comunque dovremmo davvero trovare un modo per farlo tornare normale.” Bisbigliò leggendo accuratamente un articolo.

“Che ne pensi di Crowley?” Chiesi cauto grattandomi una guancia. “Insomma, Rowena è sua madre, se non sa lui dov’è allora siamo fottuti.” Mi girai ad osservarlo e vidi che mi stava scrutando.

“Pensandoci non è male come idea. Possiamo incontrarlo e spiegarli la situazione, ovviamente lasciando Cas con Bobby.”

“Ovviamente.” Risposi sicuro. “Lo chiamo allora. Dove fissiamo il punto d’incontro?”

“C’è una casa abbandonata non molto lontano dal bunker. Facciamo la?” Rispose Sam guardando il piccoletto. “sembra che si stia divertendo con quella bambina.” Sorride dolcemente. Girai lo sguardo verso di loro e non potei impedire ad un sorriso di crescere sul mio viso.

“Già, a quanto pare ha trovato un’amichetta.” Sussurrai. Tirai fuori il telefono dalla tasca e chiamai Crowley per metterci d’accordo.
 
Dopo un’oretta che eravamo lì a goderci l’aria fresca, una signora si avvicinò a noi e sorrise. “È vostro quel bambino?” Chiese dolcemente sedendosi accanto a me.

“Se intende quello che vorrebbe cavalcare il cane, allora sì.” Risi piano alla scena e Sam rise con me.

“Lei è mia figlia, Anna.” Sorrise la ragazza. distolse lo sguardo e si girò verso di noi. “Da quanto state insieme?” Chiese gentilmente. Il sorriso sul mio volto sparì e la guardai confuso.

“Come?”

“Lo so che non sono affari miei, ma sono davvero curiosa.” Affermò scusandosi. La bloccai prima che potesse continuare.

“Non stiamo insieme.” Risposi brusco. “Lui è mio fratello!” Dissi quasi schifato mentre Sam rideva. La ragazza si portò una mano alla bocca e arrossì completamente.

“Scusatemi! Oddio che figura!” Si mise le mani sul viso e continuò a scusarsi per un po’. Le dissi di calmarsi e che andava bene e lei sorrise, ancora imbarazzata. Guardai l’ora e sospirai.
 
“Sam, dobbiamo andare.” Gli diedi una gomitata e mi alzai. Salutai la ragazza al mio fianco e andai verso Cas. Il moro stava parlando con la piccola Anna di quanto le api fossero belle mentre accarezzavano il manto del cane. Ce l’aveva con queste api, eh. Ne parlava sempre e a tutti. Una volta Bobby per poco non lo scaraventava giù dalle scale. Trattenni una risata al ricordo e accarezzai i capelli di Cas.

“Dobbiamo andare, pulce. Saluta.” Dissi sorridendo. Al moro scomparse il sorriso e salutò mestamente la piccola Anna. Si alzò e abbracciò il cagnolino, quasi non volesse mai lasciarlo andare. Lo lasciai fare per un poco. “Dai, Cas. Dobbiamo andare per davvero.” Affermai leggermente irritato staccandolo dall’animale. Castiel iniziò a piangere in silenzio mentre ce ne andavamo dal parco, sussurrando, di tanto in tanto, ‘voglio un cagnolino’.
 
 
   
 
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