Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Flami151    05/01/2016    4 recensioni
E se Draco Malfoy non avesse mai ricevuto il Marchio Nero? Cosa farebbe della sua vita una volta tornato a Hogwarts? Se "il ragazzo che non ha avuto scelta" potesse scegliere il suo futuro, cosa accadrebbe?
Senza Draco a scontare per le mancanze di Lucius Malfoy, sarà Narcissa a prendersi la responsabilità degli errori del marito, ingaggiando col Signore Oscuro un gioco sadico e senza scrupoli, che la porterà a conoscere i meandri più bui della mente umana e a rivelare la sua umanità, celata dietro le convenzioni sociali e un passato misterioso.
Come tutto ciò influenzerà una giovane e confusa Hermione, ormai rassegnata all'idea che il suo destino sia già scritto? E come ridisegnerà i ruoli dei personaggi durante la battaglia finale?
Una storia che svela i desideri inconsci dei nostri amati eroi, portandoli a galla.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Narcissa Malfoy, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Richiamo primordiale
 
 
‹‹ Draco... ››
 
Mi volto di scatto in direzione della voce, così incredibilmente dolce e familiare.
 
‹‹ Mamma! ›› É proprio lei. Mi avvicino di più: voglio toccarla, voglio abbracciarla.
 
‹‹ Non credo che tu sia mai stato così felice di vedermi! ›› Un sorriso materno si dispiega sul suo volto.
 
‹‹ Credevo che ti fosse successo qualcosa, credevo che non volessi più vedermi... ›› Ora come ora non so nemmeno più di cosa mi preoccupassi: lei è qui. Talmente vicina che posso sentire il suo profumo, quell’aroma delicato che mi ricorda casa.
 
‹‹ Che non volessi più vederti? Draco, ma come puoi pensare una cosa del genere? ›› É turbata. Quasi preoccupata.
 
‹‹ Hai chiesto al Signore Oscuro di negarmi il Marchio, mi hai fatto tornare a Hogwarts senza uno scopo, hai ignorato le mie lettere... ›› Sento la felicità di pochi istanti prima scorrere via, rimpiazzata da un opprimente sensi d’angoscia.
 
‹‹ Draco, ascoltami bene: tutto quello che ho fatto, l'ho fatto solo per te. ››
 
Io la guardo senza capire: come può dirmi questo? Ha privato di senso la mia vita, mi ha reso debole, vulnerabile. Mi ha sbattuto in faccia la mia vera natura: quella dello sciocco bambino viziato, senza alcun talento o dote fuori dal comune.
 
Sarei potuto essere un servo del più grande mago oscuro di tutti i tempi, e invece ora non sono altro che il figlio di un Mangiamorte fallito.
 
‹‹ Non capisco mamma. Credevo che tu volessi il meglio per me. Eravamo d'accordo. Cosa è cambiato? ››
 
‹‹ Piccolo mio. ›› Di solito non amo sentirmi dare appellativi di qualsiasi genere, ma questa volta è diverso, è confortante. ‹‹ Non lo vedi? Tutto sta cambiando. Adesso sta a noi decidere cosa fare della nostra vita, quale strada prendere. ››
 
Sono scosso, confuso, impaurito. Cosa sta cercando di dirmi? Perché è così enigmatica? E perché si è tenuta lontana da me per tutto questo tempo?
 
La guardo negli occhi, sperando che parli ancora, che mi dia altre spiegazioni, che mi conforti. Ma il suo sguardo vaga nel vuoto.
 
‹‹ Mamma? ››
 
‹‹ Prendi in mano la tua vita, Draco. ››
 
E con queste ultime parole, si dissolve, confondendosi con l'aria.
 
‹‹ Mamma! Mamma! ››
 
Mi sveglio urlando.
 
Sono sudato, affannato e molto spaventato. Mi occorrono almeno dieci minuti, un bicchiere d'acqua ghiacciata e svariati giri della stanza per riprendermi.
 
Era solo un sogno.
 
Mi risiedo sul letto e prendo in braccio lo stronzetto, che finora mi aveva osservato con aria divertita. Lo accarezzo compulsivamente mentre cerco di fare riordinare le idee.
 
Se prima ero in pensiero per mia madre, ora sono seriamente preoccupato. Sono sempre più convinto che ci sia qualcosa che non va: le sue lettere brevi ed evasive, la volontà di tenermi lontano a Natale...
 
Non è da lei. Narcissa Malfoy non si comporterebbe mai in questo modo.
 
Ho l'impulso di andare a controllare se qualche gufo sia per caso tornato con la risposta alla mia lettera, ma poi ricordo di averla spedita solo stamattina.
 
Stamattina?
 
Mi alzo velocemente in piedi, facendo rotolare il gatto giù dalle mie ginocchia.
 
‹‹ Ho dormito tutto il pomeriggio! ›› Gli grido, come per giustificarmi. ‹‹ Spero di essere ancora in tempo. ››
 
Metto il paio di jeans, la camicia e il maglione che mi ero preparato prima di coricarmi una decina di munti.
 
Esco dalla mia stanza trafelato.
 
‹‹ Dove corri? ›› Theodore Nott è seduto sulla sua solita poltrona.
 
‹‹ E a te che importa? ›› Faccio di tutto per adottare un atteggiamento naturale e poco sospettoso.
 
‹‹ In effetti nulla. Divertiti. ›› Dice lui tornando a leggere il libro che tiene in mano.
 
‹‹ Che ore sono? ››
 
‹‹ Le dieci. ›› Risponde lui senza nemmeno alzare la testa.
 
Io lo ringrazio ed esco di corsa.
 
Sono stato fortunato ad aver incontrato Nott: magari è un po' strano e scorbutico, ma sa farsi gli affari suoi, e a dirla tutta, a modo suo è una persona piacevole.
 
Mentre corro su per le scale, mi accorgo che la scuola è deserta: i pochi alunni e professori rimasti devono essere ancora tutti in Sala Grande a festeggiare e ad abbuffarsi.
 
Al quarto piano inizio ad avere il fiatone e a sperare che la Granger non se ne sia già andata via. Come ho potuto dormire fino ad ora?
 
Al sesto piano sono costretto a fare una pausa: devo assolutamente ricominciare gli allenamenti di Quidditch. E magari a mangiare di più.
 
Finalmente arrivo di fronte l'arazzo di Barnaba il Babbeo, stanco e accaldato. Mi fermo il tempo necessario per riprendere fiato e poi inizio a percorrere il corridoio su e giù a grandi falcate.
 
Ho bisogno di un luogo per festeggiare il Natale. Ho bisogno di un luogo per festeggiare il Natale. Ho bisogno di un luogo per festeggiare il Natale.
 
Magicamente una porta appare di fronte ai miei occhi.
 
 
***
 
 
L’ingresso si apre rumorosamente.
 
‹‹ Malfoy! Sei in anticipo! ››
 
Lui sembra confuso.
 
‹‹ Che ore sono? ››
 
‹‹ Le nove e dieci, sono appena arrivata. ››
 
‹‹ Che stronzo... ››
 
Mi chiedo a chi si riferisca, ma preferisco non chiederglielo.
 
Il pensiero di Harry che scruta la Mappa del Malandrino mi innervosisce, ma per quanto ne sa lui, ora Malfoy è a casa a festeggiare il Natale. Non avrebbe motivo di cercarlo a scuola.
 
‹‹ Wow. ››
 
Il Serpeverde osserva stupito la Stanza delle Necessità, che per l'occasione è provvista di un camino, di una tavola apparecchiata per cena, di un bellissimo albero addobbato a festa e di numerose candele rosse e oro. Al suo interno si respira un clima caldo e accogliente.
 
Mi avvicino al tavolo, che ho imbandito con le deliziose pietanze preparate dagli elfi.
 
‹‹ Vedo che ci hai preso gusto a sottrarre il cibo in cucina. ›› Sghignazza Malfoy, facendomi arrossire per la vergogna.
 
‹‹ Ogni tanto uno strappo alla regola è salutare. ›› Replico io, meravigliandomi di me stessa.
 
Entrambi ci sediamo alla tavola imbandita, uno di fronte l'altra.
 
Malfoy sembra volermi dire qualcosa, ma poi si limita a prendere la teglia di salmone al centro del tavolo e inizia servirmi: un gesto di cortesia che non mi sarei mai aspettata da un Purosangue altezzoso come lui.
 
‹‹ Per me basta così, grazie. ››
 
Lui alza gli occhi su di me e mi fissa per qualche istante, poi solleva un’altra porzione di pesce e me la poggia nel piatto, prima di iniziare a riempire il suo.
 
Lo guardo storto, senza riuscire a capire, ma lui si limita a dire ‹‹ Mangia. ››
 
Stappo la bottiglia di vino bianco che mi ha offerto Dobby come regalo di Natale e ne verso a entrambi.
 
Malfoy alza il bicchiere.
 
‹‹ A cosa brindiamo? ›› Chiedo io, imitandolo.
 
‹‹ Alla generosità degli elfi! ›› E batte il suo bicchiere sul mio, ignorando il mio disappunto.
 
Assaggiando il primo boccone, le mie papille vanno in estasi.
 
‹‹ Non avevo mai mangiato niente del genere! ››
 
Lui ghigna, adottando la sua classica aria di superiorità.
 
‹‹ Questo perché non hai mai avuto il privilegio di cenare in casa Malfoy. ›› Privilegio! Preferirei mangiare uno Schiopodo piuttosto che fare visita alla famiglia Malfoy. ‹‹ Noi non affideremmo mai il nostro cibo a degli elfi: solo i migliori cuochi dell'Inghilterra hanno il privilegio di preparare i nostri pasti. ››
 
‹‹ Sei bravo a farti buona pubblicità. Hai mai pensato di vendere automobili? ›› Dico io ridacchiando.
 
‹‹ Vendere cosa? ›› Chiede lui aggrottando la fronte.
 
Mi dimentico a volte che non tutti gli studenti sono interessati a babbanologia.
 
‹‹ É uno strumento che usano i babbani per spostarsi più velocemente da un posto all'altro. ››
 
‹‹ Senza magia? Come? ›› La sua curiosità mi colpisce.
 
‹‹ Grazie al motore a scoppio! In pratica questo apparecchio è in grado di sfruttare la forza data dall'esplosione fornita dallo scoppio del combustibile che è al suo interno per... ››
 
‹‹ Okay basta così. Non m’interessano le idiozie dei babbani. ››
 
‹‹ No, è che sei troppo ottuso per capirle. >> Cerco di provocarlo un po'.
 
‹‹ Io sarei ottuso? Sei tu quella talmente ottusa da battersi per i diritti degli elfi anche contro la loro stessa volontà! ››
 
‹‹ Come? Ma se è grazie a me che stiamo cenando in questo momento! Secondo te perché gli elfi ci hanno donato tutto questo cibo? ››
 
‹‹ Ah! Quindi adesso ti vanti anche di sfruttare quei poveri elfi! Mi deludi Granger! ››
 
Io digrigno i denti: questa volta ha vinto lui.
 
 
***
 
 
Rido e mangio di gusto. Non credevo di potermi divertire così tanto e soprattutto non credevo che gli elfi potessero cucinare un salmone così delizioso. Questo però non lo rivelerò mai alla Granger.
 
É buffo guardarla diventare sempre più rossa e allegra ad ogni bicchiere di vino, continuando però a mantenere la sua postura composta e la sua risata delicata.
 
Mi sento felice e satollo, non potrei chiedere di meglio.
 
‹‹ Ho un'idea. ›› Dice la Grifondoro alzandosi.
 
Versa ciò che rimane del vino nei nostri bicchieri, e poi si avvia verso il camino, sedendovisi di fronte.
 
La seguo, e mi siedo a gambe distese sul pavimento scaldato dal fuoco.
 
Alzo il bicchiere per proporre un altro brindisi, ma lei scuote la testa.
 
‹‹ Aspettiamo la mezzanotte. ››
 
Io sorrido e abbasso il braccio.
 
‹‹ É stata una buona idea venire qui. Dovremmo farlo più spesso. È sicuramente più accogliente del granaio. ›› Osservo io guardandomi ancora intorno.
 
‹‹ Smettila di compiacerti tanto, esibizionista: non hai avuto un'idea così originale. ››
 
‹‹ Per lo meno le mie idee non implicano passeggiate notturne nella Foresta Proibita! ››
 
‹‹ Non fare finta che non ti sia piaciuto! Avevi lo stesso sguardo di un bambino che sale per la prima volta su una scopa! ››
 
‹‹ Certo perché tu sei un'esperta di bambini maghi! Scommetto che il famoso bambino che hai visto volare per la prima volta è stato Potter... Cinque anni fa! ››
 
Lei ride senza replicare: touché.
 
‹‹ Raccontami la tua prima volta sulla scopa. ›› Dice lei.
 
‹‹ C'é poco da dire! Avevo sette anni. Mi capitava spesso di giocare da solo: i miei genitori erano sempre tanto indaffarati. Un giorno guardando fuori dalla finestra, vidi un uomo sfrecciare in lontananza su una Nimbus, non ricordo quale modello. Decisi allora che era arrivato il momento di imparare a volare. Scesi nella Sala del Quidditch... ››
 
‹‹ Voi avete una stanza solo per il Quidditch? ›› Chiede lei a bocca aperta, alimentando ancora di più il mio ego.
 
‹‹ Si, ce l'abbiamo. Comunque, prendo la scopa di papà e corro fuori in giardino. La stendo per terra e grido su, come avevo già visto fare altre volte, e la scopa si sposta in un batter d'occhio nella mia mano: ero così elettrizzato. ›› Lei mi guarda con invidia: so bene che il volo è il suo punto debole. ‹‹ Monto in sella e mi do una spinta. La scopa inizia a volare e man mano che saliva di quota, aumentava anche il mio entusiasmo... O almeno finché non precipitò giù in picchiata. ››
 
‹‹ O Merlino! Ti sei fatto male? ›› Mentre lo dice sembra quasi trattenere una risata.
 
‹‹ Fortunatamente no. Un elfo è intervenuto prima che accadesse il peggio. La scopa però non è stata altrettanto fortunata! ››
 
Lei ride a pieni polmoni, quindi decido di non rovinarle questo momento raccontandole della punizione alla quale mi sottopose mio padre dopo aver trovato la sua bella scopa in frantumi.
 
Finito il momento d’ilarità, la stanza ripiomba nel silenzio, ed io mi ritrovo a ripensare al sogno fatto poco fa e a mia madre. Probabilmente parlarne mi farebbe stare meglio, ma forse non è il momento opportuno.
 
‹‹ A cosa sta pensando? ›› Mi chiede lei.
 
La sua domanda mi sorprende. C’è sempre stata tra noi una tacita regola che ci impediva di scavare troppo a fondo nella vita e nella mente l’una dell’altro. Un muro che lei ha appena infranto.
 
‹‹ Perché sei qui? ›› Le chiedo io senza rifletterci troppo.
 
‹‹ Qui con te dici? ›› Mi risponde imbarazzata.
 
‹‹ No, qui a scuola, invece che a casa con la tua famiglia e con i tuoi amici. Io ti ho rivelato perché sono qui, tu puoi fare altrettanto? ››
 
Lei sospira, riflettendo sulla sua prossima risposta.
 
‹‹ Sono successe troppe cose in questo ultimi mesi: la mia vita è cambiata, io sono cambiata. É una realtà che non posso ignorare e che influisce negativamente sul mio comportamento. Non vorrei che i miei genitori si preoccupassero troppo per me: soprattutto a Natale. ››
 
Improvvisamente mi sento davvero vicino ad Hermione Granger: vedo nei suoi occhi la stessa ombra di tristezza e timore che vedo riflessa ogni giorno nel mio specchio. Saremmo anche diversi, ma abbiamo una cosa in comune: siamo entrambi protagonisti di un conflitto a cui non abbiamo dato inizio e nel quale ci siamo trovati catapultati.
 
Mi pento un po’ di questi pensieri: non sarò stato io a dare inizio alla guerra, ma di certo l'ho desiderata intensamente. A dirla tutta non ricordo nemmeno quando ho smesso di desiderarla. Non sono certo neanche di aver effettivamente cessato di bramarla.
 
D'un tratto mi ritrovo a essere confuso e frustrato.
 
‹‹ Credo di capire. ›› É l'unica cosa che riesco a dire.
 
 
***
 
 
Malfoy che riesce a capirmi. Che condivide i miei stessi dubbi e le mie stesse paure.
 
Sono stata costretta a subire i suoi insulti razzisti, le sue angherie e quel suo atteggiamento di superiorità per così tanto tempo, da non aver mai messo in dubbio la sua posizione all'interno di questo conflitto.
 
Ora però mi chiedo: chi è davvero Draco Malfoy?
 
Per scoprirlo, non posso fare altro che chiederglielo: non sono sicura sia la cosa giusta da fare, ma non riesco a farne a meno.
 
‹‹ Credo che tu sia molto triste. ›› Dico io, tentando di arrivare gradualmente al punto.
 
Lui ride, guardando verso il fuoco.
‹‹ E perché dovrei esserlo? Ho sempre avuto tutto ciò che potevo desiderare. Non mi sono mai dovuto preoccupare di niente e di nessuno. La mia vita è perfetta! Perché dovrei essere triste, eh? ›› Non sembra nemmeno impegnarsi a rendere la sua menzogna credibile.
 
‹‹ Non lo so. Dimmelo tu. ››
 
Adesso sembra nervoso. Credo stia considerando la possibilità di rispondermi sinceramente.
 
‹‹ Intanto non capiresti. ›› Sospira lui.
 
‹‹ Perché? ››
 
‹‹ Perché la tua vita non è come la mia: tu sei studiosa, intelligente, hai la tua strana associazione pro-elfi e hai i tuoi amici. ›› Stringe le labbra con rabbia.
 
Mi sforzo di capire il senso delle sue parole, ma ha ragione: non ci riesco. So che non mi dirà altro, ma sento anche che nelle sue parole c'è la chiave per comprendere Draco Malfoy.
 
‹‹ Tu credi di conoscermi così bene? La mia vita non è perfetta. Non mi è caduto niente dal cielo: tutto quello che ho me lo sono guadagnato col sudore e con l'impegno. E poi sono certa che anche tu abbia molte cose di cui andare fiero: il Quidditch, i tuoi amici... ››
 
‹‹ Quali amici? ›› M’interrompe lui.
 
‹‹ Io credevo... ›› Rifletto bene sulle parole da usare. ‹‹ Credevo che Tiger e Goyle... ››
 
‹‹ Credevi che fossero miei amici? ›› Più parla, più sembra distendersi. Non è più agitato e contrariato, è solo abbattuto.
 
‹‹ Non è così? ››
 
‹‹ Non lo so. >> Sospira. ‹‹ Come fai a capire se una persona è tua amica? ››
 
Questa domanda mi coglie impreparata. Ci rifletto con calma, per essere certa di non dare risposte sbagliate. Ripenso a Harry, a Ginny e a Ron, e a tutto ciò che a li a portati ad essere i miei migliori amici.
 
‹‹ Sai come siamo diventati amici io, Ron ed Harry? ›› Lui fa cenno di no col capo. ‹‹ Quando fu introdotto il Troll di Montagna a scuola, al primo anno, io rimasi intrappolata nel bagno delle ragazze. Se loro non mi fossero venuti a cercare e non mi avessero aiutata, io ora non sarei qui. ›› Faccio una pausa prima di ricominciare. ‹‹ Forse ti sembrerà strano, ma all'epoca non eravamo per nulla in buoni rapporti. Però nonostante questo loro furono gli unici che invece di scappare, corsero in mio aiuto. ››
 
‹‹ Solo voi Grifondoro potete essere così idioti! ›› Scherza lui, guadagnandosi una mia occhiataccia.
 
‹‹ Non c'entra niente la Casa di provenienza: in amicizia si è sempre disposti a mettersi in gioco, a prescindere dalle divergenze e senza pretendere nulla in cambio. Certe volte basta solo un piccolo gesto per fare la differenza nella vita di qualcuno, per migliorargli la giornata, anzi, talvolta è sufficiente essergli vicino, farlo sentire meno solo. ››
 
Restiamo entrambi in silenzio, mentre rifletto su ciò che ho detto e mi accorgo di aver descritto in sommi capi il mio rapporto con Malfoy.
 
Inizio a sentirmi a disagio e a giudicare dal colorito del viso del Serpeverde, il sentimento è reciproco.
 
Cerco di trovare qualcosa da dire per mettere fine a questa situazione imbarazzante, ma lui mi precede.
 
‹‹ Le tue parole mi hanno tolto un peso. ›› Dice lui sospirando.
 
‹‹ Perché? ››
 
‹‹ Temevo che mi avresti detto che l'amicizia era quello che c'era tra noi. Ma a quanto ho capito è proprio tutt'altro! Sappi che io non sarei disposto a salvarti nemmeno da un Folletto della Cornovaglia! ›› Dice ridendo, e facendo ridere anche me.
 
Malfoy ha tanti difetti, ma senza dubbio sa come alleggerire la situazione.
 
Sto per rispondere a tono alla sua provocazione, ma il mio sguardo cade sull'orologio a pendolo posto nell'angolo della stanza e del quale non mi ero accorta fino ad ora.
 
‹‹ Malfoy è mezzanotte passata! ›› Strillo io, forse con troppa enfasi.
 
‹‹ Va bene ma rilassati, che ti ha sentito anche Merlino nella tomba! >> Però non sembra infastidito, anzi, alza il suo bicchiere per l'ultimo brindisi. ‹‹ Buon Natale, Granger. >>
 
‹‹ Buon Natale, Malfoy. ››
 
E mentre i bicchieri si toccano e i nostri occhi s’incrociano, sento di aver appena sigillato un nuovo, profondo e inaspettato legame.
 
 
***
 
 
Nella sua lurida cella maleodorante, Lucius Malfoy ripensava con infinta nostalgia ai Natali passati, rimpiangendo di non averli apprezzati di più.
 
Pensava intensamente a suo figlio e a sua moglie, le uniche persone che contassero nella sua vita, concentrandosi su ogni istante che gli facesse affiorare un'emozione positiva. Solo l'amore per i suoi cari gli permetteva di rimanere strettamente ancorato alla sua anima, che i Dissennatori tentavano  ogni giorno di strappargli via.
 
Certo, il matrimonio con Narcissa era stato di convenienza, ma dopo tutti gli anni trascorsi con lei aveva imparato ad apprezzare il suo carattere forte e fiero ma allo stesso tempo gentile e premuroso, che lo aveva fatto innamorare.
 
Ed era proprio per quello strano e perverso amore, che continuava ad aprire ogni pacchetto consegnatogli nella cella. Sentiva il bisogno di punirsi, di autoinfliggersi quel dolore che la vista delle membra mutilate di sua moglie gli causava. Era l'unico modo che conosceva per redimersi dalla sua incompetenza e superficialità, che lo avevano fatto rinchiudere ad Azkaban, lasciando la sua famiglia in mano all'Oscuro.
 
Quella notte, mentre si teneva stretta la testa tra le mani, come per impedire alla sua mente di volare via, la cella si aprì.
 
Aspettò che qualcuno entrasse, ma ciò non accadde.
 
Si alzò con fatica e, facendo leva sulle ginocchia deboli, arrivò fino alle sbarre. Le aprì del tutto e sporse timidamente la testa fuori.
 
Un viso familiare lo scrutava con un ghigno.
 
Era libero.
 
 
***
 
 
Beh che dirvi?
Buon Natale e felice anno nuovo anche a voi!
Al prossimo capitolo! Lasciatemi i vostri commenti!
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Flami151